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MacedoniaAusiliario per capire la Bibbia
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Anche se si riferiva prevalentemente all’isola di Cipro, il nome “Chittim” anticamente includeva anche altre regioni. Lo storico Giuseppe Flavio scrive che gli ebrei chiamavano “Chittim” le isole e quasi tutte le regioni costiere (quelle evidentemente del Mediterraneo). (Antichità giudaiche, Libro I, cap. VI, 1) Questo può spiegare perché la Macedonia è chiamata “Chittim” nel libro apocrifo di I Maccabei (1:1, PIB) e costituisce una possibile ragione per ritenere i macedoni discendenti di Chittim.
STORIA
La Macedonia acquistò notorietà sotto la dominazione di Filippo II. Egli fu in grado di unire la Macedonia e le regioni limitrofe e, in seguito alla vittoria riportata nella battaglia di Cheronea (338 a.E.V.), la Macedonia ebbe la supremazia sulla maggioranza degli stati greci. Dopo l’assassinio di Filippo, salì al trono suo figlio Alessandro (Magno). Due anni più tardi Alessandro iniziò le sue conquiste. Prima di morire a Babilonia (323 a.E.V.), Alessandro, grazie alle sue vittorie militari, aveva costituito un impero che si estendeva a E fino all’India e includeva Mesopotamia, Siria, Palestina, Egitto, Asia Minore, Tracia, Macedonia e Grecia. — Vedi Daniele 2:31-33, 39; 7:6; 8:1-7, 20, 21.
Verso la metà del II secolo a.E.V. la Macedonia diventò provincia romana. Durante il I secolo E.V. fu unita per qualche tempo con l’Acaia a S e la Mesia a N costituendo una provincia imperiale retta dal legato della Mesia. Ma nel 44 E.V. la Macedonia tornò a essere una provincia senatoria governata da un proconsole romano. — Vedi GRECI, GRECIA.
MINISTERO DI PAOLO
La Macedonia è stata la prima regione d’Europa visitata dall’apostolo Paolo durante il secondo viaggio missionario. Mentre era a Troas nell’Asia Minore NO, Paolo ebbe una visione. “Un uomo macedone stava in piedi e lo supplicava e diceva: ‘Passa in Macedonia e aiutaci’”. (Atti 16:8, 9) In seguito a tale visione Paolo, con Luca, Timoteo e Sila (se non anche con altri), partì per la Macedonia. Giunto a Neapoli (il porto di Filippi nella Macedonia NE), Paolo andò a Filippi e vi annunciò la buona notizia. (Atti 16:11-40) Sembra che quando Paolo, Sila e Timoteo si recarono nelle città macedoni di Anfipoli (circa 50 km a O-SO di Filippi) e Apollonia (circa 50 km a SO di Anfipoli), Luca rimase a Filippi. Poi Paolo diede testimonianza nelle città macedoni di Tessalonica (circa 60 km a O-NO di Apollonia) e Berea (circa 80 km a O-SO di Tessalonica). (Atti 17:1-12) A motivo della minacciata violenza della folla a Berea, Paolo fu costretto ad andarsene dalla Macedonia. Ma lasciò Sila e Timoteo a Berea per occuparsi del nuovo gruppo di credenti. Sila e Timoteo dovevano poi raggiungerlo. (Atti 17:13-15) In seguito Paolo, preoccupato per la congregazione di Tessalonica formata di recente, mandò Timoteo a incoraggiare i fratelli. (I Tess. 3:1, 2) Forse Timoteo aveva raggiunto Paolo ad Atene, in Acaia, e poi era stato mandato di nuovo a Tessalonica. Ma sembra più probabile che Paolo l’abbia avvisato di recarsi a Tessalonica mentre si trovava a Berea. Le buone notizie portate da Timoteo al suo ritorno indussero Paolo a scrivere la prima lettera ai tessalonicesi (I Tess. 3:6; Atti 18:5), seguita non molto tempo dopo dalla seconda lettera.
Durante il terzo viaggio missionario Paolo si proponeva di tornare in Macedonia. (I Cor. 16:5-8; II Cor. 1:15, 16) Anche se si trattenne ancora un po’ a Efeso, Paolo mandò avanti Timoteo ed Erasto. (Atti 19:21, 22) Fu dopo di ciò che l’argentiere efesino Demetrio fomentò un tumulto contro Paolo. In città regnava la confusione e, mentre si precipitavano verso il teatro, gli efesini presero e portarono con sé “Gaio e Aristarco, Macedoni, compagni di viaggio di Paolo”. (Atti 19:23-29) Dopo che il tumulto si acquietò Paolo partì per la Macedonia. (Atti 20:1) Evidentemente si fermò a Troas, dove fu deluso di non incontrare Tito, che era stato mandato a Corinto, in Acaia, a fare una colletta per i santi della Giudea. (II Cor. 2:12, 13) Quindi proseguì per la Macedonia, dove fu raggiunto da Tito e informato della reazione dei corinti alla sua prima lettera. (II Cor. 7:5-7) Successivamente Paolo scrisse la seconda lettera ai corinti e poi andò in Grecia a S. Dalla Grecia aveva intenzione di imbarcarsi per la Siria, ma un complotto contro di lui da parte degli ebrei lo indusse a cambiare itinerario e tornare invece in Macedonia. (Atti 20:2, 3) Fra i suoi compagni di viaggio c’erano tre macedoni: Sopatro, Aristarco e Secondo. — Atti 20:4.
Benché fossero poveri i cristiani della Macedonia erano molto generosi, e contribuirono oltre le loro effettive possibilità per i fratelli bisognosi della Giudea. (II Cor. 8:1-7; confronta Romani 15:26, 27; II Corinti 9:1-7). Specialmente i filippesi si distinsero nel sostenere il ministero di Paolo. (II Cor. 11:8, 9; Filip. 4:15-17) Anche mentre l’apostolo era detenuto per la prima volta a Roma, la congregazione di Filippi mandò Epafrodito per sopperire ai bisogni di Paolo. (Filip. 2:25-30; 4:18) Inoltre i tessalonicesi manifestarono grande fede e perseveranza e perciò divennero un esempio per “tutti i credenti nella Macedonia e nell’Acaia”. — I Tess. 1:1-8; 4:9, 10.
Sembra che Paolo, dopo esser stato rimesso in libertà a Roma, sia tornato in Macedonia e di là abbia scritto la prima lettera a Timoteo. (I Tim. 1:3) Può darsi che anche la lettera a Tito sia stata scritta dalla Macedonia.
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MacinaAusiliario per capire la Bibbia
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Macina
(màcina).
Semplice congegno costituito generalmente da due pietre circolari (una posta sopra l’altra), fra le quali vari cereali commestibili, dopo esser stati trebbiati, venivano ridotti in farina. Si poteva pestare il grano con un pestello in un mortaio, schiacciarlo con un sasso su una lastra di pietra o macinarlo con una macina a mano, metodo questo usato anticamente in quasi tutte le case della Palestina. Arnesi del genere erano in uso sin dall’epoca dei primi patriarchi, infatti Sara moglie di Abraamo fece pani rotondi di “fior di farina”. (Gen. 18:6) Nel deserto gli israeliti macinavano la manna provveduta da Dio “nelle macine a mano o la [pestavano] nel mortaio”. — Num. 11:7, 8.
Ogni giorno generalmente si infornava il pane e di solito ogni famiglia aveva la propria macina a mano. Quella di macinare il grano per ridurlo in farina era una delle normali attività quotidiane delle donne di casa. (Matt. 24:41; Giob. 31:10; Eso. 11:5; Isa. 47:1, 2) Esse si alzavano presto la mattina per preparare la farina necessaria per fare il pane quel giorno. Il suono delle macine a mano è menzionato nella Bibbia come simbolo di normali condizioni pacifiche. Viceversa quando non si sentiva “il suono della macina a mano”, ciò era indice di abbandono e desolazione. — Ger. 25:10, 11; Riv. 18:21, 22; confronta Ecclesiaste 12:3, 4.
Come il suo equivalente tuttora in uso in Medio Oriente, la macina a mano comune nell’antichità consisteva di due pietre rotonde o mole, con la mola superiore fatta in modo da combaciare e girare sulla mola inferiore. (Deut. 24:6; Giob. 41:24) Oggigiorno la pesante mola inferiore di solito è di basalto e ha un diametro di 45 cm circa e uno spessore di 5-10 cm. Un piolo fissato al centro della mola inferiore serve da perno su cui gira la mola superiore. La superficie convessa della mola inferiore su cui si macina il grano permette di raccogliere la farina tutt’intorno. La mola superiore (mobile) ha la parte inferiore concava per combaciare con la mola inferiore. Un foro a forma di imbuto al centro della mola superiore serve per infilarvi il piolo e anche per versare il grano nella macina. Verso il bordo esterno della mola superiore c’è un foro in cui viene conficcato un manico di legno che serve per azionare la macina.
Generalmente a una macina a mano di questo tipo lavoravano due donne. (Luca 17:35) Sedevano una di fronte all’altra, ed entrambe mettevano una mano al manico per far girare la mola superiore. Con la mano libera una donna versava un po’ alla volta il grano nell’apposito foro della mola superiore, mentre l’altra raccoglieva la farina man mano che usciva dal bordo della macina e cadeva sul vassoio o sul telo stesovi sotto.
Poiché si cuoceva il pane ogni giorno e si macinava spesso per ridurre il grano in farina, la legge che Dio diede a Israele misericordiosamente vietava di prendere in pegno una macina a mano o la sua mola superiore. Il pane quotidiano di una famiglia dipendeva dalla macina a mano. Perciò prendere questa o la sua mola superiore era come prendere “l’anima”, privarla cioè dei mezzi di sostentamento. — Deut. 24:6.
Nelle Scritture sono menzionate anche macine più grandi. Gesù Cristo si riferì a “una macina da mulino come quella che viene fatta girare da un asino” (Matt. 18:6), che poteva essere simile a quella che il cieco Sansone, diventato “macinatore nella casa di prigionia”, fu costretto dai filistei a far girare. — Giud. 16:21.
Quando Abimelec assediò la città di Tebez “una donna gli gettò sulla testa la parte superiore di una macina e gli spaccò il cranio”. (Giud. 9:50, 53, Ga; II Sam. 11:21) In Rivelazione l’improvvisa e completa distruzione di Babilonia la Grande è paragonata al lancio di “una grande macina da mulino” che precipita in mare. — Riv. 18:21.
[Figura a pagina 770]
Donne che azionano una macina a mano
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MacpelaAusiliario per capire la Bibbia
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Macpela
(Macpèla) [duplice, forse per indicare che la caverna aveva due entrate oppure due nicchie o anfratti].
Nome di un campo e di una caverna nei pressi di Ebron, che Abraamo acquistò dall’ittita Efron per 400 sicli d’argento. La caverna servì come luogo di sepoltura per Sara moglie di Abraamo e almeno per cinque altri: Abraamo, Isacco, Rebecca, Giacobbe e Lea. (Gen. 23:14-19; 25:9; 49:30, 31; 50:13) Il nome “Macpela” si riferiva evidentemente anche alla zona circostante. — Gen. 23:17.
Generalmente si pensa che la caverna sepolcrale si trovi nella moderna Ebron sotto una moschea che sorge all’interno di una zona recinta chiamata Haram el-Khalil (“sacro recinto dell’amico del misericordioso, Dio”).
In Genesi 23:17 il termine ebraico che indica l’ubicazione della caverna di Macpela rispetto a Mamre è stato variamente tradotto “dirimpetto a” (VR), “che guardava verso” (Sales) e “di fronte a Mamre”. (CEI; Con; NM) Se la posizione tradizionale di Mamre (Ramet el-Khalil) è corretta, la località si troverebbe quasi 3 km a N della moderna Ebron. La frase “Mamre, vale a dire Ebron” (Gen. 23:19), può significare che Mamre si trovava nella zona di Ebron.
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Maddalena, mariaAusiliario per capire la Bibbia
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Maddalena, maria
Vedi MARIA n. 3.
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MadiaAusiliario per capire la Bibbia
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Madia
Nella Bibbia questo termine si riferisce a un grande piatto (lat. magida; gr. magìs) generalmente portabile, che di solito era di legno, ma a volte di terracotta o di bronzo, su cui si intrideva la farina con l’acqua e si impastava il pane. Quando si preparava pane lievitato, si faceva lievitare la massa o impasto unendovi un po’ di “pasta acida” cioè lievitata, conservata da un’infornata precedente. Prima di metterlo nel forno l’impasto era lasciato lievitare nella madia. (Gen. 18:6; I Sam. 28:24) Di solito si impastava il pane con le mani, ma gli egiziani a volte lo impastavano anche coi piedi in una madia particolarmente grande. (Osea 7:4) Data l’importanza che questa aveva in una casa, dal momento che serviva a preparare il ‘pane quotidiano’, la benedizione di Geova sulla madia significava evidentemente che in casa non sarebbe mancato il cibo necessario, mentre la sua maledizione avrebbe significato fame. — Deut. 28:1, 2, 5, 15, 17.
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MadianAusiliario per capire la Bibbia
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Madian
(Màdian) [luogo di giudizio], MADIANITI (madianìti).
1. I discendenti di Madian figlio di Abraamo sono collettivamente chiamati “Madian” e “Madianiti”. (Num. 31:2, 3) A volte nella Bibbia sono menzionati anche come “Ismaeliti”. (Confronta Genesi 37:25, 27, 28, 36; 39:1; Giudici 8:22, 24). Questo potrebbe indicare che i discendenti di Abraamo da parte dei figli Ismaele e Madian si assomigliavano molto in quanto a modo di vivere, e un’ulteriore fusione poteva esser stata favorita dai matrimoni misti fra i due popoli. Sembra inoltre che almeno alcuni “Cheniti” fossero chiamati madianiti. Poiché i cheniti sono già menzionati come popolo prima della nascita di Madian, questo potrebbe indicare che il chenita Obab cognato di Mosè fosse madianita solo da un punto di vista geografico. — Gen. 15:18, 19; Num. 10:29; Giud. 1:16; 4:11; vedi CHENITI.
I madianiti erano prevalentemente nomadi e abitavano in tende. (Giud. 6:5, 6; Abac. 3:7) Ma ai
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