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Mettiamo al primo posto gli interessi del RegnoLa Torre di Guardia 1962 | 15 giugno
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benignità di Geova, sono in grado di andare alla Scuola di Ministero del Regno”.
Un servitore di congregazione di Brooklyn, nello stato di New York, dice che in tre diverse occasioni avvicinò il suo datore di lavoro per chiedergli un permesso onde frequentare la Scuola di Ministero del Regno. Tutt’e tre le volte gli fu negato, e la terza volta gli fu risposto in modo adirato. Tre giorni dopo era giunto il momento di partire per andare alla scuola, perciò il fratello avvicinò nuovamente il datore di lavoro, questa volta per chiedergli la liquidazione, dato che se ne andava per sempre. In questa occasione, dopo una lunga conversazione in cui fu nuovamente spiegato lo scopo della scuola, fu concesso il permesso.
Alcuni che hanno frequentato la scuola hanno perduto il loro lavoro secolare, ma questi non pensano che il Signore li abbia abbandonati. Niente affatto! Li ha benedetti molto al di sopra delle loro aspettative con le buone cose ricevute alla Scuola di Ministero del Regno. Né nei giorni futuri Egli mancherà di ascoltare la loro preghiera, quando chiederanno: “Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano”. (Luca 11:3, Na) Come assicurò Gesù, coloro che con zelo cercano prima il regno di Dio troveranno che tutte le altre cose necessarie saranno loro aggiunte. — Matt. 6:33.
Questi sorveglianti che hanno messo gli interessi del Regno al primo posto hanno dato un buon esempio. Essi, come disse che dovevano essere l’apostolo Pietro, sono “esempi del gregge”. (1 Piet. 5:3, VR) Altri associati alla società del Nuovo Mondo seguiranno il loro buon esempio. Quando si troveranno in una situazione in cui il lavoro secolare potrebbe metterli nell’impossibilità di partecipare ad un’assemblea del popolo di Geova, o quando il lavoro secolare cominciasse a far trascurare le adunanze della congregazione, ricorderanno il consiglio che troviamo in Ebrei 13:7 (Na): “Ricordatevi dei vostri direttori, essi vi annunziarono la parola di Dio; considerando il termine della loro condotta, imitatene la fede”.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1962 | 15 giugno
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Domande dai lettori
● Se il mio fratello carnale, che è disassociato, viene da un’altra città a visitarmi con la sua famiglia, li posso invitare a entrare e a restare per la notte se è necessario? — E. T., Stati Uniti d’America.
La disassociazione di un membro della propria parentela non annulla la naturale parentela di carne e sangue. Per esempio, la disassociazione non infrange il vincolo coniugale. Quindi, se un fratello carnale che è disassociato visita la sua famiglia per motivi non di unità cristiana, ma di parentela familiare, i congiunti sono tenuti a riceverlo con cortesia per tale naturale ragione terrena, non, certamente, per avere associazione spirituale con lui e trattarlo come un membro della congregazione, ma semplicemente per considerare la parentela familiare e altri argomenti mondani.
Bisogna essere ragionevoli in questa circostanza, e se il parente è di un’altra città e quel giorno non può tornare a casa, ma ha bisogno d’alloggio per la notte, non vi sarebbe nulla di male qualora gli si mostrasse la cortesia di farlo restare per la notte, semplicemente perché questo parente e quelli che sono con lui sono intimi per legami di carne e sangue, nonostante che non lo siano per ragioni spirituali.
Naturalmente, non sarebbe bene incoraggiare frequenti associazioni solo per avere rapporti familiari. Questo ostacolerebbe l’adempimento dei propri obblighi verso il Signore Dio e potrebbe mettere in pericolo la propria salute e integrità spirituale. Il principio menzionato in Matteo 12:47-50 (Ri) dovrebbe esser tenuto presente. Quando uno disse a Gesù: “Ecco, tua madre e i tuoi fratelli son fuori e desiderano parlare con te”, egli rispose: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? . . . chiunque fa la volontà del Padre mio, che è ne’ cieli, quegli mi è fratello e sorella e madre”.
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Domande dai lettori (4)La Torre di Guardia 1962 | 15 giugno
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Domande dai lettori
● Certi ecclesiastici sostengono che Luca fosse gentile. La Torre di Guardia del 15 maggio 1961, a pagina 304, al paragrafo 14, dichiara che gli scrittori della Bibbia furono tutti Ebrei. In base a quale autorità vien fatta questa affermazione? — B. M., Stati Uniti.
Coloro che sostengono che Luca fosse gentile non hanno alcuna chiara base scritturale per affermarlo. Dalle parole di Paolo in Colossesi 4:11, 14 (Na) essi deducono l’idea che Luca non fosse giudeo. Questo perché Paolo al versetto 11 menziona alcuni che erano ‘della circoncisione’ e al versetto 14 menziona Luca. Di qui si giunge alla conclusione che Luca non era della circoncisione e quindi non era giudeo. Ma da questo non consegue affatto che Paolo volesse in tal modo distinguere Luca. Come afferma la Cyclopedia di McClintock & Strong: “Se questo non è ritenuto conclusivo, non si può dedurre nulla dalle tendenze grecizzanti del suo stile, poiché avrebbe potuto essere un Giudeo ellenista, né dalle tendenze gentili del
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1962 | 15 giugno
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Domande dai lettori
● Come si devono intendere le osservazioni sull’ornamento femminile di 1 Timoteo 2:9, 10 (Na) e 1 Pietro 3:3, 4 (Na)? — J. H., Stati Uniti.
Nei versetti in questione si legge: “Voglio altresì che le donne siano vestite con decoro, adorne di modestia e verecondia, non di trecce, o di oro, o di perle, o di vesti lussuose, ma di opere buone, come si conviene a donne che professano devozione”. “Non abbiano le donne quell’ornamento esteriore che consiste nell’intrecciatura dei capelli, negli ornamenti d’oro, o nella bellezza delle vesti che indossano, ma l’ornamento interiore e nascosto nel cuore, la purità incorruttibile di uno spirito tranquillo e modesto, che è di grande valore davanti a Dio”.
I commentatori biblici, come Adam Clarke, parlano delle elaborate pettinature, o intrecciature di capelli e degli ornamenti d’oro che mettevano in essi, in voga fra le donne pagane ai giorni degli apostoli. Tale sfoggio vistoso e appariscente era più che inadatto alle cristiane, quindi era disapprovato sia da Paolo che da Pietro.
Tuttavia, quelle sette della cristianità che vanno all’estremo di proibire ogni ornamento femminile in base a questi comandi apostolici sono ovviamente in errore. Non possiamo pensare che ogni acconciatura dei capelli o il portare qualunque ornamento sia errato, poiché Pietro include le “vesti che indossano”, e certamente le donne devono indossarle. La sostanza di questo ammonimento scritturale non è ciò che le donne cristiane possono o non possono indossare, ma a che cosa devono dare importanza: non all’ornamento esteriore, ma a quello interiore, alla mente e al cuore, alla giusta specie di attitudine, se vogliono essere attraenti e interessanti. In fondo, è molto più facile portare ornamenti esteriori che sviluppare quelli interiori!
La donna cristiana farà bene a vestire con moderazione, modestia e buon gusto, evitando gli abiti sfarzosi ed appariscenti. Come non dovrebbe attrarre indebita attenzione portando gioielli appariscenti e vistosi, così dovrebbe badare che il modo in cui si trucca non richiami indebitamente l’attenzione. Che ornarsi in modo moderato non sia da biasimare si può capire dal fatto che anticamente le serve di Geova usavano in genere gioielli. — Gen. 24:53; Eso. 3:22; 2 Sam. 1:24; Ger. 2:32; Luca 15:22.
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Domande dai lettori (3)La Torre di Guardia 1962 | 15 giugno
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Domande dai lettori
● Vi è nulla di contrario alla celebrazione degli anniversari dei matrimoni? — I. S., Stati Uniti.
Nell’antichità le celebrazioni dei compleanni erano associate all’astrologia. Indubbiamente è per questo che le Scritture menzionano solo pagani che le osservavano. Tuttavia non c’è nulla nelle Scritture a sostegno della celebrazione del proprio anniversario di matrimonio, così da renderla obbligatoria. Il matrimonio è qualcosa che le coppie devono ricordare ogni giorno in quanto ai suoi obblighi. Naturalmente, il giorno del matrimonio è un’occasione gioiosa, fatto che Gesù riconobbe essendo presente alla festa nuziale di Cana. Se il matrimonio ha successo, è più che naturale che la coppia ricordi ogni anno tale felice avvenimento. Infatti questo potrebbe contribuire a rinsaldare la relazione matrimoniale. — Giov. 2:1-11.
Quali disposizioni debbano prendersi per ricordare l’anniversario e in che misura è qualcosa che gli interessati devono decidere, benché sia bene notare che anche in tal caso si applica la norma: “Sia che mangiate, sia che beviate, o facciate qualunque altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio”. — 1 Cor. 10:31, Na.
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