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    La Torre di Guardia 1958 | 15 aprile
    • uno sconvolgimento mondiale tornammo tutti a casa per il nostro pranzo e il sonnellino pomeridiano”.

      I Cristiani che non vogliono esser disturbati sono addormentati; peggio ancora sono spiritualmente malati. Tali persone sonnacchiose, spiritualmente malate, dovrebbero trarre beneficio dall’annuncio ammonitore: “Il giorno di Geova viene esattamente come un ladro nella notte. Non dormiamo dunque come fanno gli altri”. — 1 Tess. 5:2, 6.

  • La scoperta della Bibbia
    La Torre di Guardia 1958 | 15 aprile
    • La scoperta della Bibbia

      Meravigliose scoperte hanno portato alla luce una Bibbia meglio compresa. Come potete voi scoprire questa Bibbia per voi stessi?

      “VERAMENTE (buon lettore cristiano) non abbiamo mai pensato dal principio, che avremmo dovuto fare una nuova traduzione”. Ecco le parole di un gruppo di traduttori inglesi della Bibbia, riportate nella prefazione quasi dimenticata della Bibbia del re Giacomo. Ciò avvenne nel 1611. In questo ventesimo secolo, quando vengono fatte più traduzioni della Bibbia che mai nel passato, poche persone si rendono conto di quanto necessarie sono le traduzioni in lingue moderne. Solo pochi anni fa neanche gli studiosi e traduttori biblici ne compresero pienamente l’urgente necessità. Che cosa ha suscitato questa veduta rivoluzionaria nel pensiero? Le scoperte che hanno reso possibile una Bibbia meglio compresa; molte di queste scoperte sono più straordinarie di un romanzo.

      Una delle più singolari scoperte bibliche fu fatta da uno studioso tedesco, il conte Tischendorf, che si recò in Palestina nel 1844. Era in cerca di antiche copie della Bibbia scritte nella lingua originale. Tischendorf aveva dedicato la sua intera vita alla ricerca di questi manoscritti della Bibbia. I suoi viaggi lo conducevano spesso in posti remoti. Non è strano quindi che un giorno egli si trovasse al monastero di S. Caterina, sito ai piedi del monte Sinai. Nel corridoio del monastero lo studioso tedesco vide “un grande ed ampio cestino” che attirò la sua attenzione. Conteneva vecchie e lacerate pergamene che i monaci usavano per accendere il fuoco.

      Ciò che i monaci adoperavano per avviare il fuoco era proprio quello che Tischendorf aveva dedicato la vita per trovare! Consisteva di più di cento fogli, le pagine di una Bibbia scritte a mano in un greco molto antico. Dato che la scrittura era tutta in lettere maiuscole senza alcuna divisione fra le parole, Tischendorf sapeva di aver trovato ciò che gli studiosi chiamano un manoscritto “onciale”, veramente una scoperta singolare! Egli non poté nascondere la sua immensa gioia. Meravigliati, i monaci capirono che stavano per bruciare qualche cosa di valore; fecero presto a portar via il cestino. Ma gli permisero di prenderne quarantatré fogli.

      Tischendorf portò la sua scoperta in Germania. Il suo tesoro fu ritenuto sensazionale, poiché le pergamene furono assegnate al quarto secolo dopo Cristo. La scoperta entusiasmò altri studiosi; anch’essi vollero ottenere il resto di questo tesoro biblico. Non desiderando che alcuno studioso giungesse al monastero prima di lui, Tischendorf mantenne segreto il luogo della sua scoperta.

      Non essendo ricco, non fu mai facile per Tischendorf ottenere i mezzi per viaggiare. Ma nel 1853 egli fu in grado di ritornare al monastero. I monaci non vollero cooperare. Tischendorf se ne andò con soltanto un piccolissimo pezzo di un foglio di alcuni versetti di Genesi.

      IL VIAGGIO DEL 1859

      Altri sei anni trascorsero prima che egli potesse ritornarvi. Questa volta fu cauto e nascose il suo scopo. E sebbene egli fosse stato ora incaricato dallo zar della Russia, parlò di tutto fuorché di manoscritti biblici. Dopo aver trascorso alcuni giorni in una fredda e oscura biblioteca si preparò ad andarsene, non essendovi alcuna traccia del tesoro che aveva una volta salvato dal fuoco. Era stato forse bruciato? Tischendorf dispose affinché fossero preparati i cammelli per la sua partenza la mattina seguente.

      L’ultima sera, casualmente parlava all’economo del monastero di manoscritti biblici. Mentre entravano nella sua piccola camera per prendere un rinfresco, l’economo, ansioso di mostrare la propria conoscenza, affermò: “E anch’io possiedo una versione dei Settanta”, antica versione greca delle Scritture Ebraiche. Da uno scaffale sulla porta della camera il monaco prese un grosso involto coperto di tela rossa. Sotto lo sguardo di meraviglia di Tischendorf vennero alla luce non solo i fogli che egli aveva salvato dalle fiamme quindici anni prima, ma altre parti delle Scritture Ebraiche e delle Scritture Greche Cristiane. Cercando di non palesare la sua immensa gioia, Tischendorf chiese di ottenere il volume in prestito per la notte. “Qui da solo”, disse Tischendorf, “potei dar sfogo alla mia gioia. Sapevo di avere nelle mani uno dei più preziosi tesori biblici esistenti, un documento la cui età e importanza superavano quella di qualsiasi documento avessi mai visto dopo venti anni di studio del soggetto”.

      Come persuadere i monaci a ceder questo tesoro: questo era il problema di Tischendorf. Trovò la soluzione suggerendo che i monaci lo offrissero in dono allo zar della Russia, riconosciuto come difensore delle Chiese Orientali Ortodosse. Dopo lunghi negoziati il Codice Sinaitico, come fu chiamato il manoscritto, fu presentato allo zar. In compenso i monaci ricevettero 9.000 rubli. Nel 1933 il governo sovietico vendette il manoscritto al Museo Britannico per mezzo milione di dollari (più di 300.000.000 di lire). Ancor oggi è conservato qui, questo tesoro di valore incalcolabile, uno dei più importanti antichi manoscritti della Bibbia esistenti.

      Ma anche prima del tempo di Tischendorf la lunga serie di scoperte di antichi manoscritti era cominciata. Possiamo richiamare alla mente un giorno del 1628, alcuni anni prima che fosse comparsa la Bibbia del re Giacomo. Un pacchetto proveniente dall’Oriente fu scaricato in un porto inglese. Era stato mandato dal patriarca di Costantinopoli al re Carlo I. Aprendo il pacco, il re trovò un’antichissima Bibbia greca scritta a mano composta di quasi ottocento fogli di pergamena. Il re consegnò il libro agli studiosi. Era un manoscritto greco del quarto secolo e venne chiamato Codice Alessandrino. Questo tesoro suscitò nuovo interesse per i manoscritti

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