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  • Vivere secondo la conoscenza superiore
    La Torre di Guardia 1951 | 15 aprile
    • 19. Che sorta di persone Pietro dice che noi dobbiamo essere?

      19 L’apostolo Pietro sperava di entrare in questo nuovo mondo, e cercò d’esserne degno. E specialmente per noi che viviamo in questo tempo culminante di questo mondo egli scrisse dicendoci come cercò di vivere lui e come noi dobbiamo vivere. Dopo aver descritto il diluvio universale dei giorni di Noè e l’arrivo come un ladro del giorno sterminatore di Geova sui cieli e sulla terra del Diavolo, Pietro scrisse: “Poiché tutte queste cose stanno dunque per essere dissolte, quale sorta di persone dovete essere voi in santità di condotta e atti di santa devozione, aspettando e tenendo il pensiero fisso alla presenza del giorno di Geova, nel quale i cieli essendo infocati si dissolveranno e gli elementi essendo intensamente caldi si fonderanno. Ma ci sono nuovi cieli e nuova terra che noi aspettiamo secondo la sua promessa, e in questi dimorerà la giustizia. Perciò, diletti, siccome aspettate queste cose, fate quanto di meglio potete per esser trovati finalmente da lui immacolati e puri e nella pace. Inoltre, considerate la Pazienza del Signor nostro come salvezza”. — 2 Piet. 3:11-15, NM.

      20. Che cosa significa per noi vivere in questa maniera alla fine del mondo? Perciò che cosa faremo?

      20 Mentre siamo nell’attesa per entrare nel nuovo mondo nel quale dimorerà la giustizia, viviamo dunque nella giustizia. Sappiamo che il giorno del Signore Iddio giunge per la distruzione di tutti quelli che sono impuri e contaminati con questo mondo e non in pace con Dio. Egli approverà solo quelli che saranno trovati immacolati, puri e nella pace. Questi egli preserverà alla fine del mondo. E se giornalmente facciamo quanto di meglio sta in noi per esser trovati in fine, in questo ultimo giorno di questo mondo, immacolati, puri e nella pace, che altro potrà significare questo per noi se non che avremo conquistata la sua approvazione e protezione e che sopravvivremo a questa ardente fine per entrare nello splendente nuovo mondo con tutte le sue glorie? Quale meravigliosa possibilità! Quale opportunità di tutte le opportunità! Mediante la benignità immeritata che viene dall’alto, noi ce ne varremo acquistando fedelmente la conoscenza del vero Dio e di Gesù Cristo, perché “questo significa vita eterna”. — Giov. 17:3, NM.

  • Il Salvador e i paesi dello Honduras
    La Torre di Guardia 1951 | 15 aprile
    • Il Salvador e i paesi dello Honduras

      NEL NUOVO, bell’aeroporto di San Salvador, il quale mostra la crescente importanza che vanno acquistando i viaggi aerei internazionali, un gruppo di testimoni di Geova aspettava l’arrivo di R. E. Morgan il 12 dicembre, e dieci giorni dopo quello di N. H. Knorr, presidente della Società Watchtower. Il primo visitatore vide un territorio nuovo e una città a lui nuova dell’America Centrale.

      In tutto il Salvador sono 207 proclamatori, ma nella capitale non ne sono più di 100. Tuttavia, i fratelli avevano predisposto un’adunanza pubblica per la sera di martedì 13 dicembre. La dichiarazione della verità merita quanto v’è di meglio, e perciò la Filiale prese in affitto il Teatro Nacional, il più elegante e rinomato teatro di San Salvador. L’adunanza venne largamente annunciata con volantini e manifesti, e parecchie centinaia di lettere d’invito erano state preparate e consegnate. L’occasione era un poco insolita dato che quella notte era la vigilia della festa nazionale del primo anniversario della rivoluzione. Il governo aveva preso accurate disposizioni per la celebrazione e dappertutto si sentiva aria di festa. Bande, squadre di tamburini, truppe, polizia, tutto era pronto per il gran giorno che segnava un anno di libertà dal governo dittatoriale per il Salvador. Come sarebbe stato accolto il discorso “Libertà ai prigionieri” in tale atmosfera? Quale sarebbe stata la reazione a una forte dichiarazione contro l’oppressione cattolica? Sarebbero venute molte persone a tale riunione quella sera?

      Queste domande furono presto appagate allorché 803 persone presero posto nel Teatro Nazionale. Nulla così grande era mai capitato prima ai testimoni di Geova nel Salvador. Il discorso, con la traduzione dell’interprete, si svolse bene. Verso la metà del discorso si vide entrare nell’edificio degli agenti della polizia nazionale, ed uno venne proprio nella prima fila vicino al palcoscenico. Però non fecero tentativo d’interrompere l’assemblea ed evidentemente eran venuti per mantenere l’ordine. Lo spirito dell’uditorio era buono, tutti ascoltarono attentamente mentre fu fatto notare il contrasto esistente tra l’oppressione e la schiavitù religiosa-politica-economica e le supreme libertà che il nuovo mondo porterà al popolo. E quando in questo paese ritenuto fortemente cattolico venne detto che il popolo che vuole sapere la verità non deve dipendere dai preti, perché essi non insegnerebbero mai la verità della Bibbia, si levò una spontanea ovazione. L’adunanza fu un grande successo, e si ritiene che almeno c’erano 600 persone del pubblico.

      Erano state prese le disposizioni perché il servitore della Filiale e il fratello Morgan si recassero il mattino seguente a Santa Ana, a 45 miglia circa dalla capitale. Qui è un’altra casa missionaria e un gruppo di testimoni di Geova, e fu fissata un’adunanza per il mercoledì sera. Tutti i passeggeri ad eccezione di due eran saliti sulla vettura e pareva che dovessimo goderci un piacevole viaggio col nostro autista di lingua spagnola. Ma, ahimé, la nuova rilucente Chevrolet presto sbuffò, borbogliò e cessò di funzionare. L’autista espresse il suo rincrescimento brontolando in inglese: “Accidenti, non c’è più benzina!” Sembrava confuso e stupito che potesse accadergli una cosa simile; ma il misuratore del combustibile segnava “vuoto” quando era andato alla casa filiale a prendere due dei suoi passeggeri. Attendemmo quindi pazientemente una mezz’ora mentre egli correva via in cerca di carburante. Quando infine la benzina fu introdotta nel serbatoio, la batteria non metteva in azione il motore. Allora demmo un po’ d’aiuto al nostro addolorato autista aiutandolo a spingere la macchina. Finalmente arrivò a Santa Ana.

      Parecchie ore di quel pomeriggio furono spese distribuendo inviti. Durante il lavoro i proclamatori videro due processioni funebri dirette dalla chiesa al cimitero locale. Il primo era il funerale di un pover’uomo la cui salma veniva portata dai parenti in una cassa ordinaria. Quelli che seguivano indossavano abiti rattoppati ed alcuni non avevano scarpe. Era davvero uno spettacolo pietoso. Ma il secondo funerale era d’un ricco. Portatori ben vestiti trasportavano un feretro ornato. Venivano preceduti da due preti in vesti ondeggianti. Seguiva una lunga fila di persone vestite di nero, e parecchie automobili con fiori. Il fratello Morgan chiese a un negoziante perché mai i preti non accompagnavano anche il primo corteo funebre. La risposta mostra dov’è l’amore del clero, poiché i poveri non avevano denaro sufficiente per pagare i preti onde conducessero i loro funerali. Quanto è mirabile il fatto che Dio ama i poveri e dà loro gratuitamente l’acqua della vita! Certo queste persone hanno bisogno del Regno e delle sue benedizioni che li liberino dalla miseria e dalla schiavitù.

      Quella sera un entusiastico gruppo di 136 persone si radunò nel cortile della casa missionaria di Santa Ana per ascoltare un discorso di servizio e una relazione sulla meravigliosa espansione dell’opera del Regno in molti paesi del mondo. Sicuramente questi cari fratelli in Santa Ana non erano i soli a lodare il loro Dio, poiché dappertutto e in ogni lingua il popolo di Geova innalza il Segnale. Pieni di entusiasmo come i loro fratelli erano tre proclamatori del tutto ciechi che sedevano nella prima fila. Essi vendono giornali e conoscono la città a menadito, e almeno uno di loro mantiene una famiglia. Sono tra i migliori proclamatori del gruppo di Santa Ana. Hanno il loro proprio territorio e lo lavorano; partecipano a tutte le adunanze e rispondono alle domande sull’Informatore e su La Torre di Guardia meglio di molti fratelli che possono leggere queste pubblicazioni da loro stessi; sono iscritti al ministero teocratico e pronunciano discorsi di esercitazione, e li pronunciano anche bene. Quale esempio danno essi ai proclamatori del Regno d’ogni luogo che hanno occhi per vedere! Fu un piacere conoscerli e vedere la loro allegrezza nel Signore e nel privilegio che hanno d’aiutare nell’aprire gli occhi di coloro che sono accecati dalla tradizione religiosa.

      Pochi giorni dopo che il fratello Morgan lasciò il Salvador giunse il fratello Knorr e nuovamente fece una buona visita a molti fedeli missionari. Furono procurate altre sedie per la riunione che doveva essere tenuta nella Sala del Regno, la quale è nella casa missionaria. All’adunanza serale 128 persone riempirono il locale, fu la più numerosa riunione di fratelli che sia mai stata tenuta a San Salvador. La visita di meno di due giorni fu troppo breve perché ne siano descritti tutti i particolari, ma i grandi problemi furono trattati. Vennero prese le disposizioni per aprire una nuova casa missionaria a San Miguel il 1 febbraio. Quattro missionari sarebbero stati trasferiti da Santa Ana a quella casa. Fu pure disposto che i gruppi e i proclamatori isolati siano visitati più spesso durante l’anno; e ora sarà fatto uno sforzo per aprire nuovi territori alla proclamazione. Dall’ultima visita del fratello Knorr tre anni e mezzo fa, quando c’erano 22 proclamatori, uno splendido aumento ha avuto luogo. C’era infatti una media di 177 proclamatori nel 1949, con un massimo di 207. Nel paese sono dodici missionari, e si spera che prima della fine del 1950 altri missionari potranno essere inviati perché aiutino nel programma d’espansione. Fu un vero piacere rispondere alle numerose domande dei diplomati di Galaad riguardo alla nuova casa Bethel, ai cambiamenti a Galaad, e parlar loro dell’aumento avuto in altri paesi. Apprendere della fedeltà di altri studenti di Galaad che perseverano nella propria opera reca sempre gioia a quelli che lavorano con zelo per rimanere nel campo.

      HONDURAS

      Il sabato mattina, 17 dicembre, il fratello Morgan diede l’adios ai fratelli di San Salvador e salì a bordo d’un DC-3 per compiere i 55 minuti di volo per Tegucigalpa, Honduras. Questo fu un volo difficile, a causa senza dubbio delle correnti d’aria prodotte dalla zona sottostante estremamente montuosa. Il capitano ordinò che le cinghie dei sedili fossero tenute allacciate per tutto il percorso, perché il velivolo era sballottato come una piuma. Mentre andava su e giù i passeggeri vomitavano. Fu un sollievo prender terra sul campo d’aviazione di Tegucigalpa cosparso di sassi, e sentirsi di nuovo sulla terra ferma. Il fratello Burt e sette dei dodici diplomati di Galaad attualmente nello Honduras si trovarono all’aeroporto per ricevere il visitatore proveniente da New York, e c’erano pure molti proclamatori locali. Ben presto l’intero gruppo ritornò indietro verso la città nell’autobus che era stato noleggiato per l’occasione. Le ore che restavano prima di mezzogiorno trascorsero per compiere le necessarie formalità presso tre diversi dipartimenti governativi onde il passaporto e altri documenti del fratello Morgan fossero pronti per la sua partenza dal paese qualche giorno dopo.

      Questa era un’importante settimana per i fratelli nello Honduras. Il venerdì aveva segnato il principio del primo congresso generale tenuto in quel paese. Fratelli provenienti da tutti e sette i gruppi del territorio si trovavano a Tegucigalpa, e c’erano pure molti proclamatori isolati. Per molti fratelli questo fu un grande sforzo, ma si erano preparati in anticipo per questa occasione. Ventotto proclamatori giunsero da un gruppo alla capitale per via aerea; alcuni di essi non avevano mai volato prima d’allora. Un fratello vendette la mucca della famiglia per avere denaro sufficiente per fare il viaggio. Altri camminarono.

      Gli abitanti di Tegucigalpa furono sorpresi vedendo i testimoni di Geova che per la prima volta facevano l’annunzio mediante cartelloni, e i fratelli e le sorelle che li portavano in giro per le strade ebbero interessanti esperienze. Un “padre” seguì una sorella lungo la via, dissuadendo i passanti e quelli che stavano fermi nelle vicinanze dall’accettare i volantini che annunziavano la conferenza pubblica, benché egli ne tenesse uno in mano. Un signore fece notare al “padre” che se lui, il “padre”, poteva prendere un volantino non sembrava che ci fosse alcuna ragione per cui gli altri non potessero accettarli. A questa osservazione il sacerdote stracciò il foglietto. Tale opposizione non impedì alle persone di assistere alla pubblica riunione. La domenica mattina alle ore 10 nel teatro erano 511 persone ad ascoltare “Libertà ai prigionieri”. Questa fu la più grande assemblea pubblica tenuta sino ad allora nello Honduras dai testimoni di Geova. In quel pomeriggio undici nuovi testimoni furono battezzati nel fiume Rio Grande a un miglio circa fuori della città, dove tutti i fratelli e le sorelle andarono a piedi. Tra i battezzati era una persona di passaggio che aveva parlato con uno dei testimoni di Geova solo pochi giorni prima e che aveva poi preso parte a tutte le sessioni del congresso. Questi è ora ansioso d’imparare tutto quello che può affinché pure lui possa compiere la predicazione, perciò chiese se poteva avere uno studio biblico a casa sua.

      C’erano altre località da visitare nello Honduras, dove lavorano diplomati di Galaad, con altre persone del popolo del Signore che non poterono venire al congresso generale nella capitale. Per questo il lunedì pomeriggio il servitore della Filiale e il fratello Morgan andarono in un aeroplano TACA a San Pedro Sula, città situata a nord-ovest della capitale. Il lunedì sera ci fu una riunione di 92 fratelli e persone di buona volotà nella Sala del Regno nella casa missionaria dove abitano due diplomati di Galaad. I fratelli del luogo furono contenti del modo in cui andarono le cose. Proprio accanto alla casa missionaria è una radiostazione, la quale concede trasmissioni gratuite ai testimoni di Geova tutte le settimane. I missionari trasmettono alcuni programmi molto interessanti. A San Pedro Sula fa caldo, e piove molto, ma il Signore benedice gli sforzi dei fratelli nella predicazione dell’evangelo.

      Il martedì pomeriggio i due fratelli andarono a La Ceiba, città costiera a nord di Tegucigalpa. Nel percorso l’aeroplano si fermò a Puerto Cortez e a Tela. Mentre ci avvicinavamo a La Ceiba vedemmo i tetti di paglia delle case e grandi campi di piante di banane. La costa settentrionale dello Honduras è una zona ricca di banane, e le società che commerciano con la frutta provvedono quasi gli unici mezzi di occupazione per la popolazione. Quella sera i tre diplomati di Galaad che hanno lavorato a La Ceiba da circa sei mesi furono soddisfatti di vedere 41 persone all’adunanza. Dieci di queste persone sono ora proclamatori, e un gruppo di testimoni di Geova viene organizzato. Molte delle persone di buona volontà che qui ascoltano la verità sono attive frequentatrici delle chiese locali, e alcune rimasero turbate dall’avvertimento del clero che i testimoni di Geova si sarebbero limitati a vendere la maggior quantità di libri possibile e poi sarebbero andati in un’altra città. Ma esse furono rassicurate che i testimoni di Geova erano a La Ceiba per restarvi e che formavano un’organizzazione di gruppo permanente per la vera adorazione in quella città. Queste persone nuove avevano desiderio di avere notizie intorno al lavoro della Società nel mondo intero, e in merito alle responsabilità dei testimoni di Geova di La Ceiba nel proclamare la verità. Qui il lavoro non è facile, ma i fratelli sono entusiasti delle prospettive d’espansione.

      Il fratello Morgan e il fratello Knorr s’incontrarono il 24 dicembre. L’aeroplano che portò il presidente della Società a Tegucigalpa era lo stesso col quale il fratello Morgan doveva partire per il Nicaragua, avendo egli visitato di già lo Honduras Britannico e lo Honduras. Per dieci minuti parlarono su cose riguardanti i paesi visitati, indi il fratello Morgan partì per il Nicaragua. Il fratello Knorr doveva trattenersi e decidere su problemi relativi alla Filiale e alla casa missionaria. Ricordava d’essere stato qui nel 1946 quando l’opera era appena all’inizio, quando sette diplomati di Galaad vi erano stati mandati perché organizzassero per la predicazione dell’evangelo. Il fratello Burt era stato trasferito da Nicaragua a Tegucigalpa, ed altri nuovi missionari furono inviati nella città capitale per assistere nell’opera organizzativa. Durante il 1946 ci fu una media di appena 19 proclamatori nel campo, dodici dei quali erano proclamatori di gruppo. Il 1947 il lavoro fu più che raddoppiato, raggiungendo 45 proclamatori per l’anno. Poi il 1948 ebbe un grande aumento, i proclamatori salirono a 119. Nuovamente in questo ultimo anno di servizio, il numero di proclamatori superò il doppio, portando il totale a 246. Ciò vuol dire che hanno avuto un aumento del 100 per cento in ciascuno dei quattro ultimi anni. In tal modo lo Honduras ha dato prova d’essere un campo eccellente per il progresso degli interessi del Regno.

      Il sabato sera nella Sala del Regno, che è nella casa missionaria 66 fratelli ascoltarono il discorso che fu pronunciato dal fratello Knorr. I fratelli qui, come in altri paesi, debbono essere predicatori della Parola, essendo ciascuno per proprio conto un ministro dell’evangelo. I testimoni di Geova non fanno quest’opera perché qualcun altro la compie; la fanno perché hanno accettato la responsabilità di predicare la Parola al cospetto di Geova Dio e del suo Figliuolo, e questo al tempo della seconda apparizione di Cristo e dello stabilimento del suo regno. Per quanto la maggior parte di questi fratelli siano nella verità da un anno appena o poco più, essi cominciano ad apprezzare la responsabilità che il Signore ha loro affidato e il dovere che hanno di restare sempre fedeli per ottenere la vita eterna.

      I missionari pensavano innanzi tutto al modo in cui poteva essere effettuata l’espansione nel 1950. Dopo aver considerato le condizioni del paese e le prospettive per il futuro, si pensò che sarebbe stato bene accrescere il numero dei missionari nelle case esistenti e aprire il più presto possibile una nuova casa in un’altra città. Ci sono moltissimi piccoli villaggi con un numero di abitanti da duemila a cinquemila i quali dovranno pure essere visitati da giovani missionari intraprendenti che sapranno affrontare i disagi. Si spera che per la fine dell’anno sarà compiuta la penetrazione col messaggio del Regno in altre parti del paese.

      Benché la casa missionaria di Tegucigalpa sia un posto bello e comodissimo, pare che si trovi in una zona cittadina inadatta perché sia compiuto un maggior progresso in questo territorio. Al servitore della Filiale fu dato quindi istruzione di trasferire la casa missionaria al centro di Tegucigalpa. Attualmente si trova alla periferia della città. Una piccola Sala del Regno in quel quartiere potrà accogliere gli interessati che saranno trovati nelle vicinanze della casa. La pubblica riunione d’una settimana prima dimostrò che ci sono molti interessati nella città, e miglior cura può esser presa per questi interessati se la casa e la Sala del Regno sono a una distanza più conveniente per le persone.

      Dopo aver partecipato allo studio inglese de La Torre di Guardia e a quello spagnolo de La Atalaya la domenica, e dopo aver parlato coi missionari su vari problemi, il piacevolissimo soggiorno del fratello Knorr presso questo gruppo ebbe termine. Il lunedì era in viaggio verso San Pedro Sula per visitare altri quattro diplomati di Galaad e discutere con loro sul loro lavoro. Ripartito alle ore 8,30 del mattino del giorno 26, l’aeroplano atterrò a Progresso, a poche miglia da San Pedro Sula. In pochi minuti si levò nuovamente, sfiorando le cime delle piantagioni di banane e la minuscola e pulita città di La Lima in direzione di San Pedro Sula, dove atterrò cinque minuti dopo. Passò la giornata coi missionari nella loro casa, e nel pomeriggio alle ore 3,30 numerosi proclamatori di gruppo di San Pedro Sula e di La Lima vennero all’aeroporto per veder partire il fratello Knorr per lo Honduras Britannico. Più di trenta fratelli vennero a salutarlo, rammaricandosi moltissimo ch’egli non si fosse potuto trovare al loro congresso in Tegucigalpa.

      BELIZE, HONDURAS BRITANNICO

      Il fratello Knorr ricevette la stessa accoglienza che era stata fatta al fratello Morgan quando giunse a Belize, Honduras Britannico. Due autocarri pieni di fratelli eran venuti a salutare i visitatori provenienti dalla sede centrale della Società. Nel caso del fratello Morgan l’aeroplano giunse con due ore di ritardo e l’atterraggio ebbe luogo di notte; mentre l’aeroplano del fratello Knorr era in orario, e infatti arrivò prima che un autocarro carico di fratelli giungesse all’aeroporto. Fu invero un piacere per entrambi vedere quei 65 zelanti fratelli di Belize che davano ai visitatori il benvenuto nella loro città costiera.

      Il fratello Morgan, dopo aver sbrigato le modalità doganali, si arrampicò su uno degli autocarri col resto dei fratelli e tornò nella città di Belize. Quella sera fece loro una relazione su quanto gli era accaduto nel suo viaggio fino a quel momento. La mattina del giovedì fu dedicata alla verifica delle registrazioni della Filiale e dei rapporti della casa missionaria. Nel pomeriggio i fratelli ascoltarono il discorso sul tema dell’“Amore”, e alle ore 7 di sera 100 persone vennero ad ascoltare la conferenza pubblica. La maggioranza rimase per ascoltare il discorso di un’ora che fu pronunziato dopo il discorso pubblico, sulla responsabilità dei testimoni di Geova nel celebrare il nome di Geova.

      Il suo itinerario richiedeva che partisse venerdì mattina presto, e i missionari lo accompagnarono all’aeroporto. Il tempo era cattivo e la visibilità scarsa. Sorvolando il golfo di Honduras l’aeroplano s’imbattè in alcune forti folate di vento con fitta pioggia. Fu necessario tenere agganciate le cinture di sicurezza per tutto il percorso, e pareva che l’apparecchio balzasse e scivolasse qua e là nell’aria e non potesse fare gran che per vincere la forza degli elementi ora infuriati. La destinazione era San Pedro nell’Honduras, ma la tempesta e la nebbia eran troppo intense perché si potesse atterrare là, benché ne fosse stato fatto un tentativo. Dopo aver girato attorno al campo per qualche tempo, tentando d’entrarvi, il pilota cambiò rotta e infine atterrò in un piccolo campo a Puerto Cortez. Questo significava che il fratello Morgan non poteva rivedere a San Pedro Sula i missionari che lo attendevano in quel campo. Dopo che l’aeroplano ebbe fatto rifornimento si diresse a Tegucigalpa. Era veramente un bene sfuggire a quella pioggia inzuppante e uscire da quel campo fangoso e vedere splendere il sole giungendo a Tegucigalpa. Fu qui che il fratello Morgan passò la notte e all’indomani mattina incontrò il fratello Knorr all’aeroporto in viaggio per il Nicaragua.

      L’intervallo di tempo tra le visite del fratello Morgan e quelle del fratello Knorr si andava accorciando. Era solo questione di giorni, e ai fratelli sembrava come se fosse un continuo congresso con un breve periodo di riposo in mezzo. A Belize il fratello Knorr fu portato in città in autocarro, godendo la compagnia dei fratelli e il magnifico scenario lungo il fiume Belize, che è realmente una regione della giungla. Alcuni missionari han fatto ritorno nell’Honduras Britannico dove venivano tagliati gli alberi di mogano e il legname galleggiava lungo il fiume. Sei piccoli gruppi sono stati organizzati in varie parti dello Honduras Britannico e c’è stato un continuo aumento nel numero dei proclamatori in questo paese. Nel 1946, quando il primo diplomato di Galaad vi giunse, c’erano solo trenta proclamatori e l’unico gruppo era a Belize. Ora ci sono cinquantacinque proclamatori e sei gruppi in diverse parti del paese. Quando i due autocarri carichi di fratelli arrivarono a Belize andarono direttamente alla Sala del Regno. Il fratello Knorr non ebbe l’opportunità di parlar loro all’aeroporto, perciò si radunarono nella Sala del Regno per pochi minuti e il fratello Knorr parlò loro nel tardo pomeriggio. Fu un gran piacere salutare alcuni che erano già stati là alla sua prima

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