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    Ausiliario per capire la Bibbia
    • motivo della scarsità di acqua il popolo cominciò a litigare aspramente con Mosè, incolpandolo di averli condotti via dall’Egitto in un deserto desolato. Mosè aveva avuto molta pazienza nel sopportare la perversità e insubordinazione degli israeliti, condividendone le privazioni e intercedendo per loro quando peccavano, ma qui perse momentaneamente la sua mansuetudine e mitezza. Esasperati e amareggiati, Mosè e Aaronne si posero davanti al popolo come Geova aveva comandato. Ma invece di richiamare l’attenzione sul fatto che era Geova a provvedere l’acqua, parlarono duramente al popolo e richiamarono l’attenzione su di sé, infatti Mosè disse: “Udite, ora, ribelli! Vi faremo uscire acqua da questa rupe?” Al che colpì la rupe e Geova fece scaturire acqua sufficiente per la moltitudine e le loro greggi. Ma Dio si dispiacque del comportamento di Mosè e Aaronne. Erano venuti meno alla loro principale responsabilità, quella di magnificare il Suo nome. Si erano comportati in modo irriverente nei confronti di Geova, e Mosè aveva ‘parlato aspramente con le sue labbra’. Più tardi Geova decretò: “Poiché non avete mostrato fede in me per santificarmi dinanzi agli occhi dei figli d’Israele, non introdurrete questa congregazione nel paese che per certo darò loro”. — Num. 20:1-13; Deut. 32:50-52; Sal. 106:32, 33.

      SCRITTORE

      Mosè scrisse il Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. In tutta la loro storia gli ebrei l’hanno riconosciuto come lo scrittore di questa parte della Bibbia che chiamano la Tohràh o Legge. Gesù e gli scrittori cristiani si sono spesso riferiti a Mosè quale legislatore. Generalmente gli viene attribuito il libro di Giobbe e anche un Salmo (90) e forse un altro (91). — Matt. 8:4; Luca 16:29; 24:27; Rom. 10:5; I Cor. 9:9; II Cor. 3:15; Ebr. 10:28.

      MORTE E SEPOLTURA

      Aaronne fratello di Mosè morì all’età di 123 anni mentre Israele era accampato presso il monte Hor, alla frontiera di Edom, nel quinto mese del quarantesimo anno del loro viaggio. Mosè accompagnò Aaronne sul monte, gli tolse gli abiti sacerdotali e ne rivestì Eleazaro, il figlio maggiore di Aaronne rimasto in vita e suo successore. (Num. 20:22-29; 33:37-39) Circa sei mesi più tardi Israele giunse nelle pianure di Moab. Là Mosè in una serie di discorsi spiegò la Legge alla nazione radunata, diffondendosi sugli aggiustamenti che sarebbero stati necessari quando Israele sarebbe passato dalla vita nomade dell’accampamento a una vita stabile nel proprio paese. Nel dodicesimo mese del quarantesimo anno (nella primavera del 1473 a.E.V.), annunciò al popolo che, per volere di Geova, Giosuè avrebbe preso il suo posto di condottiero. Giosuè ricevette quindi l’incarico e fu esortato a essere coraggioso. (Deut. 31:1-3, 23) Infine, dopo aver recitato un cantico e aver benedetto il popolo, Mosè salì sul monte Nebo secondo il comando di Geova, prima per ammirare di lassù il panorama della Terra Promessa, poi per morire. — Deut. 32:48-51; 34:1-6.

      Mosè aveva 120 anni quando morì. La Bibbia attesta che era ancora forte, osservando: “Il suo occhio non si era indebolito, e la sua forza vitale non l’aveva abbandonato”. Fu seppellito da Geova in un luogo rimasto sconosciuto. (Deut. 34:5-7) Questo probabilmente per impedire che gli israeliti cadessero nel laccio della falsa adorazione venerando la sua tomba. Evidentemente il Diavolo desiderava servirsi del corpo di Mosè per uno scopo del genere, infatti Giuda, discepolo cristiano e fratellastro di Gesù Cristo, scrive “Quando l’arcangelo Michele ebbe una controversia col Diavolo e disputava intorno al corpo di Mosè, non osò portare un giudizio contro di lui in termini ingiuriosi, ma disse: ‘Ti rimproveri Geova”‘. (Giuda 9) Prima di entrare in Canaan sotto la guida di Giosuè, Israele osservò trenta giorni di lutto per Mosè. — Deut. 34:8.

      UN PROFETA CHE GEOVA CONOBBE “A FACCIA A FACCIA”

      Mosè, anche se non vide mai letteralmente la persona stessa di Geova, ebbe con Lui un rapporto più diretto, intimo e costante di qualsiasi profeta prima di Gesù Cristo. Dicendo “gli parlo a bocca a bocca”, Geova rivelò che dava a Mosè personale udienza (per mezzo di angeli, i quali hanno accesso alla presenza stessa di Dio [Matt. 18:10]). (Num. 12:6-8; Deut. 34:10-12) Quale mediatore di Israele ebbe con Dio una comunicazione virtualmente continua mediante una conversazione a due. In qualunque momento poteva presentare a Dio problemi d’importanza nazionale e ricevere la Sua risposta. Geova affidò a Mosè ‘tutta la Sua casa’, servendosi di lui quale suo stretto rappresentante nell’organizzare la nazione. (Ebr. 3:2, 5) I profeti successivi continuarono semplicemente a edificare sul fondamento posto per mezzo di Mosè.

      Il modo in cui Geova comunicava con Mosè produceva una tale impressione che era come se Mosè avesse visto effettivamente Dio con i propri occhi, invece di avere semplicemente una visione mentale o un sogno in cui udiva parlare, modo questo in cui Dio comunicava normalmente coi suoi profeti. I rapporti di Geova con Mosè erano così reali che Mosè agiva come se avesse visto “Colui che è invisibile”. — Ebr. 11:27.

      PREFIGURÒ GESÙ CRISTO

      Gesù Cristo spiegò chiaramente che Mosè aveva scritto di lui, infatti in un’occasione disse agli oppositori: “Se credeste a Mosè credereste a me, poiché egli ha scritto di me”. (Giov. 5:46) “Cominciando da Mosè e da tutti i Profeti”, quando era con i discepoli, Gesù “interpretò loro le cose che lo concernevano in‘tutte le Scritture”. — Luca 24:27, 44; confronta Deuteronomio 18:18, 19 con Atti 3:19-23; vedi TRASFIGURAZIONE.

      Sotto molti aspetti c’era una vivida corrispondenza fra questi due grandi profeti, Mosè e Gesù Cristo. Entrambi nell’infanzia erano sfuggiti a una strage ordinata dai rispettivi sovrani del loro tempo. (Eso. 1:22; 2:1-10; Matt. 2:13-18) Mosè fu chiamato dall’Egitto col “primogenito” di Geova, la nazione di Israele, di cui era il condottiero. Gesù fu chiamato dall’Egitto quale Figlio primogenito di Dio. (Eso. 4:22, 23; Osea 11:1; Matt. 2:15, 19-21) Entrambi digiunarono per quaranta giorni in luoghi desertici. (Eso. 34:28; Matt. 4:1, 2) Entrambi vennero nel nome di Geova, e il nome stesso di Gesù significa “Salvezza (o Aiuto) di Geova”. (Eso. 3:13-16; Matt. 1:21; Giov. 5:43) Gesù, come Mosè, ‘dichiarò il nome di Geova’. (Deut. 32:3; Giov. 17:6, 26) Entrambi erano di una mansuetudine e umiltà eccezionale. (Num. 12:3; Matt. 11:28-30) Entrambi avevano le credenziali più convincenti che erano stati mandati da Dio: straordinari miracoli di ogni genere, in cui Gesù Cristo superò Mosè riportando in vita persone morte. — Eso. 14:21-31; Sal. 78:12-54; Matt. 11:5; Mar. 5:38-43; Luca 7:11-15, 18-23.

      Mosè fu il mediatore del patto della Legge fra Dio e la nazione di Israele. Gesù fu il Mediatore del nuovo patto fra Dio e la “nazione santa”, lo spirituale “Israele di Dio”. (I Piet. 2:9; Gal. 6:16; Eso. 19:3-9; Luca 22:20; Ebr. 8:6; 9:15) Entrambi furono giudici e legislatori. (Eso. 18:13; Mal. 4:4; Giov. 5:22, 23; 13:34; 15:10) Mosè fu fedele economo della ‘casa di Dio’. Gesù mostrò similmente fedeltà nella casa di Dio; Mosè lo fece tuttavia come servitore, Cristo come Figlio. (Num. 12:7; Ebr. 3:2-6) Anche nella morte ci fu un parallelo: Dio eliminò sia il corpo di Mosè che quello di Gesù. — Deut. 34:5, 6; Atti 2:31; Giuda 9.

      Dopo che Mosè prese posizione come ebreo anziché come egiziano, Geova Dio lo unse, vale a dire lo nominò suo profeta, e come tale Mosè era il “Cristo” o “Unto (Nominato)”. Lo spirito di Geova fu naturalmente su Mosè quale profeta. (Num. 11:16, 17, 24, 25) In tal modo Mosè era ‘il Cristo’ di quel tempo; ma per poter avere tale privilegio aveva dovuto rinunciare ai “tesori d’Egitto” ed essere “maltrattato col popolo di Dio” e quindi biasimato. Ma per Mosè “il biasimo del Cristo” era ricchezza maggiore di tutta la ricchezza d’Egitto. — Ebr. 11:24-26.

      Questo trova un parallelo in Gesù Cristo. Secondo l’annuncio dell’angelo alla sua nascita avvenuta a Betleem, doveva diventare “un Salvatore, che è Cristo il Signore”. Diventò il Cristo o l’“Unto” dopo che il profeta Giovanni l’ebbe battezzato nel Giordano. (Luca 2:10, 11; 3:21-23; 4:16-21) Dopo di che egli dichiarò di essere “il Cristo” o il Messia. (Matt. 16:16, 17; Mar. 14:61, 62; Giov. 4:25, 26) Gesù Cristo non perse mai di vista il premio e disprezzò la vergogna, come aveva fatto Mosè. (Filip. 2:8, 9; Ebr. 12:2) La congregazione cristiana è battezzata in questo più grande Mosè, in Gesù Cristo, il predetto Profeta, Liberatore e Condottiero. — I Cor. 10:1, 2.

  • Mostro marino
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    • Mostro marino

      Così vIene tradotto generalmente il termine ebraico tannìn. (Ezec. 29:3; 32:2, NM) Viene tradotto invece “grossa serpe” (NM) se non è menzionato in relazione all’acqua o al mare (Ger. 51:34), o quando il contesto indica chiaramente che si tratta di serpenti. (Eso. 7:9, 12; confronta Esodo 4:2, 3). Il termine tannìn include senza dubbio svariati grossi animali marini (Gen. 1:21; Sal. 148:7), ma di solito è usato in senso figurativo. L’annientamento del faraone e delle sue schiere sembra indicato dalla frase: “Tu [Geova] . . . rompesti le teste dei mostri marini nelle acque”. (Sal. 74:13) In Isaia 51:9 l’espressione “mostro marino” ricorre in un parallelismo con Raab (Egitto; confronta Isaia 30:7) e può quindi riferirsi all’Egitto, come probabilmente anche in Isaia 27:1 (confronta Isaia 27:12, 13), oppure al faraone, come in Ezechiele 29:3 e 32:2. Il fedele Giobbe chiese se lui stesso era un “mostro marino” che dovesse avere qualcuno che lo sorvegliava. — Giob. 7:12; vedi LEVIATAN.

  • Mulo
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    • Mulo

      Ibrido nato da Un asino e una cavalla. Il mulo è simile al cavallo, ma la testa tozza, le orecchie lunghe, la criniera corta, le zampe piccole e la coda che termina con un ciuffo di peli sono caratteristici dell’asino. Il mulo ha alcune delle migliori qualità di entrambi i genitori: la resistenza, la robustezza e l’andatura sicura dell’asino, e la forza, il vigore e il coraggio del cavallo. È meno soggetto a malattie del cavallo, è più paziente quando deve portare pesanti carichi e ha una vita molto più lunga. Il bardotto, ibrido nato da uno stallone e un’asina, è più piccolo del mulo e non ha la sua forza e bellezza. Con rare eccezioni, sia gli esemplari di sesso maschile che quelli di sesso femminile sono infecondi.

      Questi animali erano fra i doni portati a Salomone da alcuni re che desideravano udire la sua sapienza. (I Re 10:24, 25; II Cron. 9:23, 24) Altri muli poterono essere acquistati da mercanti, per esempio fenici. (Ezec. 27:8, 9, 14) All’epoca di Davide, personaggi importanti usavano muli come cavalcatura. La mula di Davide fu destinata a Salomone affinché la usasse in occasione della sua unzione a Ghihon. — II Sam. 13:29; 18:9; I Re 1:33, 34, 38, 39.

      I muli erano apprezzati come animali da soma. (II Re 5:17; I Cron. 12:40) Geova, per mezzo del profeta Isaia, indicò che i muli sarebbero stati uno dei mezzi di trasporto che avrebbero riportato a Gerusalemme il suo popolo disperso. (Isa. 66:20) È perciò degno di nota che adempiendo tale profezia coloro che tornarono dall’esilio in Babilonia portarono con sé 245 muli oltre ad altri animali da soma. — Esd. 2:66; Nee. 7:68.

  • Muratore
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    • Muratore

      Operaio esperto nel costruire con mattoni o pietra. (II Re 12:12; 22:6) Nell’antichità i tagliapietre spaccavano e tagliavano pietre che poi usavano per costruire mura e edifici di vario genere. (II Sam. 5:11; I Re 7:9-12; I Cron. 22:2; II Cron. 24:12) Fra le costruzioni erano inclusi sepolcri (Isa. 22:16) e gallerie per l’acqua. — II Re 20:20.

      Fra gli arnesi usati dai muratori c’erano il martello, la scure, la sega per pietre, la livella, la corda per misurare e il piombino. (I Re 6:7; 7:9; Isa. 28:17; Zacc. 4:10) Come risulta da alcuni monumenti, fra gli arnesi usati dai muratori egiziani c’erano maglio e scalpello, utilizzati senza dubbio anche dai tagliapietre israeliti. In Egitto durante i lavori le pietre venivano misurate, contrassegnate da linee scure, che servivano di guida ai tagliapietre, e la collocazione di ciascuna pietra nella costruzione era indicata da un segno o da un numero.

      Nell’antichità i muratori erano in grado di tagliare le pietre con tale precisione da rendere inutile l’uso di calcina. È tuttora impossibile infilare la lama di un coltello fra le enormi pietre di certi ruderi rinvenuti in Palestina che risalgono all’epoca erodiana.

  • Muro
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    • Muro

      Da che l’uomo hA costruito case e città si è servito di molti materiali per erigere muri, fatti in vari modi e destinati a usi diversi. La grandezza e resistenza di un edificio dipendono in gran parte dalla costruzione e dai materiali usati per le pareti.

      Nell’antichità il timore spinse a erigere mura protettive intorno alle città maggiori per ostacolare le invasioni nemiche. (I Re 4:13; Isa. 25:12) Gli abitanti delle piccole “borgate dipendenti” circostanti (Num. 21:25) se venivano attaccati si rifugiavano anch’essi all’interno della città murata. La legge mosaica faceva distinzione fra le città cinte da mura e quelle prive di mura in quanto ai diritti dei proprietari di case. (Lev. 25:29-31) Le mura non solo costituivano una barriera fra le abitazioni di una città e il nemico, ma offrivano anche una posizione elevata da cui i difensori potevano proteggere le mura stesse affinché non venissero scalzate alla base, non vi fossero scavate gallerie o fatte brecce con l’impiego di arieti. (II Sam. 11:20-24; 20:15; Sal. 55:10; Cant. 5:7; Isa. 62:6; Ezec. 4:1, 2; 26:9) Come contromisura, gli attaccanti a volte erigevano mura di assedio dietro le quali si facevano scudo per assalire le mura della città. — II Re 25:1; Ger. 52:4; Ezec. 4:2, 3; 21:22; vedi FORTIFICAZIONI.

      Muretti di pietra venivano spesso costruiti per recintare vigneti o campi, e servivano come recinti per il bestiame o ovili per le pecore. (Num. 22:23-25; Prov. 24:30, 31; Isa. 5:5; Mic. 2:12; Abac. 3:17) E muri servivano pure per arginare i pendii a terrazze. (Giob. 24:11) Questi muri erano abbastanza solidi, costruiti con pietre non squadrate e fissate a volte con argilla o calcina.

      MURI SIMBOLICI

      Nelle Scritture muri e mura sono a volte menzionati

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