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  • Il crollo della cultura
    La Torre di Guardia 1956 | 1° gennaio
    • crollo della cultura. Ciò doveva accadere, poiché viviamo negli “ultimi giorni” di un empio mondo, destinato alla distruzione, il cui dio è Satana il Diavolo. Quindi davanti ai nostri occhi s’adempie un’altra parte del segno della fine del vecchio mondo: ‘Sappi questo, che negli ultimi giorni verranno tempi molto difficili. Perché gli uomini saranno senza amore per il bene’. — 2 Tim. 3:1-3, NM.

  • La guerra dal cielo porterà la pace sulla terra
    La Torre di Guardia 1956 | 1° gennaio
    • La guerra dal cielo porterà la pace sulla terra

      “Venite, contemplate le opere di Jahveh, le devastazioni che ha cagionate sulla terra! Ei fa cessar le guerre sino a’ confini del mondo, rompe gli archi, spezza le lance, distrugge col fuoco i cocchi di guerra. ‘Fermatevi, e riconoscete ch’io sono Dio! Io sto al di sopra de’ popoli, sto al di sopra della terra’. Lo Jahveh degli eserciti è con noi”. — Sal. 46:8-11, NM; 46:9-12, Lu.

      1. Quali difficoltà s’incontrano quando si cerca di scalare la più alta montagna della terra?

      NELLE montagne dell’Himalaia si erge un’alta vetta che domina un’altezza di ottomilaottocentoottantadue metri (ventinovemila piedi). I suoi pendii sono coperti di neve e ghiaccio. La temperatura scende molto al di sotto dello zero. Venti gelidi infuriano sibilando fra le rocce e le gole circostanti. Su questa più alta vetta della terra l’aria è così rarefatta che se un uomo venisse posto improvvisamente sulla sua cima, in poco tempo perderebbe i suoi sensi a causa della mancanza di ossigeno. Su queste altezze i muscoli, i nervi e la mente stessa ad un tratto cominciano a deteriorarsi e sopraggiunge una fiacchezza che è pericolosa. Tuttavia, per molti anni gli uomini hanno tentato di raggiungere la cima del monte Everest. Solo dopo anni di addestramento e di esperienza gli scalatori osano sfidare i suoi pendii pericolosi e affrontare le molte difficoltà. Grandissimi crepacci di spaventose profondità si aprono ai piedi degli arrampicatori, e valanghe di neve e ghiaccio con rumori simili al tuono precipitano dalle alte sommità. Malgrado siano avvolti in abiti pesantissimi, gli scalatori vengono presto privati del loro calore e della loro energia dai venti furiosi, ed esiste sempre il rischio di essere colpiti da geloni. Sotto il peso di pacchi e di bombole di ossigeno legati sulle loro spalle, essi si fanno strada un passo alla volta spezzando il ghiaccio con le piccozze e si spingono verso l’alto con una stanchezza indescrivibile attraversando posti pericolosi dove un solo fallo li precipiterebbe giù per centinaia di metri alla loro morte. Molti hanno tentato di conquistare le sue alture, molti sono morti nel tentativo. Il 29 maggio 1953, due uomini vinsero e occuparono la sua cima tempestosa. Per compiere questo avevano avuto l’appoggio di un corpo di spedizione di più di quattrocentocinquanta uomini. Sì, quattrocentocinquanta uomini usati perché due raggiungessero la cima!

      2. Che cosa dimostra che i monti verso i quali dobbiamo fuggire non sono letterali?

      2 Pensate voi di averlo potuto fare? Cristo Gesù ci ammonì di fuggire ai monti. Questi monti simbolizzano un luogo di rifugio che è in relazione con il monte di Dio: “Avverrà, negli ultimi giorni, che il monte della casa dell’Eterno [Geova] si ergerà sulla vetta dei monti, e sarà elevato al disopra dei colli; e tutte le nazioni affluiranno ad esso. Molti popoli v’accorreranno, e diranno: Venite, saliamo al monte dell’Eterno, alla casa dell’Iddio di Giacobbe; egli ci ammaestrerà intorno alle sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri”. (Isa. 2:2, 3) Notate che questo monte di Geova è al disopra di tutti gli altri monti, al disopra di tutti gli altri colli. Se ha un significato letterale, vuol dire che è più alto dell’Everest! Se non potete raggiungere la cima dell’Everest, come potreste mai sperare di scalare questo monte più alto? Eppure la Bibbia mostra che uomini, donne e fanciulli da tutte le nazioni, una grande moltitudine, riusciranno a salire al monte di Geova. Ovviamente, il monte che noi ascendiamo non è letterale ma simbolico.

      3. Che cosa simbolizzano i monti, e verso quale monte dobbiamo noi fuggire?

      3 I monti sono usati come simboli di governi o potenze mondiali che si alzano al disopra dei mari dell’umanità che li appoggia o sostiene. Quando Babilonia era una potenza mondiale che conquistava molte nazioni Geova la paragonò ad una montagna: “Eccomi a te, o montagna di distruzione, dice l’Eterno, a te che distruggi tutta la terra! Io stenderò la mia mano su di te, ti rotolerò giù dalle rocce, e farò di te una montagna bruciata”. In Apocalisse le sette potenze mondiali sono chiamate sette re e sono raffigurate dalle sette teste della bestia ivi descritta, e di queste teste o potenze mondiali è detto: “Le sette teste significano sette monti”. Anche il regno di Cristo e il suo reame sono paragonati ad un monte. Nel libro di Daniele si legge che il regno di Cristo “spezzerà e annienterà tutti quei regni; ma esso sussisterà in perpetuo”. Questo viene raffigurato da una pietra che colpisce e abbatte una statua che rappresenta Satana, i suoi demoni e i regni di questo vecchio mondo, e di ciò si legge: “La pietra che avea colpito la statua diventò un gran monte, che riempì tutta la terra”. Il monte simbolico, il monte al quale noi ci rivolgiamo, è la disposizione del Regno sotto Cristo con il suo nuovo sistema di cose che oggi viene stabilito sulla terra. Da questo nuovo governo reale provengono la legge e la parola di Geova, e uomini di tutte le nazioni ora si sottomettono ad esso per imparare le vie di Geova e per camminare nei suoi sentieri. — Ger. 51:25; Apoc. 17:9, NM; Dan. 2:44, 35.

      4. Perché sarebbe inutile la fuga verso un monte letterale?

      4 Scalare una montagna letterale più alta di tutte le altre sarebbe per la maggioranza di noi non solo impossibile ma anche inutile per salvarci dall’ira di Geova: “Quand’anche penetrassero nel soggiorno dei morti [ebraico, sceòl], la mia mano li strapperà di là; quand’anche salissero in cielo, di là io li trarrò giù. Quand’anche si nascondessero in vetta al Carmelo, io li scoverò colà e li prenderò; quand’anche s’occultassero al mio sguardo in fondo al mare, là comanderò al serpente di morderli”. (Amos 9:2, 3) Ma la fuga presso il nuovo sistema di cose di Geova è ora possibile per i popoli di tutte le nazioni, e poiché questo è stato provveduto da Geova, costituirà un posto di sicurezza e non sarà colpito dalla sua ira. E come

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