-
Dèi e deeAusiliario per capire la Bibbia
-
-
la testa del serpente. A volte Horus è raffigurato nell’atto di calpestare coccodrilli e agguantare serpenti e scorpioni. Diventato adulto, Horus decise di vendicare suo padre Osiride e, secondo una versione del mito, durante il conflitto che si concluse con la completa vittoria di Horus, Seth, l’assassino di Osiride, si trasformò in serpente.
Nelle sculture e nei dipinti egiziani compare molto spesso il simbolo sacro della croce ansata. Questo cosiddetto “simbolo della vita” è simile alla lettera “T” con sopra un anello ovale e probabilmente rappresentava gli organi sessuali maschile e femminile. Le divinità egiziane sono spesso raffigurate con la croce ansata in mano.
Le dieci piaghe
Con le piaghe che fece abbattere sugli egiziani, Geova umiliò i loro dèi sottoponendoli al suo giudizio avverso. (Eso. 12:12; Num. 33:4) La prima piaga, il Nilo e tutte le acque d’Egitto trasformati in sangue, fu un disonore per il dio–Nilo Hapi. La morte del pesce nel Nilo fu pure un duro colpo per la religione egiziana, dato che certi tipi di pesce erano venerati e persino mummificati. (Eso. 7:19-21) La rana, simbolo della fertilità e del concetto egiziano di risurrezione, era sacra alla dea–rana Heqt. Perciò la piaga delle rane fu un disonore per questa dea. (Eso. 8:5-14) La terza piaga vide i sacerdoti che praticavano la magia darsi per vinti, incapaci di trasformare la polvere in culici mediante le loro scienze occulte. (Eso. 8:16-19) Al dio Thot era attribuita l’invenzione delle arti magiche o occulte, ma neanche questo dio poté aiutare i sacerdoti che praticavano la magia a replicare la terza piaga.
La netta separazione fra gli egiziani e gli adoratori del vero Dio divenne ben evidente dalla quarta piaga in poi. Mentre sciami di tafani invadevano le case degli egiziani, gli israeliti nel paese di Gosen non ne furono colpiti. (Eso. 8:23, 24) La piaga successiva, la pestilenza che colpì il bestiame, umiliò divinità come la dea–giovenca Hathor, il dio Api e la dea–cielo Nut, raffigurata come una vacca con stelle sul ventre. (Eso. 9:1-6) La piaga dei foruncoli fu un disonore per gli dèi e le dee che si riteneva avessero il potere di risanare, come Thot, Iside e Ptah. (Eso. 9:8-11) La forte grandinata fu una vergogna per gli dèi che si pensava controllassero gli elementi naturali; per esempio Reshpu che si credeva dirigesse i fulmini, e Thot che si diceva avesse potere sulla pioggia e sul tuono. (Eso. 9:22-26) La piaga delle locuste fu una sconfitta per gli dèi ritenuti capaci di assicurare un abbondante raccolto, fra cui il dio della fertilità Min, protettore delle messi. (Eso. 10:12-15) Fra gli dèi disonorati dalla piaga delle tenebre c’erano divinità solari come Ra e Horus, e anche Thot, dio della luna, ritenuto il regolatore del sole, della luna e delle stelle. — Eso. 10:21-23.
La morte dei primogeniti fu la più grande umiliazione per gli dèi e le dee d’Egitto. (Eso. 12:12) I sovrani egiziani si facevano chiamare dèi, figli di Ra o Amon-Ra. Si diceva che Ra o Amon-Ra avesse rapporti sessuali con la regina. Il neonato era dunque considerato un dio incarnato ed era dedicato a Ra o Amon-Ra presso il tempio. Perciò la morte del primogenito del faraone era in effetti la morte di un dio. (Eso. 12:29) Questo sarebbe stato un fiero colpo per la religione d’Egitto, per non parlare della completa impotenza di tutte le divinità, incapaci di salvare dalla morte i primogeniti degli egiziani.
DIVINITÀ CANANEE
Il più importante degli dèi di Canaan era il dio della fertilità Baal, divinità del cielo, della pioggia e dell’uragano. Nelle tavolette di Ras Shamra, Baal è spesso chiamato figlio di Dagon, sebbene anche El sia considerato suo padre. La sorella di Baal, Anat, chiama El suo padre ed egli a sua volta la chiama figlia. Quindi probabilmente Baal era ritenuto figlio di El, ma forse anche suo nipote. Nei racconti mitologici Baal è descritto nell’atto di assalire e abbattere Yam, il dio signore dell’acqua, pare figlio amato o prediletto di El. Ma nella lotta con Mot, dio della morte e dell’aridità e pure figlio di El, Baal viene ucciso. Così in Canaan, come in Babilonia, vi era una divinità che moriva di morte violenta ed era poi ridestata alla vita.
Anat, Asheràh e Astoret sono le principali dee menzionate nelle tavolette di Ras Shamra. Ma sembra che sotto molti aspetti il ruolo di tali dee coincidesse. In Siria, dove sono state rinvenute le tavolette di Ras Shamra, pare che Anat fosse considerata moglie di Baal dal momento che, pur essendo più volte chiamata “vergine”, ne è descritto il connubio con Baal, mentre le Scritture menzionano solo Astoret e il palo sacro o Asheràh in relazione con Baal. Quindi sia Asheràh che Astoret sono menzionate come mogli di Baal. — Giud. 2:13; 3:7; 10:6; I Sam. 7:4; 12:10; I Re 18:19.
DIVINITÀ MEDO–PERSIANE
Sembra che i re dell’impero medo–persiano fossero zoroastriani. Anche se non si può affermare o smentire che Ciro il Grande seguisse gli insegnamenti di Zoroastro, dall’epoca di Dario I in poi le iscrizioni attribuite ai monarchi menzionano ripetutamente Ahura Mazda, la principale divinità zoroastriana. Dario I menziona Ahura Mazda quale creatore del cielo, della terra e dell’uomo, e ringrazia questo dio per avergli dato sapienza, abilità fisica e il regno.
Un aspetto proprio dello zoroastrismo è il dualismo, cioè il credere in due esseri divini indipendenti, uno buono e l’altro malvagio. Ahura Mazda era considerato il creatore di tutte le cose buone, mentre Angra Mainyu era ritenuto il creatore di tutto ciò che è malvagio. Si pensava che quest’ultimo potesse provocare terremoti, uragani, malattie e morte, e anche fomentare tumulti e guerre. Spiriti minori si credeva aiutassero questi due dèi a svolgere le loro mansioni.
DIVINITÀ GRECHE
Un esame delle divinità dell’antica Grecia rivela tracce di influenza babilonica. Un professore dell’università di Oxford osserva: “La notevole somiglianza fra il sistema caldeo e la mitologia classica sembra meriti particolare attenzione. Questa somiglianza è troppo generale, e troppo precisa sotto certi aspetti, per supporre che la coincidenza sia il risultato di un puro caso. Nel panteon della Grecia e di Roma, e in quello della Caldea, si deve riconoscere lo stesso raggruppamento; non è insolito rilevare la stessa successione genealogica; in certi casi perfino i nomi e i titoli più noti delle divinità classiche richiamano la più curiosa immagine e spiegazione di fonte caldea. Non c’è dubbio che in un modo o nell’altro ci sia stata una trasmissione di convinzioni, un passaggio avvenuto in tempi assai remoti di idee e nozioni mitologiche dai lidi del Golfo Persico ai paesi bagnati dal Mediterraneo”. — George Rawlinson, Seven Great Monarchies, Vol. I, pp. 71 e 72.
Una deformazione delle parole di Dio relative al seme promesso si nota nei racconti mitologici del dio Apollo che uccide il serpente Pitone, e di Eracle bambino (figlio di Zeus e di una donna terrena, Alcmena) che strangola due serpenti. Troviamo ancora una volta il consueto tema di un dio che muore e poi è riportato in vita. Ogni anno venivano commemorati la morte violenta di Adone e il suo ritorno alla vita; soprattutto le donne ne piangevano la morte portando come in un corteo funebre immagini del suo corpo che poi gettavano in mare o nelle sorgenti. Un’altra divinità di cui i greci celebravano la morte violenta e il ritorno alla vita era Dioniso o Bacco che, come Adone, è stato identificato col babilonese Tammuz.
DIVINITÀ ROMANE
La religione romana subì notevolmente l’influenza degli etruschi, popolo ritenuto in genere originario dell’Asia Minore. L’usanza di trarre presagi e l’arte della divinazione collegano senz’altro la religione etrusca con quella babilonese. Per esempio, i modellini di fegati d’argilla usati nella divinazione scoperti in Mesopotamia sono simili al modellino di bronzo di un fegato rinvenuto a Piacenza, in Emilia. Perciò quando i romani adottarono le divinità etrusche in effetti accettarono un’eredità babilonica. (Vedi ASTROLOGI). La grande triade romana composta di Giove (il dio supremo, dio del cielo e della luce), Giunone (la consorte di Giove preposta a tutto ciò che interessava particolarmente le donne) e Minerva (dea protettrice delle arti) corrisponde alla triade etrusca di Tinia, Uni e Menrva.
Col tempo i principali dèi greci entrarono a far parte del panteon romano, sebbene con nomi diversi. I romani adottarono anche divinità di altri paesi, fra cui il persiano Mitra (la cui nascita era celebrata il 25 dicembre), Cibele dea frigia della fertilità e l’egiziana Iside, entrambe identificate con la babilonese Ishtar. Inoltre gli stessi imperatori romani erano considerati dèi.
Saturno era adorato perché gli era attribuita l’opulenza di Roma. I saturnali, in origine festa di un giorno tenuta in suo onore, diventarono poi una celebrazione tenuta per sette giorni nella seconda metà di dicembre, contrassegnata da orge sfrenate. Si scambiavano doni, come frutti e candele di cera, e bambole di argilla venivano regalate specie ai bambini. Durante la festa non veniva inflitta nessuna punizione. Scuole e tribunali facevano vacanza; anche le operazioni belliche erano sospese. Gli schiavi prendevano il posto dei padroni e, senza temere di essere puniti, potevano dar libero sfogo alla lingua.
GLI DÈI DELLE NAZIONI IN PARAGONE CON GEOVA
Oggi molti dèi menzionati nella Bibbia sono poco più che un nome. Anche se gli adoratori giunsero a volte a sacrificare loro i propri figli, i falsi dèi erano incapaci di liberare chi ricorreva a loro per ricevere aiuto in momenti di estrema necessità. (II Re 17:31) Perciò, a motivo dei suoi successi militari, il re d’Assiria si vantò per mezzo di Rabsache suo portavoce: “Hanno gli dèi delle nazioni liberato affatto ciascuno il suo proprio paese dalla mano del re d’Assiria? Dove sono gli dèi di Amat e di Arpad? Dove sono gli dèi di Sefarvaim, di Ena e di Ivva? Hanno essi liberato Samaria dalla mia mano? Chi fra tutti gli dèi dei paesi ha liberato il [suo] paese dalla mia mano, così che Geova liberi Gerusalemme dalla mia mano?” (II Re 18:28, 31-35) Ma Geova non tradì il suo popolo come quei non-dèi che il re d’Assiria riservò al fuoco. In una notte l’angelo di Geova uccise 185.000 uomini nell’accampamento degli assiri. Umiliato, l’orgoglioso monarca assiro Sennacherib fece ritorno a Ninive, per essere poi assassinato da due suoi figli nel tempio del suo dio Nisroc. (II Re 19:17-19, 35-37) Davvero “tutti gli dèi dei popoli sono dèi senza valore; ma in quanto a Geova, ha fatto i medesimi cieli”. — Sal. 96:5.
Non solo i falsi dèi hanno le stesse caratteristiche dei loro fedeli, ma anche questi diventano molto simili agli dèi che adorano. Per esempio, Manasse re di Giuda era devoto a falsi dèi al punto di far passare suo figlio attraverso il fuoco. Ma il suo zelo per la falsa adorazione non lo rese un re migliore. Anzi mostrò di essere uguale alle divinità assetate di sangue che adorava, spargendo sangue innocente in gran quantità. (II Re 21:1-6, 16) In netto contrasto, gli adoratori del vero Dio si sforzano di essere imitatori del loro perfetto Creatore, manifestando i frutti del suo spirito: amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fede, mitezza e padronanza di sé. — Efes. 5:1; Gal. 5:22, 23.
-
-
DelegatoAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Delegato
[ebr. natsàv, netsìv, erigere o collocare, quindi colonna, prefetto o delegato].
Durante il regno di Salomone (1037–997 a.E.V.) c’erano dodici delegati cui erano affidate alte cariche amministrative. A turno, per un mese all’anno, ciascuno doveva provvedere viveri e altri generi alla famiglia reale. — I Re 4:7.
Invece di una tassa, per sostenere il governo si prendevano i viveri dal prodotto del paese. I delegati dovevano dunque sorvegliare la produzione, la raccolta, le riserve e la consegna delle aliquote mensili, che erano una bella quantità. (I Re 4:22, 23) Forse questi delegati oltre a sorvegliare gli approvvigionamenti prestavano servizio anche come funzionari civili nei territori loro assegnati.
“Delegati principeschi” prestavano inoltre servizio come capisquadra e sorveglianti della manodopera impegnata nei lavori di costruzione durante il regno di Salomone. Sembra che quanto si legge in I Re e II Cronache a proposito di tali delegati differisca solo nel modo di classificarli, infatti il primo ne elenca 3.300 più 550 per un totale di 3.850 (I Re 5:16; 9:23), e il secondo 3.600 più 250, pure per un totale di 3.850. (II Cron. 2:17, 18; 8:10) Alcuni studiosi (Ewald, Keil, Michaelis) sono del parere che in Cronache le cifre si riferiscano ai 3.600 delegati non israeliti e ai 250 israeliti, mentre in Re viene fatta una distinzione fra 3.300 capisquadra subordinati e 550 sorveglianti in capo, fra cui erano inclusi 300 non israeliti.
-
-
DemaAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Dema
[forse voce popolare o abbreviazione di
-
-
DelilaAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Delila
Vedi DALILA.
-