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NaasAusiliario per capire la Bibbia
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di Iesse (ipotesi più probabile), da cui essa ebbe due figlie, Abigail e Zeruia, prima di sposare Iesse e dargli diversi maschi. — Vedi ABIGAIL n. 2.
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NaassonAusiliario per capire la Bibbia
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Naasson
(Naassòn)[serpente].
Capotribù della tribù di Giuda nel deserto. Naasson era figlio di Amminadab ed era della quinta generazione dopo Giuda. (I Cron. 2:3-10) Sua sorella era moglie di Aaronne. (Eso. 6:23) Naasson costituiva un anello della discendenza che portò a Davide e a Gesù, essendo padre di Salmon, che sposò Raab, e nonno di Boaz che, a sua volta, sposò Rut. — I Cron. 2:11-15; Rut 4:20; Matt. 1:4-6, 16; Luca 3:32.
Quale capotribù di Giuda, la principale tribù di Israele, Naasson aiutò Mosè a fare il primo censimento dei combattenti nel deserto. Quando fu inaugurato l’altare presentò le contribuzioni di Giuda per il servizio del tabernacolo, e comandava l’esercito di Giuda forte di 74.600 uomini, in testa a Israele in ordine di marcia. — Num. 1:2-7; 2:3, 4; 7:2, 11, 12-17; 10:14.
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NabalAusiliario per capire la Bibbia
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Nabal
(Nàbal) [stolto, insensato].
Ricco proprietario di pecore di Maon che pascolava e tosava le sue greggi a Carmelo in Giuda. Nabal era pure chiamato calebita, cioè discendente di Caleb. (I Sam. 25:2, 3, NW) Pochi personaggi sono descritti con tanto disprezzo quanto Nabal, infatti la Bibbia dice che “era aspro e cattivo nelle sue pratiche” (v. 3), “troppo un buono a nulla [figlio di Belial] per parlargli” (v. 17), “ripaga col male in cambio del bene” (v. 21) e “presso di lui è l’insensatezza”. — V. 25.
Gli uomini di Davide avevano protetto da bande di predoni le greggi di Nabal che contavano 3.000 pecore e 1.000 capre. Avendo mostrato tale benignità e non essendo colpevole di alcuna appropriazione indebita, Davide chiese a Nabal di provvedere un po’ di aiuto materiale a lui e ai suoi uomini al tempo della tosatura, tempo in cui era consuetudine festeggiare e mostrare ospitalità. Ma questi ‘sgridò’ i messaggeri di Davide e li mandò via a mani vuote. Gli stessi uomini di Nabal temevano la reazione di Davide, ma non osavano parlarne con lui. Uno di loro lo disse però ad Abigail, moglie di Nabal, la quale, con generosi doni, andò incontro a Davide che veniva con l’intenzione di uccidere Nabal, e lo persuase a non macchiarsi della colpa di spargere il sangue di suo marito. Tornata a casa, trovò Nabal “ubriaco fradicio”, perciò attese l’indomani mattina per parlargli del suo incontro con Davide e di come per causa sua avevano tutti rischiato la morte. Allora ‘il cuore di Nabal divenne morto dentro di lui, ed egli stesso si fece come una pietra’, forse a indicare una specie di paralisi oppure l’effetto prodotto sui suoi più profondi sentimenti. (Confronta Deuteronomio 28:28; Salmo 102:4; 143:4). Una decina di giorni dopo Nabal fu fulminato da Geova. (I Sam. 25:2-38) Davide allora prese in moglie la sensata e coraggiosa Abigail. — I Sam. 25:39-42; 27:3; 30:5; II Sam. 2:2; 3:3.
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NabonedoAusiliario per capire la Bibbia
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Nabonedo
(Nabonèdo) [accadico, Nabuna’id; il dio Nabu (Nebo) è esaltato].
Ultimo monarca assoluto dell’impero babilonese e padre di Baldassarre. Sulla base di testi cuneiformi si ritiene che abbia regnato circa diciassette anni (556-539 a.E.V.). Si interessava di letteratura, arte e religione.
Nelle sue stesse iscrizioni in caratteri cuneiformi Nabonedo vanta nobili origini e più volte chiama suo padre “il saggio principe”. In base a un frammento rinvenuto presso l’antica Haran, si pensa che sua madre fosse una sacerdotessa del dio-luna Sin. In seguito, da re, Nabonedo fu molto devoto al culto del dio lunare, sia a Haran che a Ur, dove questo dio primeggiava.
Nel suo libro Nabonidus and Belshazzar (Yale Oriental Series) il professor R. P. Dougherty avanza l’ipotesi che Nitocri fosse figlia di Nabucodonosor e quindi che Nabonedo (Labineto) fosse genero di Nabucodonosor. A sua volta il “figlio” di Nitocri e Nabonedo (Labineto) menzionato da Erodoto si pensa fosse Baldassarre, contro il quale Ciro in effetti combatté. Anche se si basa in gran parte su un ragionamento deduttivo e induttivo, questa tesi offre una spiegazione dell’ascesa di Nabonedo al trono di Babilonia. Cosa più importante, è d’accordo con la Bibbia sul fatto che Nabucodonosor è chiamato “padre” di Baldassarre figlio di Nabonedo (Dan. 5:11, 18, 22), avendo il termine “padre” a volte significato di nonno o antenato. Secondo questa tesi Baldassarre sarebbe nipote di Nabucodonosor. Il prospetto che segue indica la dinastia neobabilonese compilata dal professor Dougherty.
Nabonedo salì al trono dopo l’assassinio di Labashi-Marduk, figlio di Neriglissar. Ma il fatto che in una delle sue iscrizioni Nabonedo si definisse il “potente delegato” di Nabucodonosor e Neriglissar si ritiene indichi, insieme ad altre prove, che abbia conquistato il trono in modo legittimo e non fosse un usurpatore.
Secondo diverse iscrizioni, nelle preghiere al dio lunare Nabonedo ha accanto a sé il figlio primogenito, Baldassarre. In un’iscrizione è indicato che nel terzo anno del suo regno, prima di iniziare una campagna che portò alla conquista di Tema in Arabia, Nabonedo affidò a Baldassarre il governo di Babilonia. — Vedi BALDASSARRE.
Sembra che Nabonedo stabilisse la sua residenza reale a Tema e altri testi indicano che carovane di cammelli vi portavano provviste dalla Babilonia. Pur non rinunciando alla posizione di sovrano dell’impero, Nabonedo affidò a Baldassarre l’amministrazione del governo di Babilonia. Poiché Tema era una città dove si incontravano le antiche vie carovaniere lungo le quali oro e spezie attraversavano l’Arabia da E a O e da N a S, l’interesse di Nabonedo poteva essere dettato da ragioni economiche o da motivi di carattere militare.
Non abbiamo alcuna notizia delle attività di Nabonedo dal dodicesimo all’ultimo anno del suo regno. Temendo un’aggressione da parte dei medi e dei persiani sotto Ciro il Grande, Nabonedo si era alleato con la Lidia e l’Egitto. La Cronaca di Nabonedo indica che egli aveva fatto ritorno a Babilonia nell’anno dell’attacco medo-persiano per celebrare il Capodanno e portare nella città i vari dèi di Babilonia. A proposito dell’avanzata di Ciro, la Cronaca dichiara che, dopo la vittoria di Opis, conquistò Sippar (quasi 60 km a N di Babilonia) e “Nabonedo fuggì”. Segue poi la descrizione della conquista di Babilonia da parte dei medi e dei persiani, ed è precisato che quando Nabonedo vi fece ritorno fu preso prigioniero. Gli scritti di Beroso, sacerdote babilonese del III secolo a.E.V., rivelano che Nabonedo aveva finito per attaccare gli eserciti di Ciro ma era stato sconfitto e si era rifugiato a Borsippa (a S-SO di Babilonia) e che, dopo la caduta di Babilonia, si arrese a Ciro e quindi fu deportato in Carmania (nella Persia meridionale). Questo coincide con ciò che dice la Bibbia in Daniele capitolo 5, da cui risulta che a Babilonia all’epoca della sua caduta regnava Baldassarre.
In quanto all’assenza di qualsiasi riferimento diretto a Nabonedo nel quinto capitolo del libro di Daniele, si noti che Daniele descrive solo pochissimi avvenimenti precedenti la caduta di Babilonia, e dedica poche parole all’effettivo crollo dell’impero. Tuttavia il ruolo che aveva nel governo risulta evidente in Daniele 5:7, 16, 29, dove Baldassarre offre a Daniele di diventare il terzo governante del regno, indicando che Nabonedo era il primo e Baldassarre il secondo. Infatti il professor Dougherty osserva: “... il quinto capitolo di Daniele si adegua alla realtà non attribuendo a Nabonedo un posto nella storia, poiché sembra che non abbia avuto parte negli avvenimenti che si succedettero quando Gobria [alla testa dell’esercito di Ciro] invase la città”.
LA CRONACA DI NABONEDO
Detta anche “Cronaca di Ciro-Nabonedo” e “Tavoletta annalistica di Ciro”, è un frammento di una tavoletta di argilla attualmente conservato nel British Museum. Descrive soprattutto i principali avvenimenti del regno di Nabonedo, l’ultimo monarca assoluto di Babilonia, includendo un’incisiva relazione della resa di Babilonia alle truppe di Ciro. Benché sia indubbia la sua origine babilonese e sia scritta in caratteri coneiformi babilonesi, alcuni studiosi che hanno esaminato lo stile del testo dicono che potrebbe risalire all’epoca dei Seleucidi (312-65 a.E.V.), quindi a due secoli o più dopo i giorni di Nabonedo. Quasi certamente si tratta di una copia di un documento precedente. Il tono di questa cronaca glorifica talmente Ciro, mentre presenta Nabonedo in modo denigratorio, che è considerata opera di uno scriba persiano e, infatti, è stata definita “propaganda persiana”. Tuttavia, anche stando così le cose, fonti autorevoli ritengono che le “informazioni circostanziate” che contiene siano comunque degne di fiducia.
Nonostante la sua brevità — la tavoletta misura solo 14 cm nel punto più largo e circa altrettanto in altezza — la Cronaca di Nabonedo rimane il più completo documento cuneiforme esistente della caduta di Babilonia. Nella terza delle sue quattro colonne, a partire dalla quinta riga, si legge al riguardo: “[Diciassettesimo anno:] ... Nel mese di tashritu, quando Ciro attaccò l’esercito di Akkad a Opis sul Tigri, gli abitanti di Akkad insorsero, ma egli (Nabonedo) massacrò gli abitanti disorientati. Il 14º giorno, Sippar fu presa senza combattere. Nabonedo fuggì. Il 16º giorno, Gobria (Ugbaru), governatore di Gutio e l’esercito di Ciro entrarono a Babilonia senza combattere. Dopo di che Nabonedo fu imprigionato a Babilonia quando (vi) tornò. . . . Nel mese di arahshamnu, il 3º giorno, Ciro entrò a Babilonia, ramoscelli verdi gli furono stesi davanti: lo stato di ‘pace’ (sulmu) fu imposto alla città”. — James B. Pritchard, Ancient Near Eastern Texts Relating to the Old Testament (1955), p. 306.
Si noti che la locuzione “diciassettesimo anno” non compare nel testo, perché quella parte della tavoletta è danneggiata. Tale locuzione è inserita dai traduttori dal momento che non sono stati rinvenuti altri testi cuneiformi di data posteriore al diciassettesimo anno del regno di Nabonedo. Perciò presumono che la caduta di Babilonia sia avvenuta quell’anno e, se la tavoletta non fosse danneggiata, queste parole comparirebbero nella parte ora mancante. Anche se il regno di Nabonedo fosse stato molto più lungo di quanto generalmente si supponga, questo non cambierebbe la data del 539 a.E.V., l’anno della caduta di Babilonia, poiché altre fonti la confermano. (Vedi CIRO). Questa circostanza tuttavia riduce alquanto l’importanza della Cronaca di Nabonedo.
Anche se l’anno manca, il mese e il giorno della caduta della città compaiono comunque nel testo pervenutoci. Su questa base, cronologi secolari calcolano che il 16º giorno del mese di tashritu (tishri) corrisponda all’11-12 ottobre, secondo il calendario giuliano, e al 5-6 ottobre, secondo il calendario gregoriano, dell’anno 539 a.E.V. Poiché questa è una data riconosciuta, non essendoci alcuna prova del contrario, può servire come “data fondamentale” per coordinare la storia secolare con la storia biblica.
Interessante è ciò che la Cronaca dice a proposito della notte della caduta di Babilonia: ‘L’esercito di Ciro entrò a Babilonia senza combattere’. Questo probabilmente significa senza un conflitto vero e proprio, e concorda con la profezia di Geremia secondo la quale ‘gli uomini potenti di Babilonia avrebbero cessato di combattere’. — Ger. 51:30.
[Diagramma a pagina 862]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
NABOPOLASSAR
(Fondatore della dinastia)
NABUCODONOSOR
(Figlio di Nabopolassar)
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AMEL-MARDUK NERIGLISSAR NABONEDO
(Figlio di (Genero di (Genero di
Nabucodonosor) Nabucodonosor) Nabucodonosor?)
LABASHI-MARDUK BALDASSARRE
(Figlio di Neriglissar) (Figlio di
Nabonedo)
[Figura a pagina 863]
Cronaca di Nabonedo
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NabotAusiliario per capire la Bibbia
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Nabot
(Nàbot) [forse, germoglio].
Izreelita proprietario di una vigna e vittima di un malvagio complotto della regina Izebel. La vigna di Nabot a Izreel si vedeva dal palazzo del re Acab. Nabot declinò l’offerta di Acab di acquistare la vigna o di cambiarla con un’altra vigna migliore, perché Geova aveva vietato in perpetuo la vendita di un’eredità della famiglia. (I Re 21:1-4; Lev. 25:23-28) Ma la moglie di Acab, la regina Izebel, fece in modo che due testimoni accusassero falsamente Nabot di aver bestemmiato Dio e il re. Perciò Nabot e i suoi figli furono messi a morte (II Re 9:26) e Acab poté impadronirsi della vigna. Per questo assassinio, Elia predisse che i cani non solo avrebbero divorato Izebel, ma avrebbero anche leccato il sangue di Acab nello stesso posto dove avevano leccato il sangue di Nabot. La loro discendenza sarebbe stata pure stroncata. (I Re 21:5-23) Questa dichiarazione di Dio si adempì. — I Re 22:34, 38; II Re 9:21, 24-26, 35, 36; 10:1-11.
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NabucodonosorAusiliario per capire la Bibbia
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Nabucodonosor
(Nabucodònosor o Nabucodonosòr) [dall’accadico Nabu-kudurri-usur; Nebo, difendi il confine].
Secondo sovrano dell’impero neobabilonese; figlio di Nabopolassar e padre di Evil-Merodac (AmelMarduk), che gli succedette al trono. Nabucodonosor regnò quarantatré anni (624-581 a.E.V.), periodo che include i “sette tempi” durante i quali mangiò vegetazione come un toro. (Dan. 4:31-33) Per distinguere questo monarca dall’omonimo sovrano babilonese di un periodo molto precedente (dinastia di Isin) gli storici l’hanno definito Nabucodonosor II.
Cenni storici su Nabucodonosor desunti da iscrizioni cuneiformi tuttora esistenti integrano la storia biblica. Risulta che nel diciannovesimo anno del suo regno Nabopolassar radunò il suo esercito, e lo stesso fece suo figlio Nabucodonosor, allora principe ereditario. I due eserciti erano indipendenti l’uno dall’altro e, dopo che Nabopolassar ebbe fatto ritorno a Babilonia in meno di un mese, Nabucodonosor riportò alcune vittorie in zona montuosa, tornando poi a Babilonia con molto bottino. Nel ventunesimo anno del regno di Nabopolassar, Nabucodonosor marciò con l’esercito babilonese su Carchemis, dove combatté contro gli egiziani. Guidò le sue truppe alla vittoria quindi invase “tutto il paese di Hatti” (Siria e Palestina). Tutto ciò ebbe luogo nel quarto anno del regno di Ioiachim re di Giuda (625 a.E.V.). — Ger. 46:2.
Le iscrizioni indicano inoltre che la notizia della morte del padre riportò Nabucodonosor a Babilonia e, il 1º elul (agosto-settembre), sali al trono. Durante l’anno della sua ascesa al trono tornò nel paese di Hatti e ricevette un tributo. Verso il 624 a.E.V., nel primo anno ufficiale di regno, Nabucodonosor alla testa del suo esercito penetrò nuovamente nel paese di Hatti e conquistò la città filistea di Ascalon. (Vedi ASCALON). Durante il secondo, terzo e quarto anno di regno compì altre campagne nel paese di Hatti, e può darsi che nel quarto anno abbia reso suo vassallo Ioiachim re di Giuda. (II Re 24:1) Pure nel quarto anno Nabucodonosor si spinse col suo esercito in Egitto e nel conflitto che segui entrambe le parti subirono pesanti perdite.
DOMINAZIONE DI GERUSALEMME
In seguito alla ribellione di Ioiachim re di Giuda contro Nabucodonosor i babilonesi cinsero d’assedio Gerusalemme. Sembra che Ioiachim sia morto durante tale assedio e suo figlio Ioiachin salì al trono di Giuda. Ma solo tre mesi e dieci giorni dopo, il regno del nuovo re ebbe fine con la resa di Ioiachin a Nabucodonosor (nel mese di adar [febbraio-marzo] durante il settimo anno di regno di Nabucodonosor [che terminò nel nisan 617 a.E.V.], secondo le Cronache Babilonesi). Nabucodonosor portò in esilio a Babilonia Ioiachin, altri componenti della famiglia reale, funzionari di corte, artefici e guerrieri; e costituì re di Giuda Mattania, zio di Ioiachin, che chiamò Sedechia. — II Re 24:11-17; II Cron. 36:5-10.
Dopo qualche tempo Sedechia si ribellò a Nabucodonosor, alleandosi con l’Egitto per avere protezione militare. (Ezec. 17:15; confronta Geremia 27:11-14). Questo provocò il ritorno dei babilonesi e, il 10 tebet (dicembre-gennaio) del nono anno del regno di Sedechia, Nabucodonosor assediò Gerusalemme. (II Re 24:20; 25:1; II Cron. 36:13) Tuttavia, la notizia che il faraone (probabilmente Ofra; confronta Geremia 44:30) avanzava con un esercito dall’Egitto indusse i babilonesi a levare temporaneamente l’assedio. (Ger. 37:5) Le truppe del faraone furono poi costrette a tornare in Egitto e i babilonesi cinsero nuovamente d’assedio Gerusalemme. (Ger. 37:7-10) Infine, nel 607 a.E.V., il 9 tammuz dell’undicesimo anno del regno di Sedechia (diciottesimo anno di regno di Nabucodonosor), fu aperta una breccia nelle mura di Gerusalemme. Sedechia e i suoi uomini fuggirono ma furono raggiunti nella desertica pianura di Gerico. Poiché Nabucodonosor si era ritirato a Ribla “nel paese di Amat, li fu portato Sedechia per comparire davanti a lui. Nabucodonosor fece trucidare tutti i figli di Sedechia, poi fece accecare e incatenare Sedechia e lo portò prigioniero, a Babilonia. Dei particolari successivi alla vittoria, inclusi l’incendio del tempio e delle case di Gerusalemme e la confisca degli utensili del tempio, e dei prigionieri si occupò Nebuzaradan, capo della guardia del corpo. Ghedalia fu nominato da Nabucodonosor governatore di quelli che non erano stati presi prigionieri. — II Re 25:1-22; II Cron. 36:17-20; Ger. 52:1-27.
IL SOGNO DI UN’IMMENSA STATUA
Il libro di Daniele precisa che Nabucodonosor fece il sogno della statua con la testa d’oro nel “secondo anno” del suo regno (probabilmente contando dalla distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V. e quindi in realtà nel ventesimo anno di regno). I sacerdoti che praticavano la magia, gli evocatori e i caldei non furono in grado di interpretare il sogno, ma il profeta ebreo Daniele sì. Questo spinse Nabucodonosor a riconoscere che il Dio di Daniele era “un Dio di dèi e un Signore di re e un Rivelatore di segreti”. Quindi costituì Daniele “governante su tutto il distretto giurisdizionale di Babilonia e principale prefetto su tutti i saggi di Babilonia”. Inoltre affidò cariche amministrative anche ai tre compagni di Daniele, Sadrac, Mesac e Abednego. — Dan. cap. 2.
ALTRI EBREI ESILIATI
Circa tre anni dopo, nel ventitreesimo anno del regno di Nabucodonosor, altri ebrei furono portati in esilio. (Ger. 52:30) Si trattava probabilmente di ebrei che erano fuggiti in paesi conquistati in seguito dai babilonesi. Questa conclusione è avvalorata dalla seguente dichiarazione
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