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    La Torre di Guardia 1960 | 1° agosto
    • Domande dai lettori

      ● In Matteo 1:1 leggiamo: “Il libro della storia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abrahamo”. In Romani 3:24 leggiamo: “È come un gratuito dono che [i peccatori credenti] siano dichiarati giusti per sua immeritata benignità con la liberazione mediante il riscatto pagato da Cristo Gesù”. Che differenza c’è fra Gesù Cristo e Cristo Gesù?

      Le Scritture Greche Cristiane hanno inizio con l’espressione Gesù Cristo in Matteo 1:1 e Marco 1:1. Si concludono con la stessa espressione in Apocalisse 22:21. L’apostolo Paolo fu il primo ad introdurre l’espressione Cristo Gesù, in Romani 3:24, ed è l’unico scrittore biblico che usi tale espressione, tranne due eccezioni nella prima lettera dell’apostolo Pietro secondo la versione di Diodati. (1 Piet. 5:10, 14) Nella versione inglese Autorizzata o del re Giacomo della Bibbia l’espressione Cristo Gesù ricorre solo cinquantaquattro volte, mentre l’espressione Gesù Cristo ricorre almeno 184 volte, cioè oltre tre volte più che Cristo Gesù.

      La parola “Gesù” è un nome, che significa “Geova è salvezza”. L’angelo disse a Giuseppe che sarebbe diventato il padre adottivo di Gesù: “Dovrai mettergli nome ‘Gesù’, perché egli salverà il suo popolo dai loro peccati”. (Matt. 1:21) La parola “Cristo” è invece un titolo, che significa “l’unto”. Ha lo stesso significato di Messia, parola di origine ebraica. Il titolo Cristo o Messia fu usato nelle Scritture profetiche prima del primo anno dell’èra Cristiana per predire la venuta di colui che Dio avrebbe unto col suo spirito perché divenisse Re del nuovo mondo di giustizia, ma senza predire direttamente il suo nome terreno. (Dan. 9:25, 26; Sal. 2:2) Similmente alla sua nascita umana l’annunciatore angelico disse ai pastori che si trovavano nei campi presso Betlemme: “Oggi, nella città di Davide, vi è nato un Salvatore, che è Cristo il Signore”. (Luca 2:11) Notate l’ordine delle parole, non ‘il Signore Cristo’, ma, “Cristo il Signore”.

      Il titolo Cristo poteva essere aggiunto al nome proprio Gesù dopo il suo battesimo in acqua e la sua unzione con lo spirito di Geova, allorché egli divenne Cristo o il Cristo. Dopo che Simon Pietro ebbe fatto la confessione che Gesù era “il Cristo, il Figlio dell’Iddio vivente”, Gesù “severamente esortò i discepoli a non dire ad alcuno che egli era il Cristo”. (Matt. 16:13-20) Quando Gesù scacciava i demoni dai Giudei ossessi e questi demoni gridavano: “Tu sei il Figliuol di Dio”, Gesù li rimproverava e “non permetteva loro di parlare, perché sapevano ch’egli era il Cristo”. (Luca 4:41, VR) Quindi, mentre Gesù era sulla terra, nessuno lo chiamò mai Gesù Cristo. Egli fu l’unico a parlare di sé come di Gesù Cristo, e ciò solo una volta, privatamente, mentre pregava insieme ai discepoli poco prima di morire. Egli pregò: “Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. — Giov. 17:3.

      È quindi evidente che l’espressione Gesù Cristo, adottata in seguito dagli apostoli, significa Gesù che fu l’Unto di Geova; Gesù che fu consacrato dall’unzione di Geova. Perciò, alla Pentecoste del 33 (d.C.), Pietro disse: “Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che Dio lo ha fatto Signore e Cristo, questo Gesù che voi avete messo al palo”. Poi, per la prima volta, Pietro usò tale espressione rivolgendosi agli Ebrei in preda al rimorso: “Ravvedetevi, e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per la remissione dei vostri peccati, e riceverete il gratuito dono dello spirito santo”. — Atti 2:36-38.

      Nell’altra espressione, Cristo Gesù, l’apostolo Paolo mette il titolo Cristo prima del nome proprio Gesù. Questo corrisponde all’uso di mettere il titolo ufficiale prima del nome di colui che ricopre tale carica, per esempio, re Davide, re Salomone, governatore Zorobabele. Perciò l’espressione Cristo Gesù richiama prima l’attenzione sulla carica, e poi identifica colui che la ricopre. “Cristo Gesù” significa quindi l’Unto di Geova che porta il nome terreno di Gesù. Letteralmente significa “Unto Gesù”, e ci ricorda che Gesù è ufficialmente Servitore di Geova, e dev’essere onorato come tale, essendo l’unico che occupa tale carica in adempimento della profezia biblica. Benché Pietro e gli altri apostoli fossero stati unti con lo spirito santo, non parliamo di loro come di Cristo Pietro, Cristo Giovanni, Cristo Paolo, eccetera. Solo a Gesù le Scritture conferiscono il titolo Cristo Gesù.

      Nell’espressione Cristo Gesù, il nome proprio Gesù è preceduto dal suo esclusivo titolo ufficiale. Quindi si noti che le Scritture non mettono mai un altro titolo, come Signore o Re, prima del nome di Gesù, formando combinazioni come il Signore Cristo Gesù o il Re Cristo Gesù. Nell’espressione “nostro Salvatore, Cristo Gesù”, in greco il pronome “nostro” si trova fra Salvatore e Cristo, e quindi identifica soltanto chi è il nostro Salvatore. (2 Tim. 1:10) Questo è in armonia con l’espressione “Cristo Gesù nostro Salvatore”. (Tito 1:4) Ora in 1 Timoteo 2:5 (Ti) leggiamo: “V’è un solo Dio, un solo mediatore tra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù”. Tuttavia l’espressione “l’uomo” non è un titolo, ma richiama l’attenzione sul fatto che Cristo Gesù un tempo fu un uomo sulla terra, lo stesso Gesù. Quindi solo dopo l’espressione Cristo Gesù, che già contiene un titolo, troviamo altri titoli aggiunti, ma non inseriti prima di tale espressione. Infatti troviamo due volte l’espressione “Cristo Gesù il Signore” e tre volte l’espressione “Cristo Gesù nostro Signore”. Tuttavia prima dell’espressione Gesù Cristo troviamo a volte inserito un titolo. Ripetutamente troviamo l’espressione “il Signore Gesù Cristo”. Tutto questo dimostra che non si moltiplicavano i titoli dinanzi al nome proprio del nostro Salvatore, Gesù; ma se vi era già un titolo che lo precedeva, allora gli altri eventuali titoli erano aggiunti solo dopo il nome proprio.

      Da ciò si vede che le Scritture considerano in modo diverso l’espressione Gesù Cristo e l’espressione Cristo Gesù.

  • Scritture per settembre
    La Torre di Guardia 1960 | 1° agosto
    • Scritture per settembre

      Seguiamo la via di Geova nel Suo nome — Isa. 30:21.

      1 Avete ricevuto gratuitamente, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né rame per le borse che avete alla cintura, né una bisaccia di cibo per il viaggio, né due vesti, né sandali o bastone; poiché l’operaio è degno del suo cibo. — Matt. 10:8-10. TG 1/7/60 5-7

      2 L’opera di ognuno sarà manifesta, perché il giorno la smaschererà, poiché sarà rivelata . . . e il fuoco stesso proverà di che specie è l’opera di ciascuno. — 1 Cor. 3:13. TG 15/12/59 15, 16a

      3 Qual è il figlio che il padre non corregga? — Ebr. 12:7. TG 1/3/60 12, 13

      4 A Dio tutte le cose sono possibili. — Matt. 19:26. TG 1/5/59 2, 3a

      5 Possano esser chiamati terebinti di giustizia, la piantagione dell’Eterno da servire alla sua gloria. — Isa. 61:3, VR. TG 1/8/59 32a

      6 Geova si leverà come al monte Farasim, fremerà come nella pianura presso Gabaon, per compiere la sua azione, la sua azione strana, e fare la sua opera, la sua opera insolita. — Isa. 28:21. TG 1/9/59 9, 10b

      7 Cessate di giudicare, affinché non siate giudicati; poiché col giudizio col quale giudicate, sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. — Matt. 7:1, 2. TG 15/9/59 13, 14a

      8 Dovete quindi essere completi come è completo il vostro Padre celeste. — Matt. 5:48. TG 15/10/59 17, 18a

      9 Dio mandò la sua parola ai figli d’Israele, annunziando loro la pace per mezzo di Gesù Cristo. Egli è il Signore di tutti. — Atti 10:36 Na. TG 1/4/60 15, 17

      10 Per mezzo di lui abbiamo la libertà per riscatto . . . sì, il perdono dei nostri falli. . . . Questo egli ha fatto abbondare verso di noi in ogni sapienza e buon senso. — Efes. 1:7, 8. TG 15/6/60 12, 13

      11 Chi semina abbondantemente mieterà pure abbondantemente. — 2 Cor. 9:6. TG 1/11/59 13a

      12 Egli mi ristora l’anima. Mi conduce nei sentieri della giustizia per amore del suo nome. — Sal. 23:3. TG 1/12/59 20

      13 Non divenir saggio ai tuoi propri occhi. Temi Geova e allontanati dal male. Possa questo divenire . . . un ristoro alle tue ossa. — Prov. 3:7, 8. TG 15/1/60 19

      14 Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. — Matt. 7:21. TG 15/2/60 3, 6

      15 Io non ho bramato né l’argento, né l’oro, né il vestito d’alcuno. Voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei e di quelli che erano meco. — Atti 20:33, 34. TG 1/6/60 37-39a

      (Indicazione dei luoghi di ulteriori commenti su queste scritture: I numeri dopo la data de “La Torre di Guardia” si riferiscono ai paragrafi nel primo articolo di studio. Quando il numero del paragrafo è seguito da “a”, il commento è nel secondo articolo di studio; quando vi è “b”, si riferisce al terzo articolo di studio.)

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      MINISTERO DI CAMPO

      In agosto i testimoni di Geova continueranno ad offrire i due libri di studio biblico Dal paradiso perduto al paradiso riconquistato e “Sia Dio riconosciuto verace”, con due interessanti opuscoli scritturali per L. 825. Tutte le persone interessate saranno rivisitate nell’intento d’iniziare uno studio biblico.

      STUDI “TORRE DI GUARDIA” PER LE SETTIMANE

      dell’11 settembre: Felici i mansueti e i pacifici! Pagina 453.

      del 18 settembre: Mansuetudine e padronanza di sé producono frutti pacifici. Pagina 459.

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