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NainAusiliario per capire la Bibbia
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darsi che a tale avvenimento alludessero le parole “i morti sono destati”, che fanno parte della risposta di Gesù ai messaggeri inviati in seguito da Giovanni il Battezzatore allora in prigione. — Luca 7:11-22.
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NaomiAusiliario per capire la Bibbia
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Naomi
(Naòmi) [mia piacevolezza].
Suocera di Rut, che fu un’antenata di Davide e di Gesù Cristo. — Matt. 1:5.
Naomi era moglie di Elimelec, un ‘efrateo’ di Betleem di Giuda, all’epoca dei giudici. Durante una grave carestia, lei, il marito e i due figli, Malon e Chilion, si trasferirono in Moab. Là Elimelec morì. I figli sposarono delle moabite, Orpa e Rut, ma circa dieci anni dopo morirono anch’essi senza figli. — Rut 1:1-5.
Rimasta sola, Naomi decise di tornare in Giuda. Le due nuore vedove volevano accompagnarla, ma Naomi le esortò a far ritorno nel loro paese e sposarsi, dato che lei era “troppo vecchia per appartenere a un marito”, e non avrebbe potuto avere figli da dar loro come mariti. Orpa tornò indietro, ma Rut rimase con Naomi, spinta dall’amore per lei e per il suo Dio Geova. — Rut 1:6-17.
Giunta a Betleem, Naomi disse alle donne che la salutavano: “Non mi chiamate Naomi [mia piacevolezza]. Chiamatemi Mara [amara], poiché l’Onnipotente me l’ha reso molto amaro”. (Rut 1:18-21) Dato che era tempo di mietere l’orzo, Rut amorevolmente andò a spigolare per mantenere se stessa e Naomi, e per caso capitò nel campo di Boaz. (Rut 2:1-18) Quando disse a Naomi nel campo di chi aveva lavorato, Naomi riconobbe che era stata guidata da Geova, infatti Boaz era stretto parente di Elimelec e perciò uno dei ricompratori. Incoraggiò Rut a portare questo fatto all’attenzione di Boaz. (Rut 2:19-3:18) Boaz rispose prontamente, seguendo la consueta procedura legale nel riacquistare da Naomi la proprietà di Elimelec. Rut diventò quindi moglie di Boaz al posto di Naomi, secondo la legge del levirato o matrimonio del cognato. Quando nacque loro un figlio, le vicine lo chiamarono Obed e dissero: “È nato un figlio a Naomi”. Così Obed diventò il legittimo erede della casa di Elimelec di Giuda. — Rut 4:1-22.
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NardoAusiliario per capire la Bibbia
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Nardo
Piccola pianta odorosa (Nardostachys jatamansi) originaria dell’Himalaya. Si ritiene generalmente che il nardo o spigonardo menzionato nelle Scritture sia estratto dallo stelo e dalla radice di questa pianta. (Cant. 1:12; 4:13, 14; Mar. 14:3) Pianta caratteristica per i ciuffi di ruvidi steli nerastri, lunghi circa 5 cm, che si diramano alla sommità della radice. Le foglie spuntano nella parte superiore della pianta, che termina con capocchie di fiorellini rosa.
Per conservarne la fragranza, il nardo, liquido dal profumo delicato, di colore rossiccio, veniva sigillato in boccette di alabastro, pietra biancastra simile a marmo, facile da lavorare, che deve il suo nome ad Alabastron, località dell’Egitto nota per questa lavorazione. La libbra di olio profumato, “nardo genuino”, che Maria versò da un vasetto di alabastro sul capo e sui piedi di Gesù Cristo, ‘in vista della sua sepoltura’, valeva 300 denari, l’equivalente del salario di un anno circa. (Mar. 14:3-9; Giov. 12:3-8; Matt. 20:2) Il fatto che quell’olio profumato fosse così costoso fa pensare che provenisse dalla lontana India.
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Naso, nariciAusiliario per capire la Bibbia
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Naso, narici
Parte del viso che consente il passaggio dell’aria nella respirazione e sede dell’olfatto.
Quando creò Adamo, Dio mise nel suo corpo la forza vitale (rùahh), come indicano molti versetti. Poi “gli soffiava nelle narici l’alito [forma di neshamàh] della vita, e l’uomo divenne un’anima vivente”. (Gen. 2:7) L’alito introdotto nel corpo per mezzo delle narici è indispensabile per vivere; sostiene la forza vitale. Al Diluvio, “tutto ciò nelle cui narici era attivo l’alito della forza della vita, cioè tutto ciò che era sulla terra asciutta, morì”. — Gen. 7:22.
Il termine ebraico per naso o narice (’aph) è spesso usato per indicare tutta la faccia. Adamo fu condannato a guadagnarsi da vivere lavorando la terra ‘col sudore della sua faccia [lett. “naso” o “narici”]’. (Gen. 3:19) Lot si inchinò con la faccia (“naso”) a terra davanti agli angeli che lo visitarono. — Gen. 19:1.
BELLEZZA
Essendo così in vista, un bel naso contribuisce molto alla bellezza del viso. Nel Cantico di Salomone (7:4) il naso della Sulammita è paragonato alla “torre del Libano”, forse riferendosi alla simmetria del suo naso che conferiva dignità e bellezza al suo viso. Dio esigeva che i sacerdoti di Israele, essendo suoi rappresentanti di fronte al popolo, fossero senza macchia, e uno dei requisiti era che non dovevano avere il naso inciso o mutilato. — Lev. 21:18.
USO FIGURATIVO E ILLUSTRATIVO
Il termine per naso o narici (’aph) è spesso usato figurativamente per ira (perché la persona adirata sbuffa o respira forte). (Vedi IRA). È usato anche a proposito di un’azione di Geova motivata dalla sua ira (Sal. 18:8, 15), o quando egli impiega la sua potente forza attiva. — Eso. 14:21; 15:8.
La ripugnante idolatria in cui era caduto Israele provocò l’ardente ira di Geova contro di loro, ira che Dio espresse per mezzo del profeta Isaia, dicendo: “Questi sono un fumo alle mie narici, un fuoco ardente tutto il giorno”. — Isa. 65:5.
Proverbi 30:32, 33 dice: “Se hai agito senza senno innalzandoti, e se su di esso hai fissato il tuo pensiero, mettiti la mano alla bocca. Poiché l’agitare il latte è ciò che fa uscire il burro, e lo stringere il naso è ciò che fa uscire il sangue, e lo stringere l’ira è ciò che fa uscire la lite”. Questo mette vigorosamente in risalto i guai che può provocare chi parla a sproposito o chi nutre ira o la sfoga senza ritegno. Qui, in un gioco di parole, “ira” è la forma duale del termine per “naso”.
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NatanAusiliario per capire la Bibbia
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Natan
(Nàtan) [dono, dato, cioè che Dio ha dato].
1. Profeta di Geova durante il regno di Davide; forse della tribù di Levi. Quando il re parlò a Natan del suo desiderio di costruire un tempio per l’adorazione di Geova, il profeta rispose: “Tutto ciò che è nel tuo cuore, va, fallo”. (II Sam. 7:1-3; I Cron. 17:1, 2) Ma quella notte Geova informò Natan che anziché essere Davide a costruire un tempio, Geova avrebbe edificato per Davide una casa permanente, e in seguito un discendente di Davide avrebbe costruito la casa di Geova. Così, per mezzo di Natan, Geova annunciò a Davide un patto per un regno “a tempo indefinito” nella sua discendenza. — II Sam. 7:4-17; I Cron. 17:3-15.
Più tardi Natan fu inviato da Geova a mettere in evidenza sia l’enormità del peccato di Davide contro Uria l’Ittita a proposito di Betsabea che la relativa punizione divina. Questo egli fece con tatto ma vigorosamente, mediante un’illustrazione. Davide in tal modo fu spinto a esprimere inconsapevolmente e senza pregiudizi personali il suo stesso giudizio per un’azione del genere. Quindi Natan gli disse: “Tu stesso sei l’uomo!” Poi espresse il giudizio di Geova su Davide e la sua casa. — II Sam. 12:1-18; vedi anche la soprascritta del Salmo 51.
Poi a Davide e Betsabea nacque un secondo figlio, chiamato Salomone. Geova amava quel bambino; perciò mandò il profeta Natan che, “per amore di Geova”, chiamò il bambino Iedidia, che significa “Diletto di Iah (Geova)”. (II Sam. 12:24, 25) Negli ultimi giorni della vita di Davide, quando Adonia tentò di usurpare il trono, Natan prese le misure necessarie per portare la cosa all’attenzione di Davide, quindi provvide all’unzione e all’insediamento di Salomone quale re. — I Re 1:5-40.
Sembra che Natan, insieme a Gad, abbia consigliato a Davide il dovuto collocamento degli strumenti musicali in relazione al santuario. (II Cron. 29:25) Natan e Gad furono evidentemente coloro che misero per iscritto le informazioni contenute negli ultimi capitoli di I Samuele e in tutto II Samuele. (I Cron. 29:29) “Fra le parole di Natan il profeta” è inclusa anche la storia “dei fatti di Salomone”. — II Cron. 9:29.
Questo Natan era probabilmente il padre di Azaria e Zabud, che ebbero posizioni importanti durante il regno di Salomone. Azaria era un principe preposto ai delegati, mentre Zabud prestava servizio come sacerdote e intimo amico e consigliere del re. — I Re 4:1, 5.
2. Figlio di Davide e Betsabea, nato a Gerusalemme. (II Sam. 5:13, 14; I Cron. 3:5) Da Natan e dai suoi discendenti passa la discendenza naturale del Messia, da Davide fino a Gesù, evidentemente per mezzo di sua madre Maria. (Luca 3:23, 31) A proposito del tempo in cui “guarderanno a Colui che hanno trafitto”, la profezia di Zaccaria dice che ci sarebbe stato un amaro lamento e cordoglio in tutto il paese, famiglia per famiglia, e specialmente per le famiglie di Davide, di Levi, dei simeiti e della “famiglia della casa di Natan”. (Zacc. 12:10-14) Se la qui menzionata famiglia della casa di Natan discendeva dal figlio di Davide, sarebbe stata una delle famiglie di Davide. Perciò il lamento avrebbe interessato nuclei familiari entro una stessa casata.
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NatanaeleAusiliario per capire la Bibbia
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Natanaele
(Natanaèle) [dato da Dio].
Nome, si presume, di Bartolomeo, quindi uno dei dodici apostoli di Gesù. Bartolomeo, che significa “figlio di Tolmai”, era un patronimico (cioè un nome derivato da quello del padre) evidentemente aggiunto al suo nome per distinguerlo. L’apostolo Giovanni usa il nome proprio Natanaele, mentre Matteo, Marco e Luca lo chiamano Bartolomeo. Essi menzionano Filippo e Bartolomeo insieme, proprio come fa Giovanni parlando di Filippo e Natanaele. (Matt. 10:3; Mar. 3:18; Luca 6:14; Giov. 1:45, 46) Non era insolito essere conosciuti con più nomi. Per esempio “Simone, il figlio di Giovanni”, era chiamato anche Cefa e Pietro. (Giov. 1:42) Non era dunque strano che Natanaele fosse chiamato Bartolomeo, o “figlio di Tolmai”, come un altro era chiamato semplicemente Bartimeo, che significa “figlio di Timeo”. (Mar. 10:46) I due nomi, Natanaele e Bartolomeo, sono stati usati scambievolmente da scrittori cristiani dei secoli successivi.
Natanaele era originario di Cana di Galilea. (Giov. 21:2) Cominciò a seguire Gesù all’inizio del suo ministero. Filippo, dopo aver accettato l’invito di Gesù, “Sii mio seguace”, cercò immediatamente il suo amico Natanaele e gli disse: “Vieni e vedi” il Messia. Natanaele chiese: “Può qualche cosa di buono venire da Nazaret?” Tuttavia accolse l’invito. Gesù, vedendolo venire, osservò: “Ecco di certo un Israelita, in cui non è nessun inganno”. Natanaele doveva essere un uomo eccezionale perché Gesù facesse una dichiarazione del genere. Poiché Gesù disse questo e affermò di aver visto Natanaele sotto il fico prima che Filippo lo chiamasse, Natanaele confessò che Gesù era senz’altro “il Figlio di Dio, . . . il Re d’Israele”. Gesù gli assicurò che avrebbe visto “cose più grandi di queste”. — Giov. 1:43-51.
Essendo uno dei Dodici, Natanaele era sempre insieme a Gesù durante tutto il suo ministero, e fu addestrato per il servizio futuro. (Matt. 11:1; 19:25-28; 20:17-19, 24-28; Mar. 4:10; 11:11; Giov. 6:48-67) Dopo la morte e risurrezione di Gesù, Natanaele e altri apostoli tornarono a dedicarsi alla pesca, e una mattina, mentre si avvicinavano con la barca alla riva, Gesù li chiamò. Natanaele, a differenza di Pietro, rimase nella barca finché giunse a riva, e poi fece colazione con gli altri e assisté all’importante conversazione fra Gesù e Pietro. (Giov. 21:1-23) Era presente insieme agli altri apostoli anche quando si radunarono per pregare e il giorno di Pentecoste. — Atti 1:13, 14; 2:42.
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NaturaAusiliario per capire la Bibbia
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Natura
[gr. phỳsis, natura, origine, nascita; oppure, ordine o legge di natura; da phỳo, produrre, generare, crescere].
I traduttori in genere rendono phỳsis e (l’aggettivo) physikòs rispettivamente “natura” e “naturale”.
UOMINI E ANIMALI
Che la natura dell’uomo sia diversa da quella degli animali, e che anche le bestie non siano tutte della stessa natura è dimostrato dalle parole di Giacomo 3:7: “Poiché ogni specie [gr. phỳsis] di bestia selvaggia e d’uccello e di creatura strisciante e di creatura marina dev’esser domata ed è stata domata dal genere umano [phỳsei tèi anthropìnei]”. Questa differenza in quanto alla “natura, origine, nascita” rivela la varietà della creazione di Dio e rimane tale grazie alla legge divina che ciascuno si riproduce secondo la propria specie. — Gen. 1:20-28; confronta I Corinti 15:39.
NATURA DIVINA
Di natura diversa sono pure le creature spirituali di Dio in cielo. L’apostolo Pietro, rivolto ai conservi cristiani, fratelli spirituali di Gesù Cristo, parla delle “preziose e grandissime promesse, affinché a mezzo d’esse diveniate partecipi della natura [phỳseos] divina”. (II Piet. 1:4) Nella sua prima lettera Pietro spiega che questa “natura divina” è la vita celeste: “Iddio . . . ci ha rigenerati [anagennèsas hemàs] ad una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti . . . Essa è riservata nei cieli per voi”. (I Piet. 1:3, 4) La “natura divina” richiede dunque una rigenerazione, una nuova nascita, un mutamento di natura per mezzo della morte e risurrezione, come spiega l’apostolo Paolo in I Corinti capitolo 15 dicendo che il cristiano deve morire (v. 36), e deve essere risuscitato con un corpo diverso, spirituale (vv. 38, 44, 49), il che richiede un mutamento (v. 51).
Poiché il termine “natura” indica fondamentalmente ciò che ha un’origine, è nato o prodotto, e cresce, non potrebbe giustamente applicarsi a Dio, che non ha principio o nascita, ma si applica piuttosto a coloro che egli crea nei cieli o sulla terra, o che nascono sulla terra nel modo stabilito da Dio.
SECONDO NATURA
Paolo parla degli ebrei suoi connazionali, chiamandoli “Giudei per natura”, cioè nati da genitori ebrei, discendenti di Israele o Giacobbe. — Gal. 2:15.
Nell’illustrazione dell’olivo gli ebrei carnali sono definiti rami naturali (katà phỳsin, “secondo natura”) di un olivo coltivato. Invece ai cristiani gentili Paolo dice: “Poiché se
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