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SebnaAusiliario per capire la Bibbia
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Sebna
(Sèbna o Sebnà).
Funzionario del re Ezechia. Un tempo Sebna era ‘l’economo preposto alla casa’, presumibilmente di Ezechia; la sua era una posizione di prestigio. Geova però ordinò a Isaia di denunciare Sebna, profetizzando che sarebbe stato ‘spinto via dalla sua posizione’, a quanto pare a motivo del suo orgoglio e della sua ambizione, manifestati costruendosi un imponente sepolcro. La sua lunga veste, la sua fascia e il suo dominio, insieme alla “chiave della casa di Davide”, furono dati invece al ‘servitore di Dio Eliachim’. — Isa. 22:15-24.
Sebna non fu però privato di ogni privilegio; infatti nel 732 a.E.V. quando Sennacherib minacciava Gerusalemme ed Eliachim era diventato economo, Sebna era il segretario del re inviato insieme a Eliachim e al cancelliere a parlare con Rabsache dalle mura. Con gli abiti strappati essi riferirono a Ezechia quello che era stato detto e quindi furono mandati da Isaia per interrogare Geova. — II Re 18:18-19:7; Isa. 36:3-37:7.
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SedechiaAusiliario per capire la Bibbia
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Sedechia
(Sedechia) [Geova è giustizia].
Figlio di Giosia e di sua moglie Amutal; ultimo re giudeo a Gerusalemme. Quando lo costituì re vassallo, Nabucodonosor re di Babilonia cambiò il suo nome, Mattania, in Sedechia. Durante gli undici anni del suo regno Sedechia “continuò a fare ciò che era male agli occhi di Geova”. — II Re 24:17-19; II Cron. 36:10-12; Ger. 37:1; 52:1, 2.
In I Cronache 3:15 viene detto che Sedechia era il “terzo” figlio di Giosia. Benché in ordine di nascita fosse in realtà il quarto figlio (confronta II Re 23:30, 31; 24:18; Geremia 22:11), può darsi che in questo caso sia menzionato prima del fratello Sallum (Ioacaz) per aver regnato molto più a lungo.
Quando il padre, il re Giosia, fu ferito a morte a Meghiddo nel tentativo di respingere gli eserciti egiziani al comando del faraone Neco (ca. 629 a.E.V.), Sedechia aveva circa nove anni, cioè tre anni più di suo nipote Ioiachin. Allora il popolo fece re il fratello di Sedechia, il ventitreenne Ioacaz. Il regno di Ioacaz durò solo tre mesi, poiché il faraone Neco lo depose, mettendo al suo posto Eliachim (a cui diede il nome di Ioiachim), il venticinquenne fratellastro di Ioacaz e Sedechia. Dopo la morte del padre Ioiachim, cominciò a regnare Ioiachin. In quel tempo a quanto pare gli eserciti babilonesi al comando di Nabucodonosor assediavano Gerusalemme. Dopo aver regnato per tre mesi e dieci giorni Ioiachin si arrese al re di Babilonia (617 a.E.V.). — II Re 23:29-24:12; II Cron. 35:20-36:10.
PRIMI ANNI DI REGNO
In seguito Nabucodonosor mise Sedechia sul trono di Gerusalemme e gli fece fare un giuramento nel nome di Geova. Questo giuramento obbligava Sedechia a essere un leale re vassallo. — II Cron. 36:10, 11; Ezec. 17:12-14; confronta II Cronache 36:13.
Evidentemente all’inizio del regno di Sedechia giunsero messaggeri da Edom, Moab, Ammon, Tiro e Sidone, per indurre Sedechia a unirsi a loro nella coalizione contro il re Nabucodonosor. (Ger. 27:1-3; forse per errore di trascrizione nel versetto 1 si legge Ioiachim invece di Sedechia; vedi NW, nota in calce). Le Scritture non rivelano cosa ottennero i messaggeri. Forse la loro missione non ebbe successo, poiché Geremia esortò Sedechia e i suoi sudditi a restare sottomessi al re di Babilonia e inoltre presentò ai messaggeri dei gioghi per simboleggiare il fatto che le nazioni da cui erano venuti si dovevano anch’esse sottomettere a Nabucodonosor.
Pure all’inizio del suo regno Sedechia (per qualche ragione non indicata dalla Bibbia) inviò Elasa e Ghemaria a Babilonia. Se l’episodio è presentato in ordine cronologico, sarebbe avvenuto nel quarto anno del regno di Sedechia. — Ger. 28:1, 16, 17; 29:1-3.
Sedechia si recò personalmente a Babilonia nel quarto anno del suo regno. Questo probabilmente per presentare un tributo e così rassicurare Nabucodonosor della sua inalterata lealtà di re vassallo. In quell’occasione Sedechia era accompagnato da Seraia, capo degli alloggi, al quale il profeta Geremia aveva affidato un rotolo che esponeva il giudizio di Geova contro Babilonia. — Ger. 51:59-64.
Circa un anno più tardi Ezechiele cominciò a prestare servizio come profeta fra gli esiliati ebrei in Babilonia. (Ezec. 1:1-3; confronta II Re 24:12, 17). Nel sesto mese del sesto anno del regno di Sedechia (612 a.E.V.), Ezechiele ebbe una visione che rivelava l’idolatria, inclusa l’adorazione del dio Tammuz e del sole, praticata a Gerusalemme. — Ezec. 8:1-17.
SI RIBELLA A NABUCODONOSOR
Tre anni dopo (ca. 609 a.E.V.), nonostante la parola di Geova dichiarata per mezzo di Geremia e il proprio giuramento fatto nel nome di Geova, il re Sedechia si ribellò a Nabucodonosor e chiese aiuto militare all’Egitto. (II Re 24:20; II Cron. 36:13; Ger. 52:3; Ezec. 17:15) Per questo gli eserciti babilonesi al comando di Nabucodonosor mossero contro Gerusalemme. L’assedio della città cominciò “nel nono anno, nel decimo mese, il decimo giorno del mese”. — Ezec. 24:1-6.
Forse all’inizio di questo assedio Sedechia inviò “Pasur figlio di Malchia e Sofonia figlio di Maaseia, il sacerdote”, da Geremia per interrogare Geova e sapere se Nabucodonosor si sarebbe ritirato da Gerusalemme. La parola di Geova dichiarata per mezzo di Geremia indicò che la città e i suoi abitanti avrebbero subito una calamità per mano dei babilonesi. (Ger. 21:1-10) Sembra che subito dopo Geremia, ubbidendo a un ordine divino, si sia recato personalmente da Sedechia per avvertirlo che Gerusalemme sarebbe stata distrutta e il suo re portato a Babilonia, per morirvi in pace. — Ger. 34:1-7.
Nell’assediata Gerusalemme, Sedechia e i suoi principi ritennero opportuno fare qualche cosa per ottemperare alla legge di Geova e ottenere il Suo favore. Benché non fosse l’anno del Giubileo, convennero di rimettere in libertà i propri schiavi ebrei. In seguito infransero questo patto rendendo nuovamente schiavi quelli che avevano rimesso in libertà. (Ger. 34:8-22) Sembra che questo fosse avvenuto quando un contingente egiziano venne in difesa di Gerusalemme, inducendo i babilonesi a levare temporaneamente l’assedio per far fronte alla minaccia dell’Egitto. (Ger. 37:5) Ritenendo a quanto pare che i babilonesi sarebbero stati sconfitti e non avrebbero potuto riprendere l’assedio, coloro che avevano rimesso in libertà ebrei resi schiavi pensarono che il pericolo fosse passato e, perciò, li ridussero nuovamente in schiavitù.
Sedechia era un sovrano molto debole, come dimostra il fatto che, quando in seguito i principi chiesero che Geremia fosse messo a morte perché secondo loro demoralizzava la popolazione assediata, Sedechia disse: “Ecco, è nelle vostre mani. Poiché non c’è nulla in cui il re stesso possa prevalere contro di voi”. Ma poi accolse la richiesta di Ebed-Melec di poter salvare Geremia e gli ordinò di prendere con sé trenta uomini per farsi aiutare. In seguito Sedechia ebbe di nuovo un incontro privato con Geremia. Assicurò il profeta che non l’avrebbe ucciso né consegnato nelle mani di coloro che volevano la sua morte. Tuttavia temeva le rappresaglie degli ebrei che erano passati ai caldei e perciò non prestò ascolto all’ispirato consiglio di Geremia di arrendersi ai principi di Babilonia. Dando ulteriore prova del suo timore, il re Sedechia chiese a Geremia di non rivelare l’argomento della loro conversazione privata ai principi sospettosi.
CADUTA DI GERUSALEMME
Infine (607 a.E.V.) “nell’undicesimo anno di Sedechia, nel quarto mese, il nono giorno del mese”, il nemico penetrò nella città. Di notte Sedechia e gli uomini di guerra si diedero alla fuga. Raggiunto nella pianura desertica di Gerico, Sedechia fu portato da Nabucodonosor a Ribla. I suoi figli vennero uccisi sotto i suoi occhi. Poiché in quel tempo Sedechia aveva solo trentadue anni circa, i ragazzi dovevano essere ancora piccoli. Dopo aver assistito alla morte dei figli, Sedechia venne accecato, legato con ceppi di rame e portato a Babilonia, dove morì nella casa di detenzione. — II Re 25:2-7; Ger. 39:2-7; 44:30; 52:6-11; confronta Geremia 24:8-10; Ezechiele 12:11-16; 21:25-27.
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SedizioneAusiliario per capire la Bibbia
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Sedizione
[gr. stàsis, l’alzarsi o allontanarsi, sollevazione popolare, insurrezione, sedizione, tumulto (Mar. 15:7; Luca 23:19, 25); o, in senso più personale, dissenso, controversia, a volte violenta (Atti 15:2; 23:7, 10)].
Secondo la legge romana partecipare a una sedizione oppure provocare un tumulto o prendervi parte era un reato che comportava la pena di morte. Infatti il cancelliere della città avvertì la folla tumultuosa di Efeso del pericolo che correvano: “Siamo realmente in pericolo d’essere accusati di sedizione per la questione di oggi, non esistendo una singola cosa che ci permetta di rendere ragione di questa turba disordinata”. (Atti 19:40) Anche l’accusa presentata da Tertullo al governatore romano Felice secondo la quale Paolo suscitava “sedizioni fra tutti i Giudei” era molto grave. Se fosse stato riconosciuto colpevole, Paolo sarebbe stato condannato a morte. — Atti 24:5.
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SefelaAusiliario per capire la Bibbia
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Sefela
(Sefèla) [bassopiano].
Termine che di solito si riferiva alla bassa regione collinare compresa tra la catena montuosa centrale della Palestina e la pianura costiera della Filistea. (Deut. 1:7; Gios. 9:1; 10:40; 11:2; 12:8; Giud. 1:9; II Cron. 28:18; Abd. 19; Zacc. 7:7) La Sefela faceva parte del territorio di Giuda. (Gios. 15:33-44) Pur raggiungendo un’altitudine di 450 m circa, in paragone alla catena montuosa centrale molto più alta è un “bassopiano” (confronta Geremia 17:26; 32:44; 33:13 dove nel testo ebraico ricorre shephelàh). La Sefela confinava a S col Negheb (Giud. 1:9) e a N con i monti della Samaria (oltre il bassopiano di Aialon). — Gios. 11:16.
Le valli che dividono le ondulate colline pedemontane della regione costituivano delle naturali vie di comunicazione in direzione E-O. La Sefela è fertile e vi prevale un clima temperato. Anticamente la regione era nota per i numerosi alberi di sicomoro e gli oliveti, e offriva buoni pascoli a greggi e armenti. — I Re 10:27; I Cron. 27:28; II Cron. 1:15; 9:27; 26:10.
Può darsi che la Sefela menzionata in relazione alla “regione montagnosa d’Israele” (Gios. 11:16) fosse la regione collinare compresa tra i monti della Samaria e la pianura di Saron. Questa regione è più stretta e meno ben definita della Sefela di Giuda. Non c’è ragione di ritenere anacronistica la distinzione fra Giuda e Israele. Un commentario osserva nella nota in calce: “La distinzione . . . si può spiegare senza difficoltà anche nelle circostanze presenti all’epoca di Giosuè. Giuda e la duplice tribù di Giuseppe (Efraim e Manasse) ricevettero a sorte l’eredità prima di tutti gli altri. Ma mentre la tribù di Giuda procedette nel territorio assegnatole al sud, tutte le altre tribù rimasero ancora a Ghilgal; e anche in seguito, quando Efraim e Manasse erano nei loro possedimenti, tutto Israele, con l’eccezione di Giuda, era ancora accampato a Silo. Inoltre le due parti della nazione erano ora separate dal territorio che fu poi assegnato alla tribù di Beniamino, ma che in quel tempo non aveva nessun proprietario; e oltre a ciò l’altare, il tabernacolo e l’arca del patto si trovavano nel mezzo di Giuseppe e delle altre tribù ancora radunate a Silo”. — C. F. Keil e F. Delitzsch, Biblical Commentary on the Old Testament (Giosuè, Giudici, Rut), pp. 124, 125.
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SegaAusiliario per capire la Bibbia
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Sega
Strumento per tagliare costituito da una lama dentellata munita di uno o due manici, oppure da una lama fissata a un telaio. Le seghe più antiche non tagliavano in entrambe le direzioni: alcune tagliavano quando chi se ne serviva le tirava verso di sé, altre quando venivano spinte in avanti. Le seghe egiziane di solito erano di bronzo e avevano denti inclinati in direzione del manico. Una sega del genere tagliava quando veniva tirata verso la persona che se ne serviva. La lama era inserita nel manico o fissata mediante cinghie. Seghe con due manici munite di lama di ferro erano in uso presso gli assiri. I carpentieri ebrei e di altri paesi usavano la sega per tagliare il legname, e i muratori usavano seghe in grado di tagliare la pietra. — Isa. 10:15; I Re 7:9.
Davide mise i prigionieri ammoniti a segare pietre. (II Sam. 12:29-31) Secondo il testo masoretico di I Cronache 20:3 fra i loro arnesi c’erano “scuri”, o letteralmente “seghe di pietra”. Sembra che in certi casi per tagliare la pietra si usassero seghe munite di lama di rame con denti di pietra. Ma a quanto pare sotto la parte tagliente di una sega con lama di rame o di bronzo si metteva a volte un abrasivo come polvere di smeriglio per rendere più facile tagliare la pietra.
La persecuzione dei fedeli testimoni di Geova precristiani era stata a volte così violenta che alcuni furono uccisi essendo “segati a pezzi”. (Ebr. 11:37, 38) Secondo la tradizione l’empio re Manasse fece mettere a morte Isaia in questo modo estremamente penoso, ma le Scritture non ne parlano.
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SegnaleAusiliario per capire la Bibbia
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Segnale
Questo termine traduce comunemente l’ebraico nes. (CEI, NM) Sembra indicare un’asta o un palo fisso posto in luogo elevato e viene usato sia in senso letterale che figurativo. Non indica dunque un segnale per inviare messaggi, come un ‘segnale di fumo’ (Giud. 20:38, 40) o un “segnale di fuoco” (Ger. 6:1), indicato da altri vocaboli ebraici. Un palo del genere poteva servire come punto di riferimento intorno al quale si potevano radunare persone o eserciti. (Isa. 5:26; 13:2; 18:3; 30:17; 31:9; Ger. 4:6, 21; 50:2; 51:12, 27; confronta Salmo 60:4, NW, nota in calce). Per esempio, quando in un’occasione gli israeliti si lamentarono della manna e della mancanza di acqua, Geova li punì mandando fra loro serpenti velenosi. Ma dopo che si erano pentiti Geova ordinò a Mosè di fare un serpente e fissarlo a un’antenna (nes). “Mosè fece subito un serpente di rame e lo pose sull’antenna; e davvero accadde che se un serpente aveva morso un uomo ed egli guardava fisso il serpente di rame, rimaneva in vita”. (Num. 21:5-9) Evidentemente quell’antenna era stata collocata in un punto fisso, senza
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