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  • Moralità cristiana
    La Torre di Guardia 1968 | 15 giugno
    • Devi amare il tuo prossimo come te stesso”. (Matt. 22:37, 39) Il modo di amare Dio e dimostrare tale amore non è quello di ignorare la sua giusta norma per la condotta umana. No, piuttosto, è quello di attenersi strettamente al modo di vivere di cui Cristo Gesù diede l’esempio. È quello di prestare più attenzione alla guida dello spirito santo di Dio che ai desideri della nostra carne imperfetta.

      31. Come determiniamo chi è il nostro prossimo?

      31 E per timore che in qualche modo ci facessimo un’idea molto limitata di chi costituisce il nostro prossimo, Gesù fece l’illustrazione del buon Samaritano. Alla conclusione rivolse la pertinente domanda: “Chi di questi tre ti sembra che si sia reso prossimo all’uomo che cadde fra i ladroni?” (Luca 10:36) Si tratta dunque di rendersi prossimi a tutte le creature simili a noi, a tutti quelli che hanno bisogno in una forma o nell’altra della nostra assistenza. Abbandonandoci alla fornicazione o all’adulterio, che specie di prossimo siamo noi verso il padre, o il fratello, o il marito di qualcuno? E che specie di prossimo ci rendiamo per la persona a cui rubiamo il rispetto di sé con tali illecite relazioni sessuali? Certo le risposte sono ovvie.

      32. Può esserci alcun dubbio circa la vera norma morale per i cristiani?

      32 Il Figlio stesso di Dio, mentre era nella carne, dimostrò col suo modo di vivere la norma morale che doveva essere osservata dai suoi seguaci. È inutile chiamarsi “cristiano” e seguire una condotta diversa. Ci si rende soltanto ipocriti. Insegnare e praticare ciò che è contrario all’insegnamento che Gesù ricevette dal suo Padre celeste vuol dire rendersi nemici di Dio, e solo la morte può essere la fine di tale condotta.

      33. Come possono i seguaci di Gesù divenire santi, come anche il loro Dio è santo?

      33 D’altra parte, se abbiamo acquistato conoscenza della mente di Dio e di Cristo dovremmo saggiamente dare ascolto alla premurosa esortazione: “Cessate di conformarvi ai desideri che aveste un tempo nella vostra ignoranza, ma, secondo il santo che vi ha chiamati, divenite anche voi santi in tutta la vostra condotta, perché è scritto: ‘Dovete esser santi, perché io sono santo’”. (1 Piet. 1:14-16) Malgrado il fatto che abbiamo ereditato il peccato da Adamo e le debolezze della carne, possiamo divenire santi. Dio non richiede da noi l’impossibile. E se, col suo aiuto, continuiamo a “rivolgere la mente allo spirito” possiamo avere pace con Dio ora e ottenere la vita e la pace nel suo Nuovo Ordine.

  • “La risposta, quando è mite, allontana il furore”
    La Torre di Guardia 1968 | 15 giugno
    • “La risposta, quando è mite, allontana il furore”

      “La risposta, quando è mite, allontana il furore”, dice la Parola del Signore. (Prov. 15:1) Un fratello incontrò qualcuno che udendo il messaggio del Regno montò su tutte le furie. Egli cominciò a minacciare e insultare il fratello, ma il fratello mostrò pazienza, risolvendo saggiamente la questione, con molta gentilezza. Mentre se ne stava andando, la persona adirata lo richiamò indietro e disse: “Sono molto impressionato dalla sua pazienza e dal suo contegno. Mi dia quelle riviste; le comprerò!” Fu disposto di tenere uno studio biblico, e ora questa persona progredisce nella verità. — Annuario dei Testimoni di Geova (inglese), Grecia, pagina 144.

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