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    La Torre di Guardia 1953 | 1° gennaio
    • alla nostra attuale condotta, non ci facciamo trovare fra quelli che ignorano i chiari avvertimenti posti nelle Scritture per governare il benessere presente e futuro.

  • Odiati per il suo nome
    La Torre di Guardia 1953 | 1° gennaio
    • Odiati per il suo nome

      GESÙ Cristo recò indiscutibilmente il più grande messaggio di pace, gioia e contentezza umana che sia mai stato pronunziato alle orecchie degli uomini. Tuttavia, in nessun luogo egli promise ai suoi seguaci i favori di questo mondo o anche un suo trattamento umanitario. Dicendo loro con chiarezza che cosa dovevano aspettarsi, egli precisava: “Allora vi daranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le nazioni a motivo del mio nome”. — Matt. 24:9, NW.

      Nell’anno 64 (d. C.) il Cristianesimo era preminente in gran parte di tutto l’Impero Romano, compresa la stessa città capitale di Roma. Le loro individuali caratteristiche, forma di adorazione e fermo rifiuto di far compromessi avevano reso i Cristiani sicuri bersagli di ostilità e di ridicolo. In quell’anno, il decimo del regno dell’imperatore Nerone, Roma fu colpita da un incendio così vasto ch’esso è tuttora oggetto di poesia e leggenda. Quando il fuoco si spense, il grande quartiere povero della superba capitale giaceva in parziale o totale rovina. Le successive elargizioni di Nerone per i senzatetto e l’energico programma di ricostruzione non poterono soffocare il crescente sospetto che egli fosse l’incendiario della sua stessa capitale. Cercando un pronto capro espiatorio per distogliere l’attenzione, il precipitoso imperatore si affrettò a dare pubblicamente la colpa agli impopolari Cristiani. Cominciò così un’èra di dieci maggiori persecuzioni contro i Cristiani da parte di diversi imperatori di Roma per un periodo di circa trecento anni.

      LE DIECI PERSECUZIONI

      Nerone fece sì che la prima di queste terribili persecuzioni desse l’esempio per le altre. Subito egli fece raccogliere, condannare sommariamente e mettere a morte i Cristiani nella più barbara maniera che si possa concepire. Alcuni eran gettati agli animali feroci nella pubblica arena, altri venivano cuciti entro pelli d’animali e lasciati in preda a cani selvaggi, molti erano crocifissi, ed altri ancora venivano rivestiti di materiali combustibili ed accese per servire da torce umane che illuminavano i giardini di Nerone la notte. Fu in questa persecuzione che l’apostolo Paolo venne martirizzato.

      Alla morte di Nerone seguì una breve tregua, ma negli ultimi anni del primo secolo si accese la seconda grande persecuzione, sotto l’imperatore Domiziano. Si dice che solo nell’anno 95 circa 40.000 patirono il martirio. Come Nerone, Domiziano presenta tratti da demente. In precedenza egli aveva ucciso il suo stesso fratello e un certo numero di senatori romani. Uno dei suoi decreti ordinava la morte di tutti i discendenti di Davide. Nella persecuzione di questo governante soffrì un certo numero di notevoli Cristiani, compreso, secondo il Blanchard nel suo Libro di Martiri (inglese), il Timoteo a cui l’apostolo Paolo scrisse due lettere canoniche. Fu pure in questo periodo che Giovanni, l’ultimo vivente dei dodici apostoli, fu esiliato nell’isola di Patmos, dove scrisse l’ispirato libro biblico di Apocalisse verso il 96 d.C.

      Dopo Domiziano il breve regno di tredici mesi di Nerva portò un intervallo di refrigerio prima del terzo grande periodo di prova da parte della furia romana. Il regno dell’imperatore Traiano accese di nuovo l’odio.

      Una vedova cristiana, che si rifiutò di far sacrificio all’imperatore, fu appesa per i capelli e poi annegata in un fiume. Focus, un sorvegliante cristiano, fu prima gettato in una fornace di calcina, indi in un bagno bollente finché morì. Un altro, Ignazio di Antiochia, fu torturato col fuoco, la sua carne venne straziata con tenaglie arroventate e infine fu fatto a pezzi da bestie selvagge. Il successore di Traiano, Adriano, persistette in questo fino alla sua morte nel 138 d.C., quando fu succeduto dal meno severo Antonino Pio.

      Ma ancora la pace poteva essere solo temporanea. Giunse l’anno 162 e la quarta ondata di attrito, sotto il fiero pagano Marco Aurelio Antonino. Sotto questo governo i Cristiani, indipendentemente dal sesso, furono sottoposti ai più crudeli trattamenti subiti fino ad allora. Notevoli membri della chiesa cristiana come Policarpo e Giustino affrontarono risolutamente la morte. Altri orrori come le sedie di tortura arroventate non riuscirono a distruggere la fede cristiana.

      La quinta persecuzione fu per lo più una questione locale, scatenandosi spasmodicamente in varie parti dell’impero dove leggi vigenti contro i Cristiani venivano irregolarmente rafforzate. L’imperatore Severo non suscitò altri danni da parte della legge, evidentemente per la sua affezione verso il medico cristiano che l’aveva guarito da una pericolosa malattia.

      Nel 235 d.C. la sesta oppressione si abbatté sui Cristiani durante il regno dell’imperatore Massimino. Questa volta innumerevoli vittime cristiane furono uccise senza alcun processo e i loro corpi vennero spesso ammucchiati senza neppure dar loro una decente sepoltura. Si dice che questa persecuzione fu generata dal grande odio di Massimino per il suo predecessore, Alessandro, che aveva protetto i Cristiani. Sotto Decio, nel 249 d.C., fu inaugurata la settima persecuzione. Questo attacco si estese a tutto l’impero, non risparmiò né età né sesso, e macchinò d’introdurre una tortura insuperata da tutte quelle precedenti.

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