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  • L’aeroplano, mezzo di trasporto della Nuova Guinea

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  • L’aeroplano, mezzo di trasporto della Nuova Guinea
  • Svegliatevi! 1971
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Svegliatevi! 1971
g71 22/1 pp. 21-23

L’aeroplano, mezzo di trasporto della Nuova Guinea

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Papuasia

SI ALLACCIANO le cinture di sicurezza, l’aereo s’inclina in virata avvicinandosi alla pista d’atterraggio incredibilmente piccola e subito le ruote toccano un’irregolare superficie ghiaiosa. Ci fermiamo e immediatamente siamo circondati da indigeni dipinti e ornati di penne che battono i tamburi, agitano le lance e gli archi e lanciano tradizionali urli di guerra.

Felicemente sono nostri amici, poiché questa è l’inaugurazione di una nuova pista d’atterraggio negli altipiani orientali della Nuova Guinea. La maggioranza di queste persone primitive conoscono già l’uccello gigante o balus come chiamano l’aereo nella lingua nativa, ma per molti questa è la prima volta che ne vedono atterrare uno.

I cieli della Nuova Guinea sono veramente pieni del rombo di aerei. Lo sviluppo dei trasporti aerei dagli inizi verso la fine degli anni venti è stato fenomenale. Nel 1968 il numero di piste d’atterraggio nel continente e nelle isole incluse nel territorio era salito a 248. L’aereo è senz’altro il mezzo di trasporto della Nuova Guinea. Due anni fa in un mese da un solo centro furono trasportate 900 tonnellate di merce a piste d’atterraggio sugli altipiani! Ed ecco l’apertura di un’altra pista d’atterraggio.

Viaggio sulla rotta frequentata

Ma mentre continuano le celebrazioni, riflettiamo sulla funzione dell’aereo in questo paese montuoso di giungle e profonde gole. Il Douglas DC-3 è assai comune lì. Senza imbottiture e le solite comodità del moderno aereo di linea, sono gusci spogli, fatti per trasportare un carico massimo di merce e passeggeri. I sedili di tela e metallo sono disposti lungo ciascun lato dell’aereo e i passeggeri sono girati verso l’interno dove lo spazio centrale del pavimento è riservato alle merci che saranno prese a bordo o scaricate durante il percorso.

Il passeggero può notare ai suoi piedi un cesto di bambù contenente due galline; più giù può esserci un parafango per un autocarro. Pane fresco, carne congelata, pezzi di ricambio per un trattore, medicinali, fasci di giornali e di periodici, condutture per qualche progetto idrico in un villaggio, articoli vari di materiale da costruzione, una o tutte queste cose possono costituire il carico quotidiano.

Più avanti, verso la cabina di pilotaggio, ci saranno mucchi di sacchi della posta: Con che ansia sono attesi nelle comunità isolate dove questo mezzo di trasporto aereo atterra! Presso la porta ci sono molto probabilmente cesti di canna pieni di lattuga, carote, cavoli e pomodori destinati alla costa. Una spaziosa cassa può contenere un grosso e grasso maiale: probabilmente parte del prezzo della sposa per una cerimonia nuziale.

Il carico dei passeggeri può essere vario quasi come quello delle merci: un poliziotto locale che va a casa in licenza, un meccanico con una grande cassetta di attrezzi per le riparazioni del macchinario per sollevare la terra nella costruzione di qualche nuova strada, un agricoltore e la sua famiglia che tornano a casa dopo aver trascorso i giorni di fine settimana in città, forse un bambino nudo addormentato sulle ginocchia di sua madre e qualche nervoso indigeno con una fascia di corteccia intorno ai fianchi. Ornati di conchiglie e penne e con archi e frecce ai piedi, vanno verso la costa per offrire conchiglie di cipridi, la tradizionale moneta della loro dimora sugli altipiani, in cambio di dollari.

Il pilota scavalca le merci raggiungendo il ponte di volo, la porta si chiude e con un rombo si accendono i motori. Ogni chiodo, ogni bullone sembra tremare e scuotersi mentre il grosso uccello rulla sulla pista, col rumore ingrandito nella cabina non rivestita. Poi, con uno scatto di velocità e un balzo verso l’alto tutto quel carico è in aria. I nativi sono protesi contro le cinture di sicurezza, gli occhi chiusi, i denti scoperti, con grandi gocce di sudore sulla fronte. Probabilmente è il loro primo preoccupante volo nell’uccello “gigante”!

Scopriamone la ragione

Mentre l’aereo volteggia per prendere quota e sale fra le nubi per passare in mezzo a un vuoto tra torreggianti montagne, si comincia a capire perché l’aereo sia un così prezioso mezzo di trasporto in questa regione. L’area continentale è attraversata in tutta la sua lunghezza da una massiccia cordigliera di circa 2.400 chilometri, uno dei grandi sistemi montuosi del mondo, con vette che raggiungono l’altezza di 4.600 metri. L’isola è intersecata da grandi gole e fertili valli. In questo terreno accidentato è costoso costruire e mantenere in buone condizioni le strade. In realtà, in queste zone si usano portatori umani e asini per trasportare i prodotti alla più vicina pista d’atterraggio.

Girando e volteggiando sopra le valli, si intravedono verdi capanne e giardini in bell’ordine. Il rumore che si ode sotto dice ai passeggeri che il carrello d’atterraggio è stato abbassato e presto il grande uccello si posa su un pendio erboso, forse il primo tratto pianeggiante che si veda dal decollo. I lavoratori indigeni, con un grembiale d’erba o di corteccia soltanto e poche foglie dietro, caricano e scaricano rapidamente le merci. Piantatori e addetti a servizi pubblici attendono qualche pacco da lungo tempo o qualche pezzo di ricambio urgentemente necessario. In una nube di polvere arriverà una jeep con un medico che viene a prendere i suoi medicinali o con un paziente che dev’essere portato all’ospedale di Mount Hagen. Sì, qui l’aeroplano diventa spesso un’ambulanza aerea.

Sotto il vigile occhio del governo, l’industria dei trasporti aerei si è fatta qui un’invidiabile reputazione per la sua sicurezza e i suoi servizi. Benché la rete stradale si vada gradualmente espandendo, lo stesso può dirsi degli aeroporti mentre sono terminate nuove piste d’atterraggio in zone fuori mano. In principio i trasporti aerei si facevano soprattutto con Junkers tedeschi. In seguito l’aereo Bristol, con il carico nella parte anteriore, divenne in questi cieli una cosa comune da vedere e continuò fino al 1966.

Gli indigeni consideravano gli aerei come enormi uccelli e portavano anche grandi quantità di erbaggi per dargli da mangiare. Infatti, si racconta che un poliziotto locale si arricchisse dicendo alla gente credula che l’uccello mangiava solo maiali. Oggi, comunque, la gente del territorio apprezza l’aereo non solo come legame con il mondo esterno, ma particolarmente come mezzo di trasporto per trasferire i loro prodotti al mercato.

Uno scoppio di applausi ci riporta al presente e la ripresa dei canti e delle danze significa che la cerimonia ufficiale d’inaugurazione di questa nuova pista è terminata. Il nostro piccolo velivolo è di nuovo visitato dai capi tribali e il locale luluai o capo con i suoi consiglieri sono portati a fare un breve volo.

Finalmente saliamo a bordo del nostro mezzo di trasporto e decolliamo per andare a casa, a soli venti minuti di distanza. Facendo il viaggio per strada ci vorrebbero quasi quattro ore su sentieri accidentati e talvolta pericolosi per arrivare alla stessa destinazione. Questo illustra esaurientemente la funzione dell’aereo come mezzo di trasporto della Nuova Guinea.

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