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  • “Il regno del nostro Signore e del suo Cristo” assume il potere
    La Torre di Guardia 1978 | 1° agosto
    • 6. In che modo le nazioni della cristianità hanno mostrato di non essere sudditi del Principe della pace?

      6 Non furono loro quelle che infransero la pace del mondo con la guerra mondiale del 1914-1918? Delle 28 nazioni e imperi che infine furono coinvolti nella guerra, venti o più partecipanti asserivano d’essere cristiani. Per quale contesa andarono in guerra? Per la contesa del dominio mondiale. No, non del dominio mondiale a favore di Gesù Cristo, ma del dominio mondiale a favore di chiunque vincesse il conflitto globale. Ma la prima guerra mondiale non risolse definitivamente la questione. Ventun anni dopo cominciarono un conflitto di proporzioni più vaste. E ora, più di 32 anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, la questione del dominio mondiale non è risolta in modo soddisfacente per le nazioni del mondo. Si sta creando una situazione politica che potrebbe portare a un terzo violento conflitto globale.

      7. Quale annuncio dato loro dai cristiani testimoni di Geova hanno messo da parte le nazioni del mondo, che mettono la loro sovranità al di sopra di ogni altra cosa?

      7 Le nazioni che finora hanno posto la loro sovranità nazionale al di sopra di ogni altra cosa hanno messo da parte ciò che i cristiani testimoni di Geova hanno proclamato loro nonostante la crudele persecuzione. Che cos’hanno proclamato? Questo: che all’inizio dell’autunno dell’anno 1914, anno in cui infuriò la guerra, il loro permesso di governare il mondo senza interferenza da parte del regno di Dio era scaduto. O, per usare il linguaggio della profezia di Gesù Cristo, i “tempi dei Gentili”, “i fissati tempi delle nazioni”, erano scaduti. Era arrivato il tempo fissato dal Sovrano dell’universo, Geova Dio, per stabilire “il regno del nostro Signore e del suo Cristo”. Egli diede alla luce il regno del suo Cristo non a Gerusalemme in Medio Oriente, ma lassù in cielo alla sua destra. (Luca 21:24, versione di F. Nardoni; Traduzione del Nuovo Mondo) Poiché questo avvenne in cielo, fu a noi invisibile. Ma le prove di ciò sono dinanzi ai nostri occhi nelle cose che Gesù preannunciò come “segno” visibile. — Matt., capp. 24 e 25; Mar. 13:3-37; Luca 21:5-36.

      ENTRATE NEL “REGNO DEL NOSTRO SIGNORE E DEL SUO CRISTO”

      8. Da quando si è potuto leggere quel “segno”, indicando il tempo di quale annuncio?

      8 Quanti di noi hanno notato quel “segno” e ne hanno letto il significato mentre si rivelava ai nostri occhi dalla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914? Esso indica che quello fu il tempo in cui nel cielo alte voci dovevano proclamare: “Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo, ed egli regnerà per i secoli dei secoli”. — Riv. 11:15.

      9. Che differenza c’è fra questo “regno” e quello menzionato in Colossesi 1:13, e chi è detto che vi regna?

      9 Ascoltiamo di nuovo quella proclamazione e notiamo quello che dice. Non: ‘Ed essi regneranno per i secoli dei secoli’, ma: “Ed egli regnerà per i secoli dei secoli”. Chi è dunque Colui che deve regnare per i secoli dei secoli? Dev’essere la persona principale di cui si parla nella proclamazione, colui che ha un Cristo o Unto. Dev’essere colui che è chiamato “nostro Signore”. Colui che è chiamato in cielo “nostro Signore” è la Persona principale, e il “suo Cristo” viene al secondo posto. Per cui il governo è chiamato “regno del nostro Signore e del suo Cristo”, ed è di proporzioni maggiori e di dimensioni più grandi del “regno del Figlio del suo amore”, di cui si parla in Colossesi 1:13, regno menzionato dall’apostolo Paolo circa 35 anni prima che Giovanni scrivesse la Rivelazione. Allorché “il regno del mondo” assume il potere, è Geova Dio in effetti che comincia a regnare. Egli è il “Signore della terra”. — Riv. 11:4; Zacc. 14:3-9.

      10. Che cosa ha inizio per il “Re d’eternità”?

      10 Che questa sia la corretta applicazione dell’espressione “nostro Signore” è confermato da quello che dicono i 24 anziani mentre adorano dinanzi al trono divino: “Ti ringraziamo, Geova Dio, Onnipotente, che sei e che eri, perché hai preso il tuo gran potere e hai cominciato a regnare”. (Riv. 11:16, 17) Questo contrassegna l’inizio di un periodo speciale nel dominio universale di Dio, il “Re d’eternità”. — 1 Tim. 1:17; Riv. 15:3.

      11. Che tipo di ruolo svolge il simbolico figlio maschio nato dalla “donna” di Dio, ma chi è in sostanza a esercitare il potere sovrano?

      11 Il potere sovrano di Geova Dio è magnificato anche in quello che si dice in relazione alla nascita di una progenie della celeste “donna” di Dio. La progenie è raffigurata da un figlio maschio, “che deve pascere tutte le nazioni con una verga di ferro”. Questo significa che il simbolico figlio maschio deve frantumare tutte le nazioni politiche della terra come quando si frantuma un vaso d’argilla. Ha dunque un ruolo governativo da adempiere. Ma chi è in sostanza a esercitare il potere regale? Ci è indicato dalle seguenti parole: “E il figlio di lei fu rapito presso Dio e il suo trono”. — Riv. 12:1-5.

      12. Chi è a mettere sul trono il simbolico figlio maschio, e in seguito, chi vien detto che ha il regno, e a chi è data l’autorità?

      12 Dio è Colui che mette sul trono questo simbolico figlio maschio. Dio è la Fonte di ogni legittimo dominio. Il simbolico figlio riceve una posizione secondaria rispetto al regno di Dio. Come strumento governativo di Dio se ne parla come di qualcosa di completamente nuovo, di così nuovo come un neonato, non come di qualcosa che esisteva già dalla Pentecoste del 33 E.V. Pertanto, quando scoppia la guerra in cielo dopo la nascita di questo simbolico figlio maschio e si ottiene infine la vittoria, essendo Satana e i suoi demoni scacciati, si ode in cielo un’alta voce dire: “Ora son venuti la salvezza e la potenza e il regno [di chi?] del nostro Dio e l’autorità del suo Cristo, perché è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli”. (Riv. 12:7-10) Nuovamente è detto che il regno è quello del nostro Dio. È Lui che in effetti regna, e il suo Cristo o Unto, Gesù, riceve l’“autorità” di governare in senso secondario, sotto il Signore Dio.

      13. Alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914, che cos’era in gioco rispetto a Geova, e com’era stata espressa molto tempo prima verso la nostra terra?

      13 C’è una valida ragione scritturale se le cose sono espresse in questo modo, con enfasi sul regno di Geova Dio. Quando “il regno del mondo” assume i poteri alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 ciò che è in gioco è la Sua sovranità universale. Duemilacinquecentoventi anni prima, Geova aveva avuto un regno sulla terra che lo rappresentava fra le nazioni Gentili. Era il regno della casa reale di Davide a Gerusalemme. Era detto che Davide e i re successori sedevano sul “trono di Geova” nella capitale della nazione. (1 Cron. 29:23) Poco prima di morire Davide offrì una generosa contribuzione per la costruzione di un tempio di Geova e in quell’occasione disse: “Tuo è il regno, o Geova, che pure ti innalzi quale capo sopra tutto”. (1 Cron. 29:11) Pertanto il regno della casa reale di Davide era un’espressione della sovranità universale di Geova Dio verso la terra.

      14. Nonostante il patto eterno per un regno che Dio aveva fatto con Davide, in che modo l’occupazione del trono da parte dei discendenti di Davide fu interrotta?

      14 In armonia con il patto per un regno eterno che Dio aveva fatto con il re Davide, la casa reale di Davide continuò a occupare il “trono di Geova” a Gerusalemme fino all’estate del 607 a.E.V. In quel tragico tempo gli eserciti babilonesi conquistarono Gerusalemme e la distrussero, e il re Sedechia fu portato in esilio a Babilonia. A metà del settimo mese lunare, Tishri, di quell’anno, seguì la completa desolazione del paese di Giuda. Sebbene 70 anni dopo i superstiti ebrei esiliati tornassero a Gerusalemme e al paese di Giuda, il “trono di Geova” non fu ristabilito a Gerusalemme, per essere occupato da un discendente di Davide con il diritto reale alla corona e allo scettro. Perché no?

      15. In che modo l’interruzione della sovranità di Geova verso la terra fu raffigurata in un sogno del re Nabucodonosor?

      15 Perché ora, dalla desolazione del paese di Giuda nel 607 a.E.V., erano iniziati i Tempi dei Gentili che dovevano durare 2.520 anni, cioè fino al 1914 E.V. La sovranità di Geova verso questa terra era simile all’alto albero visto nel sogno di Nabucodonosor. Quell’albero fu abbattuto, essendone lasciato nel suolo solo il ceppo. Dovevano passare “sette tempi” sul ceppo dell’albero prima che potesse germogliare. Per tale ragione il ceppo dell’albero fu legato con ferro e rame, dovendo rimanere legato sino alla fine dei “sette tempi”. (Dan. cap. quattro) Secondo questa figura, alla fine di “sette tempi” di incontrastato dominio gentile della terra la sovranità universale di Geova doveva esprimersi di nuovo verso la nostra terra.

      16, 17. (a) A quel tempo fissato, di quale regno doveva Geova venire in possesso, e quale appropriata proclamazione si sarebbe fatta? (b) Alla distruzione di Babilonia la Grande, che cosa si sarebbe annunciato a conferma del dominio di Geova?

      16 Al tempo fissato, secondo l’ordine degli avvenimenti stabilito da Dio, ‘il regno del mondo doveva divenire il regno del nostro Signore e del suo Cristo’. (Riv. 11:15) Tutti quelli che in cielo e sulla terra avevano pregato perché Dio facesse di nuovo valere la sua piena sovranità verso la terra, dove le potenze gentili avevano esercitato così a lungo il dominio, avevano una buona ragione per provare immensa gioia. Allora, e non al versamento dello spirito santo alla Pentecoste del 33 E.V., si doveva fare la proclamazione di Salmo 97:1, 9: “Geova stesso regna! Gioisca la terra. Si rallegrino le molte isole. Poiché tu, o Geova, sei l’Altissimo su tutta la terra; sei molto alto nella tua ascesa su tutti gli altri dèi”. (Anche Salmo 99:1). Successivamente, la distruzione di Babilonia la Grande (l’impero mondiale della falsa religione) avrebbe confermato il potere sovrano di Geova. Con un Alleluia sarebbe echeggiato il grido:

      17 “Lodate Iah, perché Geova il nostro Dio, l’Onnipotente, ha cominciato a regnare”. — Riv. 19:6.

      18. Chi assume quindi il potere di regnare, e quale dono fa a suo Figlio?

      18 Queste proclamazioni sottolineano enfaticamente che è il Sovrano Signore Geova a ricominciare a regnare verso la terra alla fine dei “sette tempi” di dominio gentile. È Lui a prendere il suo gran potere e ad assumere “il regno del mondo”. (Riv. 11:15-17) Quindi dà a suo Figlio, Gesù Cristo, una parte nel “regno del mondo”. Pertanto “il suo Cristo” prende parte a qualcosa cui non ha mai partecipato prima, come dono del Sovrano Signore Geova. Questo è proprio il dono che Egli aveva promesso. Fu quando stava per rovesciare e ridurre in rovina il regno della linea reale di Davide in Gerusalemme. Allora, all’ultimo discendente regnante del re Davide, disse: “Rimuovi il turbante, e togli la corona. Questa non sarà la stessa. . . . Una rovina, una rovina, una rovina ne farò. Anche in quanto a questo, per certo non diverrà di nessuno finché venga colui che ha il diritto legale, e a lui lo devo dare”. — Ezec. 21:25-27.

      19. Secondo la profezia di Gesù in Luca 21:24, perché neppure alla Pentecoste del 33 E.V. avrebbe potuto ricevere ciò su cui aveva ottenuto il “diritto legale”?

      19 Gesù Cristo è colui “che ha il diritto legale”, e lo dimostrò essendo fedele come uomo fino alla morte. È il permanente Erede di Davide. Ma ciò a cui ha il “diritto legale” non gli fu dato nel 33 E.V., dopo la sua ascensione al cielo. Quarantaquattro giorni prima dell’ascensione egli pronunciò la profezia riportata in Luca 21:5-36. In essa predisse la distruzione che doveva abbattersi sulla Gerusalemme d’allora, distruzione che venne per mano delle legioni romane nel 70 E.V., e riguardo alla quale disse: “[I Giudei] cadranno sotto il taglio della spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; e Gerusalemme sarà calpestata dalle nazioni, finché i fissati tempi delle nazioni non siano compiuti”. (Luca 21:24) Quindi nel 33 E.V. non avrebbe potuto ricevere ciò su cui aveva ottenuto il “diritto legale”, neppure alla Pentecoste di quell’anno.

      20. Secondo Ezechiele 21:25-27, su che cosa Gesù ottenne il “diritto legale”, e solo che cosa Davide poté trasmettere a Gesù come suo Erede permanente?

      20 Ciò su cui Gesù Cristo ottenne il “diritto legale” era il regno davidico, un regno terreno, il cui “turbante” e la cui “corona” erano stati portati da Davide e dai re che gli erano succeduti. (Ezec. 21:25-27) Come uomo perfetto, Gesù nacque nella famiglia reale di Davide, per cui aveva un diritto naturale al regno davidico. (Rom. 1:3, 4; Luca 1:32, 33) Poiché Davide era un re terreno, non poteva trasmettere a Gesù Cristo nulla di più di quello che egli stesso aveva avuto, un regno terreno. L’angelo Gabriele disse alla madre terrena di Gesù, la vergine giudea Maria, che Dio gli avrebbe dato “il trono di Davide suo padre”. Questo regno fu forse dato a Gesù nel 33 E.V., quando ascese di nuovo al cielo e si sedette alla destra di Dio? Il regno di Davide era stato rovesciato nel 607 a.E.V., e doveva rimanere inattivo durante i “sette tempi” di dominazione gentile del mondo, vale a dire per 2.520 anni a partire dal 607 a.E.V. — Atti 1:6.

      21. Quindi, prima di esercitare il suo diritto sul regno di Davide, Gesù dovette aspettare che Dio compisse quale azione?

      21 Quindi, prima che il glorificato Gesù Cristo esercitasse i diritti del regno terreno di Davide, doveva aspettare alla destra di Dio finché i Tempi dei Gentili non fossero finiti nel 1914 E.V. (Ebr. 10:12, 13) Doveva aspettare che Geova Dio stesso prendesse il suo “gran potere” di Sovrano Universale e ponesse fine ai Tempi dei Gentili, assumendo “il regno del mondo”. Quindi Dio avrebbe potuto invitare Gesù, come Erede permanente del re Davide, a partecipare con Lui al “regno del mondo”, un regno su tutti gli uomini della terra. — Riv. 11:15.

      22. Quando nacque il nuovo regno, e come fu questo raffigurato nelle profezie bibliche?

      22 Pertanto fu nel 1914, e non nel 33 E.V., che la simbolica “pietra” vista nel sogno del re Nabucodonosor fu tagliata dal gran monte che raffigurava la sovranità universale di Geova. (Dan. 2:34, 35, 44, 45) Fu pure a quel tempo che Geova Dio piantò i suoi “piedi” sul simbolico “monte degli ulivi” ed esso si divise nel mezzo per formare due monti, uno verso il nord e l’altro a sud. (Zacc. 14:4, 9) Questo corrisponde alla nascita del figlio maschio della celeste “donna” di Dio, raffigurata in Rivelazione 12:1-5. In questo modo fu generato un nuovo “regno”, una nuova espressione della sovranità di Dio verso la terra. Allora Dio pose sul trono il Re da lui designato perché esercitasse il suo “diritto legale”. I simbolici legami di rame e ferro furono tolti dal “ceppo” dell’interrotta sovranità di Dio verso la terra. Erano ora passati sul ceppo i prescritti “sette tempi”. — Dan. 4:23, 26.

  • Ora è il tempo di accogliere il Sovrano Universale
    La Torre di Guardia 1978 | 1° agosto
    • Ora è il tempo di accogliere il Sovrano Universale

      1, 2. Secondo la descrizione di Daniele, capitolo sette, dinanzi a chi è condotto il glorificato “Figlio dell’uomo” e che cosa gli è dato?

      IL SOVRANO UNIVERSALE è “l’Antico dei Giorni”, Geova. A lui venne nel 1914 E.V. il glorificato “Figlio dell’uomo”, Gesù Cristo, per avere una parte nel “regno del mondo”.

      2 Il profeta lo predisse, dicendo: “Ecco, con le nuvole dei cieli veniva qualcuno simile a un figlio d’uomo; e ottenne accesso all’Antico dei Giorni, e lo fecero accostare proprio dinanzi a Lui. E gli furono dati dominio e dignità e regno, finché tutti i popoli, i gruppi nazionali e le lingue servissero proprio lui. Il suo dominio è un dominio di durata indefinita che non passerà, e il suo regno un regno che non sarà ridotto in rovina”. — Dan. 7:13, 14.

      3. Secondo Daniele 7:27, chi altro è introdotto in quel regno di durata indefinita?

      3 Poi in questo “tempo della fine”, sono stati introdotti in quel regno 144.000 discepoli di Cristo generati dallo spirito. Daniele 7:27 prediceva: “Il regno e il dominio e la grandezza dei regni sotto tutti i cieli furono dati al popolo che sono i santi del Supremo. Il loro regno è un regno di durata indefinita, e tutti i domini serviranno e ubbidiranno pure a loro”. — Dan. 12:4; Riv. 14:1-3; 20:4, 6.

      4. Di quale governo celeste sono sudditi quelli dell’odierna “grande folla”?

      4 Poiché l’Antico dei Giorni associa a sé nel “regno del mondo” il suo Unto Figlio Gesù, esso diviene “il regno del mondo e del suo Cristo”. (Riv. 11:15) Così tutti quelli del genere umano diventano sudditi terreni del Sovrano Universale Geova e del suo Cristo. Questi sudditi terreni includono la “grande folla” che ci è presentata nella visione di Rivelazione 7:9-17. Questa visione fu compresa per la prima volta nel 1935 E.V.

      5. Secondo Rivelazione 3:21, Gesù, 63 anni dopo la Pentecoste del 33 E.V., incoraggiava i suoi discepoli generati dallo spirito ad attendere che cosa?

      5 Oggi la “grande folla” comprende bene che il “regno del nostro Signore e del suo Cristo” include due persone principali, cioè il Signore Geova e suo Figlio, Cristo Gesù; comprende inoltre che questo particolare governo di cui sono sudditi risale non alla Pentecoste del 33 E.V., ma al 1914 E.V. Perciò la “grande folla” osserva che, 63 anni dopo la Pentecoste, Cristo Gesù incoraggiava ancora i suoi discepoli generati dallo spirito ad attendere quel regno, dicendo: “A chi vince concederò di sedere con me sul mio trono, come io ho vinto e mi son seduto col Padre mio sul suo trono”. (Riv. 3:21) Dovevano ancora ereditare quel futuro regno celeste come “eredi in realtà di Dio, ma coeredi di Cristo”. (Rom. 8:17) Gesù Cristo è il principale Erede di Dio, e i suoi discepoli sono eredi minori. — Ebr. 1:1, 2.

      6. In base a II Pietro 1:10, 11, i discepoli generati dallo spirito erano già in quel regno o dovevano ancora entrarvi?

      6 Il Regno di cui quei discepoli generati dallo spirito sulla terra erano eredi insieme a Cristo non è qualcosa in cui erano stati sin dal versamento dello spirito santo alla Pentecoste del 33 E.V. Per tale ragione l’apostolo Pietro, scrivendo la sua seconda lettera verso il 64 E.V., o 30 anni dopo la Pentecoste, diede ai suoi conservi cristiani questa esortazione: “Se continuate a fare queste cose non verrete mai meno. Infatti, così vi sarà riccamente concesso l’ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo”. — 2 Piet. 1:10, 11.

      7. Per mezzo di che cosa è loro concesso l’ingresso nel regno, e quale relazione temporanea con Gesù Cristo ha fine?

      7 Al tempo fissato da Dio è riccamente concesso ai 144.000 coeredi di Cristo l’ingresso nel regno celeste per mezzo della “prima risurrezione”. Allora non saranno più sudditi terreni generati dallo spirito sotto ‘il Figlio dell’amore di Dio’. Questa relazione temporanea con il glorificato Gesù Cristo sarà cessata per sempre. Saranno re celesti, immortali e incorruttibili insieme a lui. (2 Tim. 2:11, 12; Riv. 20:4, 6) Pertanto la temporanea condizione di sudditi in cui si trovarono dalla Pentecoste del 33 E.V. e mentre erano ancora nella carne sulla terra sarà cessata per sempre. (Col. 1:13) Avendo vissuto sulla terra una vita pura e fedele, ereditano il “regno del Cristo e di Dio”. — Efes. 5:5.

      8. Il regno millenario di Cristo cominciò forse nel 1914, e che cosa indica a questo riguardo il “segno” predetto?

      8 Il regno millenario di Gesù Cristo coi suoi 144.000 coeredi non cominciò nel 1914 all’inaugurazione del “regno del mondo . . . il regno del nostro Signore e del suo Cristo”. Ciò che allora cominciò effettivamente fu per Gesù Cristo la sua “presenza” ufficiale, regale, o parusia, in merito a cui lo avevano interrogato gli apostoli, secondo Matteo 24:3. La sua “presenza” nel potere del Regno non ebbe inizio quando Dio si servì di lui per versare lo spirito santo alla Pentecoste del 33 E.V. (2 Tess. 2:2) Solo da che i Tempi dei Gentili finirono nel 1914 il “segno” predetto è stato visibile per dimostrare che il Figlio di Dio è invisibilmente presente nel potere del Regno, nel “regno del mondo”.

      9. Vedendo il “segno”, i discepoli avrebbero saputo che era vicino che cosa, e perché dovevano farsi coraggio?

      9 Questo regno deve distruggere l’attuale sistema di cose malvagio. Nella profezia in cui descrive le cose che formano il portentoso “segno”, riferendosi al tempo in cui il Regno sarebbe stato sul punto di compiere questa opera distruttiva, Gesù dice agli apostoli: “E così, quando vedrete avvenire queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino”. (Luca 21:31) Compiendo l’opera assegnatagli, questo regno libererà i fedeli discepoli di Cristo che sono ancora sulla terra dall’ulteriore oppressione delle nazioni gentili. Così si spiega perché Gesù disse ai discepoli: “Quando queste cose cominceranno ad avvenire, alzatevi e levate la testa, perché la vostra liberazione s’avvicina”. — Luca 21:28.

      10. Quando ha luogo la “liberazione” del rimanente dei generati dallo spirito, e che cosa include?

      10 Il rimanente dei discepoli di Cristo generati dallo spirito ancora sulla terra vide l’inizio di “queste cose” nel 1914 E.V. La loro liberazione dal presente sistema di cose malvagio ha luogo quando la “pietra” reale che fu tagliata dal monte della sovranità di Dio colpisce l’“immagine” del dominio politico mondiale della terra e la distrugge nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon. (Dan. 2:44, 45; Riv. 16:14, 16) La loro “liberazione” include pure l’essere in seguito tolti dalla scena terrestre e introdotti nel “regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo” mediante la “prima risurrezione” dai morti. (2 Piet. 1:11; Riv. 20:4, 6) Questo permetterà loro di regnare con Gesù Cristo durante il millennio quando Satana il Diavolo e i suoi demoni saranno legati e confinati nell’abisso, non più in grado di dominare invisibilmente sugli affari dell’umanità. — Riv. 20:1-3.

      11. Chi altri otterrà la liberazione, ma ignorando quale “decreto” le nazioni gentili non parteciperanno a quella liberazione?

      11 Si avvicina anche la liberazione della “grande folla” di persone simili a pecore che ora si schierano con il rimanente dei generati dallo spirito a favore del “regno del nostro Signore e del suo Cristo”. Ma le nazioni gentili hanno ignorato il “decreto” del Regno in merito a cui sono state avvisate, come afferma Salmo 2:1-9: “Perché sono state in tumulto le nazioni [dal 1914 E.V.] e gli stessi gruppi nazionali borbottavano una cosa vuota? I re della terra si presentano e gli stessi alti funzionari si sono ammassati insieme come un sol uomo contro Geova e contro il suo unto [il suo Cristo], . . . Lasciate che mi riferisca al decreto di Geova; egli . . . ha detto [a Cristo]: ‘Tu sei mio figlio; io, oggi, ti ho generato. Chiedimi, affinché io ti dia le nazioni come tua eredità e le estremità della terra come tuo proprio possedimento. Tu le spezzerai con uno scettro di ferro, le frantumerai come un vaso di vasaio’”. — Riv. 7:9, 10; 11:15.

      NEUTRALITÀ E PREDICAZIONE DEL REGNO

      12. Nonostante la fine dei Tempi dei Gentili nel 1914, quale posizione assumono i testimoni di Geova verso la politica del mondo?

      12 Dal 1914, il “regno del nostro Signore e del suo Cristo” ha avuto il diritto di interferire nell’operato delle nazioni gentili. Significa questo che i cristiani testimoni di Geova abbiano ora il diritto di immischiarsi nella politica del mondo? Possono essi schierarsi dalla parte di questo o di quel partito politico, cospirando perfino contro il governo politico costituito o fomentando la rivoluzione? Niente affatto! Senza compromessi imitano l’esempio dell’Agnello, Gesù Cristo, non essendo “parte del mondo”. Si attengono saldamente al regno che nacque in cielo nel 1914. (Giov. 17:14, 16; Riv. 12:1-12) Nonostante l’aspra persecuzione di cui sono stati oggetto a causa della loro neutralità cristiana nei confronti dei conflitti mondani, adempiono la parola profetica del loro Capo celeste, Gesù Cristo, che disse: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. — Matt. 24:14; Mar. 13:10.

      13. Perché la fine dei Tempi del Gentili e l’inizio del regno millenario di Cristo non avvengono simultaneamente?

      13 Questa testimonianza del Regno dev’essere data prima che finisca questo sistema di cose e che cominci il regno millenario di Cristo. Quindi, la nascita del regno di Dio nei cieli nel 1914 non significò l’inizio del regno millenario di Cristo. Secondo le profezie bibliche, devono avvenire molte cose prima della fine di questo sistema, preparando il terreno al regno millenario di Cristo insieme ai suoi 144.000 discepoli generati dallo spirito. — Riv. 20:4, 6.

      14. Cos’è deciso a fare Satana rispetto alle nazioni prima d’essere inabissato, e perché?

      14 Prima d’essere scagliato nell’abisso per 1.000 anni insieme ai suoi angeli demonici, Satana il Diavolo è deciso a trascinare tutte le nazioni nella distruzione e impedire così che divengano sudditi di Cristo durante il Suo regno millenario. A tal fine conduce tutte le nazioni mondane al campo di battaglia di Har-Maghedon per combattere contro Geova Dio e il suo Cristo. (Riv. 16:13-16) Così Satana il Diavolo sarà responsabile dei “guai” eterni che si abbatteranno lì sulle nazioni gentili. (Riv. 12:12; 19:11-21) Come possiamo sfuggire alla spaventosa distruzione di quelle nazioni?

      15. Cos’hanno subìto i testimoni di Geova per il loro rifiuto di marciare con le nazioni gentili sotto Satana, e perché?

      15 Dobbiamo rifiutarci di marciare come alleati delle nazioni gentili nel loro combattimento contro Geova Dio l’Onnipotente ad Har-Maghedon. Tale rifiuto ha recato grande difficoltà ai cristiani testimoni di Geova. Specie dall’espulsione di Satana il Diavolo e dei suoi angeli demonici dal cielo, il rimanente dei futuri coeredi di Cristo è stato il principale bersaglio dell’adirato Satana il Diavolo. (Riv. 12:13-17) La sua mira è quella di infrangere la loro integrità verso Dio. In questo modo li renderebbe non idonei per regnare con Cristo nei 10 secoli durante i quali tutti i demoni

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