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NiloAusiliario per capire la Bibbia
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materiale su cui scrivere e che usavano anche per costruire imbarcazioni. (Isa. 18:2) Le rive e gli stagni dai folti canneti erano popolati da molti uccelli selvatici che si nutrivano di rane e altri animaletti. (Eso. 8:5, 9-11) In dipinti egiziani figurano scene di caccia agli uccelli con cacciatori su piccole imbarcazioni. Le acque del Nilo servivano anche per fare il bagno, come faceva la figlia del faraone. (Eso. 2:5) Un dipinto egiziano rappresenta una scena molto simile in cui una nobildonna fa il bagno assistita da quattro ancelle.
Il Nilo aveva una parte importante nel sistema difensivo dell’Egitto contro le invasioni. Le cateratte a S rendevano difficile un attacco dalla Nubia e dall’Etiopia, mentre le paludi della regione del delta impedivano l’avanzata di grandi eserciti dal continente asiatico. Secondo alcuni il fatto che Sennacherib re d’Assiria si vantasse di prosciugare coi piedi tutti i canali del Nilo indicava la sua sicurezza di essere in grado di superare i fossati difensivi pieni d’acqua intorno alle città e alle fortezze egiziane. — II Re 19:24.
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NimrodAusiliario per capire la Bibbia
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Nimrod
(Nìmrod o Nimròd) [forse, ci ribelleremo, oppure, ribelliamoci].
Figlio di Cus e uno dei capostipiti del ramo della famiglia umana di pelle scura. (I Cron. 1:10; confronta Geremia 13:23). Nimrod fu il fondatore e sovrano del primo impero venuto all’esistenza dopo il Diluvio. Si distinse come potente cacciatore “davanti” (in senso negativo; ebr. liphnèh; “contro” o “in opposizione a”; confronta Numeri 16:2; I Cronache 14:8; II Cronache 14:10) o “di fronte a” Geova. (Gen. 10:9, NW, ed. 1953, nota in calce). Anche se in questo caso alcuni studiosi ritengono che la preposizione ebraica che significa “di fronte a” vada intesa in senso favorevole, i Targumim, gli scritti di Giuseppe Flavio e il contesto stesso di Genesi capitolo 10 indicano che Nimrod, come potente cacciatore, sfidava Geova.
All’inizio il regno di Nimrod includeva Babele, Erec, Accad e Calne, tutte città del paese di Sinar. (Gen. 10:10) Perciò probabilmente sotto la sua direttiva ebbe inizio la costruzione di Babele e della sua torre. Questa conclusione concorda anche con l’idea tradizionale ebraica. Giuseppe Flavio scriveva: “[Nimrod] trasformò gradatamente il governo in una tirannia, non vedendo altro modo per sviare gli uomini dal timor di Dio, se non tenendoli costantemente in suo potere. Disse inoltre che intendeva vendicarsi con Dio, se mai avesse avuto in mente di sommergere di nuovo il mondo; perciò avrebbe costruito una torre così alta che le acque non la potessero raggiungere! . . . Ora la folla fu assai pronta a seguire la decisione di Nimrod, e a considerare un atto di codardia sottomettersi a Dio; e costruirono una torre”. — Antichità giudaiche, Libro I, cap. IV, 2, 3.
Sembra che dopo la costruzione della torre di Babele Nimrod abbia esteso i suoi domini all’Assiria dove costruì “Ninive e Reobot-Ir e Cala e Resen fra Ninive e Cala: questa è la gran città”. (Gen. 10:11, 12; confronta Michea 5:6). Poiché l’Assiria derivò evidentemente il suo nome da Assur figlio di Sem, Nimrod, nipote di Cam, deve aver invaso territorio semita. Sembra quindi che Nimrod sia diventato un eroe o un potente non solo come cacciatore di animali, ma anche come guerriero, come uomo violento. — Gen. 10:8.
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NiniveAusiliario per capire la Bibbia
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Ninive
(Nìnive).
Città dell’Assiria fondata da Nimrod, “potente cacciatore in opposizione a Geova”. Insieme a Reobot-Ir, Cala e Resen costituiva la “gran città”. (Gen. 10:9, 11, 12; Mic. 5:6) Molto più tardi diventò la capitale dell’impero assiro. Come tale Ninive era una città sanguinaria (Naum 3:1); infatti gli assiri combatterono molte guerre di conquista e ricorrevano a metodi brutali nell’uccidere i prigionieri di guerra. Senza dubbio le campagne militari contribuirono molto alla ricchezza della città. (Naum 2:9) Sembra che la principale divinità di Ninive fosse Ishtar, dea dell’amore e della guerra.
SCAVI ARCHEOLOGICI
Quyungiq e Nebi Yunus (“il profeta Giona”), due collinette artificiali sulla riva E del Tigri, indicano la posizione di quella che un tempo era la gran città di Ninive. Attualmente sul Nebi Yunus sorge un villaggio, con un cimitero e una moschea. Per questo motivo su questo tell non sono stati effettuati estesi scavi. A Quyungiq invece gli scavi hanno riportato alla luce molte cose che attestano la passata gloria di Ninive. Sono state rinvenute migliaia di tavolette cuneiformi della biblioteca di Assurbanipal e le rovine del palazzo di Sennacherib e di quello di Assurbanipal, entrambi costruzioni imponenti.
AL TEMPO DI GIONA
Nel IX secolo a.E.V. Giona, profeta di Geova, aveva annunciato l’imminente rovina di Ninive a motivo della malvagità dei suoi abitanti. Ma poiché la popolazione, re incluso, si pentì, Geova risparmiò la città. (Giona 1:1, 2; 3:2, 5-10) In quell’epoca Ninive era una grande città, che si poteva percorrere in “tre giorni di cammino”. (Giona 3:3) La sua popolazione contava più di 120.000 uomini. (Giona 4:11) Tale descrizione biblica non è in contrasto con l’evidenza archeologica indicante che Ninive aveva un perimetro di 13 km circa. André Parrot, conservatore dei musei nazionali francesi, osserva:
“Anche Parigi oggi, all’interno della sua antica cerchia, differisce singolarmente da ciò che talvolta si chiama la ‘grande Parigi’, termine che ingloba tutta la periferia e corrisponde perciò ad una superficie molto più estesa. Non può darsi che, dicendo ‘Ninive’, gente che viveva lontano dall’Assiria intendesse ciò che ora chiamiamo il ‘triangolo assiro’ . . .. che si stendeva da Khorsabad (al nord) a Nimrud (al sud), e cioè quella serie quasi continua di agglomerati che raggiunge una lunghezza di circa quaranta chilometri? . . .
“Felix Jones riteneva che la popolazione di Ninive poteva raggiungere le 174.000 persone e, recentissimamente, negli scavi di Nimrud, M. E. L. Mallowan ha ritrovato una stele di Assurnazirpal che parla della favolosa cifra di 69.574 persone da lui invitate ad un banchetto. [Mallowan] ritiene che la popolazione di Kalakh (Nimrud), tolti gli stranieri, doveva ammontare a 65.000 abitanti. Ora la superficie di Ninive è doppia di quella di Kalakh e si può così ritenere che anche la cifra indicata da Giona (4:,11) trovi qui una indiretta ma preziosa conferma”. — Ninive e l’Antico Testamento, ed. Paoline, 1972, p. 70; vedi anche GIONA; GIONA. LIBRO DI.
LA SUA DISTRUZIONE ADEMPIE LA PROFEZIA
Benché si fossero pentiti in seguito alla predicazione di Giona (Matt. 12:41; Luca 11:30, 32), i niniviti ricaddero nell’errore e ripresero le loro vie malvage. Alcuni anni dopo che Sennacherib re d’Assiria era stato assassinato a Ninive nella casa del suo dio Nisroc (II Re 19:36, 37; Isa. 37:37, 38), Naum (1:1; 2:8-3:19) e Sofonia (2:13-15) predissero la distruzione di quell’empia città. Queste profezie si adempirono quando le forze alleate di Nabopolassar re di Babilonia e di Ciassare il Medo assediarono e conquistarono Ninive. La città fu evidentemente incendiata, infatti molti bassorilievi assiri sono danneggiati o macchiati dal fuoco e dal fumo. A proposito di Ninive, le Cronache Babilonesi riferiscono: “Presero gran bottino dalla città e dall’area del tempio e fecero della città un cumulo di rovine”. Ninive è tuttora una distesa desolata e, in primavera, greggi pascolano vicino o in cima al colle di Quyungiq.
DATA DELLA CADUTA DI NINIVE
Anche se cancellata nelle tavolette cuneiformi pervenuteci che si riferiscono alla caduta di Ninive, la data di questo avvenimento, il quattordicesimo anno del regno di Nabopolassar, si può desumere dal contesto. È possibile inoltre collocare la distruzione di Ninive nel quadro della cronologia biblica. Secondo le Cronache Babilonesi, gli egiziani furono sconfitti a Carchemis nei ventunesimo anno del regno di Nabopolassar. La Bibbia indica che ciò avvenne nel quarto anno del regno di Ioiachim, cioè nei 625 a.E.V. (Ger. 46:2) Perciò la conquista di Ninive (avvenuta circa sette anni prima) nel quattordicesimo anno del regno di Nabopolassar sarebbe avvenuta nei 632 a.E.V. — Vedi ASSIRIA.
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Nisan
Vedi ABIB; CALENDARIO.
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No
[dall’egizio niwt, la Città], NO-AMON (No-Àmon) [città di (o del dio) Amon].
Importante città e un tempo capitale d’Egitto, che sorgeva su entrambe le rive del Nilo superiore, circa 530 km a S del Cairo. I greci la chiamavano Tebe, nome comunemente usato tuttora.
In antichi testi egiziani la città è chiamata “la Città di Amon” (niwt ’Imn). Questo perché diventò il principale centro dell’adorazione del dio Amon, che, da divinità minore era assurto a principale dio della nazione, equiparato dai greci a Zeus (Giove). (Vedi AMON n. 2) I faraoni vi costruirono enormi monumenti e templi, che occupavano un’area di oltre 24 ettari sulla riva E del Nilo (a Karnak e Luxor) e altri sontuosi templi e un’immensa necropoli sulla riva O. Quello del tempio di Amon a Karnak è il colonnato più grande che sia mai stato eretto, e alcune delle sue imponenti colonne hanno un diametro di quasi 4 m.
Specie durante il cosiddetto “Nuovo Regno (dalla XVIII alla XX dinastia)” Tebe raggiunse il massimo splendore, diventando la capitale del paese. Anche quando il potere amministrativo venne trasferito altrove, No-Amon (Tebe) continuò a essere una città importante e ricca, centro della potente casta sacerdotale di Amon, il cui capo sacerdote era secondo solo al faraone per potenza e ricchezza. Ma nel VII secolo a.E.V., durante il regno di Esar-Addon, le conquiste assire si estesero all’Egitto. Assurbanipal, suo figlio e successore, ripeté l’impresa, raggiungendo Tebe e saccheggiandola. A quella devastazione si riferiva evidentemente il profeta Naum quando preavvertì Ninive, capitale dell’Assiria, che l’attendeva una distruzione di proporzioni simili. (Naum 3:7-10) Le “mura” di No-Amon, una serie di opere difensive che dal mare risalivano fino al Nilo, non valsero a nulla: le ricchezze ammassate col commercio e i templi caddero preda dei saccheggiatori assiri.
RIDOTTA IN ROVINA
Eppure alla fine del VII secolo o all’inizio del VI, No-Amon aveva riacquistato un certo prestigio. Sia Geremia che Ezechiele predissero un giudizio di Geova Dio sul principale dio egizio, Amon di No, e sul faraone e tutti gli dèi d’Egitto, giudizio che sarebbe stato eseguito da Nabucodonosor re di Babilonia. (Ger. 46:25, 26; Ezec. 30:10, 14, 15) Nel 525 a.E.V. il sovrano persiano Cambise inferse un altro duro colpo a No-Amon e il declino della città continuò, finché venne rasa al suolo dai romani guidati da Cornelio Gallo per aver partecipato a una rivolta contro la dominazione romana (30-29 a.E.V.). Oggi solo pochi villaggi sorgono fra le imponenti rovine dei templi degli impotenti dèi di No.
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NobAusiliario per capire la Bibbia
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Nob
Città che si trovava evidentemente nel territorio di Beniamino e nei pressi di Gerusalemme. Anche se c’è qualche dubbio circa la precisa ubicazione di Nob, Neemia 11:31, 32 e Isaia 10:28-32 indicano che sorgeva nei pressi di Anatot e forse di un colle da cui si vedeva Gerusalemme. Alcuni geografi ritengono che Nob si trovasse dove sorge l’odierna Ras Umm et-Tala‘, sul pendio E del monte Scopus, circa 1,5 km a N-NE del luogo dove sorgeva il tempio di Gerusalemme, e quindi proprio a N del Monte degli Ulivi.
Costretto da Saul a fuggire, Davide andò dal sommo sacerdote Ahimelec, che si trovava a Nob, “la città dei sacerdoti”, e quest’ultimo gli diede del pane di presentazione affinché i suoi uomini ne mangiassero, e la spada di Golia, che vi era conservata. Forse quando Silo subì l’avverso giudizio di Dio il tabernacolo venne trasferito a Nob. (Confronta I Samuele 14:3; Salmo 78:60; Geremia 7:12-14). In seguito Saul accusò Ahimelec di cospirazione, in quanto aveva dato aiuto a Davide. Per ordine di Saul, l’edomita Doeg mise a morte il sommo sacerdote e altri ottantaquattro sacerdoti. Quindi sterminò uomini, donne e bambini di Nob e anche gli animali. Solo Abiatar, figlio di Ahimelec, scampò. — I Sam. 21:1-9; 22:6-23.
Nob è uno dei luoghi menzionati in relazione all’avanzata assira verso Gerusalemme. (Isa. 10:24, 32) Dopo l’esilio in Babilonia alcuni beniaminiti tornarono a stabilirsi a Nob. — Nee. 11:31, 32.
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NoèAusiliario per capire la Bibbia
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Noè
[ebr. Nòahh, riposo, consolazione].
Figlio di Lamec e decimo nella discendenza di Adamo per mezzo di Set; nato verso il 2970 a.E.V., 126 anni dopo la morte di Adamo. Nel chiamarlo Noè, suo padre disse: “Questo ci recherà conforto dalla nostra opera e dalla pena delle nostre mani derivante dalla terra che Geova ha maledetta” — Gen. 5:28-31.
Il mondo in cui visse Noè era degenerato. Ma egli evitò la corruzione, e la Parola di Dio dice di lui: “Noè fu uomo giusto. Egli si mostrò senza difetto fra i suoi contemporanei. Noè camminò col vero Dio” — Gen. 6:1-5, 8, 9, 11, 12, Giuda 6.
Geova Dio stabilì un limite di tempo per l’esistenza di quel mondo empio: “Il mio spirito non dovrà agire verso l’uomo indefinitamente, in quanto egli è anche carne. Pertanto i suoi giorni dovranno ammontare a centoventi anni”. (Gen. 6:3) Queste parole furono evidentemente dette a Noè. Circa vent’anni dopo (ca. 2470 a.E.V.) nacque il suo primo figlio (probabilmente Iafet), e viene spiegato che un altro figlio, Sem, nacque due anni più tardi. L’epoca della nascita di Cam non è precisata, ma i tre figli erano adulti e sposati quando Noè ricevette da Dio l’ordine di costruire un’arca. Quindi probabilmente rimanevano solo quaranta o cinquant’anni prima del Diluvio. (Gen. 6:13-18) Ora che Geova aveva fatto un patto con lui (Gen. 6:18), e con l’aiuto della famiglia, Noè si mise all’opera come costruttore e “predicatore di giustizia”, avvertendo quella malvagia generazione che sarebbe stata distrutta. — II Piet. 2:5
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