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  • Come si determina l’epoca del ministero di Gesù
    La Torre di Guardia 1960 | 15 settembre
    • Giovanni indica che Gesù partecipò a quattro Pasque a Gerusalemme dopo l’inizio del suo ministero nell’autunno del 29. Giovanni 2:13 parla della Pasqua del 30 d.C.; Giovanni 5:1 della Pasqua del 31 d.C.; Giovanni 6:4 della Pasqua del 32 d.C.; e infine Giovanni 13:1 della Pasqua del 33 d.C., l’ultima, immediatamente prima della morte di Gesù. Così parlando di quattro Pasque durante il ministero di Gesù la narrazione di Giovanni stabilisce la durata di tre anni e mezzo. Molti oltre ai testimoni di Geova sostengono questa sensata convinzione.2

      Un’altra prova della durata di tre anni e mezzo si ha dalla profezia biblica. Daniele 9:27 parla di Gesù come del Messia, del principe, che avrebbe confermato il patto abrahamico con molti del rimanente ebraico per un periodo di una settimana di sette anni. Questo indica che all’inizio del ministero di Gesù, nell’autunno del 29 d.C., l’opportunità di far parte della progenie d’Abrahamo secondo la promessa di Geova venne data solo agli Ebrei. Tale singolare opportunità finì sette anni dopo, nel 36 d.C., quando la chiamata fu estesa ai Gentili, dando anche a loro l’opportunità di far parte di questa progenie del Regno di 144.001. (Gal. 3:28, 29) Quindi, in modo significativo, Daniele continua dicendo che in “mezzo alla settimana”, o a metà di questi sette anni, quindi dopo tre anni e mezzo, Gesù avrebbe posto termine ufficialmente ai sacrifici della Legge. In Colossesi 2:14 l’apostolo Paolo indica che Dio si servì della morte di Gesù per abolire o cancellare legalmente il patto della Legge, con i suoi sacrifici, “inchiodandolo al palo di tortura”. È ovvio che ciò avvenne nella primavera del 33 d.C., e questa è un’altra prova conclusiva.

      GESÙ MORÌ NEL 33 D.C.

      Infine, tutte le circostanze indicano il 14 nisan del 33 d.C. come unica data verosimile per la morte di Gesù. Tutte le altre date sostenute da alcuni, come 28, 29, 30, 31, 32 e 34 d.C. non sono in armonia con i fatti.

      Quasi tutti gli insegnanti religiosi ed anche i testimoni di Geova sono d’accordo che le Scritture indichino che Gesù spirò un venerdì pomeriggio. Per questa ragione cattolici e protestanti ne parlano come del “Venerdì Santo”. Giovanni 19:31 dimostra che Gesù dev’esser morto di venerdì. Perché mai? Perché indica che il sabato che doveva cominciare tre ore dopo la morte di Gesù (egli morì verso le 3 del pomeriggio) non era un sabato settimanale ordinario che comincia alle 18 di venerdì e continua fino alle 18 di sabato. Ricordate inoltre che nella Bibbia il giorno comincia alle 18 e non a mezzanotte come si calcola oggi. Giovanni dice “quel giorno di sabato era un gran giorno”. In altre parole due giorni di sabato legale cadevano nello stesso periodo di ventiquattr’ore, quindi era un doppio sabato. Secondo la Legge di Mosè ogni anno il 15 nisan doveva essere un sabato in qualunque giorno della settimana cadesse. (Lev. 23:6, 7) La stessa situazione si ha in una festa nazionale; quando tale festa è di domenica il popolo festeggia due cose in uno stesso periodo di ventiquattr’ore, e questo avviene solo una volta ogni parecchi anni. Così nel 33 d.C. quel 15 nisan coincideva col sabato settimanale. Questo dimostra che il 14 nisan doveva esser cominciato giovedì sera alle 18 continuando fino a venerdì alle 18, perché la morte di Gesù potesse avvenire venerdì pomeriggio. Non avviene ogni anno che il 14 nisan sia venerdì, ma solo una volta ogni diversi anni. Vedremo ora come l’anno 33 d.C. presenti tutte le caratteristiche necessarie che corrispondono alla narrazione scritturale del giorno della morte di Cristo.

      Gesù, l’Agnello di Dio, morì nel giorno di Pasqua, che, secondo la Legge di Mosè, è il 14 nisan. Il 14 nisan vi deve sempre essere la luna piena, poiché è il quattordicesimo giorno dopo che la luna nuova è visibile in Egitto e in Palestina. (Eso. 12:2, 6) L’astronomia viene in nostro aiuto fornendoci le cifre per la seguente tabella.13

      Anno Pasqua Luna piena Numero Giorno

      Calend. Calend. del giorno della

      d.C. giuliano gregoriano (giuliano) settimana

      28 29 mar. 27 mar. 1.731.373 lunedì

      29 18 apr. 16 apr. 1.731.758 lunedì

      30 7 apr. 5 apr. 1.732.112 venerdì

      31 27 mar. 25 mar. 1.732.466 martedì

      32 14 apr. 12 apr. 1.732.850 lunedì

      33 3 apr. 1 apr. 1.733.204 venerdì

      34 24 mar. 22 mar. 1.733.559 mercoledì

      Tutti gli anni summenzionati devono essere scartati, tranne gli anni 30 e 33 d.C., poiché il 14 nisan non cade di venerdì. Benché nel 30 d.C. il 14 nisan fosse venerdì, anche questo dev’essere scartato perché lascerebbe solo sei mesi per il ministero di Gesù, che è troppo poco per essere in armonia con la narrazione biblica. Come abbiamo già detto, l’inizio del ministero di Gesù è stato chiaramente stabilito da Luca per l’autunno del 29 (d.C.). Quindi rimane solo il 33 d.C., col 14 nisan di venerdì, che risponde a tutti i requisiti in relazione alla morte di Gesù al palo come sacrificio. A conferma di quanto si è detto, ne Le opere di Giuseppe Flavio,14 una nota in calce su Antichità giudaiche, Libro 18, capitolo 3, paragrafo 3, indica il 3 aprile del 33 d.C. (Calendario giuliano) come data della morte di Gesù, ed anche il 5 aprile di quell’anno come data della sua risurrezione. Quindi il 33 d.C. rimane inconfutabilmente l’unico anno possibile.

      Concludendo vediamo che i testimoni di Geova hanno ogni ragione di credere non solo che il ministero di Gesù ebbe la durata di tre anni e mezzo, ma che ebbe inizio nell’autunno del 29 (d.C.) e si concluse nella primavera del 33 (d.C.).

      RIFERIMENTI

  • Soltanto “una forma di santa devozione”
    La Torre di Guardia 1960 | 15 settembre
    • Soltanto “una forma di santa devozione”

      ● Profetizzando degli ultimi giorni la Bibbia disse che le persone avrebbero avuto una “forma di santa devozione ma dimostrandosi falsi alla sua potenza”. (2 Tim. 3:5) In vista di ciò è interessante notare quello che disse la rivista Cosmopolitan dell’aprile 1958: “Inoltre, è chiaro che una persona può professare una fede ma vivere seguendone un’altra. Delle inchieste hanno rivelato questo quando furono interrogati gli Americani sulla loro credenza in Dio. Benché il novantasette per cento affermassero prontamente la loro credenza, più del settanta per cento ammisero che la loro credenza non aveva una parte essenziale nella propria vita. Per molti di tali Americani il successo o il prestigio sociale è la cosa più importante della vita; quindi è la loro vera fede. Per molte persone, il seguire un dittatore o un capo politico è una fede”.

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