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Il “canale di Panama” europeoSvegliatevi! 1977 | 22 luglio
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Il “canale di Panama” europeo
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nella Germania Occidentale
SE QUALCUNO vi chiedesse di menzionare i principali canali del mondo, quali vi verrebbero in mente? Con tutta probabilità menzionereste il canale di Panama, e anche il canale di Suez. Se abitaste nell’Europa settentrionale, però, includereste nella risposta il “Nord-Ostsee-Kanal”, chiamato anche canale di Kiel.
Avete mai sentito parlare di questo canale navigabile? È molto importante. Il canale di Kiel attraversa la penisola cimbrica, una striscia di terra lunga circa 450 chilometri. Dalla città marittima di Amburgo, in Germania, questo istmo si stende a nord fino a Cape Skagen sulla punta più settentrionale della Danimarca. Esso separa il mare del Nord dal mar Baltico.
Il canale di Kiel taglia questa massa di terra a partire da Brunsbüttel sul fiume Elba, proseguendo poi verso nord-est fino a Kiel-Holtenau sulla riva del Kieler Förde, che sbocca nel Baltico. Se non fosse per questo canale, la comunicazione fra un mare e l’altro richiederebbe che le navi facessero un lungo giro attorno a Cape Skagen, un percorso di circa 460 chilometri.
Questo canale navigabile costruito dall’uomo si potrebbe chiamare il “canale di Panama” europeo. Ma è anche più sfruttato del meglio conosciuto canale di Panama. Circa 85.000 navi attraversano ogni anno il canale di Kiel, cioè quasi quattro volte di più di quelle che attraversano il canale di Suez e cinque volte di più di quelle che attraversano il canale di Panama in un anno. Un ufficiale dell’amministrazione del canale di Kiel ha calcolato che se tutte le navi che lo attraversano in un anno fossero messe in fila una dopo l’altra con il necessario spazio in mezzo, ne risulterebbe un convoglio lungo 44.000 chilometri, poco più della circonferenza terrestre all’equatore. E questa cifra non include le imbarcazioni sportive che passano per questo canale.
Il canale era necessario
Sono ottant’anni che il canale di Kiel è aperto. Fu grazie all’influenza del cancelliere tedesco Otto von Bismarck che ebbero inizio i progetti per la costruzione del canale. Bismarck lo considerava un espediente diplomatico. Comprendendo che la marina tedesca aveva bisogno di un efficiente canale navigabile per consentire il movimento della flotta fra il mare del Nord e il mar Baltico, Bismarck ottenne l’appoggio del Kaiser Guglielmo II per la costruzione del canale.
Durante i lavori sembrava fosse in atto un’operazione militare. In certe occasioni vi lavorarono fino a 8.900 persone. La costruzione del canale con le chiuse, i ponti e le attrezzature portuali richiese che gli operai spostassero circa 82 milioni di metri cubi di terra. I lavori si protrassero dal 1888 al 1895. Il “Kaiser Wilhelm Kanal”, come fu allora chiamato, costò 156 milioni di marchi. L’inaugurazione ebbe luogo il 21 giugno 1895 con grandi festeggiamenti.
In seguito fu necessario ampliare e modernizzare il canale. Oggi è lungo 98 chilometri e profondo 11 metri. Al livello dell’acqua è largo 162 metri e sul fondo si restringe a 90 metri.
Poiché c’è differenza nel livello dell’acqua fra il mare del Nord e il mar Baltico, il canale di Kiel ha un doppio sistema di chiuse a entrambe le estremità. È possibile farvi passare navi lunghe fino a 310 metri. I due centri di controllo azionano le luci di segnalazione e trasmettono comunicazioni radio che consentono un passaggio sicuro e rapido.
Il panorama
Ci vogliono da sette a nove ore per andare da un’estremità all’altra del canale, secondo il tipo di nave. Il viaggio permette anche di osservare il paesaggio pittoresco dello Schleswig-Holstein, stato settentrionale della Repubblica Federale di Germania. Di recente ho fatto questo viaggio su un mercantile. Permettetemi di descrivere alcune delle cose viste durante il viaggio.
Durante il primo breve tratto del viaggio un pilota specialmente addestrato guida la nave attorno alle mine che si trovano nel mare del Nord dalla seconda guerra mondiale. Simili mine si trovano anche all’altra estremità del canale nel mar Baltico. In queste acque le navi non possono seguire rotte di loro scelta, ma devono navigare in quelle prestabilite.
Lasciato il mare del Nord, risaliamo per un breve tratto il fiume Elba fino al porto di Brunsbüttel. Il segnale verde ci dice che possiamo entrare nella chiusa. Con le mani possenti, i portuali in attesa afferrano grosse corde e assicurano la nave alle colonne d’ormeggio delle chiuse.
Ora c’è un breve periodo d’attesa mentre il capitano espleta le formalità e la nave imbarca acqua e provviste. I marinai che sono in mare da molto tempo colgono l’occasione per telefonare a casa o scrivere ai loro cari. Alcuni marinai europei s’incontrano qui con la moglie e i figli e li portano con sé nel viaggio sul canale.
Infine, è tempo di procedere. Guidata dal pilota, la nave entra agevolmente nel canale. Davanti a noi si stende una zona pianeggiante di paludi verdi costellata di fattorie. Per i primi venti chilometri il canale di Kiel passa in mezzo a depositi gettati a riva dal mare. In alcuni punti la terra è a tre metri sotto il livello delle acque del canale. Per tale motivo, chi cammina o attraversa in macchina la campagna ha la strana sensazione di vedere una nave che scivola su prati e campi.
Verso la metà del canale, notiamo che gli argini sono più alti e coperti di cespugli e alberi. Attorno a campi e prati ci sono siepi piantate su piccole elevazioni di terra ed esse servono a riparare dai venti onnipresenti. In mezzo a queste siepi ci sono alcuni lillà che abbelliscono il panorama e profumano dolcemente l’aria. La parte orientale, però, è di terra grassa, che costituisce un fertile terreno agricolo. Il canale di Kiel attraversa una fascia agricola che, nel complesso, supera per importanza economica qualsiasi altro stato della Repubblica Federale di Germania.
Gli ultimi chilometri del viaggio lungo il canale ci offrono un panorama davvero spettacolare. Poco prima di arrivare alle chiuse vediamo grandi tenute con manieri seminascosti nei parchi. Questo ci fa ricordare un’epoca passata in cui cavalieri e nobili erano i padroni di questa zona. Ben presto, però, argini pavimentati, silos, gru, petroliere e ponti ci dicono che siamo arrivati a Kiel-Holtenau, dove finisce il nostro viaggio nel canale.
Centinaia di barche a vela si presentano ai nostri occhi, poiché Kiel è nota come la mecca degli appassionati di barche a vela. La vista delle vele bianche frammiste a vele triangolari colorate, dette spinnaker, segna piacevolmente la fine del nostro viaggio nel famoso “canale di Panama” europeo.
[Cartina a pagina 10]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
DANIMARCA
Schleswig
Rendsburg
Baia di Kiel
MARE DEL NORD
MAR BALTICO
Kiel
CANALE DI KIEL
Brunsbüttelkoog
Lubecca
Fiume Elba
GERMANIA OCCIDENTALE
Amburgo
GERMANIA ORIENTALE
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Quando fu stabilito il contenuto della Bibbia?Svegliatevi! 1977 | 22 luglio
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Quando fu stabilito il contenuto della Bibbia?
“LA Chiesa Cattolica”, scrisse un sacerdote a una donna che studiava la Bibbia con i cristiani testimoni di Geova, “definì una volta per tutte il contenuto e l’interpretazione della Parola di Dio”. La sua dichiarazione era pienamente d’accordo con la New Catholic Encyclopedia, che dice: “Secondo la dottrina cattolica, il criterio più esatto del canone biblico è l’infallibile decisione della Chiesa. Questa decisione non fu presa che in una data piuttosto tarda nella storia della Chiesa (al Concilio di Trento)”. — Vol. 3, pag. 29.
Il Concilio di Trento fu tenuto nel sedicesimo secolo. Il contenuto della Bibbia doveva veramente essere definito solo in una data così tarda?
Gesù Cristo e i discepoli del primo secolo non ebbero certo nessuna difficoltà a determinare quali libri erano ispirati da Dio. Come i suoi connazionali, Gesù Cristo accettò le tre suddivisioni fondamentali di quello che oggi è chiamato comunemente “Vecchio Testamento” — la Legge, i Profeti e i Salmi — quale Parola del Padre suo. Dopo la risurrezione, per esempio, disse a due suoi discepoli: “Queste sono le parole che vi dissi quando ero ancora con voi, che tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè e nei Profeti e nei Salmi dovevano adempiersi”. (Luca 24:44) Le Scritture Greche Cristiane (o “Nuovo Testamento”) usano espressioni come le “Scritture”, le “sacre Scritture” e “gli scritti sacri”. (Atti 18:24; Rom. 1:2; 2 Tim. 3:15) Ovviamente queste espressioni avevano un significato specifico per le persone d’allora. Quali fossero quelle “sacre Scritture” non rimase certo in dubbio fin quando gli ecclesiastici asserirono di definirle nel sedicesimo secolo.
È interessante che il Concilio di Trento non seguì l’esempio di Gesù Cristo e dei suoi primi discepoli che accettarono solo i libri del canone stabilito delle Scritture Ebraiche. Quel Concilio accettò certi libri apocrifi. Erano libri di cui l’erudito Girolamo, traduttore della Vulgata latina, scrisse a una certa donna con riferimento all’educazione di sua figlia: “Tutti i libri apocrifi sono da evitare; ma se desidera leggerli, . . . bisogna dirle che non sono opera degli autori di cui portano il nome, che contengono molte cose difettose e che trovare l’oro in mezzo all’argilla è un lavoro che richiede molta prudenza”.
Dichiarando che certi libri apocrifi o deuterocanonici facevano parte del canone biblico, il Concilio di Trento trascurò anche le parole dell’apostolo Paolo: “Ai Giudei sono stati affidati gli oracoli di Dio”. — Rom. 3:2, versione cattolica a cura del Pontificio Istituto Biblico.
Che dire delle Scritture Greche Cristiane? L’ispirazione degli scritti che formano questa parte della Bibbia fu accettata sin dall’inizio. A quel tempo certi cristiani avevano il dono miracoloso del discernimento di espressioni ispirate. (1 Cor. 12:10) L’apostolo Pietro, perciò, poté classificare le lettere dell’apostolo Paolo insieme al resto delle Scritture ispirate. Leggiamo: “Il nostro diletto fratello Paolo pure vi scrisse secondo la
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