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Fate la conoscenza del veloce guanaco della PatagoniaSvegliatevi! 1970 | 8 gennaio
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“Ebbene, ragazzi, penso che ora dobbiamo andare se vogliamo arrivare a casa prima di notte. Salutate il sig. Gomez”.
Con riluttanza i ragazzi si congedano dal sig. Gomez e dal suo affascinante animale favorito. Mentre riprendono il sentiero che conduce alla strada, tutt’e tre si voltano per dare un ultimo sguardo al loro incomparabile nuovo conoscente, il guanaco della Patagonia.
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Vita fra gli Indiani CheyenneSvegliatevi! 1970 | 8 gennaio
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Vita fra gli Indiani Cheyenne
MOLTI sono i racconti che sono stati scritti intorno agli Indiani dell’America Settentrionale. Alcuni sono veri, alcuni sono immaginosi, molti esagerati, e altri del tutto falsi. È stata creata l’immagine di un giovane guerriero quasi nudo a cavallo, coperto di penne e tinto con colori di guerra. Mentre questo è stato vero nel passato, la maggioranza riconosce che la venuta dell’uomo bianco portò subito un cambiamento notevole per gli Indiani. Forse vi chiedete com’è oggi la vita degli Indiani nella loro riserva.
Supponiamo di visitare la riserva settentrionale degli Indiani Cheyenne nel Montana sudorientale. Ha un’area di circa 180.000 ettari, e fu riservata dal governo degli Stati Uniti come possedimento e uso di questa particolare tribù. La maggioranza dei 3.000 membri della tribù abitano qui permanentemente. Potete vedere perché sono contenti di restarvi. La bellezza è qui un tributo alla maestà del grande Creatore. Guardate quegli alti colli coperti di maestosi pini e fragranti cedri! Rallegratevi gli occhi guardando i gorgoglianti ruscelli e le valli dove l’erba cresce in abbondanza, per il nutrimento del bestiame.
Dovreste essere qui a primavera. In quel tempo dell’anno spuntano fiori selvatici dai colori vivaci in ogni parte della riserva. E nella tarda estate gli arbusti sono carichi di bacche come le susine e i corbezzoli. Dappertutto ci sono animali selvatici, caprioli, conigli, porcospini, linci, lamia, ecc. Potete anche vedere una tipica colonia di cinomi.
La dimora indiana
Mentre avanzate dovrei dirvi come ho conosciuto tanto degli Indiani Cheyenne. Infatti, nacqui in una delle tre colonie di questa riserva, in una piccola città chiamata Lame Deer. I miei genitori non erano della stirpe dei Cheyenne settentrionali, quindi io non sono tutto di sangue cheyenne. Ma sono un componente iscritto della tribù.
Negli anni della mia fanciullezza la maggioranza degli Indiani vivevano in piccole capanne di una o due stanze fatte di solito con travi coperte di fango. I mobili principali erano alcuni letti, una tavola, delle sedie e una stufa di ghisa che bruciava legna per cucinare. Ero il secondo figlio della famiglia di dieci figli, e probabilmente penserete che la nostra casa di due stanze fosse molto affollata. Lo era, a volte, quando il tempo cattivo ci faceva stare dentro. Ma per un popolo i cui antenati vissero nelle grandi estensioni all’aperto e usarono principalmente le pelli di animali, per le loro tende a forma di cono in cui ripararsi, la nostra casa non era così ristretta come potreste pensare.
Cominciava a usarsi l’elettricità nel nostro distretto all’inizio degli anni quaranta, e il solo impianto idraulico era in un’occasionale comunità ben equipaggiata con una pompa a mano dove riempivamo i nostri secchi parecchie volte al giorno. Inoltre, tagliavamo e trasportavamo la legna per la stufa sulla quale cucinavamo i nostri pasti.
Le ragazze aiutavano la mamma nelle faccende domestiche e imparavano a badare ai bambini e a sorvegliare i piccoli. Questo certo teneva la famiglia strettamente unita. Il luogo dei nostri giochi erano i colli coperti di alberi e il torrente vicino a casa. Spesso portavamo le nostre bambole e giocattoli improvvisati in un piccolo spiazzo fra gli alberi, per giocare alla casa. Di tanto in tanto, nelle nostre passeggiate sui colli scorgevamo un serpente a sonagli. Eravamo abbastanza saggi da tenerci lontani.
Per quelli della riserva non era facile trovare lavoro, ma mio padre sembrava fosse sempre occupato. Usando il suo camion da trasporto, andava nei boschi con la sega e tagliava la legna da bruciare. La vendita di questa merce molto richiesta non permetteva di fare mai grandi guadagni, ma almeno stavamo sempre caldi, e non patimmo mai la fame.
Benché l’automobile fosse stata usata per qualche tempo, nei giorni della mia giovinezza non era affatto raro vedere una coppia di cavalli che tiravano un carro per il paese, portando l’intera famiglia, mentre alcuni cani correvano accanto. Molte giovani signore portavano in quel tempo coperte dai vivaci colori e mocassini. Ora li portano solo i più vecchi. Gli abiti di pelle di daino, con grani, piume e campanelli si vedono ora solo nelle danze indiane che si fanno in speciali occasioni.
L’alimentazione non era un problema
Poiché gli Indiani possono andare a caccia nella riserva, il cibo principale è ancora la carne di capriolo. E si preserva alla stessa maniera antica. Le donne la tagliano in fette molto sottili, la lavano in acqua salata e la appendono su pali a seccare. Si può quindi conservare per mesi di seguito o usarsi subito. Di solito si bolle con le patate e vegetali o maccheroni. Un altro modo di preparare la carne secca è quello di farla a pezzetti e di mischiarla con susine secche frantumate, lardo e zucchero. Questo piatto si chiama “um”.
Si usano due principali tipi di pane. Il preferito è il “pane fritto”. Per fare questo pane la massa è arrotolata, tagliata a pezzi e fritta nel lardo. Il risultato è una deliziosa sfogliatella rosolata. L’altro tipo è noto come “pane dello spirito”. Si cuoce sulla stufa in tondi pani piatti. Si asserisce che prese nome dal fatto che nella precedente vita nomade, quando gli Indiani dovevano spesso trasferirsi in fretta e molto quietamente, questo tipo di pane poteva prepararsi con comodo, quietamente come il supposto “spirito”. Benché la conoscenza d’esse gradualmente scompaia, nella nostra cucina si faceva uso di molte preziose radici ed erbe.
Istruzione
I Cheyenne settentrionali hanno una loro propria distinta lingua tribale. È difficile da imparare, essendo stati pochissimi quelli di fuori che l’hanno appresa. Tuttavia è una lingua bella, in cui una sola espressione può fare una raffigurazione. Ma noi dovemmo imparare l’inglese quando si aprì la scuola pubblica a Lame Deer. I miei genitori erano cattolici romani, così nel mio secondo anno di scuola fui mandato alla scuola della missione cattolica circa trenta chilometri lontano. Ogni domenica un nostro gruppo di ragazzi cheyenne faceva il viaggio per andare a scuola e vi restava fino al seguente venerdì pomeriggio. Questo continuava per nove mesi l’anno.
La vita in un convitto è molto operosa. Ciò nondimeno, spesso sentivo il desiderio di andare a casa. I giorni erano pieni di ripetizioni delle solite preghiere, si assisteva alle funzioni ecclesiastiche, si facevano i compiti di scuola, qualche gioco, lavoro in cucina e nella lavanderia e si recitavano altre preghiere. Sei dei miei otto anni di scuola li trascorsi lì.
Molte chiese della cristianità sono rappresentate nella riserva. Abbiamo persino membri della Chiesa Americana Nativa, i cui componenti partecipano al rito del cactus peyote allucinogenico. E la vecchia religione indiana è ancora intessuta nella vita di molti. I racconti della Medicina Dolce, che, secondo la leggenda, portava l’organizzazione e altri buoni doni alla tribù dagli dèi, sono ancora narrati. Ci sono comunque tutti i segni che qui il clima spirituale, come in ogni parte del mondo, è gravemente scosso.
Rimangono aspetti pittoreschi
I nomi dei luoghi e delle famiglie sono spesso molto descrittivi. In realtà, molte famiglie hanno mantenuto il completo nome dei loro antenati come loro cognome. Pertanto si troveranno bei nomi pittoreschi come Abito Giallo, Geranio Della Sabbia, Orso Viene Fuori, Sta Sull’Albero, Orso Solitario e Gallo Di Fuoco.
La Danza del Sole è una delle antiche celebrazioni che ancora si tiene annualmente. Ogni estate mi mettevo a sedere fuori della nostra casa e guardavo i vecchi Indiani nella pianura erigere pali specialmente scelti per il telaio della tenda conica della Danza del Sole. Vi sono implicati molti riti. I partecipanti, tutti maschi eccetto una, indossano begli scialli dalla vita ai piedi. Si tingono il petto e la faccia, mentre intorno al collo appendono un fischietto fatto di salice a cui si attacca una penna d’aquila.
I danzatori formano un cerchio dentro la tenda, e mentre a intervalli battono i tamburi rimangono ciascuno al proprio posto ma si muovono su e giù al ritmo, suonando a certi tempi i fischietti. Si sollevano i lati della tenda così che gli astanti possono godere la scena. Gli uomini digiunano durante i tre giorni. Le donne cantano speciali canti. Tale Danza del Sole attira gli Indiani di altri gruppi cheyenne e di qualsiasi altra tribù, e per la sua durata si forma un villaggio con accampamento di tende.
Sviluppi moderni
Naturalmente, è venuto il progresso. Nuove case moderne, impianti idraulici in quasi tutte le case, corrente elettrica per molti scopi: questi sono alcuni segni esteriori. Buone occupazioni e la corsa al materialismo son divenuti comuni. Anche i problemi son divenuti numerosi e la disposizione della famiglia si è deteriorata, come anche altrove.
Benché io non tornassi mai ad abitarvi dal giorno che, molti anni fa, dissi addio alla riserva, ancora la visito frequentemente. Perché? Perché ora sono associato al popolo che mi aiutò a trovare la vera felicità facendo la volontà di Dio, i testimoni di Geova. E che piacere portare a questo eccellente popolo indiano il confortante messaggio della Parola di Dio. I Cheyenne settentrionali sono molto calorosi e per natura mostrano considerazione. La maggioranza d’essi hanno la profonda credenza che la Bibbia contiene il vero messaggio di Dio. Molti di loro ascoltano premurosamente il messaggio e altri senza dubbio diverranno lodatori del vero Dio, Geova, e operatori della sua volontà. — Da un nostro collaboratore.
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Sono tutte uguali le religioni?Svegliatevi! 1970 | 8 gennaio
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“La tua parola è verità”
Sono tutte uguali le religioni?
“I NOSTRI sacri scritti ci insegnano esattamente la stessa cosa. Infatti, tutte le religioni dicono la stessa cosa”. Queste sono le osservazioni che i testimoni di Geova spesso odono mentre predicano il messaggio della Bibbia al popolo dell’Oriente. Perché tanti la pensano così? Basilarmente, ci sono tre ragioni.
2 Primo, si asserisce che, siccome la maggioranza delle religioni promuovono buona morale, devono essere essenzialmente uguali e avere l’approvazione di Dio. Secondo, si crede che la mira di tutte le religioni sia la stessa. “Noi tutti cerchiamo di comprendere Dio”, dicono molti. Terzo, si pensa che Dio abbia lasciato decidere all’uomo come dovrebbe comprenderLo o adorarLo. Il Bhagavad Gita indù dice: “Comunque gli uomini si accostino a me, così pure io li accetto; poiché da ogni parte qualunque sentiero scelgano è mio’’. “Qualunque sia la forma secondo cui il devoto cerca di adorare con fede, in tale forma soltanto rendo la sua fede salda”. Sono queste ragioni in armonia coi fatti?
3 Avete notato che la prima ragione esclude l’aspetto della credenza o dottrina? Semplicemente suppone che la buona morale sia tutto ciò che ci vuole per la religione. Ma i fatti mostrano che ciò che la persona crede spesso determina se praticherà la buona morale cui professa di aderire. Sì, si è visto che la credenza o dottrina molte volte opera contro la buona morale.
4 Per esempio, in alcuni luoghi a molti è consentito di morire di fame. Benché animali siano disponibili come cibo, non sono usati. Perché? La credenza che gli animali sono sacri e sono così importanti come gli uomini prende il posto del codice morale che sostiene l’amore per il prossimo. È ovvio che non basta predicare la buona morale. Ci dev’essere un incentivo che spinga gli uomini a praticarla.
5 Considerate l’asserzione che la mira di ogni religione è di comprendere Dio. Se è così, perché ci sono divisioni religiose e dispute senza fine tra le varie sette? Perché ci sono state tante guerre religiose? Se hanno la stessa mira, dovrebbero essere unite. Per giunta, gli indù hanno la mira di raggiungere alla fine il nirvana, mentre i musulmani hanno una mira diversa. La storia pure mostra che alcune religioni hanno avuto la mira di acquistare maggior dominio politico ed economico nel paese, anziché comprendere o raggiungere Dio. Evidentemente, non tutte le religioni hanno la stessa mira, non è vero?
6 L’idea che Dio abbia lasciato decidere all’uomo come dovrebbe comprenderLo o
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