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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1965 | 1° luglio
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Domande dai lettori
● La Torre di Guardia del 15 luglio 1964, a pagina 426, dice: “Nelle Scritture Greche Cristiane non leggiamo mai della fine, conclusione o consumazione del kósmos”. Come dobbiamo comprendere questa dichiarazione in vista del fatto che 2 Pietro 3:6 dice che un kósmos subì la distruzione ai giorni di Noè?
Le parole “fine”, “conclusione” e “consumazione” furono usate qui insieme a motivo delle originali parole greche che esse traducono. Nella Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane “fine” traduce télos, e “conclusione” o “termine” e “consumazione” (1ª Ediz. inglese) la relativa parola greca syntéleia. Queste parole si riferiscono invariabilmente al tempo o al completamento, all’obiettivo o al finale, anziché alla distruzione di una cosa.
Così leggiamo che Gesù amò i suoi discepoli sino al télos o fine; che al télos o alla fine del suo regno millenario egli restituirà il regno al Padre suo; che i cristiani riceveranno il télos o fine della loro fede, la salvezza delle loro anime. Specialmente degna di nota è l’espressione che Geova è il principio e il télos o fine. In nessuno di questi casi si potrebbe sostituire “subì la distruzione” a “fine”, non è vero? — Giov. 13:1; 1 Cor. 15:24; 1 Piet. 1:9; Riv. 21:6.
A motivo di questo significato di télos troviamo a volte che è reso in vari modi: come “risultato” in Giacomo 5:11 e come “obiettivo” in 1 Timoteo 1:5.
In quanto a syntéleia, nemmeno questo termine ha in sé qualche idea di distruzione. Piuttosto, l’Expository Dictionary of New Testament Words di Vine ci dice che questa parola “significa portare a termine insieme . . . segnare il termine o la consumazione delle varie parti di un progetto”. Così in Matteo 13:39 leggiamo che “la mietitura è il termine [o syntéleia] di un sistema di cose”. I discepoli di Gesù lo interrogarono in merito allo stesso “termine” o syntéleia, e quando infine egli li lasciò promise che sarebbe stato con loro “tutti i giorni fino al termine [o syntéleia] del sistema di cose”. — Matt. 24:3; 28:20.
Una parola greca relativa è il verbo synteléo, che per il modo in cui è reso nella Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane si può dire indichi lo stesso punto. Luca lo usò dicendo che i giorni del digiuno di Gesù erano terminati, e che con la terza tentazione di Satana egli aveva terminato la tentazione di Gesù. — Luca 4:2, 13.
Poiché non troviamo in nessun luogo queste parole greche usate in relazione al kósmos, la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane non usa gli equivalenti italiani parlando del “mondo”, o kósmos. È vero che 2 Pietro 3:6 dice effettivamente che un mondo, una società umana, un kósmos, subì la distruzione, e in questo senso si potrebbe dire che giunse alla fine, ma solo mediante la violenza. Ma in questo caso Pietro non volle dire che la razza umana fosse giunta a quel tempo al termine, alla fine, alla conclusione o all’obiettivo.
Così vediamo che nelle Scritture le parole greche télos, syntéleia e synteléo e gli equivalenti italiani si applicano proprio giustamente a un discorso, un regno, un periodo di servizio, un sistema di cose o un’età, ma non alla razza umana o kósmos, perché la razza umana non giungerà alla fine; Geova Dio si propose che durasse per sempre come durerà per sempre anche la terra che essa abita. Per questo non vi sarà nessun nuovo kósmos. Benché un kósmos subisse effettivamente la distruzione al Diluvio, fu solo il kósmos che si applica all’umanità contraria a Dio. Non si potrebbe dire giustamente che quelli che sopravvissero costituissero un nuovo kósmos o mondo, poiché essi erano esistiti precedentemente come parte del kósmos antidiluviano o mondo per cui Cristo morì.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1965 | 1° luglio
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Domande dai lettori
● È appropriato che un dedicato cristiano testimone di Geova lavori alle dipendenze di un’organizzazione religiosa della cristianità o di qualsiasi altra parte di Babilonia la Grande?
Nel determinare la risposta a ciò, è bene tenere presente il chiaro comando che Geova dà al suo popolo riguardo a tutto l’impero mondiale della falsa religione. Questo sistema religioso è chiamato Babilonia la Grande perché è di portata molto maggiore dell’antica Babilonia, ma ha tutte le caratteristiche di quell’antica sede di adorazione in opposizione a Geova. Riguardo ad essa, Rivelazione 18:4, 5 esorta: “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe. Poiché i suoi peccati si sono ammassati fino al cielo, e Dio s’è rammentato dei suoi atti d’ingiustizia”.
Ebbene, come potrebbe un dedicato cristiano testimone di Geova lavorare coscienziosamente per un’organizzazione che opera interamente in opposizione a Geova Dio? Geova Dio dice che, dal suo punto di vista, questi falsi sistemi religiosi hanno una storia di peccato che si è ammassato fino al cielo. Essi hanno mentito riguardo a Dio, hanno allontanato le persone dai suoi amorevoli provvedimenti per ottenere la vita e, invece, hanno benedetto le nazioni nel loro massacro degli abitanti della terra. Chi può voler contribuire con l’opera delle proprie mani all’operato di un tale impero che disonora Dio?
Se colui che professa di essere dedicato cristiano testimone di Geova accetta un lavoro alle dirette dipendenze di tale organizzazione religiosa, diviene effettivamente parte di tale organizzazione. Se chi facesse questo sapeva che cosa significava tale cosa e la facesse ugualmente, che cosa potremmo concludere se non che è un apostata e che dovrebbe essere disassociato dalla congregazione cristiana? Tuttavia, può capitare che qualcuno lavori per un datore di lavoro commerciale, e che tale datore di lavoro svolga regolarmente lavori in proprietà religiose. Ora, è vero che colui che fa tale lavoro è in effetti alle dipendenze di una ditta commerciale, ma accettando di regola lavoro di questo genere mostra di non essere un cristiano maturo, e quindi, benché gli sia permesso fare rapporto come proclamatore del Regno, non potrebbe essere un servitore considerato dal resto della congregazione come esempio da imitare. Se la ditta commerciale svolge solo occasionalmente un lavoro per una chiesa, cosa che avviene in molti tipi di lavoro, non si sarebbe squalificati come servitori nella congregazione accettando tale impiego, a meno che ciò non fosse causa d’inciampo per altri nella congregazione. Anche in questo caso, tuttavia, si può essere in grado di stabilire col proprio datore di lavoro di ricevere altri lavori, o si può, per ragioni di coscienza, preferire cercare un impiego che non abbia assolutamente nessun rapporto di lavoro con le false organizzazioni religiose. — 1 Piet. 3:16.
Certamente, tuttavia, nessun cristiano testimone di Geova, sapendo ciò che dice la Bibbia circa la condotta di Babilonia la Grande, vorrebbe stipulare personalmente contratto di lavoro, regolarmente od occasionalmente, con una falsa organizzazione religiosa. E se qualcuno ha fatto questo senza rendersi conto della serietà della situazione, per mantenere una coscienza pura davanti a Dio e una giusta posizione presso l’organizzazione, dovrà correggere la situazione appena possibile. — 2 Cor. 6:16, 17.
Benché sia vero che a volte è difficile trovare lavoro in questo vecchio sistema di cose, e ci si può trovare in difficili condizioni economiche, se siamo fedeli a Geova Dio possiamo avere la certezza che egli continuerà a esaudire le nostre preghiere e a benedire i nostri sforzi di ottenere “il nostro pane per il giorno secondo l’esigenza del giorno”. — Luca 11:3; Matt. 6:25-34; Sal. 37:25.
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Domande dai lettori (3)La Torre di Guardia 1965 | 1° luglio
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Domande dai lettori
● Perché Saul chiese chi fosse Davide in 1 Samuele 17:55 se Davide era già stato suonatore d’arpa alla corte di Saul, come indica 1 Samuele 16:23?
La Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture e altre traduzioni della Bibbia, come la Versione Riveduta, nel sedicesimo capitolo di Primo Samuele ci dicono che Davide fu notato da Saul e questi lo fece suo suonatore d’arpa e scudiero. Quindi 1 Samuele 17:15 indica che Davide tornò a fare il pastore per suo padre e ritornò in seguito da Saul al tempo in cui combatté Golia. Fu al tempo del suo ritorno che apparentemente Saul non sapeva nulla di Davide, come indica 1 Samuele 17:55-58. Ora chiediamo: Com’è possibile ciò?
Questo racconto, contenuto nella Traduzione del Nuovo Mondo e nella Versione Riveduta della Bibbia, è tratto dal testo masoretico ebraico, perché queste traduzioni si basano su quel testo. Ma dobbiamo ricordare che il testo masoretico è un testo abbastanza recente in paragone con versioni come la Versione dei Settanta greca, che è una traduzione greca di testi ebraici molto più antichi. E la Versione dei Settanta, contenuta nei manoscritti greci del quarto secolo Vaticano 1209 e Sinaitico, ci presenta un quadro leggermente diverso di questi avvenimenti perché certi versetti principali che causano difficoltà sono omessi. In altre parole, quando leggiamo il racconto nella Versione dei Settanta, non v’è problema perché essa non dice che Davide tornò a fare il pastore. Quindi, allorché Golia lanciò per la prima volta la sua superba sfida, Davide era presente e poté offrirsi di combattere contro il gigante. Saul conosceva il giovane Davide, ma non come combattente;
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