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  • Cercate le cose che contribuiscono alla reciproca edificazione
    La Torre di Guardia 1961 | 15 novembre
    • del suo prossimo. È un’opportunità di pensare e agire in maniera altruistica. Quindi i propri desideri e la propria persona non sono esaltati né magnificati come se avessero grande importanza, ma della massima importanza è considerato l’adempimento della volontà di Dio. Questo significa mostrare considerazione ad altri per amore dell’opera di Dio. L’edificatore è un lavoratore che deve attuare un progetto. Egli deve lavorare in modo da portare a compimento la sua impresa. Quindi la sua volontà si volge al compimento della sua grande opera relativa alla diffusione della buona notizia. Paolo ne è uno splendido esempio. “Infatti, benché io sia libero da tutti, mi sono reso schiavo di tutti, per poter guadagnarne la maggior parte. E così per i Giudei divenni come un Giudeo, per poter guadagnare i Giudei; per quelli che sono sotto la legge divenni come uno che è sotto la legge, benché io stesso non sia sotto la legge, per poter guadagnare quelli che sono sotto la legge. Per quelli senza legge divenni come uno senza legge, benché io non sia senza legge verso Dio ma sotto la legge di Cristo, per poter guadagnare quelli che sono senza legge. Per i deboli divenni debole, per poter guadagnare i deboli. Sono divenuto ogni cosa per gente d’ogni specie, per poter con tutti i mezzi salvarne alcuni. Ma faccio tutte queste cose per amore della buona notizia, per poterla condividere con altri”. (1 Cor. 9:19-23) Sì, è necessario aiutare altri ed evitar d’irritare con intenzione quelli che ci sono accanto o d’essere incuranti delle cose che li contristano anziché edificarli nell’apprezzamento delle cose spirituali.

      TOLLERANZA VERSO LE ABITUDINI

      7, 8. (a) Perché nessuno dovrebbe essere criticato a causa delle sue abitudini dietetiche? (b) Come il cristiano può porre un ostacolo dinanzi ad un altro mediante ciò che mangia o beve?

      7 Gli uomini hanno molte abitudini. Hanno i loro modi di mangiare, bere, vestirsi, parlare e fare il proprio lavoro. Il mondo è diviso oggi dal nazionalismo e da varie concezioni del modo di vivere. Ma da tutte queste persone delle nazioni Geova Dio ha detto di radunare i suoi lodatori. Che uno acquisti una certa conoscenza di Geova Dio e dei suoi propositi e decida di servire Dio non significa che cambi completamente tutte le sue abitudini. Che acquisti conoscenza della verità non significa che cambi le sue abitudini di mangiare. Per esempio, un uomo può attenersi ad una dieta vegetale. Che mangi carne o vegetali non ha niente a che fare col servizio di Geova. L’uomo può mangiare e bere come meglio crede per il suo benessere fisico. Fare una questione per il mangiare o il bere significherebbe distogliere l’attenzione dall’importante attività di servire il Creatore e potrebbe condurre a dispute e difficoltà. Sarebbe errato da parte dell’edificatore cristiano operare in tal modo contro altri che partecipano ora al grande programma di edificazione diretto da Geova. Ogni edificatore è un cooperatore di Dio, un servitore di Dio, ed è dinanzi a Dio. Dio è il Giudice. “Chi sei tu da giudicare il domestico di un altro? Egli sta in piedi o cade al suo proprio padrone. Veramente egli starà in piedi, perché Geova può farlo stare in piedi”. — Rom. 14:4.

      8 In questo quattordicesimo capitolo di Romani, l’apostolo Paolo dice di mostrare considerazione ad altri e di tollerare il loro modo di vivere. Egli fa l’illustrazione del cibo per mostrare come evitare disunione e divisione per il disaccordo sul modo di mangiare o bere. Il punto principale, il regno di Dio, è ciò che merita seria considerazione da parte di tutti gli edificatori di Dio. Mentre uno può notare che un altro individuo non mangia certi cibi, perché dovrebbe farne una questione? Oltre a ciò uno potrebbe avere la tendenza a offendersi contro chi mangia o beve certi cibi. Infatti, si potrebbe porre una pietra d’inciampo dinanzi ad una persona che non è forte nella fede, mangiando un certo cibo in una particolare parte della terra. Vi sono uomini abituati dai genitori a credere che sia male mangiar carne di vitello. Altri si astengono dal mangiare carne di maiale. In una parte del mondo è molto comune bere vino o bevande alcooliche, ma in un’altra parte della terra sareste guardati con riprovazione o potreste perfino esser considerati malfattori se beveste qualche bevanda alcoolica.

      9. Tenendo presente il suo obiettivo, quale condotta dovrebbe tenere il maturo ministro cristiano circa il mangiare o il bere?

      9 Il maturo cristiano, che edifica con Dio, deve tener presente in ogni tempo il suo obiettivo. Qual è la ragione per cui è in una comunità o in associazione con qualcuno? Quale servitore dedicato a Geova Dio deve compiere l’opera stabilita da Dio per questo tempo, cioè la predicazione della buona notizia del Regno. Se egli ha l’ordine di predicare la buona notizia del Regno dev’essere in grado di parlare alle persone, ammaestrandole ed edificandole. Perché, dunque, dovrebbe suscitare una disputa e porre dinanzi ad alcuno un ostacolo insormontabile, bevendo o mangiando qualche cosa che offende la comunità? Prendete per esempio una comunità dove chi beve alcoolici sarebbe considerato un peccatore. Se un ministro cristiano va in tale comunità da un paese dove è assai comune bere vino, dovrebbe egli persistere nel bere vino benché esso offenda le persone della comunità e susciti in esse pregiudizio contro di lui e contro il messaggio che porta? Ovviamente la risposta è che il ministro farebbe meglio a bere del tè o altre bevande ottenibili nella comunità, giacché desidera promuovere il programma di edificazione cristiana. Egli non sarà ferito né ucciso se non beve vino, perché vi sono molte altre cose che si possono bere.

      10. In che modo il maturo cristiano assoggetta i suoi gusti personali per amore della congregazione, come dice Romani 14:13-21?

      10 La stessa cosa può dirsi di chi viene in una comunità e si associa con la congregazione dei suoi fratelli. Se in quel paese non ve n’è l’abitudine, o se in quella parte del mondo non si beve vino, il visitatore non dovrebbe andare in pubblico a bere vino, creando difficoltà all’intera congregazione. Paolo dice, in Romani 14:13-21 (Na): “Ma pensate piuttosto a non mettere inciampo, né a dare scandalo al vostro fratello. Io so e son persuaso nel Signore Gesù che niente è impuro in sé, ma per chi una cosa è ritenuta impura, per lui è impura. Se dunque un tuo fratello è contristato per un dato cibo, tu non cammini più secondo la carità: non causare, per il tuo cibo, la perdita del fratello per il quale Cristo è morto. Non sia dunque oggetto di calunnia il vostro bene. Il regno di Dio non è certo mangiare e bere, ma la giustizia, la pace e il gaudio nello Spirito Santo. Chi serve a Cristo in tal maniera, è gradito a Dio e approvato dagli uomini. Cerchiamo dunque quel che giova per la pace e per l’edificazione scambievole; e non voler a causa d’un cibo distruggere l’opera d’Iddio. Certo tutte le cose sono pure, ma diventano un male per l’uomo che le mangia, provocando lo scandalo. È bene non mangiar carne, né bere vino, né fare altra cosa in cui il tuo fratello trovi inciampo”.

      11. Perché possiamo dire che questa condotta è cristiana?

      11 Ecco un altro esempio di uno che non si pone al di sopra della propria opera nel servizio di Dio. Subito dopo questo, Paolo dichiarò: “Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso”. Ed egli mostrò che noi dobbiamo avere la stessa attitudine mentale che ebbe Cristo.

      12. Secondo Primo Corinzi, decimo capitolo, quale attitudine deve avere il maturo edificatore cristiano?

      12 Una persona può desiderar di sostenere che mangerà o berrà ciò che vuole, se non è illegale dinanzi a Dio bere vino o mangiare certi cibi. Ma anche se dinanzi a Dio una cosa è legale, è essa edificante? Paolo fa questa considerazione in Primo Corinzi, al decimo capitolo, che contiene un simile riferimento al cibo e alle bevande, dicendo: “Tutte le cose sono lecite; ma non tutte le cose edificano. Ciascuno continui a cercare non il proprio vantaggio, ma l’altrui. Perciò, sia che mangiate o beviate o che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio. Evitate di divenire causa d’inciampo ai Giudei come ai Greci e alla congregazione di Dio, come anch’io mi rendo gradito a tutti in ogni cosa, non cercando il mio vantaggio ma quello di molti, affinché possano essere salvati”. — 1 Cor. 10:23, 24, 31-33.

      13. Chi imitiamo seguendo questa altruistica condotta?

      13 Questa forma di considerazione verso altri per amore della buona notizia è l’atteggiamento corretto di tutti i cristiani. Esso mostra la giusta attitudine mentale come la mostrò Cristo. Perciò Paolo dice in 1 Corinzi 11:1: “Divenite miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo”. Noi dobbiamo sempre cercare il vantaggio altrui per amore della buona notizia.

  • Usiamo amorevolmente ciò che ci viene dato
    La Torre di Guardia 1961 | 15 novembre
    • Usiamo amorevolmente ciò che ci viene dato

      1. Quali sono i doni dello spirito menzionati in Primo Corinzi, al capitolo dodicesimo, e per quale scopo furono impartiti?

      DOPO aver scritto ai Corinzi sul bisogno di considerare gli altri rispetto al cibo, Paolo proseguì trattando molti altri argomenti. Nel dodicesimo capitolo prende in esame i vari doni dello spirito elargiti alle primitive congregazioni cristiane. Questi doni erano dati ai singoli cristiani non semplicemente per loro diletto o beneficio, ma per il beneficio di altri. Quindi Paolo scrive nel dodicesimo capitolo, nei versetti dal settimo all’undicesimo: “Ma la manifestazione dello spirito è data a ciascuno per un utile scopo. Per esempio, a uno è dato mediante lo spirito parola di sapienza, a un altro parola di conoscenza secondo lo stesso spirito, a un altro fede per lo stesso spirito, a un altro doni di guarigioni per quell’unico spirito, a un altro ancora operazioni di opere potenti, a un altro profezia, a un altro discernimento di espressioni ispirate, a un altro differenti lingue, e a un altro interpretazioni di lingue. Ma tutte queste operazioni le compie quell’unico e medesimo spirito, facendo una distribuzione a ciascuno rispettivamente come vuole”. — 1 Corinzi 12:7-11.

      2. Come richiedeva Geova che si usassero questi doni?

      2 Tutti i cristiani erano membri di un unico corpo e tutte le cose che ricevevano da Dio erano per il beneficio dell’intera organizzazione. Ognuno occupava nel corpo il suo posto secondo il beneplacito di Dio, ma era importante che usassero le

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