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  • Popoli e nazioni salgono a Sion
    La Torre di Guardia 1950 | 15 gennaio
    • Geova. Malgrado tutte le persecuzioni di questo mondo, è dimostrato dai fatti che Iddio è con loro e li accetta quale popolo per il suo nome e suoi testimoni. Sono totalmente dedicati al regno di Dio, e non alle antagoniste Nazioni Unite. Perciò è questo Giudeo interiore l’Israele spirituale che tutti gli uomini di buona volontà, i “dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni” devono pigliare per il lembo della veste e dire: “Noi andremo con voi, perchè abbiamo udito che Dio è con voi”. Per rendere la cosa possibile, il rimanente dell’Israele spirituale continuerà a ‘predicare quest’evangelo del Regno in tutto il mondo come testimonianza a tutte le nazioni’.

      9. Come sono essi accettevoli a Dio più d’Israele? A qual fine?

      9 Vogliano le persone di buona volontà in tutte le nazioni mostrare una fede in Dio simile a quella d’Abramo e vogliano esse salire con il rimanente spirituale alla Sua organizzazione teocratica. Manifestando una tale fede essi dimostrano di essere interiormente più Giudei dei Giudei naturali che si vanno radunando in Palestina nell’incredulità. Mostrano di superare questi Israeliti carnali nella fede d’Abramo. Questa fede dei consacrati di buona volontà ha presso Dio maggior valore dei legami carnali dell’Israele naturale con l’antico Abramo. Così, si uniscano all’Israele spirituale, e dicano da parte loro agli altri abitanti delle nazioni: “Andiamo, andiamo a implorare il favore dell’Eterno, e a cercare l’Eterno degli eserciti! Anch’io voglio andare!” (Zacc. 8:20-23) Questo li metterà in armonia con l’Iddio vivente per mezzo del Re da lui costituito Cristo Gesù. Questo avrà per risultato la loro preservazione durante la battaglia di Harmaghedon e la vita eterna nel nuovo mondo sotto l’eterno Regno di giustizia.

  • Producendo frutti nella vecchiaia
    La Torre di Guardia 1950 | 15 gennaio
    • Producendo frutti nella vecchiaia

      SIAMO ora nel trentacinquesimo anno del “Giorno di Geova”. Un buon numero di quelli che erano nel movimento della verità del Regno dal principio di questo importante giorno, che fu visibilmente segnato dallo scoppio della I Guerra Mondiale, sono oggi ben avanzati negli anni, ma ancora si attengono al servizio del Regno ora stabilito. Le difficoltà fisiche della vecchiaia si fanno sentire adesso nel loro corpo, come fu descritto dall’antico saggio, che Geova Dio suscitò e ispirò per essere predicatore, o “Kohelet” come era chiamato nella lingua ebraica in cui egli parlava e scriveva. Questi servitori dell’Iddio Altissimo in età avanzata possono ora ben apprezzare la saggezza della loro condotta nell’intraprendere il servizio come testimoni di Geova nei giorni dei decenni passati, quando il loro vigore e la loro vitalità erano maggiori e potevano così dare il loro meglio a un Dio degno; e possono anche apprezzare la solenne ammonizione contenuta nelle parole del saggio per la giovinezza di questi giorni, come egli scrive:

      “Rallegrati pure, o giovane, durante la tua adolescenza, e gioisca pure il cuor tuo durante i giorni della tua giovinezza; cammina pure nelle vie dove ti mena il cuore e seguendo gli sguardi degli occhi tuoi; ma sappi che, per tutte queste cose, Iddio ti chiamerà in giudizio! Bandisci dal tuo cuore la tristezza, e allontana dalla tua carne la sofferenza; poiché la giovinezza e l’aurora sono vanità. Ma ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni e giungano gli anni dei quali dirai: ‘Io non ci ho più alcun piacere.’” — Eccl. 12:1-3.

      Il mondo, particolarmente la cristianità con i suoi milioni di religionisti che sono “amanti del piacere anzichè di Dio” offre i suoi piaceri ai giovani e le giovanette, che si aggrappano alle delusioni; ma l’età avanzata ha dimostrato più e più volte che esse sono tutte vuote chimere. Questo mondo, ora nel suo “tempo della fine” dal 1914 d.C., non ha nulla di sostanziale da offrire per molto più a lungo, e perciò, a meno che la mente umana abbia trovato soddisfazione nel vivente e vero Dio Geova e nel suo Figliuolo Gesù Cristo, non vi è davvero alcun piacere nella vecchiaia. Il saggio Kohelet o Predicatore, ci presenta una vivida figura della vecchiaia scrivendo dei “cattivi giorni” del declino e le infermità fisiche, “dei quali dirai: ‘Io non ci ho più alcun piacere.’” Quindi continua per dirci il perchè, affermando:

      “Prima che il sole, la luce, la luna e le stelle s’oscurino, e le nuvole tornino dopo la pioggia: prima dell’età in cui i guardiani della casa tremano, gli uomini forti si curvano, le macinatrici si fermano perchè son ridotte a poche, quelli che guardan dalle finestre si oscurano”. — Eccl. 12:4, 5.

      Qui possiamo vedere come Kohelet, in linguaggio poetico figurativo, si riferisce all’offuscarsi della vita nella vecchiaia, sia mentale che fisica in molti casi, e al fatto che le nuvole dei fastidi di questa o quella specie rapidamente si succedono l’una all’altra dopo ogni esperienza che rinfresca come la pioggia la quale per un momento reca la speranza di avere il sole della prosperità. Ma i guardiani della casa, cioè, le braccia e le mani del nostro corpo terreno, cominciano a tremare nei giorni della vecchiaia; e quei simbolici “uomini forti” i nostri arti inferiori, si piegano con difficoltà nel tentativo di sostenere il peso del corpo. Insieme a questo “le macinatrici” i nostri denti naturali, cessano di fare il loro dovere per la carie o la loro perdita, e le nostre forze visive e di percezione che guardano attraverso le finestre del nostro corpo, gli occhi, sono offuscati e aumenta il bisogno di occhiali più forti.

      Ma questo non è tutto: “E i due battenti della porta si chiudono sulla strada perchè diminuisce il rumore della macina; in cui l’uomo si leva al canto dell’uccello, tutte le figlie del canto s’affievoliscono, in cui uno ha paura delle alture, ha degli spaventi mentre cammina, in cui fiorisce il mandorlo, la locusta si fa pesante, e il cappero non fa più effetto perchè l’uomo se ne va alla sua dimora eterna e i piagnoni percorrono le strade”. — Eccl. 12:6, 7.

      Sì, quando le possibilità operanti della vita si avvicinano alla loro fine, e la porta della bocca trova il parlare difficile o grave, allora è soggetto ad esservi poco in comune fra la persona vecchia e la generazione che sorge, e perciò vi è sempre meno comunicazione attraverso l’apertura della bocca e delle facoltà vocali. Le facoltà di udire con le quali una volta si rallegrava al suono di un uccello o alle note del canto sono ora deboli. Essendo incapace di dormire bene, si sveglia disturbato al minimo cinguettar d’uccello, e le sue facoltà morenti cessano di cogliere le melodie del terrestre incanto, “le figlie del canto”. È solo quando ha l’orecchio della fede, che coglie le assai più dolci note delle melodie celesti vergate sulle pagine della Bibbia e che Salomone in tutta la sua gloria non conobbe mai. Ma ancora deve affrontare il grande carico, lavoro, paura e i dolori dell’estrema vecchiaia con tutte le sue infermità, mancanza di appetito o di gusto, e i funesti gemiti e sospiri, fino a che tutti i desideri terreni vengono meno ed egli se ne va alla sua lunga dimora, la fossa, fortunato è se ha forza e desiderio del giusto nuovo mondo di Dio ora così vicino, e se ha le ragioni scritturali per aspettare il mattino della risurrezione con cui il nuovo mondo prende il posto di quello presente.

      Mentre la vecchia persona si avvicina alla morte è soltanto un breve tempo, come dice Kohelet, “prima che il cordone d’argento si spacchi, il vaso d’oro si spezzi, la brocca si rompa sulla fonte, la ruota infranta cada nel pozzo; prima che la polvere torni alla terra com’era prima, e lo spirito torni a Dio che l’ha dato”. “Vanità delle vanità, dice l’Ecclesiaste, tutto è vanità”. (Eccl. 12:8-10) Sì, il collasso nel corpo ha luogo alla morte. Il cordone d’argento del nostro attaccamento alla vita in questo mondo o il cordone spinale che si attacca al nostro cervello si stacca e non trasmette più impulsi. Il vaso d’oro del cervello si rompe mentre questo prezioso organo intelligente di vita si disintegra e anche il corpo umano, che come un vaso tiene il contenuto della vita, comincia la sua dissoluzione. La brocca o secchio del cuore che riceve e trasmette la corrente del sangue non riceve più il fluido sostenitor di vita esattamente come una brocca infranta al pozzo non può ricevere e contenere acqua viva; e come conseguenza la ruota della circolazione del sangue nell’organismo umano cessa di girare. Allora, dato che il corpo non può più eseguire il suo compito, la polvere di cui è composto ritorna ‘alla terra com’era prima’, per essere ora semplice polvere inanimata; e lo spirito, o il potere della vita, ritorna a Dio, che lo diede all’uomo, e il respiro dell’uomo si vuota nella grande riserva d’aria, la circostante atmosfera. L’anima umana così muore, non c’è più, eccetto che potrebbe essere scolpita indelebilmente sulla tavola della memoria di Dio per essere di nuovo riprodotta nel giorno in cui, come predisse Gesù Cristo “tutti quelli che son nei sepolcri [memoriali che rappresentano la memoria di Dio per loro], udranno la sua voce e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; e quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudicio”. (Giov. 5:28, 29) Se noi fedelmente ricordiamo Geova Dio mentre godiamo questa vita, possiamo essere certi che allora egli si ricorderà di noi.

      La conclusione di tutta l’esperienza della vita, se tale vita non è stata usata col ricordo continuo di Dio, è quella in cui giungono tutti gli uomini presto o tardi. “Vanità, delle vanità, dice l’Ecclesiaste, tutto è vanità”. (Eccl. 12:10) Dopo una vita sprecata, questo è il ritornello funebre del povero mondo, quando vedono che sarebbe stato meglio temere il vivente e vero Iddio e di serbare i suoi comandamenti. È per noi l’ora di decidere, se ancora non l’abbiamo fatto, che la nostra vita non venga a una tale vana, deludente fine come questa. E per aiutarci nel decidere sulla sicura via del presente vivere a evitare un tale risultato, l’uomo saggio ci fa la sua conclusione, ispirata dallo spirito di Dio: “La conclusione di tutto il discorso: — Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, [perchè?] perchè questo è il tutto dell’uomo. — Poiché Dio farà venire in giudizio ogni opera, tutto ciò ch’è occulto, sia bene, sia male”. — Eccl. 12:13, 14, NM; 12:15, 16.a

      STORIA DI UN CASO VERO

      Per i giusti che persistono nel servire Dio non vi è una tale dolente vecchiaia, ma essi trovano che Iddio fa ancora uso di loro malgrado la loro vecchiaia, e possono continuare a rendergli testimonianza fino al loro ultimo respiro. In quanto ad essi è scritto: “Il giusto fiorirà come la palma, crescerà come il cedro sul Libano. Quelli che son piantati nella casa dell’Eterno fioriranno nei cortili del nostro Dio. Porteranno ancora del frutto nella vecchiaia; saranno pieni di vigore e verdeggianti, per annunziare che l’Eterno è giusto; egli è la mia rocca, e non v’è ingiustizia in lui”. (Sal. 92:12-15) Vi sono molti esempi che si possono presentare della veracità di queste parole confortanti e rassicuranti; ma come storia di un caso tratto dalla vita vissuta citiamo per i nostri lettori una lettera recentemente ricevuta dalla Svezia. La signora che scrive vive con suo marito a bordo di un piccolo battello: “Doric” in cui fanno i pionieri. Ella dice:

      “Per la grazia del Signore, ho avuto il privilegio di essere una lavoratrice a pieno tempo nel servizio del Regno per 40 anni. Per quasi 20 anni tradussi La Torre di Guardia americana e altra letteratura proveniente dall’ufficio d’America per la Filiale qui in Isvezia. Dopo di ciò fui una pioniera, e lo sono ancora. La mia età è ora di 71 anni.

      ”Prima che venissi in contatto con la verità (il primo libro che mi capitò fra le mani fu Millenni Dagning,

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