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    Paradiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
    • “I DUE UNTI”

      29. Quando Zaccaria chiese dapprima che cosa significava la visione del candelabro d’oro, che cosa gli fu detto, e come ci è ora consentito di vedere che tale risposta e appropriata?

      29 A questo punto, ricordiamo noi ciò che l’angelo disse al profeta Zaccaria quando chiese che significava il candelabro d’oro con le sette lampade? Sì, disse: “‘Non mediante forza militare, né mediante potenza, ma mediante il mio spirito’, ha detto Geova degli eserciti”. (Zaccaria 4:6) Ora ci è consentito vedere quanto questa potente dichiarazione sia appropriata dagli ulteriori particolari che compaiono nella visione, con l’ulteriore spiegazione. Per appagarci in proposito ci viene detto:

      30. Che cosa disse l’angelo a Zaccaria che raffiguravano i due ulivi accanto al candelabro?

      30 “E io rispondevo e gli dicevo: ‘Che cosa significano questi due ulivi al lato destro del candelabro e al suo lato sinistro?’ Quindi risposi per la seconda volta e gli dissi: ‘Che cosa sono i due fasci di ramoscelli d’ulivi che, per mezzo dei due tubi dorati, versano da dentro a sé il liquido dorato?’ Dunque mi disse: ‘Non sai realmente che significano queste cose?’ A mia volta dissi: ‘No, mio signore’. Pertanto disse: ‘Questi sono i due unti che stanno accanto al Signore dell’intera terra’”. — Zaccaria 4:11-14.

      31. Come la provvista d’olio giungeva alle lampade, perché la provvista era continua, e che cosa raffigurava l’olio?

      31 Zaccaria ritenne bene fare dopo la sua prima una seconda domanda, per non mancar di informarsi su una caratteristica che non aveva menzionata nella sua prima domanda. Quei due ulivi, ricordiamo, erano a destra e a sinistra della coppa d’oro da cui si dipartivano i sette tubi che andavano alle sette lampade del candelabro per alimentarle d’olio dalla provvista centrale. Da dove la coppa d’oro in cima al candelabro otteneva la propria provvista di liquido illuminante? Dal fascio di ramoscelli dell’ulivo a destra e dal fascio di ramoscelli dell’ulivo a sinistra, e questo per mezzo di un tubo dorato che si dipartiva da ciascun fascio di ramoscelli. Il liquido che così ne sgorgava sembrava dorato, e non si poteva estinguere come non si potevano estinguere quei due ulivi. La provvista era continua, proprio come ne era vivente e continua la sorgente. Quel liquido illuminante raffigurava non una forza militare, né potenza umana, ma, come Geova disse, “il mio spirito”. L’olio era così usato per raffigurare lo spirito di Dio. — Zaccaria 4:6.

      32. (a) Che cos’è la sorgente del simbolico “olio d’oliva”? (b) Che cosa è simboleggiato dal candelabro che riceve tale olio?

      32 Proprio come l’ulivo era stato creato da Geova Dio ed Egli ne è la Sorgente dell’olio, in maniera simile egli è la Sorgente dello spirito o invisibile forza attiva, che accende la fiamma della vera adorazione verso di Lui. I due ulivi raffigurano conformemente i due agenti per mezzo dei quali egli comunica il suo spirito al simbolico candelabro, cioè alla sua “nazione santa”, l’unto rimanente degli Israeliti spirituali. Chi sono, dunque, i due agenti simboleggiati dai due ulivi?

      33. Come Rivelazione 11:3, 4 usa gli ulivi per simboleggiare le viventi creature di Dio, e chi simboleggiano dunque i due ulivi della visione di Zaccaria?

      33 Non si va contro le Scritture dicendo che i due ulivi raffigurano intelligenti creature di Dio. In relazione con la visione del tempio come fu riferita dal cristiano apostolo Giovanni nell’ultimo libro della Bibbia, leggiamo: “E farò profetizzare i miei due testimoni . . . vestiti di sacco. Questi sono simboleggiati dai due ulivi e dai due candelabri e stanno davanti al Signore della terra”. (Rivelazione 11:3, 4) Si spiega che i due ulivi della visione di Zaccaria sono i “due unti [letteralmente, due figli d’olio] che stanno accanto al Signore dell’intera terra”. Questi, dunque, chi raffigurano? Non gli ispirati profeti, Aggeo e Zaccaria, ma due individui ai quali Zaccaria ebbe il comando di trasmettere la parola di Geova degli eserciti, cioè il sommo sacerdote Giosuè figlio di Iozadac e il governatore Zorobabele.

      34. (a) Come il sommo sacerdote e il governatore impartiscono il simbolico olio al simbolico candelabro? (b) Come gli stessi Zorobabele e Giosuè mantengono costante la loro provvista dello spirito di Dio?

      34 Per mezzo degli ispirati profeti Aggeo e Zaccaria, lo spirito di Geova fu impartito a Giosuè e a Zorobabele. Questi, a loro volta, dovevano prendere la direttiva nell’edificazione del secondo tempio di Geova e impartire in tal senso lo spirito di Geova al rimanente israelita. Questi due “unti” dovevano infondere di continuo lo spirito di Geova all’intera nazione restaurata, attenendosi all’opera sino alla fine e incoraggiando i lavoratori del tempio sia con le parole di esortazione che con l’esempio personale. Avrebbero potuto far questo se si fossero tenuti costantemente accanto a Geova, “al Signore dell’intera terra”. Dovevano stare al Suo lato rispetto alla contesa della sola vera adorazione, e dovevano di continuo renderGli servizio a favore di tale esclusiva adorazione verso di Lui. In questo modo la sacra opera sarebbe stata compiuta dallo spirito di Geova. Essendo il “Signore dell’intera terra”, egli adempie verso di essa la propria volontà.

      35. Nell’adempimento moderno della visione, chi simboleggiano i due ulivi?

      35 Nell’adempimento di questa visione nell’attuale “tempo della fine”, i “due ulivi”, i “due unti”, chi raffigurano? Poiché, nel primo adempimento della visione nel giorno dello stesso Zaccaria, raffigurarono il sommo sacerdote Giosuè e il governatore Zorobabele, essi devono semplicemente raffigurare l’unico personaggio, cioè l’Unto di Geova, il Messia o Cristo, Gesù che fu unto con lo spirito santo di Dio. — Isaia 61:1-3; Luca 4:1.

      36. (a) In che modo Gesù Cristo ha agito come Giosuè il sommo sacerdote e come il governatore Zorobabele relativamente allo spirito di Dio? (b) In che modo egli, come i due ulivi, ha mantenuto continua la provvista dello spirito, e a quale candelabro simbolico l’ha provveduta?

      36 Sì, in realtà, Gesù il Messia fu prefigurato da entrambi il sommo sacerdote Giosuè e il governatore Zorobabele. Prima di lasciare i suoi leali apostoli sulla terra egli promise di mandar loro lo spirito, che proviene dal Padre celeste. (Giovanni 14:16, 17; 15:26; 16:13, 14) Quindi, nel festivo giorno di Pentecoste del 33 E.V., egli servì come i due ulivi della visione di Zaccaria. Quel giorno Geova Dio cominciò a impiegarlo per incanalare e versare lo spirito santo sulla “nazione santa” dell’Israele spirituale. (Atti 1:5; 2:1-35; Matteo 3:11; Marco 1:7, 8; Luca 3:16) Come i “due unti” o “due figli d’olio” nella quinta visione di Zaccaria, Cristo Gesù sta “accanto al Signore dell’intera terra” in qualità di Sommo Sacerdote e Governatore e gli rende con costanza servizio, poiché egli è alla destra dell’Iddio dei cieli. (Atti 2:34-36; 7:56) In questa posizione può essere il canale di una continua provvista dello spirito del Signore Dio per il simbolico “candelabro” sulla terra, il fedele rimanente dell’Israele spirituale.

      37. (a) Dotato di energia da che cosa e sotto la direttiva di chi, il rimanente continua l’opera del tempio? (b) A chi andranno, perciò, l’ossequio, la lode e il credito per il successo dell’opera del tempio?

      37 Non mediante forza militare, ma mediante l’inesauribile spirito di Dio Onnipotente, l’unto rimanente continua a operare sotto il suo celeste Governatore e Sommo Sacerdote, Gesù Cristo. Stimolati e dotati di energia dallo spirito santo essi continueranno a compiere l’opera del tempio finché non sia del tutto completata. Conformemente, l’ossequio, la lode e il credito per il finale, felice successo andranno non al rimanente dei sottosacerdoti spirituali, ma a Geova Dio la Sorgente dello spirito e per mezzo di Gesù Cristo quale Suo amorevole canale.

  • Fine del permesso della malvagità
    Paradiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
    • Capitolo XII

      Fine del permesso della malvagità

      1. Invece di seguire nel suo tempio semplici formalità religiose, che cosa avrebbe dovuto fare la nazione d’Israele per avere le benedizioni di Geova secondo il suo patto?

      L’ANTICA nazione d’Israele aveva in Gerusalemme il bel simbolo della pura adorazione del solo vivente e vero Dio. Era il suo sacro tempio riedificato. Ma la nazione avrebbe dovuto più che semplicemente seguire il programma delle osservanze cerimoniali in quel centro di adorazione. L’eletta nazione d’Israele, col suo riedificato tempio dell’adorazione di Geova in Gerusalemme, avrebbe dovuto vivere quotidianamente quella religione in tutto il paese che Dio le aveva dato. Quindi la loro religione non sarebbe stata solo una pia formalità, ma sarebbe stata un’esperienza vivente. Non avrebbe dato luogo alla profanazione della sacra casa dell’adorazione di Geova. Non avrebbe recato sul nome di Dio derisione e biasimo. Quindi egli avrebbe potuto lietamente benedire gli abitanti del paese che gli rendevano adorazione secondo la promessa del suo solenne patto con

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