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  • Omicidio
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • ODIO EQUIPARATO A OMICIDIO

      L’assassinio scaturisce dal cuore. (Matt. 15:19; Mar. 7:21; confronta Romani 1:28-32). Perciò chi odia suo fratello è omicida. (I Giov. 3:15) Anche Cristo Gesù mise in relazione l’omicidio con comportamenti sbagliati come quello di chi serba rancore al proprio fratello, lo ingiuria o lo giudica erroneamente condannandolo come “spregevole stolto”. — Matt. 5:21, 22; confronta Giacomo 2:1-11; 5:6; Matteo 25:40, 45; Atti 3:14, 15.

      I seguaci di Cristo potrebbero essere perseguitati e anche uccisi per amore della giustizia, ma non dovrebbero soffrire per aver commesso omicidio o altri crimini. — Matt. 10:16, 17, 28; I Piet. 4:12-16; Riv. 21:8; 22:15.

  • Omri
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    • Omri

      (Òmri).

      Sesto re del regno settentrionale delle dieci tribù di Israele. Nulla si sa dei suoi antenati, neanche il nome di suo padre né di quale tribù fosse. Omri fondò la terza dinastia di Israele (preceduta da quelle di Geroboamo e di Baasa), e gli succedettero il figlio Acab e i nipoti Acazia e Ieoram; tutti e quattro regnarono complessivamente per circa quarantasei anni (951-905 a.E.V.). Sua nipote Atalia regnò per sei anni sul trono di Giuda. (II Re 8:26; 11:1-3; II Cron. 22:2) Ieu, che sterminò la casa di Acab e stabilì la successiva dinastia di Israele, è chiamato “figlio [cioè successore] di Omri” nell’obelisco nero di Salmaneser III. Infatti, in tributo alla sua potenza, gli assiri continuarono a chiamare Israele “il paese di Omri” e i re di Israele “casa di Omri” molto tempo dopo che i suoi discendenti avevano smesso di regnare.

      Omri salì al trono non per eredità, ma con la violenza. Era comandante dell’esercito di Israele sotto il re Ela (e forse sotto il suo predecessore Baasa) quando Zimri, comandante di metà dei carri da guerra, abbatté Ela, si impadronì del regno e sterminò la famiglia e gli amici di Baasa. Non appena ne giunse notizia all’esercito israelita, allora accampato contro i filistei a Ghibbeton, “tutto Israele”, senza dubbio i capi tribali nell’accampamento, acclamarono Omri loro re. Immediatamente si ritirarono da Ghibbeton e attaccarono Tirza, la capitale di Zimri. Questi, vista la situazione disperata, si uccise appiccando il fuoco alla casa del re, e pose tragicamente fine ai suoi sette giorni di regno. — I Re 16:8-20.

      Ma Omri aveva un nuovo rivale: Tibni figlio di Ghinat. La popolazione rimase divisa per quattro anni, durante i quali infuriò la guerra civile finché i sostenitori di Omri sconfissero quelli di Tibni, assicurando a Omri dominio indiscusso. Zimri era morto nel ventisettesimo anno del regno di Asa re di Giuda (951). (I Re 16:15-18) Infine, nel trentunesimo anno di Asa (947), Tibni morì non si sa come, lasciando che Omri regnasse da solo per otto anni, fino al trentottesimo anno di Asa (940). — I Re 16:21-23, 29.

      Omri fu un re potente. (I Re 16:27) Secondo la Stele Moabita (dalla quarta all’ottava riga), Omri assoggettò Moab, dominazione che continuò sotto Acab. (II Re 3:4) Verso la metà del suo regno, Omri saggiamente trasferì la capitale a Tirza, che aveva conquistato con tanta facilità. Acquistò il monte di proprietà di Semer, che si prestava a essere fortificato, e vi costruì una nuova città, Samaria, che fu in grado di resistere a lunghi assedi. (I Re 16:23, 24) Anche iscrizioni cuneiformi confermano che fu il fondatore di Samaria e che vi fu sepolto. (I Re 16:28) Durante il suo regno Omri subì diversi rovesci: dovette cedere alcune città al re di Siria (I Re 20:34), e pagare un tributo all’Assiria (fu il primo re di Israele costretto a far questo).

      In quanto alla religione, Omri contribuì al declino del regno settentrionale perpetuando l’idolatria di Geroboamo; infatti “faceva ciò che era male agli occhi di Geova e fece peggio di tutti quelli che erano stati prima di lui”. (I Re 16:25, 26) Circa due secoli dopo, per mezzo di Michea Geova condannò Israele per aver seguito “gli statuti di Omri”. — Mic. 6:16.

  • On
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    • On

      1. Figlio di Pelet e uomo preminente della tribù di Ruben. — Num. 16:1; vedi ABIRAM.

      2. Antica e rinomata città egiziana, che sorgeva circa 15 km a NE del Cairo, sulla riva E del Nilo, presso il punto in cui le acque del fiume si dividono e inizia il delta. In antichi documenti egizi il nome della città era scritto Iwnw, mentre in quelli assiro-babilonesi era chiamata Anu o Unu. Il nome egiziano si pensa significasse “città della colonna”, forse per gli obelischi (alte colonne a base quadrangolare con punta a piramide) per i quali la città era famosa; oppure il nome poteva derivare dalla pietra sacra (detta benben) che aveva relazione con l’adorazione del dio-sole Ra (o Re). I greci la chiamarono Eliopoli, che significa “città del sole”, poiché era il principale centro dell’adorazione egiziana del sole.

      Viene menzionata per la prima volta nella Bibbia come la città di Potifera, sacerdote di On, la cui figlia Asenat fu data in moglie a Giuseppe. — Gen. 41:45, 50.

      Il profeta Geremia fu ispirato a predire che il re Nabucodonosor avrebbe invaso l’Egitto e ridotto in frantumi “le colonne di Bet-Semes, che è nel paese d’Egitto”. (Ger. 43:10-13) Il nome Bet-Semes corrisponde più o meno al nome greco Eliopoli e significa “casa del sole”. Quindi in questo caso si riferiva probabilmente alla città di On, e le “colonne” che dovevano essere ridotte in frantumi potevano essere i numerosi obelischi intorno al tempio del sole.

      La profezia di Ezechiele contiene un avvertimento simile. (Ezec. 30:10, 17) Qui i segni vocalici sono diversi da quelli di Genesi e perciò il nome letteralmente è “Aven” (ebr. ʼàwen, NW, nota in calce). Alcuni studiosi suppongono che si trattasse di un gioco di parole, dato che Aven significa “malvagità; idolatria” e On era un centro di idolatria.

      La stessa cosa può dirsi forse di Isaia 19:18, dove il testo masoretico si riferisce a una delle “cinque città nel paese d’Egitto che parleranno la lingua di Canaan e giureranno a Geova” chiamandola “Città della distruzione [ebr. ‘Ir ha-hères]”. Il rotolo del Mar Morto di Isaia ha invece ‘Ir ha-hhères, che significa “Città del sole” e quindi indicherebbe On (Eliopoli). Anche questo potrebbe essere un voluto gioco di parole, in cui Hères (distruzione) viene sostituito a Hhères (altro termine ebraico per “sole”, meno comune di shèmesh) a motivo dell’intenzione di Geova di distruggere l’idolatra città di On. La parafrasi di questa parte del versetto nei Targum aramaici dice: “[Città del]la casa del sole, che dev’essere distrutta”.

  • Onan
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    • Onan

      (Ònan) [vigoroso].

      Figlio di Giuda, il secondo avuto dalla cananea figlia di Sua. (Gen. 38:2-4; I Cron. 2:3) Dopo che Er, fratello maggiore di Onan che non aveva avuto figli, era stato messo a morte da Geova per aver trasgredito, Giuda disse a Onan di celebrare il matrimonio del cognato con Tamar moglie di Er. Se fosse nato un figlio, non sarebbe stato il fondatore della famiglia di Onan, e l’eredità del primogenito sarebbe spettata a lui quale erede di Er; se invece non ci fosse stato un erede, Onan avrebbe ricevuto lui stesso l’eredità. Quando ebbe rapporti con Tamar, Onan “sciupava il suo seme per terra” piuttosto che darlo a lei. Questo non fu da parte di Onan un atto di masturbazione, poiché la Bibbia dice che versava il suo liquido seminale “quando in effetti aveva relazione con la moglie di suo fratello”. Evidentemente fu un caso di “coitus interruptus”, per cui Onan di proposito evitò l’eiaculazione del liquido seminale nell’apparato genitale di Tamar. Per la disubbidienza al padre suo, per la sua avidità e il peccato contro il divino ordinamento del matrimonio, non a motivo di masturbazione, Onan, anche lui senza figli, fu messo a morte da Geova. — Gen. 38:6-10; 46:12; Num. 26:19.

  • Onesiforo
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    • Onesiforo

      (Onesìforo) [che reca profitto].

      Cristiano menzionato nella seconda lettera di Paolo a Timoteo. (II Tim. 4:19) Al contrario di altri che nel distretto dell’Asia si erano allontanati da Paolo, Onesiforo rimase suo leale sostenitore e, una volta a Roma, cercò diligentemente Paolo nonostante il rischio personale. Non si vergognò delle catene di Paolo, anzi gli rese un ottimo servizio, come aveva fatto a Efeso. L’apostolo apprezzò molto tale lealtà e pregava che Onesiforo e la sua famiglia avessero la misericordia di Geova. — II Tim. 1:15-18.

      Il fatto che Paolo invii saluti alla famiglia di Onesiforo anziché a lui stesso (II Tim. 4:19) non indica necessariamente che Onesiforo non fosse più in vita, anche se potrebbe essere così. Egli poteva semplicemente essere allora lontano dalla famiglia, oppure poteva essere incluso nei saluti inviati a quella famiglia di credenti.

  • Onesimo
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    • Onesimo

      (Onèsimo) [vantaggioso, utile].

      Schiavo fuggitivo che Paolo aiutò a diventare cristiano. Onesimo era stato servitore di Filemone, cristiano di Colosse, ma di là era fuggito a Roma. Può darsi che prima avesse anche derubato il padrone per pagarsi il viaggio. (Col. 4:9; Filem. 18) È possibilissimo che avesse conosciuto Paolo, o almeno ne avesse sentito parlare, per mezzo di Filemone; infatti, anche se non è specificato che Paolo durante i viaggi missionari si fosse recato a Colosse, effettivamente era stato da quelle parti e conosceva Filemone. (Atti 18:22, 23; Filem. 5, 19, 22) Ad ogni modo, non si sa come, Onesimo era in contatto con Paolo a Roma e ben presto diventò cristiano. (Filem. 10) In netto contrasto con la sua precedente inutilità come schiavo per Filemone, ora era utilissimo a Paolo come ministro, “fedele e diletto fratello” che Paolo chiama “miei teneri affetti (gr. emà splàgkhna, mie viscere)”. — Col. 4:9; Filem. 11, 12.

      Tuttavia Onesimo era sempre uno schiavo fuggitivo e l’ordine sociale vigente imponeva a Paolo di rimandarlo al suo proprietario, benché con riluttanza dal momento che era diventato un così buon compagno. L’apostolo però non poteva costringerlo a tornare, perciò tutto dipendeva dalla buona volontà di Onesimo. Nell’accomiatarsi da lui Paolo dispose che Tichico lo accompagnasse e che i due portassero una lettera e sue notizie a Colosse. (Col. 4:7-9) Inoltre consegnò a Onesimo la sua lettera a Filemone, anche se era quasi alla fine della sua detenzione e si aspettava di essere rimesso in libertà e di poterlo visitare personalmente. (Filem. 22) Quest’ultima lettera si potrebbe definire di presentazione e raccomandazione per Onesimo: Paolo rassicurava Filemone circa il buon ministero cristiano e la nuova personalità di Onesimo, e auspicava che la loro fosse la riunione di due cristiani più che di uno schiavo col suo padrone. L’apostolo Paolo chiedeva che qualsiasi debito Onesimo avesse contratto con Filemone fosse messo sul suo conto. (Filem. 12-22) Nella lettera ai colossesi di cui Onesimo e Tichico erano latori, Paolo trattava i principi cristiani che regolano i rapporti tra schiavi e padroni. — Col. 3:22—4:1.

  • Onice
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    • Onice

      Pietra dura, varietà pregiata di agata; il termine si applica anche a un tipo di calcedonio striato. L’onice ha strati bianchi alternati a strati neri, marrone, rossi, grigi o verdi. Il rosa chiaro prodotto dagli strati rossi visibili attraverso gli strati bianchi traslucidi evidentemente ricordava ai greci l’unghia, che in greco è ònyx. Sin dall’antichità l’onice era molto apprezzata per ornamenti, anelli e collane. Gli strati di vari colori l’hanno resa particolarmente adatta per fare cammei.

      Il “paese di Avila” era ricco di onice all’inizio della storia biblica. (Gen. 2:11, 12) Pietre di onice erano fra i materiali preziosi offerti per fare cose relative al tabernacolo di Israele. (Eso. 25:1-3, 7) “I nomi dei figli d’Israele . . . secondo l’ordine delle loro nascite” erano incisi su due pietre di onice (sei nomi per ciascuna) poste sulle spalline dell’efod del sommo sacerdote “come pietre di memoriale per i figli d’Israele”. Un’altra onice con su inciso il nome di una delle dodici tribù di Israele era al centro della quarta fila di pietre preziose incastonate nel “pettorale del giudizio” indossato dal sommo sacerdote. — Eso. 28:9-12, 15-21; 35:5, 9, 27; 39:6-14.

      In seguito Davide preparò personalmente molte cose di valore, fra cui onici, per l’eventuale costruzione del tempio di Gerusalemme. (I Cron. 29:2) Di onice erano alcune delle pietre preziose di cui era ‘coperto’ il “re di Tiro” del canto funebre messo per iscritto da Ezechiele. (Ezec. 28:12, 13) Riconoscendo l’importanza della sapienza, Giobbe dichiarò che con “la rara pietra di onice” e altre cose preziose non si poteva comprare l’inestimabile sapienza di Dio. — Giob. 28:12, 16.

  • Oola
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    • Oola

      (Oòla o Oolà [sua (propria) tenda].

      In Ezechiele capitolo 23, Samaria (che rappresenta il regno delle dieci tribù di Israele) è descritta come la prostituta Oola, sorella maggiore di Ooliba, che rappresenta Gerusalemme (il regno di Giuda). Il nome Oola, “sua propria tenda”, può alludere al fatto che il regno delle dieci tribù aveva istituito centri propri di adorazione. La sua prostituzione aveva avuto inizio in Egitto ed era continuata nella Terra Promessa. In epoche successive riguardava il fatto che cercava di accattivarsi il favore degli assiri e seguiva degradanti pratiche idolatriche che includevano sacrifici di bambini. Per la sua infedeltà a Lui, Geova consegnò Oola (il regno settentrionale) nelle mani degli assiri, suoi amanti.

  • Ooliab
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Ooliab

      Vedi BEZALEL.

  • Ooliba
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Ooliba

      (Oolìba o Oolibà) [la mia tenda è in lei].

      In Ezechiele capitolo 23, l’infedeltà di Gerusalemme è raffigurata con l’allegoria della prostituta Ooliba. Il significato del nome sembra alludere al fatto che la tenda o santuario di Geova si trovava nel suo territorio. (Confronta OOLA). Ma invece di apprezzare ciò e prendere a cuore il castigo abbattutosi sulla infedele sorella Oola (Samaria), Ooliba non solo continuò a essere infedele come era stata in Egitto, ma si comportò ancor peggio di sua sorella. Praticò l’idolatria su vasta scala e si legò politicamente con gli assiri e i babilonesi. Perciò fu predetto che i suoi amanti di un tempo, i babilonesi, sarebbero avanzati contro di lei e l’avrebbero resa qualcosa di spaventoso.

  • Onnipotente
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    • Onnipotente

      Vedi DIO; GEOVA.

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