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    Svegliatevi! 1978 | 8 giugno
    • vedi non è poi un grosso problema; eppure molti, nonostante ciò, quando pensano a me storcono il naso”.

      “Non ti arrabbiare, lo sai che può farti male, lo hai detto tu stesso prima. Chi più chi meno tutti quanti noi siamo soggetti a critiche. Lo sai ad esempio che voci circolano sul mio conto?”

      “No, quali?”

      “Hanno messo in giro la voce che sono estremamente indigesto. Bene, questa è proprio una calunnia. Posso essere digerito molto più facilmente di quanto non si creda; la verità è che a essere indigesti sono i salumi con i quali spesso mi mangiano. Ma io non me la prendo, anche perché è contro i miei principi; infatti, tra l’altro, sono io stesso un potente calmante per i nervosi e per chi è afflitto da insonnia. Ma non solo, faccio bene anche alla opposta categoria, gli apatici e i depressi. Entrambi questi opposti estremi farebbero bene a sfruttare al massimo le mie virtù. Pensa che alcuni studenti apprensivi mi usano addirittura prima di affrontare gli esami”.

      “Scusa la battuta, ma mi piacerebbe proprio vedere uno studente che prima di una interrogazione mastica nervosamente una tua foglia”.

      “Che spiritoso! Si possono ottenere risultati migliori col mio decotto di cavolo verde. Devi mettere due mie foglie grandi, mi raccomando che siano fresche, pulite e sane, in un litro d’acqua, farle bollire per qualche minuto e quindi usarne da due a tre tazze al giorno. Ti consiglio, però, anche una bella cura primaverile, aumentando la dose fino a cinque tazze per una settimana”.

      Parlano la Carota e la Cipolla

      “Che chiacchieroni quei due! E poi dicono di noi donne!”

      “Davvero! Chissà che cosa stanno dicendo ora . . . Avvicinati, ti devo dire una cosa all’orecchio. Passando prima ho sentito che l’Aglio mi stava facendo un complimento”.

      “Ah, sì? E che cosa diceva?”

      “Diceva al Cavolo che ho degli splendidi occhi!”

      “Sono d’accordo con lui, hai degli occhi veramente belli. Peccato che non si possa dire la stessa cosa dei miei; sono sempre così rossi e gonfi . . .”

      “Ma perché mia cara?”

      “Sai, piango in continuazione. Tutte le persone che mi si avvicinano non fanno che lacrimare; io mi commuovo e così piango sempre”.

      “Eh no, così non va, su il morale! Se permetti vorrei consigliarti un succo fresco adatto proprio a coloro che, come te, si sentono fuori forma”.

      “Di’ pure, ti ascolto”.

      “Mi devi schiacciare con molta cura, fino a ottenere una poltiglia. Dovresti berne uno o due bicchieri al giorno. È un buon ricostituente. Se dolcifichi il succo con un po’ di miele, o aggiungi qualche goccia di limone, avrai un efficacissimo rimedio contro il mal di gola e, come t’ho già menzionato, per quando ci si sente depressi”.

      “Grazie, seguirò il tuo consiglio; una bella cura a base di carota mi farà senz’altro bene. Ma cosa c’è: ti vedo assorta, hai da dirmi qualcosa?”

      “Be’, sì, avrei qualcosa da chiederti”.

      “Dimmi pure”.

      “È risaputo che sei una delle più grandi piante guaritrici. L’altro ieri, parlando col signor Aglio, menzionavamo proprio le tue notevoli qualità antisettiche e vermifughe. Il signor Aglio mi disse anche che una cura a base di cipolla è ottima contro coliche renali, calcoli ai reni o alla vescica, contro la ritenzione delle urine, la gotta o i reumatismi”.

      “Oh, vedo che sei ben informata”.

      “Sì, ma è l’Aglio che mi ha così ben informata. Mi ha parlato di te per circa un’ora. Ha detto che sei l’unica pianta guaritrice che merita di essere apprezzata quanto lui”.

      “Modestino il signor Aglio! Però, sono lusingata dell’accostamento; è risaputo che l’aglio è il re delle piante guaritrici. Ma tu non volevi chiedermi qualcosa?”

      “Sì, un favore. Ho saputo che sei un’amica della bellezza della pelle e una nemica dell’acne. Vorrei proprio che mi consigliassi una crema di bellezza a base di cipolla”.

      “Volentieri. Ti posso fornire una ricetta che è ottima anche contro le macchie della pelle e le fatidiche rughe. Sono quindi una vera amica per le signore”.

      “Benissimo, proprio quello che mi occorre”.

      “Sono contenta di esserti utile. Devi cuocere lentamente tre cipolle schiacciate finemente in un po’ di strutto. Mescola bene e aggiungi un cucchiaio di miele, un bicchierino di acqua di rose e una tazza di latte. Quando la crema sarà omogenea la dovrai applicare sui difetti della pelle che prima ti ho menzionato”.

      “Ti ringrazio. Sono convinta che sarà più efficace di tante creme artificiali di oggi. Se vuoi sapere la verità, ti reputo proprio indispensabile”.

      “Oh, non lusingarmi troppo, non è il caso. Io non ho alcun merito particolare. Ho parlato con tantissime piante e sono giunta a questa conclusione: tutte noi serviamo a qualcosa. È vero che potremmo essere inadatte o inutili per un determinato scopo, ma è altrettanto vero che siamo ‘proprio quello che ci vuole’ per tanti altri. Se esistiamo è perché serviamo a qualche cosa. Il nostro Creatore ci mise sulla terra con un preciso intento: quello di cibare l’uomo, oltre che rendere piacevole e bella la terra. Se qualche pianta è reputata addirittura velenosa, non lo è mai in senso assoluto; certamente ha anch’essa il suo preciso scopo utile, anche se per alcune di esse non lo conosciamo”.

  • “Il vecchio è buono”
    Svegliatevi! 1978 | 8 giugno
    • “Il vecchio è buono”

      ● In un’occasione fu chiesto a Gesù Cristo perché i suoi discepoli non digiunavano come i discepoli di Giovanni Battista e quelli dei Farisei. In parte rispose: “Nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; ma se ve lo mette, il vino nuovo romperà gli otri, ed esso si verserà e gli otri saranno rovinati. Ma il vino nuovo si deve mettere in otri nuovi. Nessuno che abbia bevuto vino vecchio vuole il nuovo; poiché dice: ‘Il vecchio è buono’”. — Luca 5:37-39.

      Dando questa risposta, Gesù Cristo indicava evidentemente che il suo insegnamento era troppo vigoroso e potente per confinarlo nel vecchio sistema del giudaismo, che, come otri vecchi, mancava di vitalità ed elasticità. In quanto a quelli che prediligevano il vino tradizionale o l’insegnamento del giudaismo, trovavano da ridire sull’insegnamento di Gesù Cristo. Lo respinsero come se fosse vino nuovo, preferendo le vecchie usanze tradizionali. Per loro, ‘il vecchio era buono’.

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