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  • Il posto della congregazione nella vera adorazione
    La Torre di Guardia 1961 | 1° settembre
    • Il posto della congregazione nella vera adorazione

      “Ti scrivo queste cose . . . [affinché] tu sappia come ti devi condurre nella casa di Dio, che è la congregazione dell’Iddio vivente, colonna e sostegno della verità”. — 1 Tim. 3:14, 15.

      1. Il progresso di quale organizzazione, specialmente notevole in questo ventesimo secolo, ha portato alla ribalta l’adorazione di Geova?

      IL VENTESIMO secolo ha visto la formazione di organizzazioni nazionali e internazionali come non era mai avvenuto prima. Organizzazioni che rappresentano vari interessi, interessi di lavoratori, agricoltori, consumatori, politicanti e religiosi, cercano di unire le loro forze per esercitare maggiore influenza sulla vita del popolo. In mezzo a tutto questo è comparsa una crescente e dinamica società di uomini e donne cristiani che hanno una sola mèta, quella di recare testimonianza al nome, alle qualità divine e ai propositi del Creatore, Geova Dio. Questa società, chiamata società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova, s’avvicina rapidamente a un milione d’associati, ma non è la grandezza né il numero che la rende così notevole. Questa società rappresenta uomini e donne d’ogni paese e d’ogni gruppo nazionale, razziale, economico e d’altro genere, persone che abitano in almeno 179 paesi e sono unite nell’insegnamento, nella credenza, nella condotta e nella loro lealtà a Geova e al suo dominante Re, Cristo Gesù.

      2. Contro quale dei tre fattori che unificano i testimoni di Geova si fa a volte obiezione? Su quale base?

      2 Tutto questo è una prova del potere unificatore dello spirito santo e della Parola di Dio. Ma quelli che conoscono i testimoni di Geova osservano un fattore importantissimo di questa unità, cioè l’organizzazione. Una grande organizzazione è mostrata dal modo in cui i testimoni di Geova svolgono unitamente la loro opera di predicazione, tengono grandi congressi e osservano le stesse norme di condotta nelle loro 21.008 congregazioni in tutto il mondo. A volte alcuni si stancano quando vedono una grande organizzazione associata con l’adorazione spirituale di Dio. A volte si odono obiezioni, come quella che vi sia il pericolo di divenire eccessivamente organizzati o il pericolo di servire o perfino adorare l’organizzazione invece di Dio. Alcuni chiedono: “Non tendono le grandi organizzazioni a soffocare il libero affluire dello spirito di Dio e la spontanea espressione d’amore fra i dedicati cristiani?”

      3. (a) Perché Gesù non formò una congregazione mentre era sulla terra? (b) Come sappiamo che Dio ebbe il proposito di fargli edificare una congregazione?

      3 Siccome la congregazione è oggi molto legata all’adorazione di Geova, è essenziale trovare la risposta biblica a queste domande relative alla congregazione. È bene esaminare il racconto della Scrittura inerente alla congregazione cristiana dei giorni degli apostoli. È vero, come sostengono alcuni, che Gesù non edificò un’organizzazione né una congregazione mentre era sulla terra; ma questo non significa che la congregazione cristiana fosse un’idea umana degli apostoli. Gesù nacque sotto un esistente sistema di cose, costituito dal Padre suo per mezzo di Mosè. Esso era ancora valido, e formare un’altra organizzazione avrebbe voluto dire mostrarsi dissenziente. Ma Gesù venne per adempiere la Legge offrendo il suo proprio sangue e per porre così il fondamento sul quale Dio avrebbe stabilito un nuovo sistema di cose basato su un nuovo patto. Tenendo presente questo, Gesù disse che avrebbe edificato una congregazione della quale egli stesso sarebbe stato la pietra angolare di fondamento. — Matt. 5:17; 16:18; Ebr. 8:6, 10-13.

      4. Quale consiglio, dato da Gesù ai suoi apostoli, indica che vi sarebbe stata fra loro la disposizione di un’organizzazione?

      4 Tenendo presente questa congregazione, Gesù approfittò di un’occasione per insegnare ai suoi apostoli il principio della direttiva o sorveglianza da esercitare nella congregazione. Quando Giacomo e Giovanni chiesero i più alti incarichi nel Regno presso Gesù, egli rispose: “Voi sapete che quelli che son reputati governanti delle nazioni le signoreggiano e i loro grandi usano autorità su di esse. Questa non è la disposizione che esiste fra voi; anzi chi vuol divenire grande fra voi dev’essere vostro ministro, e chi vuol esser primo fra voi dev’essere schiavo di tutti”. (Mar. 10:42-44) Questo non significava che non vi sarebbe stata nessuna organizzazione, ma che la disposizione dell’organizzazione dei seguaci di Gesù sarebbe stata conforme al modello di Geova. — Matt. 5:45, 48.

      5. Che cosa includeva la responsabilità che Gesù affidò agli apostoli, secondo Matteo 28:19, 20 e Giovanni 21:15-17?

      5 Poco prima di ascendere al cielo, Gesù ordinò ai suoi discepoli di andare a far discepoli delle persone d’ogni nazione, insegnando loro tutte le cose che egli aveva comandate. (Matt. 28:19, 20) Questo includeva che si insegnasse a questi uomini il principio dell’organizzazione prevalente e il bisogno d’essere uniti a Cristo, come i rami d’una vite. (Giov. 15:4-7; 17:20, 21) Gesù mostrò inoltre che quegli apostoli che aveva ammaestrati e addestrati con la parola e l’esempio avrebbero avuto determinate responsabilità, insegnando ad altri che avrebbero ascoltato e accettato il loro insegnamento e presiedendo sulla loro crescita spirituale. Essi non sarebbero stati semplicemente ammaestrati su alcune dottrine per poi seguire la propria via quali credenti indipendenti, ma sarebbero stati portati in unità, riuniti in una congregazione, come le pecore in un ovile. Gesù nominò gli apostoli quali pastori col comando: “Pasci i miei agnellini”, “pasci le mie pecorelle”, e ancora: “Pasci le mie pecorelle”. Questo diede agli apostoli l’alta responsabilità di badare a tutti quelli che sarebbero stati radunati. — Giov. 10:1-17; 21:15-17.

      LA CONGREGAZIONE PRENDE FORMA

      6, 7. Come cominciò a formarsi la prima congregazione dopo la Pentecoste, e come era presieduta o sorvegliata?

      6 Che essi dovessero radunare i discepoli associandoli a sé fu mostrato alcuni giorni dopo, alla Pentecoste. Ricevuto lo spirito santo a conferma che la nuova congregazione era stata fondata, gli apostoli predicarono a molte persone e le radunarono. I primi tremila credenti non accettarono semplicemente alcuni nuovi insegnamenti per poi andarsene via. Essi dovevano stare insieme per trarre beneficio dalla sorveglianza degli apostoli. Leggiamo: “Ed essi continuavano a dedicarsi all’insegnamento degli apostoli e alla comune associazione, partecipando ai pasti e alle preghiere”. — Atti 2:42.

      7 Mentre gli apostoli e gli altri credenti cristiani predicavano, il messaggio si diffuse in molti paesi e migliaia di persone furono radunate. Ovunque si trovassero — in Gerusalemme, regioni di Giudea e Samaria, Asia Minore, Grecia, Roma o altri luoghi — si associavano ai loro conservi credenti, divenendo ecclesie o congregazioni. (Atti 8:1; 11:22; 13:1; 14:23, 26, 27; 16:5; Rom. 16:5; Col. 4:16; 1 Tess. 1:1; Filem. 1:2) Gli apostoli sapevano di non poter da soli pascere dovutamente questo gregge in rapido aumento, quindi ammaestrarono uomini maturi e qualificati, in grado di insegnare, e li nominarono sottopastori, sorveglianti e assistenti di ministero, onde badassero ai bisogni spirituali di tutti i componenti delle congregazioni. Notiamo che nella congregazione di Antiochia rendevano servizio “profeti e insegnanti”. (Atti 13:1; 14:23; Tito 1:5-9; Filip. 1:1) Dal momento che gli apostoli e gli anziani di Gerusalemme erano i più maturi ed esperti nel servizio di Geova e avevano ricevuto da Gesù l’autorità di pastori, era più che logico che divenissero il corpo governante di tutte le nuove congregazioni, e le esperienze che avevano avute nella congregazione di Gerusalemme poterono servire da modello ed esempio per le altre. — Atti 8:14-17; 16:4, 5; 1 Tess. 2:14; 1:6, 7; Ebr. 6:12.

      8, 9. (a) Come considerarono la congregazione gli apostoli Pietro e Paolo? (b) Quale dovrebbe essere l’atteggiamento di tutti i componenti della congregazione verso i sorveglianti, secondo Ebrei 13:7, 17?

      8 Tutte le congregazioni di Giudea, Samaria, e in seguito Asia Minore, Grecia, Roma, Babilonia e altri luoghi formavano effettivamente la sola congregazione di Dio. (Atti 9:31) Questa era l’organizzata disposizione edificata dallo spirito di Dio. Lungi dall’essere un’organizzazione umana, Pietro la chiama il “gregge di Dio” ed esorta gli anziani a “pascere” questo gregge con diligenza. L’apostolo Paolo pose in risalto che questa era la disposizione di Dio, quando disse ai sorveglianti di Efeso: “Badate a voi stessi e a tutto il gregge, fra il quale lo spirito santo vi ha nominati sorveglianti, per pascere la congregazione di Dio”. La congregazione era di Dio e i sorveglianti avevano la responsabilità d’ammaestrare e addestrare quelli che erano stati loro affidati, esercitando su di loro la propria sorveglianza. — 1 Piet. 5:1-4; Atti 20:28; Tito 1:9; 2:15.

      9 Tutti i componenti delle congregazioni dovevano rispettare questa disposizione pastorale come un ordine di Dio, sottomettendosi ad essa. L’apostolo Paolo scrisse agli Ebrei: “Siate ubbidienti a coloro che vi governano e siate sottomessi, perché essi vegliano sulle vostre anime come chi ne renderà conto, affinché possano farlo con allegrezza e non sospirando, perché questo sarebbe dannoso per voi”. Quindi, nessuno poteva giustamente rigettare i consigli o la correzione del sorvegliante, dicendo: “Io servo Dio. Non ho nessuna responsabilità verso di te, né tu ne hai alcuna verso di me”. I sorveglianti devono render conto e per amore della congregazione devono farlo con gioia. Qualsiasi altro rapporto sarebbe dannoso per i malfattori indipendenti ed egoisti. — 1 Piet. 2:13, 14; Ebr. 13:7, 17.

      10, 11. (a) Quali prove mostrano che la visibile organizzazione terrena era “la casa di Dio”? (b) Quale importanza dà Paolo alla congregazione rispetto alla verità?

      10 In quei primi giorni alcuni avrebbero potuto pensare: “La congregazione non è così importante come la Parola e lo Spirito. Io seguirò questi due, ma non credo sia necessario associarmi alla congregazione o sottomettermi ad un’organizzazione”. Altri avrebbero potuto pensare che la vera congregazione di Dio fosse un’invisibile associazione spirituale, che non avesse bisogno d’esprimersi per mezzo di una congregazione visibile. Ma quando l’apostolo Paolo scrisse a Timoteo sulla nomina dei sorveglianti della congregazione, parlando chiaramente della disposizione della congregazione visibile sulla terra e non di qualche celeste disposizione spirituale, egli aggiunse: “Ti scrivo queste cose . . . [affinché] tu sappia come ti devi condurre nella casa di Dio, che è la congregazione dell’Iddio vivente, colonna e sostegno della verità”. Sì, questa terrena congregazione visibile era chiamata “la casa di Dio”, la “congregazione dell’Iddio vivente”, e, lungi dall’essere di minore importanza, costituiva la “colonna e sostegno della verità”. — 1 Tim. 3:1-15; Ebr. 3:4, 6.

      11 Non le singole congregazioni, ma la complessa congregazione dei seguaci di Cristo fu paragonata ad un corpo umano, formato di molte membra, che dovevano cooperare l’uno con l’altro. Nella congregazione visibile, i cristiani avrebbero imparato a cooperare l’uno con l’altro. (1 Cor. 12:4-30) D’una congregazione visibile scrisse Paolo, quando disse: “Dio ha collocato i rispettivi membri nella congregazione”, giacché menziona poi apostoli, profeti, insegnanti, doni di guarigione, diverse lingue, ecc., che avevano tutti relazione col ministero e con le opere terrene della congregazione e non con una condizione spirituale o celeste. — 1 Cor. 12:18, 28.

      LO SCOPO DELLA CONGREGAZIONE

      12. In qual senso i primi cristiani dovevano essere come stranieri, e in qual senso un gruppo organizzato?

      12 Qual era lo scopo della congregazione? Addestrare e unire tutti i credenti. I cristiani non dovevano formare una grande, non identificabile, disunita folla di persone, ciascuna delle quali avesse le proprie idee e lealtà, mantenendosi separate da questo mondo e vivendo come dispersi stranieri in un altro paese. Benché vivessero come stranieri e residenti temporanei in questo mondo, i cristiani dovevano essere ‘pietre viventi edificate in una casa spirituale’, “una nazione santa, un popolo di speciale possesso”. In altre parole, si dovevano adunare e riunire insieme per adorare come un gruppo, come una congregazione, e dovevano far ciò in modo tangibile. — 1 Piet. 2:5-11.

      13. In che modo le tre illustrazioni, usate dall’apostolo Paolo nella lettera indirizzata agli Efesini, indicano che i cristiani dovrebbero essere unificati in modo tangibile?

      13 Una simile illustrazione della disposizione della congregazione fu usata da Paolo, quando spiegò come Israeliti e non Israeliti erano uniti in Cristo, formando un’unità con comuni mire, obblighi e identità. “Certamente, dunque, voi non siete più estranei e residenti temporanei, ma siete concittadini dei santi e membri della casa di Dio, e siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, mentre Cristo Gesù stesso è la pietra angolare di fondamento. In unione con lui l’intero edificio, essendo armoniosamente unito insieme, cresce in un tempio santo per Geova”. (Efes. 2:19-21) Paolo usa qui tre diverse illustrazioni di individui o cose organizzate insieme per servire ad uno scopo comune. Prima di tutto, “concittadini dei santi”, il che indica una comune partecipazione a certi diritti, privilegi e responsabilità e identità derivanti da tale cittadinanza. Con l’illustrazione dei “membri della casa di Dio” Paolo mostra in che modo erano organizzati tutti i credenti cristiani in un’unità familiare. In ogni famiglia vi è una determinata disposizione e tutti devono rispettare il capo famiglia, essendo all’altezza delle norme familiari. Paragonandole a pietre da costruzione ‘armoniosamente unite insieme’, ‘edificati insieme’, Paolo mostra il bisogno della congregazione. Entro la struttura della congregazione queste “pietre” potevano esser formate, levigate e adattate al loro posto. Solo essendo unite nella congregazione come un corpo di persone, non cercando di isolarsi, sarebbero divenute il tempio di Dio e avrebbero promosso la vera adorazione, essendo addestrate per le loro future assegnazioni nella celeste organizzazione del Regno. — 1 Cor. 3:16, 17; 6:19; 2 Cor. 6:16.

      14. Come avrebbe potuto la congregazione mostrare la sapienza di Dio, come dice Efesini 3:10, 11?

      14 Gli unti cristiani del primo secolo dovevano dunque essere radunatori, non dissidenti che cercassero di servire Dio indipendentemente gli uni dagli altri. Poiché la celeste disposizione di Dio era ordinata e armoniosa, il radunato gruppo dei servitori di Dio avrebbe sicuramente mostrato sulla terra questa stessa armonia. Se la grande varietà della sapienza di Dio doveva essere resa nota per mezzo della congregazione, questa congregazione aveva quindi bisogno d’esser bene organizzata, armoniosa, non avendo membri separati gli uni dagli altri che cercassero i propri interessi. — 1 Cor. 14:33, 40; Efes. 3:10, 11.

      15. Che cos’erano i “doni’’ dati alla congregazione, e qual era il loro scopo?

      15 Un chiaro quadro dell’organizzazione della congregazione stabilita dallo spirito di Dio e del suo scopo è tracciato nel quarto capitolo della lettera indirizzata da Paolo agli Efesini 4. Prima di tutto, egli mostra la responsabilità di ogni unto cristiano verso gli altri componenti del gruppo, esortandoci a ‘sopportarci l’un l’altro nell’amore, cercando ardentemente d’osservare l’unità dello spirito’. Dal versetto 11 in poi, menziona quindi il relativo provvedimento preso per questo scopo dall’organizzazione, cioè la congregazione con le diverse attività di sorvegliare e insegnare quali doni di Cristo. “Egli ha dato alcuni [doni] come apostoli, alcuni come profeti, alcuni come missionari, alcuni come pastori e insegnanti, in vista dell’addestramento dei santi per l’opera di ministero, per l’edificazione del corpo del Cristo, finché perveniamo tutti all’unità della fede e dell’accurata conoscenza del Figlio di Dio”. La loro unzione con lo spirito non cambiò quindi questi cristiani in persone complete, in maniera miracolosa e istantanea. Piuttosto, lo spirito li condusse alla congregazione, dove, con l’aiuto dello spirito, della Parola e delle disposizioni dell’organizzazione, avrebbero acquistato lo stesso pensiero e sarebbero stati addestrati per l’opera di ministero. — Efes. 4:11-16; 1 Cor. 1:10.

      16. Come aiutò la congregazione a edificare gli individui nell’amore?

      16 Associandosi alla congregazione gli unti recarono e nello stesso tempo ricevettero beneficio. Fu qui che essi furono nella maniera più tangibile ‘armoniosamente uniti’ e non in qualche invisibile maniera spirituale. Nella congregazione essi furono indotti a cooperare mediante “ogni giuntura che dà ciò che occorre, conforme al funzionamento di ciascun rispettivo membro in dovuta misura”, dando luogo alla “crescita del corpo per la propria edificazione nell’amore”. L’organizzazione della congregazione non soffocò né represse l’espressione dell’amore, né la rese meccanica come se dovesse conformarsi a delle norme, ma addestrò ed edificò piuttosto tutti nell’amore, dando loro l’opportunità di esercitarlo. — Efes. 4:16; 2 Tess. 1:1-3; Rom. 1:9-13.

      LA CONGREGAZIONE È UN’ORGANIZZAZIONE DI INSEGNANTI

      17. In che modo doveva la congregazione unificare l’insegnamento, e perché questo era benefico?

      17 Non solo la congregazione serviva a edificare nell’amore, ma unificava il loro pensiero e il loro intendimento delle Scritture. Alcuni Efesini avrebbero potuto lamentarsi, dicendo che questa disposizione reprimesse il pensiero individuale e indipendente e li costringesse ad accettare solo le idee degli apostoli anziché lasciarli liberi e indipendenti per formare le loro proprie filosofie. Ma questa disposizione non ostacolava la profondità dell’intendimento della congregazione, limitandolo ai ristretti punti di vista di uno o due individui. Essa li proteggeva perché non fossero assoggettati ad “ogni vento d’insegnamento” e all’“inganno degli uomini”. I fedeli cristiani non consideravano questo come la tattica del “lavaggio del cervello”. Essi erano usciti dal mondo e desideravano abbandonare la loro vecchia personalità per rivestire la nuova personalità, che era creata secondo la volontà di Dio. L’unificante programma d’insegnamento della congregazione provvedeva questo aiuto. — Efes. 4:14, 17-24.

      18. Quali argomenti sono stati usati per mostrare che non fosse necessaria una congregazione di insegnanti, ma che cosa prova che questi argomenti sono falsi?

      18 Alcuni che preferivano essere indipendenti da ogni congregazione avrebbero potuto pensare d’essere in grado d’acquistare accurata conoscenza mediante la comunione con Dio e mediante il suo spirito, per cui non sarebbe stata necessaria una congregazione o organizzazione di insegnanti. Avrebbero potuto riferirsi ad Efesini 1:17, 18; o 3:16-19, dove Paolo scrive che Dio dà ai credenti sapienza e accurata conoscenza e dice che Cristo avrebbe dimorato in loro consentendo loro di afferrare queste cose con la loro mente, o a 1 Giovanni 2:26, 27, dove Giovanni scrive: “Non avete bisogno che alcuno v’insegni; . . . la sua unzione v’insegna circa tutte le cose”. Ma notate che queste espressioni si trovano in lettere di istruzioni che gli apostoli Paolo e Giovanni inviarono alle congregazioni e che sarebbero state usate per insegnare ulteriormente ai componenti di quelle congregazioni. Se lo spirito avesse impartito tutto l’insegnamento in modo diretto a tutti gli individui generati dallo spirito, non vi sarebbe stato il bisogno di scrivere queste lettere alle congregazioni. — 1 Giov. 1:3, 4.

      19, 20. Quali sono alcune verità che i primi cristiani appresero, e in che modo le appresero?

      19 Considerate per un momento alcune delle importanti verità che quei primi cristiani appresero associandosi alla congregazione. La decisione degli apostoli e degli anziani di Gerusalemme circa le esigenze da imporre ai credenti non Giudei fu inviata per lettera alle congregazioni. I particolari del sacro segreto di Dio circa un’amministrazione per radunare tutte le cose nel Cristo e per assegnare persone delle nazioni quali coeredi furon rivelati alle congregazioni nella lettera indirizzata agli Efesini. Le verità circa l’allontanamento dalla fede, il manifestarsi dell’uomo dell’illegalità, la presenza di Cristo e che il grido “pace e sicurezza!” avrebbe contrassegnato il culmine del giorno di Geova furono spiegati a coloro che erano associati alle congregazioni, nelle quali si studiarono le lettere indirizzate ai Tessalonicesi o le loro copie. — Atti 15:22-35; 16:4, 5; Efes. 3:3-7; 1 Tess. 1:1; 4:13-18; 5:1-11; 2 Tess. 1:1; 2:2-11.

      20 Essendo associati alla congregazione, i primi cristiani appresero le informazioni delle lettere indirizzate ai Corinzi, che contenevano spiegazioni sul pasto serale del Signore, sull’opera dei doni spirituali e sulla risurrezione. Sì, tutte le spiegazioni delle dottrine contenute nelle lettere degli apostoli erano istruzioni ispirate, impartite mediante membri del corpo governante e pervenivano ai singoli unti cristiani per mezzo della congregazione. Solo associandosi alla congregazione potevano trarre beneficio dai sorveglianti che ‘servivano in modo giusto’, uomini che ‘si attenevano fermamente alla fedele parola nel loro insegnamento’. E solo così potevano apprendere in modo tangibile che non v’era nessuna differenza fra Greco e Giudeo, circonciso e incirconciso, straniero, Scita, schiavo, libero, maschio e femmina. — 1 Corinzi, capitoli 11-15; 1 Timoteo, capitolo 3; Col. 3:11.

      21. Come la congregazione conservò la sua identità, e quale effetto ebbe questo sui credenti di molti paesi?

      21 La congregazione fu edificata da Dio per dichiarare le sue eccellenze, per mostrare la sua sapienza. (1 Piet. 2:9) Per questa ragione, la congregazione si conformò alla volontà di Dio; non si conformò alla volontà e alle abitudini delle diverse persone. (Efes. 4:20-24) Mentre questa congregazione si estendeva in molti paesi, riteneva la sua identità, i princìpi della sua attività, il suo puro insegnamento e la sua unità. Invece d’essere contrassegnata e modellata da ogni vento di dottrina e da ogni sorta di condotta, imprimeva il proprio marchio a quelli che si associavano ad essa. Doveva esser mantenuta pura e santa; perciò gli immorali erano disassociati. (1 Cor. 5:13) Doveva unire gli uomini con la verità della Parola di Dio; perciò quelli che causavano divisioni e diffondevano falsi insegnamenti erano pure disassociati. (Tito 3:10; Rom. 16:17) In questo modo la congregazione preservava la sua identità e la forma della sua organizzazione. I princìpi del pensiero e della condotta insegnati dalla congregazione s’imprimevano profondamente nei credenti, influendo sulla loro vita personale, sul loro matrimonio e sulla loro vita familiare, e sui rapporti fra schiavi e padroni. — Col. 3:5; Efesini, capitolo 5.

      22. Quale parte ebbe la prima congregazione nella vera adorazione?

      22 Queste sono solo alcune prove bibliche che mostrano come la congregazione cristiana del primo secolo ebbe una parte essenziale nell’addestrare ed edificare gli unti cristiani. Essa era infatti la colonna e il fondamento della verità. La congregazione mostrò d’essere il provvedimento di Dio per insegnare ai credenti cristiani che avevano bisogno gli uni degli altri e diede loro la piena opportunità di esercitare amore, misericordia e perdono, oltre ad apprendere il rispetto per l’autorità teocratica. Essa non soffocò lo spirito di Dio né represse l’espressione dell’amore, ma, anzi, con l’insegnamento e con l’esempio poté edificare tutti i componenti della congregazione nell’amore e nella maturità, così che si sottoposero al massimo all’opera dello spirito santo.

  • La congregazione nel tempo della fine
    La Torre di Guardia 1961 | 1° settembre
    • La congregazione nel tempo della fine

      1, 2. (a) Come fu predetto l’allontanamento della congregazione dalla pura adorazione, e come cominciò a verificarsi? (b) Contrassegnò questo la fine della congregazione secondo i propositi di Dio?

      LA CONGREGAZIONE cristiana del primo secolo era forte, unita e interamente dedita a promuovere la pura adorazione. Ma questa condizione non sarebbe durata ininterrottamente nei secoli fino al tempo della fine nel quale ora ci troviamo. Gli apostoli avevano l’autorità di tenere la congregazione sottoposta a Cristo; ma predissero che essi, i quali operavano una restrizione sull’azione illegale che si svolgeva nella congregazione, sarebbero stati portati via dalla morte e allora la congregazione sarebbe caduta nell’illegalità e nel falso insegnamento. (2 Cor. 10:2-6; 2 Tess. 2:3-12; 2 Tim. 4:3, 4; Atti 20:29, 30) Anche Gesù predisse questo quando paragonò la congregazione dei fedeli credenti di quel tempo al buon seme che sparse in un campo. Secondo questa parabola sarebbe stato permesso al nemico di seminare le zizzanie, semi falsi che sarebbero germogliati fra il grano crescendo fino al tempo della mietitura, che sarebbe avvenuta alla consumazione dei sistemi di cose. Questo significava che la chiara identità e la purezza dell’organizzazione della congregazione cristiana sarebbero state oscurate e corrotte dalla crescita di apostati. Non molto tempo dopo la morte degli apostoli cominciarono a crescere queste false piante; furono assimilate filosofie umane, dottrine e celebrazioni pagane; furono fatte alleanze con lo stato politico e si formò la congregazione, modellata e contrassegnata da questo vecchio mondo. — Matt. 13:24-30, 37-43.

      2 Questo non significava comunque che l’idea della congregazione non avesse avuto successo. Gesù predisse che negli ultimi giorni, nel “tempo della fine”, si sarebbe fatta una mietitura o raccolta delle vere piante di Dio che sarebbero state ristabilite nell’organizzata congregazione teocratica, la quale avrebbe avuto una parte essenziale nella vita di tutti i cristiani nel tempo della fine. Noi considereremo ora un certo numero di profezie che mostrano che questo sarebbe avvenuto e le paragoneremo con le esperienze dei cristiani testimoni di Geova del nostro tempo.

      3. (a) Che cosa sarebbe accaduto ai servitori di Dio nel tempo della fine, secondo la parabola del grano e della veccia? (b) Come sarebbero essi divenuti la ‘luce del mondo’ e una ‘città sopra un monte’?

      3 Nella sua parabola del grano e della veccia Gesù disse che nel tempo della fine il grano, il vero seme di Dio, sarebbe stato raccolto nel granaio e che la veccia sarebbe stata ammucchiata e gettata fuori del regno per esser bruciata. “A quel tempo i giusti risplenderanno fulgidamente come il sole nel regno del Padre loro”. (Matt. 13:43) Questo non si riferisce alla condizione celeste dei risuscitati e unti membri del corpo di Cristo, ma piuttosto alla ristabilita condizione terrena. Essi son radunati sulla terra e risplendono come ‘luce del mondo’, mentre tutte le organizzazioni o piante apostate dovevano esser gettate fuori da questo luogo dove han preteso d’essere la chiesa di Dio. (Dan. 12:3; Filip. 2:15; 1 Piet. 2:9) In quanto ad essere una luce, Gesù disse ai suoi seguaci: “Voi siete la luce del mondo. Una città non può esser nascosta quando è situata sopra un monte”. (Matt. 5:14) Al tempo della mietitura si sarebbe dovuta fare una raccolta dei fratelli spirituali di Cristo in un gruppo o congregazione onde avessero un’identità, fossero uniti nell’insegnamento, divenissero una ‘luce per il mondo’ e ‘splendessero come il fulgore del firmamento’. La loro condizione doveva essere ripristinata come l’organizzata congregazione del primo secolo, per divenire una ‘città sopra un monte’.

      4. Che cosa indicano, circa la condizione dell’unto rimanente di Dio, Matteo 24:31, 45-47 e 25:31-46?

      4 Questo radunamento è confermato da Matteo 24:31, che dice che nel tempo della fine gli eletti devono essere radunati dai quattro canti della terra. Che questi dovessero essere uniti come una congregazione è ulteriormente mostrato dai versetti 45-47 di Matteo 24, dove la loro condizione è paragonata a quella dei domestici della casa di un signore che ricevono cibo a suo tempo da uno schiavo fedele. Come la prima congregazione fu chiamata la casa di Dio in Efesini 2:19 e in 1 Tim. 3:15, così questa casa del signore deve riferirsi ad una organizzata congregazione. Questa ‘classe dello schiavo’ ha mostrato d’essere l’unto rimanente dei testimoni di Geova che operano con la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati, occupati a provvedere agli individui di questa famiglia mondiale il cibo spirituale. Notate che questo schiavo sarebbe stato preposto a tutti i beni del suo signore. Che cosa questi beni includano è posto in risalto in Matteo 25:31-46, nella parabola delle pecore e dei capri, dove leggiamo che un grande gruppo di mansuete persone di buona volontà ottengono il favore del Re, Cristo Gesù, perché riconoscono, sostengono e assistono i fratelli di Cristo.

      SALIAMO ALLA CASA DI GEOVA

      5, 6. (a) Come menziona il capitolo 2 di Isaia l’elevazione della “casa”, alla quale affluisce il popolo delle nazioni, e come è mostrato questo? (b) Quale provvedimento si doveva prendere?

      5 Un altro quadro di come la condizione terrena degli unti servitori di Dio sarebbe stata nel tempo della fine quella di un’organizzata congregazione sotto l’istituita Sion celeste si trova in Isaia 2:2, 3 (VR): “Avverrà, negli ultimi giorni, che il monte della casa dell’Eterno [Geova] si ergerà sulla vetta dei monti, e sarà elevato al disopra dei colli; e tutte le nazioni affluiranno ad esso. Molti popoli v’accorreranno e diranno: ‘Venite, saliamo al monte dell’Eterno [Geova], alla casa dell’Iddio di Giacobbe; egli ci ammaestrerà intorno alle sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri’. Poiché da Sion uscirà la legge”. Naturalmente, “Sion” è istituita nei cieli, da cui emana la legge. Ma la folla di persone d’ogni nazione non può affluire al cielo, perché non è generata dallo spirito. Quindi questa “casa di Geova” alla quale essi vengono deve aver relazione con qualche cosa di terreno. Con che cosa? Con la congregazione degli unti testimoni di Geova, che è unita alla Sion celeste. Ricordate che è stato dimostrato come la congregazione era ai giorni degli apostoli la casa di Dio. (Ebr. 3:4, 6) Per corrispondere al monte dell’adorazione di Dio stabilito al disopra di ogni altro potere e autorità, la sua adorazione rappresentata dalla sua casa si sarebbe dovuta ‘elevare’, si sarebbe cioè dovuta esaltare al disopra d’ogni cosa, organizzazione o interesse terreno.

      6 Quali adoratori di Geova Dio, i fedeli seguaci di Gesù devono divenire una ‘città sopra un monte’. Non solo questa congregazione dei fratelli di Cristo sarebbe stata vista, ma sarebbe stata occupata per far risplendere la propria luce in modo da esser visibile e accessibile alle persone di ogni nazione. Questa “città” avrebbe anche provveduto all’istruzione e all’ammaestramento di persone provenienti dalle nazioni. “Egli ci ammaestrerà intorno alle sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri”. Quindi questa profezia della “casa dell’Iddio di Giacobbe” preannunciava veramente l’esaltazione negli ultimi tempi dell’adorazione di Geova fra il rimanente della classe del tempio quale congregazione, nella pura adorazione che stabilisce di render lode a Geova e di radunare, istruire e ammaestrare la gran folla d’altre pecore, tratte da ogni nazione, che otterranno la vita eterna sulla terra.

      7. (a) Che cosa rappresenta il tempio, dove la gran folla serve Dio come predisse il capitolo 7 di Apocalisse, e perché questo è vero? (b) Come coincide questo con la profezia di Aggeo?

      7 Che questo dovesse avvenire nel tempo della fine è anche mostrato da un’altra profezia riportata nel libro di Apocalisse. Essa rivelò che dopo aver radunato e suggellato gli ultimi membri dei 144.000 unti del corpo di Cristo, e dopo che l’intronizzato Re, Cristo Gesù, avrebbe dato inizio alla tribolazione contro Satana e la sua organizzazione cacciando Satana dal cielo, una grande folla di uomini e donne d’ogni nazione e lingua sarebbero stati radunati per servire nel tempio di Dio con un’estesa opera di predicazione. (Apoc. 7:1-4, 9-17; 14:1-6) Ora questi non sono stati suggellati con lo spirito di Dio, né sono stati “acquistati dalla terra”, quindi non possono entrare nel celeste tempio dei risuscitati eredi del Regno con Cristo Gesù. Tuttavia vi è la dichiarazione: “Sono davanti al trono di Dio, e gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio”. Questo tempio dev’essere rappresentato da alcune “pietre viventi” sulla terra. Sapendo che fu detto alla prima congregazione: “Il tempio di Dio è santo, e questo tempio siete voi”, possiamo capire che il tempio qui menzionato è oggi rappresentato dalla congregazione degli unti seguaci di Cristo, ora da un semplice rimanente. (1 Cor. 3:16, 17; 6:19; 2 Cor. 6:16) Gli appartenenti alla gran folla sono condotti al servizio del tempio nella congregazione. Le profezie di Isaia, capitolo 2, e di Apocalisse, capitolo 7, corrispondono dunque alla profezia di Aggeo che mostra come dopo aver restaurato la sua “casa” o tempio di adorazione, Dio scuoterà le nazioni per portare nella casa i ‘tesori’ o ‘desiderabili’ delle nazioni riempiendola di splendore. — Agg. 1:7, 8; 2:7-9.

      8. Come è descritta nel capitolo 60 di Isaia la condizione della congregazione, e quali due gruppi vi sono radunati?

      8 Non solo troviamo profezie che menzionano una casa o tempio come quadro della restaurata congregazione nel tempo della fine, ma è usata anche una città. L’invito rivolto alla celeste Sion o Gerusalemme di far risplendere la sua luce — che troviamo in Isaia, capitolo 60 — si applica anche al restaurato rimanente. Alla congregazione dell’unto rimanente si parla qui come alla parte della città che raduna prima gli ultimi Israeliti spirituali, i figli di Sion, e poi diviene un luogo di raduno per gli uomini delle nazioni. Le “mura” della città sono perfino edificate da “stranieri”, che aiutano anch’essi il ripristinato rimanente a badare a ‘greggi, campi e vigne’. — Isa. 60:4, 9-11; 61:5.

      9, 10. Che specie di organizzazione dobbiamo aspettarci che rappresenti Geova nel tempo della fine, e qual è essa secondo i fatti storici?

      9 Tutte queste profezie e molte altre indicano che nel tempo della fine vi sarebbe stato sulla terra un radunamento di servitori di Dio e la restaurazione della vera congregazione di Dio, che avrebbe acquistato preminenza come ‘luce del mondo’. Esiste oggi tale organizzazione composta da due classi di persone, un gruppo minore, in diminuzione, che ha l’assicurazione d’esser coerede di Cristo e una folla in rapido aumento di uomini, donne e bambini d’ogni “nazione, tribù, popolo e lingue” che sperano di vivere per sempre sulla terra?

      RICONOSCETE LA CONGREGAZIONE

      10 È chiara la prova che il gruppo di uomini e donne cristiane ora chiamati testimoni di Geova ha provato in più di ottant’anni d’osservanza della volontà di Dio l’adempimento di queste profezie e di molte altre. Il loro radunamento e la loro crescita alla luce della verità, dal 1870 al 1918, servì a preparare gli eletti per la venuta del Signore Geova nel suo tempio. Benché s’aspettassero che con l’istituzione del regno di Geova retto da Cristo la loro opera avesse fine sulla terra ed essi fossero assunti in cielo, cominciarono ad apprendere che era affidato loro altro lavoro. (Mal. 3:1-4; Matt. 24:45-47) Questa buona notizia del Regno doveva essere predicata in tutto il mondo nel tempo della fine e gli unti servitori di Dio avevano bisogno d’esser meglio organizzati in una congregazione per insegnare ad una gran folla di uomini e donne le vie di Dio. — Matt. 24:14; Apoc. 14:6, 7.

      11. Quali furono le attività e le esperienze della congregazione degli unti dal 1919 al 1931, e come acquistarono una più definita identità?

      11 La storia mostra che nel 1918 questa piccola congregazione di uomini e donne era stata mal ridotta dalla spietata persecuzione scatenata durante la prima guerra mondiale. Ma nel 1919 cominciarono a riorganizzarsi e a restaurare il “paese” o condizione del favore di Dio, e cominciarono a provare l’adempimento delle profezie di Aggeo, Isaia e molte altre. Essi iniziarono un’estesa opera di predicazione che nei successivi dodici anni non solo fece conoscere i giudizi di Dio a questo mondo ma radunò inoltre il rimanente degli eletti, completando in gran parte i 144.000. In questo tempo l’intendimento dei servitori di Geova era stato purificato da molte idee errate riguardo a dottrine e alla loro relazione con Geova e Cristo Gesù quali autorità superiori. Questo gruppo acquistò una più chiara identità, prendendo il nome di testimoni di Geova ed essendo costituito da molti che avrebbero formato la sola classe del servitore o congregazione di Geova sulla terra. — Isa. 43:10-12.

      12. (a) Quali disposizioni direttive si aspettavano in questa congregazione, e perché? (b) Quale parte presero in questo i fratelli maturi della congregazione di Allegheny?

      12 Questa congregazione cominciò a riconoscersi non solo dal nome e dalle opere di testimonianza ma anche dalla sua disposizione direttiva. Secondo le profezie doveva essere una congregazione che rappresentasse l’organizzazione teocratica di Geova sulla terra. Perciò doveva essere governata teocraticamente e non democraticamente. E si aspettava che la direttiva di Geova si manifestasse per mezzo degli uomini spiritualmente maturi della congregazione come avvenne ai giorni degli apostoli. Si aspettava che, come avvenne nel primo secolo, i fratelli maturi che nel tempo della fine facevano servizio di sorveglianti e i loro assistenti prendessero l’iniziativa nel primo organizzato gruppo o congregazione, espandendo la vera adorazione mediante l’opera di predicazione in altre zone, e che servissero da consiglieri ed esempi alle congregazioni più nuove e giovani. Sin dal remoto 1879 e anche prima, il primo congregato gruppo del restaurato rimanente servì ad Allegheny, in Pennsylvania, come una specie di congregazione direttiva, e i fratelli maturi, cooperando con i sorveglianti di altre congregazioni, presero l’iniziativa di organizzare ed espandere la predicazione e formando nuove congregazioni. Da questo corpo di fratelli anziani di Allegheny la rivista ora chiamata Torre di Guardia fu inviata a molte parti del mondo, e fu usata come base dello studio biblico in tutte le congregazioni. Questo servì a unificare il loro pensiero e il loro intendimento delle Scritture e a coordinare i loro metodi di predicazione.

      PROCEDURA TEOCRATICA

      13. (a) Perché nella congregazione era necessario sostituire ai metodi democratici i metodi teocratici, e come fu predetto questo in Isaia 60:17-22? (b) Come si fece questo dal 1919 al 1938?

      13 Tuttavia le singole congregazioni erano molto indipendenti e autonome, poiché eleggevano i propri ‘anziani’ e determinavano molti loro studi e disposizioni di servizio col metodo democratico. Ma se una gran folla di uomini e donne dovevano essere radunati e istruiti nella Parola di Dio questa disposizione doveva essere migliorata; altrimenti il metodo di istruzione e le norme di vera adorazione sarebbero potuti variare considerevolmente da un luogo all’altro, secondo la maturità della congregazione. Gli inferiori metodi di sorveglianza dovevano esser sostituiti nella congregazione da veri princìpi d’origine divina, come predisse Isaia 60:17-22. Già nel 1919, con l’inizio dell’opera di distribuzione de L’Età d’Oro (solo in inglese), la Società Torre di Guardia, che era stata una specie di corpo governante della congregazione e che aveva trasferito la sua sede e il suo personale a Brooklyn, in New York, per dare una più efficace direttiva alla predicazione mondiale, cominciò a prendere una più teocratica disposizione direttiva nominando un direttore di servizio in ciascuna congregazione. Nell’ottobre del 1932, le congregazioni di tutto il mondo decisero di rendere la loro identità più conforme alle profezie bibliche, eliminando gli “anziani elettivi” e scegliendo i fratelli più maturi per discernimento spirituale come “comitato di servizio”, per assistere il direttore di servizio nominato dalla Società. Questo progresso fu compiuto nel 1938, quando le congregazioni di tutto il mondo espressero il desiderio di organizzarsi completamente sotto la direzione della “Società”, la classe dello “schiavo fedele e discreto”, che da allora in poi avrebbe nominato tutti i sorveglianti e i loro assistenti nelle congregazioni e che avrebbe diretto tutte le disposizioni di studio e di predicazione. Questo era necessario non solo per portare il santuario o congregazione di unti di Geova sulla terra nella dovuta relazione con lui, ma anche perché la congregazione di Dio fosse sulla terra il giusto luogo per ammaestrare e addestrare la gran folla radunata dalle nazioni per fare la volontà di Dio.

      14, 15. (a) Perché era specialmente necessario che questo cambiamento nella forma di governo teocratico fosse completato per il 1938? (b) Che cosa assicurò questo ai componenti della gran folla? (c) Che cosa avvenne veramente con la restaurazione della congregazione degli unti nel 1919, secondo Isaia 51:3–52:2?

      14 Questa edificazione teocratica della congregazione servì a portarla alla ribalta come il luogo in cui si sarebbero potute imparare le vie di Dio. Se la congregazione degli unti non doveva essere diretta mediante votazione democratica in modo che la maggioranza, forse composta in gran parte d’immaturi, avesse la direttiva invece di chi era spiritualmente maturo, tanto meno avrebbe dovuto far questo quando sarebbe stata radunata la gran folla. Infatti, questi uomini provenienti dalle nazioni, siccome sarebbero aumentati fino a formare una grande maggioranza, avrebbero potuto cominciare a modellare la congregazione secondo la loro propria volontà anziché conforme alla volontà di Dio. Ma che Dio sorvegli tali cose è evidentissimo, e la sorveglianza teocratica era completamente in vigore nel 1938, al tempo in cui le “altre pecore” o componenti della gran folla erano ancora una minoranza.

      15 Questo principio della sorveglianza era necessario non solo per aver cura dell’opera di predicazione, ma anche per addestrare tutti i componenti della gran folla a sottomettersi alla volontà di Dio nel tempo della fine, prima di Armaghedon, onde avessero l’addestramento e la capacità di proseguire dopo Armaghedon la purificazione e l’abbellimento della terra in maniera ordinata e teocratica. La congregazione degli unti doveva essere un esempio o modello. In questo vediamo l’adempimento di un’altra profezia, cioè Isaia 51:3–52:2, che mostra come con la restaurazione dell’unto rimanente nella loro relazione e nel loro servizio divino fu fondata nel 1919 la “nuova terra”. Questo è il principio della formazione della società del Nuovo Mondo, che avrebbe radunato e addestrato la gran folla e che nella sua forma organizzata quale congregazione operante sotto il nuovo sistema di cose sarebbe stata preservata durante quella guerra di Armaghedon che porrà fine a questo vecchio sistema. — Vedi “Nuovi Cieli e Nuova Terra”, pagine 298-315.

      16. Come ha permesso la disposizione teocratica che la congregazione mantenga la sua purezza e preservi la giusta relazione fra rimanente e gran folla?

      16 Benché questa crescente congregazione o società del Nuovo Mondo abbia radunato più di 800.000 uomini, donne e fanciulli d’ogni nazione, tribù, razza e popolo, non è stata formata secondo le idee o le abitudini che queste persone avevano in precedenza, ma tutti sono stati formati secondo la volontà di Dio. Essi sono ammaestrabili, mansueti, amorevoli, pacifici e sono uniti a tutti i loro conservi credenti. Benché ammontino a più di 800.000, in paragone con gli unti che ora sono meno di 14.000, o una maggioranza di circa cinquantaquattro su uno, ciò nonostante tutti questi uomini provenienti dalle nazioni si sono sottomessi all’istruzione conforme alle vie di Dio impartita dalla classe dello “schiavo fedele e discreto”, il rimanente. Sebbene questo mondo dal quale provengono abbia grandemente subìto l’influenza di egoismo, immoralità, menzogna, disonestà, ateismo, spiritismo e molti altri empi pensieri e azioni, queste cose non si sono infiltrate nella vera congregazione di Dio. Chi cercasse di corrompere oggi la congregazione con condotta immorale o falsi insegnamenti, sarebbe disassociato, come avveniva nella congregazione del primo secolo, affinché siano preservate la purezza e l’identità della congregazione.

      17, 18. (a) Come ha potuto l’organizzazione espandersi ed addestrare e sorvegliare centinaia di migliaia di persone in 179 paesi, dal momento che il rimanente diviene di anno in anno meno numeroso? (b) Quali scritture predissero questo?

      17 Il radunamento di tante centinaia di migliaia di persone d’ogni paese richiedeva un’organizzazione che si potesse espandere grandemente ritenendo tuttavia la struttura teocratica, come predisse Isaia 54:2, 3. Ma come poteva espandersi questa piccola congregazione se la classe degli unti andava diminuendo e molti di quelli che rimanevano eran divenuti anziani e infermi col passar degli anni? Seguendo il consiglio espresso da Paolo in 2 Timoteo 2:1-3 e addestrando quindi gli appartenenti alla gran folla onde divenissero qualificati per fare i sorveglianti e gli insegnanti ad altri. Non solo migliaia di questi sono stati ammaestrati come servitori nelle congregazioni, ma specialmente nei passati vent’anni migliaia di uomini hanno intrapreso il ministero continuo di pionieri e sono andati a lavorare in regioni isolate mentre altri sono stati specialmente ammaestrati per iniziare l’opera in nuovi paesi, formando nuove congregazioni, edificando per così dire “città” gemelle, per rendere disponibile a tutti l’insegnamento della casa di Dio. Tutto questo è stato fatto sotto la direttiva dell’unto rimanente. — Isa. 60:10; 61:4-6.

      18 Vi sono quindi molte congregazioni e perfino interi paesi nei quali non vi è nessuno del rimanente. Tuttavia è possibile a uomini e donne di 179 paesi venire nella “casa” di Dio in più di 21.000 congregazioni, poiché tutti i sorveglianti sono stati ammaestrati e addestrati mediante la disposizione della congregazione presa dallo “schiavo fedele e discreto”. Tutte le congregazioni sono sotto la sovrintendenza dei sorveglianti locali e di altri servitori che visitano e ispezionano congregazioni, circoscrizioni e uffici filiali della Società, onde tutte le parti dell’organizzazione sian tenute in armonia con la volontà di Dio. In questo modo la classe degli unti pasce il gregge di Dio.

      19. Come sia i membri del rimanente che quelli della gran folla considerano l’organizzazione in rapida espansione, e come considerano i loro rapporti reciproci?

      19 Quantunque la “gran folla” aumenti sempre più e il rimanente del “piccolo gregge” degli unti seguaci di Cristo diminuisca di numero, vi è tuttavia una completa unità. E gli appartenenti alla crescente folla non han cercato di servirsi del loro maggior numero per acquistare preminenza nell’organizzazione. Con la loro lealtà e ubbidienza alla disposizione teocratica di Geova mediante la congregazione, gli appartenenti alla “grande folla” mostrano il massimo rispetto per il gruppo degli unti in diminuzione. Essi non pensano d’avere alcun credito perché sono in maggioranza e compiono oggi la maggior parte dell’opera di predicazione. Comprendono che questo è per la gloria di Geova, e, inoltre, che questa crescente e unificata congregazione è un segno tangibile dell’approvazione di Geova sui suoi fedeli unti sulla terra. Né questi unti son dispiaciuti della crescita di questa folla che aumenta di numero e in giovanile energia e zelo. Anzi, essi vedono i frutti di molti anni di strenuo lavoro e si rallegrano nel vedere che queste persone hanno seguìto il loro esempio di zelo, ubbidienza e lealtà verso Geova. “E in quanto a voi, sarete chiamati sacerdoti di Geova; ministri del nostro Dio”. (Isa. 61:6-11) Solo la vera congregazione di Dio avrebbe potuto mostrare amore e unità in questi due gruppi di persone.

      20. (a) Che cosa mostrano le Scritture e i fatti riguardo alla giusta condizione dei servitori di Dio nel tempo della fine? (b) Quale condotta son tutti esortati a seguire?

      20 Pertanto, dall’esempio della congregazione cristiana del primo secolo e dall’esame di molte profezie inerenti ai nostri giorni abbiamo la prova che la giusta condizione in cui devono essere i veri servitori di Dio in questo “tempo della fine” non è quella di individui associati liberamente che agiscano indipendentemente l’uno dall’altro. Piuttosto, è quella d’una congregazione saldamente organizzata, unificata e ben connessa, di proporzioni mondiali, e sotto la sorveglianza dell’esperto e spiritualmente maturo rimanente del corpo spirituale di Cristo. Tutti i lettori di questa rivista sono esortati a unirsi a questa congregazione, i testimoni di Geova, ad associarsi con loro, a paragonare il loro insegnamento, la loro adorazione, le loro opere e l’organizzazione della loro congregazione con la Bibbia. “Venite, saliamo al monte di Geova, alla casa del Dio di Giacobbe, ed egli ci insegnerà le sue vie e noi cammineremo nei suoi sentieri”. Cercate e riconoscete il popolo col quale oggi è Dio, ed associatevi ad esso. — Isa. 2:2-4; Zacc. 8:20-23.

  • Quando finirà questa follia?
    La Torre di Guardia 1961 | 1° settembre
    • Quando finirà questa follia?

      LA FRENETICA ricerca di armi belliche ha portato l’uomo dall’èra della spada all’èra della bomba all’idrogeno, dall’èra della freccia all’èra dei razzi. Questo ha significato un cambiamento dalle guerre che influivano su parti limitate della terra a guerre che influiscono sulla terra intera. Una guerra potrebbe essere ora così devastatrice da distruggere tutta la vita terrestre.

      La guerra è vera follia, oggi più che mai. Le nazioni comprendono che si deve far qualcosa per fermarla, che si deve stabilire la pace permanente. Ma i loro sforzi falliscono ed esse continuano ad armarsi.

      La conoscenza è aumentata e la civiltà è progredita, ma l’uomo non ha conseguito relazioni pacifiche, come ci si sarebbe aspettato. Le sue guerre sono invece divenute più spietate. Dal quindicesimo secolo avanti l’èra cristiana al diciannovesimo secolo dopo il suo inizio, vi furono 3.357 anni di guerra e solo 227 anni di pace. Questo rappresenta circa un anno di pace ogni quindici anni di guerra. Dal 1861 i rapporti umani sono andati costantemente peggiorando, poiché non vi è stato un solo anno, da quella data ad oggi, in cui non si combattesse in qualche parte della terra una o più guerre.

      Il crescente costo della guerra si è mantenuto a pari passo con la costruzione da parte dell’uomo di armi sempre più distruttive. In tempi primitivi non costava praticamente nulla uccidere un uomo in guerra. Ai giorni di Giulio Cesare il costo era di circa L. 450. Ai giorni di Napoleone salì quasi a L. 1.860.000. I quattro anni della prima guerra mondiale portarono il costo a L. 13.000.000, e questo salì durante la seconda guerra mondiale a L. 34.000.000. Ora, con le costose armi di distruzione in massa di quest’èra atomica, il costo per uccidere un soldato nemico è aumentato in misura favolosa. La guerra è divenuta così costosa che la nazione che vi si prepara mette in pericolo la sua economia.

      Ma più importante è il costo della guerra calcolato in vite umane e sofferenze. Questa è una maggiore ragione di odiare la guerra. Un giornalista svizzero calcolò che la seconda guerra mondiale fece 32 milioni di vittime in battaglia, 20 milioni nei bombardamenti aerei e 26 milioni nei campi di concentramento. In sei anni furono uccise 78 milioni di persone. Aggiungete a queste 15 o 20 milioni di persone che la guerra ridusse in miseria ed avrete 98 milioni di persone che subirono le conseguenze

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