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Aspetto scritturale della medicina psicosomaticaLa Torre di Guardia 1955 | 1° febbraio
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nello stesso tempo le Ricchezze. Il desiderio di egoistico guadagno è radice di ogni sorta di cose dannose, ma la devozione con contentezza è un grande mezzo di guadagno. Quindi la nostra vita sia libera dall’ambizione egoistica, accontentandoci delle cose che abbiamo. — Matt. 16:26; 6:24, 34; 1 Tim. 6:6, 10; Ebr. 13:5, NW.
L’invidia è l’avidità per le benedizioni di un altro. Il re Achab invidiava la vigna di Naboth, e gli operai che avevano lavorato tutta la giornata nella vigna invidiarono la generosità manifestata a quelli che avevano lavorato soltanto un’ora. Ciò reca danno al corpo perché toglie la pace mentale; fa diventare infelici a causa della felicità di un’altra persona; è quindi una manifestazione di ostilità, oscurando la prospettiva della vita, come anche Gesù mostrò: “Se l’occhio tuo è puro (cioè sano, sincero, generoso), tutto il tuo corpo sarà illuminato, ma se l’occhio tuo è torbido (cioè invidioso, empio), tutta la persona sarà nelle tenebre”. (Matt. 6:22, 23, Ti) L’antidoto per l’invidia, pertanto, è la generosità, amare il prossimo come noi stessi.
È chiaro che con l’aiuto delle Scritture noi possiamo annullare l’effetto pernicioso che queste otto emozioni dannose potrebbero avere sul nostro corpo, eliminandole dalla nostra mente e dalla nostra disposizione e spogliandoci della nostra vecchia personalità e indossandone una nuova. Dobbiamo fare questo, però, non principalmente in virtù del principio psicosomatico implicato e per l’effetto benefico sul nostro corpo, che è l’unico scopo degli psicologi e psichiatri; dobbiamo farlo perché è giusto, e perché amiamo Geova Dio con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra mente, con tutta la nostra anima e con tutta la nostra forza e perché amiamo il nostro prossimo come noi stessi. — Efes. 4:22; Matt. 22:37-39, NW.
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Fate l’opera pastorale col Principe PastoreLa Torre di Guardia 1955 | 1° febbraio
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Fate l’opera pastorale col Principe Pastore
PARTECIPATE voi alle gioie e benedizioni che derivano dall’opera pastorale compiuta col Principe Pastore? Domandate forse: “Chi è il Principe Pastore, che cos’è quest’opera pastorale, e come potrei farla io?”a
Il Principe Pastore non è altro che il Giusto Pastore, Cristo Gesù. (Ezech. 34:24; Giov. 10:11) L’opera pastorale che egli dirige attualmente è il radunamento di uomini di buona volontà in una sola famiglia, nella quale la giustizia e l’uguaglianza esisteranno per tutti, l’amore vincolerà insieme i suoi membri inseparabilmente, e sarà fondata la speranza della vita eterna nel nuovo mondo di Dio.
Questa attività di radunamento è descritta appropriatamente come opera pastorale, poiché le creature umane sono veramente come pecore. Simili a pecore esse sono state tosate, oppresse, maltrattate e macellate dai loro capi e governatori religiosi, politici e commerciali; come pecore esse hanno la tendenza a seguire dei capi, e come pecore il genere umano si è smarrito. Nessuno si occupa di queste pecore come se ne occupa Geova Dio, il Grande Pastore, ed è per questo motivo che egli ha stabilito di radunare le sue pecore, di cibarle, di proteggerle e di guarirle. — Sal. 44:22; Isa. 53:6; Sal. 23:1; Ezech. 34:11-16.
Il Principe Pastore Cristo Gesù manifestò il suo grande amore per le pecore dando la sua vita per esse. Sebbene avesse cominciato l’opera di radunamento delle sue pecore spirituali al tempo della sua prima presenza, la sua più grande attività a questo riguardo ha avuto luogo particolarmente in seguito alla sua seconda presenza, che ebbe inizio nel 1914, dopo quel “giorno di nuvole e di tenebre” della persecuzione delle sue pecore durante la prima guerra mondiale. Queste pecore spirituali del “piccolo gregge”, essendo state ora radunate, si uniscono all’opera col loro Principe Pastore per radunare le “altre pecore”. (Luca 12:32; Giov. 10:16) Particolarmente sin dal 1931, quando queste “altre pecore” furono riconosciute come quelle che sospirano e gemono per le abominazioni che si commettono in tutta la terra, esse sono state radunate, e ancora di più sin dal 1935, quando furono riconosciute come la “gran folla” di lodatori nella visione di Giovanni. — Ezech. 9:1-6; Apoc. 7:9, 10.
Per accelerare questa opera pastorale la scuola biblica Torre di Guardia di Galaad fu fondata nel 1943 per addestrare ministri cristiani per l’opera di missionari all’estero, e da quando questa scuola fu aperta i ministri cristiani che sono attivi in questa opera pastorale sono aumentati tre volte tanto, in modo che oggi più di mezzo milione di essi operano in 143 diversi Paesi e isole del mare.
Sebbene non tutti i cristiani che sono stati radunati presso il Principe Pastore possano dedicare tutto il loro tempo a quest’opera pastorale come missionari, tutti possiamo redimere il tempo opportuno proprio nella nostra comunità, cercando le pecore mediante la proclamazione del messaggio del Regno di casa in casa e offrendo letteratura biblica ai passanti agli angoli delle strade. In seguito, quando si trovano persone che mostrano d’essere pecore, disposte ad imparare dal Principe Pastore, possiamo tornare a visitarle nell’opera pastorale cibandole col nutrimento spirituale provveduto da Geova Dio, cioè con le informazioni sui propositi di Dio come sono rivelati nella sua Parola, la Bibbia.
Mediante il suo grande amore per queste pecore, Geova Dio ha provveduto perché siano ora radunate e infine perché venga data loro la vita eterna nel suo nuovo mondo. Cristo Gesù ama le pecore; ecco perché egli morì per loro ed ora dirige l’opera di radunamento. Se noi amiamo Geova Dio, Cristo Gesù e queste pecore, parteciperemo ora all’opera pastorale col Principe Pastore e godremo le gioie e le benedizioni derivanti da tale opera.
[Nota in calce]
a Per dettagli vedete La Torre di Guardia del 15 gennaio 1954.
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Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1955 | 1° febbraio
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Domande dai lettori
◆ Saranno risuscitate le persone che si suicidano per preservare l’onore del nome di famiglia, o per altri motivi secondo il costume del Giappone? Inoltre, saranno risuscitati gli omicidi? — K. H., Giappone.
La nazione giudaica si trovava in un patto con Geova Dio, e la sua legge diceva: “Non accetterete alcun riscatto per l’anima di un omicida che merita di morire, poiché dovrebbe esser messo a morte senza fallo”. Neppure un cristiano potrebbe commettere omicidio e vivere: “Chiunque odia il suo fratello è un omicida, e voi sapete che nessun omicida ha la vita eterna dimorante in sé”. Siccome il suicidio è l’omicidio di se stesso, lo si deve considerare alla stessa stregua dell’omicidio. Pertanto se qualcuno che ha dedicato la sua vita a Geova Dio si toglie la vita col suicidio, o uccide deliberatamente
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