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  • Perché i cristiani dovrebbero accettare e adempiere le responsabilità?
    La Torre di Guardia 1962 | 15 novembre
    • vicinanze? Siete consapevoli del fatto che renderete conto anche della perdita di una sola ‘pecora’? (Ebr. 13:17) Ricordate che è un comando dato da Geova mediante Isaia, il quale dice ai maturi lavoratori: “Fortificate le mani deboli, rinfrancate le ginocchia tremanti”. (Isa. 35:3, Ti) Lo stesso significato hanno le parole di Paolo che leggiamo in Romani 15:1, 2 (Ri): “E dobbiamo noi, forti, sopportare le debolezze dei deboli, e non voler compiacere solo a noi stessi. Ognuno di noi procuri di piacere al prossimo, nel bene, a edificazione”. Come cristiani, applichiamo a noi stessi questo consiglio?

      “LE COSE PIÙ PREZIOSE DI TUTTE LE NAZIONI”

      15. Che cosa si propone di fare Geova con la sua casa in questo tempo della fine, e come le parole di Gesù sono in armonia con ciò?

      15 Com’è stato precedentemente dimostrato in questa rivista, il tempio, la casa o palazzo di Geova, è formato da 144.000 e Una “pietre viventi”. In questo tempo della fine la grande maggioranza di esse sono state poste nel cielo mediante la loro risurrezione dai morti, e solo un rimanente di esse è ancora sulla terra in attesa del mutamento. (1 Tess. 4:15-17) Ora l’Autore di questa gloriosa casa, nella sua immensa amorevole benignità, vuole riempire questa casa di persone che apprezzino il suo amore e la sua bontà. In altre parole, si compiace di estendere a centinaia di migliaia di creature umane il privilegio di associarsi alle “pietre viventi” del tempio, affinché anch’esse ricevano la vita eterna nel nuovo mondo, acquistando conoscenza di Geova e di suo Figlio e divenendo compagni di adorazione delle “pietre viventi”. Queste sono le persone che Gesù aveva in mente quando disse: “Ed ho altre pecore, che non sono di quest’ovile; anche quelle bisogna che io guidi; e daranno ascolto alla mia voce, sicché si avrà un solo gregge e un solo pastore”. — Giov. 10:16, Na; Giov. 17:3.

      16. (a) Quando e dopo quale avvenimento cominciarono ad affluire queste “cose più preziose di tutte le nazioni”? (b) Da dove vengono e per quale scopo?

      16 Quando ha luogo il radunamento di queste “altre pecore”? Sotto ispirazione Isaia ci dice: “Negli ultimi giorni”, quando “il monte della casa dell’Eterno [Geova] si ergerà sulla vetta dei monti”. (Isa. 2:2, VR) E Geova come le raduna? Egli dice: “Ancora una volta, fra poco, io farò tremare i cieli, la terra, il mare, e l’asciutto; farò tremare tutte le nazioni, e le cose più preziose di tutte le nazioni affluiranno ed io empirò di gloria questa casa, dice l’Eterno [Geova] degli eserciti”. (Aggeo 2:6, 7, VR) La casa reale cominciò a riempirsi di queste “cose più preziose di tutte le nazioni” dopo la nascita del regno di Dio nei cieli nel 1914 (d.C.) e dopo che era cominciata la grande tribolazione su Satana e sulla sua empia turba nel cielo. Infatti uno degli anziani informò Giovanni riguardo alla “gran folla” di “altre pecore”: “Questi son quelli che vengono dalla gran tribolazione, e han lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell’agnello”. (Apoc. 7:9-14, Ri) Queste persone mansuete e miti che, secondo la visione di Giovanni, sono una folla innumerevole e grande, cominciarono ad affluire alla casa o tempio reale dopo aver udito la predicazione del regno di Dio svolta dal 1919 d.C. in poi. Esse vengono ora da 185 paesi e isole del mare, per farsi ammaestrare riguardo alle vie di Geova e camminare nei suoi sentieri. — Isa. 2:3.

      17. (a) Qual è dunque la responsabilità dei veri pastori? (b) Quale avvertimento è dato dal principale Ispettore a quelli che hanno uno spirito di compiacenza?

      17 Chi istruirà tali persone? Geova ci assicura che in questo tempo della fine avrebbe stabilito ‘sopra di esse pastori, che le avrebbero pascolate’. (Ger. 23:4, Na) Siete voi uno di questi pastori? Avete accettato questa responsabilità e l’adempite? Ci viene comunicato che nelle congregazioni dei testimoni di Geova vi sono alcuni fratelli capaci e maturi che sono in grado di aiutare e ammaestrare queste persone mansuete e ammaestrabili, ma che non lo fanno. Perché no? Perché non vogliono sentirsi legati. Dimenticano che ora, a breve tempo da Armaghedon, l’invisibile Ispettore, Gesù Cristo, dice a queste persone nelle congregazioni che pensano di essere ‘vive e sono morte’: “Sii vigilante e rafferma il resto che sta per morire”. (Apoc. 3:1-3, VR) Tale spirito di compiacenza prevale tra alcuni in certe congregazioni del popolo di Dio e a meno che non si pentano e non si destino alle loro responsabilità per aiutare “il resto che sta per morire”, perderanno la loro veduta spirituale e non conosceranno il tempo in cui Cristo verrà per fare i conti con loro.

      18. (a) Che cosa dicono in effetti gli indifferenti a Geova e alla sua organizzazione raffigurata come una moglie? (b) In che modo i fratelli maturi e i conduttori di studio dovrebbero agire verso coloro che sono bambini spiritualmente?

      18 Ora Geova conduce nel suo tempio ogni anno decine di migliaia di persone miti e ammaestrabili da tutte le nazioni. Quelli che si sottraggono alle loro responsabilità in effetti gli dicono: ‘Padre, per favore smetti di condurle’, e alla sua organizzazione raffigurata come una moglie dicono: ‘Smetti di produrle; sono troppe per noi; non abbiamo tempo di cibarle’. Non vi rendete conto che col vostro modo d’agire indifferente e pigro dite a Dio come dovrebbe fare le cose? Chi dunque ciberà, istruirà e addestrerà queste pecore? Vi aspettate che questi bambini si nutrano da soli? Vi nutrivate da soli voi, quando eravate bambini? Gli operai leali devono imitare Paolo, che ‘divenne mansueto in mezzo ai fratelli, come una nutrice che cura teneramente i propri figliuoli’. (1 Tess. 2:7, VR) Ciò significa che quando i conduttori degli studi biblici e i maturi proclamatori del Regno notano che le “pecore” di Dio hanno difficoltà a rispondere alle domande nei loro studi biblici, devono interessarsi di visitarle e insegnar loro come studiare spezzettando il cibo per loro finché non raggiungano la maturità.

      19. (a) Perché oggi alcuni si sono infiacchiti rispetto alla loro responsabilità? (b) Quali esempi, antichi e moderni, mostrano che le loro scuse non hanno fondamento?

      19 Si è notato che in certe congregazioni alcuni si sono infiacchiti e sono divenuti riluttanti nell’adempiere le loro responsabilità, mettendo il lavoro secolare prima degli interessi del Regno e fanno anche lavoro straordinario per avere le comodità e i lussi di questo mondo. Si assentano dalle adunanze e spesso anche dal servizio di campo. Si privano della compagnia e dell’associazione dei loro fedeli fratelli, che è indispensabile e tanto incoraggiante in questo tempo della fine. Essi dicono: “Siamo sposati e abbiamo dei figli; dobbiamo lavorare per provvedere alle nostre famiglie”. Questo è più che giusto, poiché secondo Paolo, ognuno deve ‘aver cura dei suoi, altrimenti ha rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele’. (1 Tim. 5:8, Na) Ma che dire dei profeti Isaia, Ezechiele ed Osea e dell’apostolo Pietro? Che dire delle migliaia di altri che oggi sono sposati e hanno molti figli, eppure si impegnano assiduamente nel servizio di Geova? Come fanno per riuscirci? Dov’è andata a finire la fede dei fratelli infiacchiti? Senza dubbio essi prendono alla leggera le parole di Gesù, l’Artefice: “Cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato per giunta”. (Matt. 6:33, Ri; Sal. 37:25) Questi fratelli, come dice il proverbio, mettono il carro davanti ai buoi, e per tale ragione non hanno la gioia del loro Padrone.

      20. (a) Quale privilegio abbiamo oggi, e che cosa dobbiamo fare per entrare nella gioia del nostro Signore? (b) Quali instancabili esempi moderni dovrebbero imitare quelli che dicono: ‘Sono stanco’?

      20 È un privilegio essere un operaio al servizio di Geova, specialmente ora che ha luogo il finale radunamento delle “cose più preziose di tutte le nazioni”. Se vogliamo sentirci dire le parole: “Bene, servo buono e fedele, . . . Entra nella gioia del tuo Signore”, dobbiamo accettare e adempiere la nostra responsabilità. Se contempliamo mediante l’immaginazione il Re messianico che combatte in mezzo ai suoi nemici e se siamo in armonia con la giusta guerra che combatte contro Satana e le sue empie forze, dobbiamo offrirci volenterosamente in questo giorno in cui raduna il suo esercito. Altrimenti falliremo. Che cosa penserà il vittorioso Re di colui che non va nemmeno allo studio biblico, dove si recano le “pecore” deboli per studiare la Parola di Dio, onde poterle aiutare, e che si scusa dicendo che abita molto lontano? Che cosa direbbe questo fratello dei testimoni africani che abitano nel Niassa i quali, per assistere alle adunanze della congregazione, devono ‘percorrere da dieci a venticinque chilometri di strada sotto la pioggia e attraversare a nuoto uno o due fiumi infestati dai coccodrilli’? Il debole pretesto: ‘Sono stanco’, non lo aiuterà. L’Artefice non vuole nel suo esercito i pigri. Egli li vomiterà dalla sua bocca quali soldati e operai indegni. — Apoc. 3:16.

      21. (a) È giusto cercare un qualsiasi incarico di servitore nella congregazione? (b) Per quali due ragioni tutti i testimoni di Geova dovrebbero accettare e adempiere la responsabilità?

      21 Vi è urgente necessità di servitori di congregazione e conduttori degli studi di libro per sorvegliare il grande radunamento delle “altre pecore”. L’apostolo Paolo incoraggia i fratelli capaci a desiderare ansiosamente questi incarichi dando a Timoteo il consiglio: “Se alcuno aspira alla carica di sorvegliante, ei desidera una buona opera”. (1 Tim. 3:1, Co) Il glorioso palazzo del saggio Sovrano fra brevissimo tempo sarà terminato, allorché gli ultimi membri che sono ora sulla terra si saranno uniti alle “pietre vive” che sono già nei cieli. L’afflusso delle “cose più preziose di tutte le nazioni” è in corso e viene accelerato. Che faremo noi? Quali cristiani maturi, sia che siamo degli unti, quelli che formano il palazzo di Geova nei cieli, o che siamo delle terrene “altre pecore”, abbiamo accettato la responsabilità di impegnarci nel radunamento di altre persone mansuete e di aiutarle a divenire leali adoratori di Geova e insegnanti. Dobbiamo adempiere amorevolmente questa responsabilità. Perché? Anzitutto, perché essere un collaboratore dell’Altissimo Dio nel compimento di questa grandiosa opera è un inestimabile privilegio e onore; e, in secondo luogo, perché si tratta della vita sia di colui che ammaestra che di quelli che sono ammaestrati. L’apostolo Paolo lo indica molto chiaramente quando scrive a Timoteo: “Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento, persevera in tali cose”. Perché? “Poiché così facendo salverai te stesso e quelli che ti ascoltano”. — 1 Tim. 4:16, Na.

  • “La religione pura”
    La Torre di Guardia 1962 | 15 novembre
    • “La religione pura”

      Il discepolo Giacomo scrisse: “La religione pura e immacolata dinanzi a Dio e Padre è questa: visitar gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni, e conservarsi puri dal mondo”. (Giac. 1:27, VR) È interessante a questo proposito l’osservazione dello storico John Lord: “L’esempio della chiesa primitiva sembrerebbe indicare che la religione può soltanto diffondersi in modo salutare proteggendo e purificando costantemente quelli che la professano. Sembrerebbe che la vera missione della chiesa fosse quella di elevare i suoi membri anziché di immischiarsi in avvenimenti che hanno un’influenza corruttrice”. — The Old Roman World, pagina 550.

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