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Feste a GeovaLa Torre di Guardia 1950 | 1° dicembre
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trovar rifugio nell’organizzazione di Geova. Fuggite ora!
19 Quando gl’Israeliti tornarono dalla cattività di Babilonia, furono fatti i preparativi per celebrare la festa delle capanne. Il sacerdote Esdra lesse la legge al popolo radunato. Quando appresero della festa delle capanne, e che non avevano osservato questa festa mentre erano in cattività, essi piansero. Nehemia, Esdra ed i Leviti che ammaestravano il popolo dissero loro: ‘Questo giorno è consacrato all’Eterno, al vostro Dio; non fate cordoglio e non piangete! Andate, mangiate vivande grasse e bevete vini dolci; non v’attristate; perché il gaudio dell’Eterno è la vostra forza.’ — Neh. 8:8-10.
20-23. In che modo è mostrata la rivendicazione del nome di Geova nelle tre feste che egli comandò a Israele di osservare ogni anno?
20 Le tre feste che Geova aveva comandato a Israele di osservare ogni anno avevano tutte rapporto con la rivendicazione del suo nome. Satana aveva suscitato la contesa della supremazia di Geova. Questo significava che Satana pensava d’avere un metodo per trattare con le creature, spirituali e umane, migliore di quello annunziato da Geova. Geova esigeva l’assoluta ubbidienza delle sue leggi, anche se le sue creature non comprendevano esattamente il motivo per cui alcune leggi erano state emanate e messe in vigore. Tutti gli ubbidienti avrebbero ricevuto al tempo fissato ciò che era per il loro bene. I princìpi del governo divino erano l’amor fraterno e la cooperazione. Quando Iddio chiese a Caino dov’era suo fratello, questi rispose: “Sono io forse il guardiano di mio fratello?” Satana aveva già riempito la sua mente del suo proprio spirito di egoismo e di competizione. Questo principio, Satana pensava, avrebbe operato meglio della via dell’amore. Afferrate tutto quello che potete, comunque potete, e serbate tutto ciò che ottenete, ecco la legge fondamentale di Satana.
21 Questo empio sfidò Geova a mettere sulla terra delle creature che si fossero serbate ubbidienti a Lui mentre a Satana fu permesso di tentarle. Questo fu reso manifesto nel caso di Giobbe. Giobbe fu un uomo dedicato a Geova. Il nemico disse che la fedeltà di Giobbe non era genuina ma mercenaria, ch’egli serviva Geova perché Geova lo aveva fatto prosperare, e lo aveva protetto in modo tale che nessuno poteva tentarlo e metterlo alla prova. Abbandonalo nelle mie mani, disse quell’empio, ed egli ti rinnegherà in faccia. Satana ebbe il permesso di mettere Giobbe alla prova, ma non riuscì ad allontanarlo da Geova.
22 La festa pasquale dei pani azzimi veniva celebrata al principio dell’anno, e la festa delle capanne era l’ultima festa ed era alla fine dell’anno. (Eso. 12:2; 23:16) L’uccisione dell’agnello pasquale e l’offerta delle primizie della mietitura dell’orzo raffiguravano la morte e risurrezione di Cristo il Signore per la rivendicazione del nome e della sovranità universale di Geova. Al principio dell’èra cristiana, Cristo il Signore fu inchiodato al palo il 14º giorno del mese di Nisan (il giorno in cui veniva ucciso l’agnello pasquale) e fu risuscitato il terzo giorno, il 16º giorno di Nisan, il giorno in cui il sommo sacerdote offriva le primizie della mietitura dell’orzo. Cinquanta giorni dopo, alla Pentecoste, Cristo Gesù cominciò ad offrire a Dio i membri del suo corpo, che partecipano con lui alla rivendicazione di Dio. In questo vediamo che l’ombra durò finché venne la sostanza in Cristo. — Col. 2:17.
23 La festa delle capanne era l’ultima dell’anno, e perciò si disse che veniva osservata alla fine dell’anno. Questa festa ben raffigura la raccolta finale delle “altre pecore” la quale mostra che esse saranno raccolte a sostegno della sovranità universale di Geova prima che cominci l’inverno di Harmaghedon. Quando Harmaghedon sarà cominciato, sarà troppo tardi per fare qualsiasi raccolta. Allora alcuni diranno. “La messe è passata, l’estate è finita, e noi non siamo salvati”. (Ger. 8:20) Ad Harmaghedon Satana vedrà la distruzione della sua organizzazione visibile e invisibile. Quindi sarà gettato nell’abisso che sarà suggellato su di lui per mille anni, affinché non seduca più le nazioni, finché i mille anni siano compiuti. — Apoc. 20:3.
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La vera festa della raccolta in corsoLa Torre di Guardia 1950 | 1° dicembre
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La vera festa della raccolta in corso
1-4. Quale prova fu data nel 1942 ai testimoni di Geova che l’opera di raccolta non era allora compiuta?
CONSIDERANDO le molteplici caratteristiche del tipo, possiamo comprendere che la festa delle capanne raffigurò quello che i testimoni di Geova avrebbero avuto il privilegio di compiere al servizio del Re al tempo della raccolta finale delle sue “altre pecore”. Al principio del 1942 certe circostanze indussero alcuni a ritenere che l’opera di testimonianza fosse pressoché terminata e che Harmaghedon fosse imminente. Ma un articolo apparso nell’edizione de La Torre di Guardia inglese del 1 febbraio intitolato “Raccolta finale” indicava che una grande opera di raccolta doveva ancora esser fatta. Geova avvisò così i suoi servitori in tutto il mondo che dovevano procedere attivamente nell’opera di testimonianza perché le “altre pecore” non erano state tutte raccolte. Il summenzionato articolo diceva:
2 “Per parecchi anni Geova ha fatto operare la sua organizzazione teocratica, ed egli li ha ammaestrati e istruiti proprio per questa opera. È stato assegnato a ciascuno di loro il proprio territorio nel campo, ed essi non devono permettere che la loro attenzione sia distolta, ma devono essere costanti nell’eseguire quest’unica opera, sapendo che cosa ricercano, e devono camminare con circospezione, sempre pronti ad adoperare i mezzi provveduti dal Signore per questo tardo giorno e devono agire e operare insieme in assoluta unità.
3 “Poiché le cose stanno così, la raccolta finale per opera del Signore è in corso. Nulla interrompa neppure per un istante l’avanzata del popolo del suo patto al suo servizio. Il tempo è breve, l’opportunità è grande, e benedetto è colui che ha parte in essa.”
4 Considerando ora ciò che veniva fatto e detto durante la festa delle capanne o della raccolta, vedremo che quest’ultima festa dell’anno giudaico raffigura la “raccolta finale” delle altre pecore del Signore; e quando questa figura sarà cessata, l’opera di raccolta di Geova sarà terminata, e il suo “lavoro inaudito” seguirà prontamente. — Isa. 28:21.
5. Gli Israeliti dovevano dimorare in capanne durante la festa delle capanne. Che cosa raffigurò questo?
5 Durante la festa delle capanne il popolo doveva dimorare entro capanne o baracche fatte di rami di “alberi d’ornamento”. La dimora in capanne è significativa. La capanna è un luogo di dimora temporanea, mentre si cerca una dimora permanente. Durante il viaggio dall’Egitto verso la terra promessa gl’Israeliti dimorarono in tende o capanne. Abrahamo, Isacco e Giacobbe dimorarono entro tende ai loro giorni. Essi non desideravano far parte del mondo di Satana, ma aspettavano una “città” o un governo che sarebbe stato dominato da Geova. Tutti questi confessarono d’esser forestieri e pellegrini sulla terra, in attesa d’una patria celeste. (Ebr. 11:8-16) Gesù disse: “Il mio regno non è di questo mondo”; quindi tutti quelli che cercano il regno di Dio come loro speranza non sono abitanti permanenti in questo mondo malvagio, e non si considerano come parte d’esso. Non dedicano il loro tempo e la loro energia ad accumulare ricchezze mondane. Queste saranno tutte spazzate via ad Harmaghedon tanto completamente quanto le cose materiali del primo mondo furon distrutte nel diluvio ai giorni di Noè.
6. Com’è adempiuta questa caratteristica della festa delle capanne dai testimoni di Geova attualmente?
6 Le capanne erette dagli Israeliti non erano mobiliate con molta accuratezza, ma contenevano le cose strettamente necessarie per avere un po’ di comodità. Oggi i servitori di Geova impegnati nella proclamazione della “buona novella” del Regno non dedicano tempo e denaro alla costruzione di costose abitazioni nelle quali vivere con tutti gli agi e ospitare amici per godervi piaceri mondani. Essi sono occupati nel servizio del Re in cerca delle altre pecore del Signore, dove possono esser trovate. Dopo aver trovato una delle pecore del Signore, essi fanno ciò che il Maestro disse ai suoi discepoli: “Pasci le mie pecore”. Fanno loro successive visite, tengono studi biblici a domicilio con loro, affinché possano imparare i buoni propositi di Geova, e prendano posizione dalla sua parte, unendosi quindi all’opera di raccolta. “Chi ode dica: Vieni”. (Apoc. 22:17) L’opera è grande e gli operai son pochi. Tutti quelli che amano il Signore ed i loro simili si uniranno a quest’opera, prima che sia troppo tardi. Questa è un’opera singolare per i religionisti. È “l’opera di mietitura di Geova, e presto sarà completata; allora il “lavoro inaudito” di distruzione avrà inizio, ad Harmaghedon.
7. Quanti giovenchi venivano offerti durante la festa delle capanne, e che cosa raffigurava questa offerta?
7 Molti sacrifici venivano offerti durante la festa delle capanne. Di giorno in giorno essi offrivano giovenchi finché ne erano sacrificati settanta. Il giorno dell’espiazione il sommo sacerdote offriva un giovenco e due capri, raffiguranti il sacrificio fatto da Cristo Gesù a beneficio del genere umano. Il fatto che durante la festa delle capanne venivano sacrificati settanta giovenchi avrebbe mostrato che il sacrificio offerto da Gesù era completo tanto dal punto di vista umano quanto da quello divino. Settanta è multiplo di dieci e di sette. Il sette rappresenta la completezza dal punto di vista celeste, e il dieci dal punto di vista umano o terreno. Gesù diede se stesso come riscatto per tutti, e così pagò il prezzo richiesto al completo. — Num. 29:12-34; 1 Tim. 2:5, 6.
ACCLAMANDO IL RE CON GIOIA
8. Che cosa era raffigurato dai rami di palme portati dal popolo durante la festa delle capanne?
8 Durante la festa delle capanne il popolo portava di giorno in giorno dei rami di palme. I rami di palme dovevano dar l’idea di gioia e di vittoria. Pochi giorni prima della sua morte, Gesù entrò a Gerusalemme cavalcando un asino che non era mai stato cavalcato da nessuno. Questo avvenne al tempo della pasqua, e ‘gran folla era venuta alla festa’. Quando si udì che Gesù stava giungendo a Gerusalemme, la gente prese dei rami di palme, uscì ad incontrarlo, e si mise a gridare: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il Re d’Israele!” (Giov. 12:12-15) L’apostolo Giovanni vide poi una gran folla in piedi davanti al trono di Dio e all’Agnello, vestiti di vesti bianche e con delle palme in mano. E gridavano con gran voce dicendo: “La salvezza appartiene all’Iddio nostro il quale siede sul trono, ed all’Agnello”. Questa gran folla si rallegrava della vittoria del Re di Geova, e l’acclamava come suo Signore e Redentore. (Matt. 21:7-9; Apoc. 7:9, 10) All’antica festa delle capanne gl’Israeliti si rallegravano grandemente, dando lode a Geova per la sua bontà verso di loro, e lo riconoscevano come salvatore e liberatore. Allo stesso modo quelli che andavano davanti a Gesù mentre egli entrava a Gerusalemme e si offriva ad Israele come loro Re lo acclamarono come re d’Israele. Similmente la “gran folla” di Apocalisse acclamava il Re sventolando rami di palme.
9. Perché l’ultima festa dell’anno era occasione di grande allegrezza?
9 Le tre feste speciali che il Signore aveva comandato a Israele di celebrare ogni anno eran tempi d’allegrezza per tutto il popolo. Erano “feste a Geova”; perciò all’ultima festa dell’anno il popolo doveva avere speciale occasione di render grazie a Geova. Tutte le benedizioni dell’anno trascorso eran venute dal Signore, ed essi desideravano mostrare la loro riconoscenza per tutto ciò che veniva fatto per loro. Egli era il loro Creatore, il
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