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“Sono sopravvissuto all’affondamento del Titanic”Svegliatevi! 1982 | 8 aprile
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hai lasciato la tua religione greco-ortodossa. Non posso credere che non farai più il segno della croce, il simbolo della Trinità’.
“Amavo mio fratello ed ero profondamente turbato per questa incrinatura che si era creata fra noi. Mesi dopo mi capitò fra le mani la copia dell’Arpa di Dio che avevo preso. Era coperta di polvere, ma l’aprii e iniziai a leggere nel tardo pomeriggio, continuando fin dopo mezzanotte. La verità della Parola di Dio cominciò a penetrare nel mio cuore. Partecipai a uno studio che si teneva in arabo e nel 1933 fui battezzato.
“C’è un altro avvenimento che ha avuto notevole importanza nella mia vita. Nel 1949 potei permettermi di fare un viaggio che sognavo da molti anni. Nel Libano avevo un fratellastro, maggiore di me, che desideravo vedere per potergli parlare della speranza del Regno. Durante il viaggio in aereo passammo sopra la Groenlandia e anche vicinissimi al punto dove il Titanic era affondato. Fui sopraffatto dall’emozione mentre guardavo le sottostanti fredde acque dell’Atlantico e riflettevo su quella triste occasione.
“Una hostess, notando il mio viso rigato di lacrime, si chinò silenziosamente su di me, mi diede un colpetto su un braccio e mi chiese: ‘Qualcosa non va? Posso esserle utile?’ Risposi: ‘No, stavo pensando a quando ero un ragazzo di dodici anni. Ero su una grande nave, il Titanic, che è affondata proprio laggiù, in quelle acque dove oltre 1.500 persone persero la vita. Non riesco ancora a dimenticare quella mattina, le frenetiche grida d’aiuto nelle tenebre e quelle acque gelide’. ‘Mi dispiace’, disse la graziosa hostess bruna. ‘Ricordo di aver letto del disastro del Titanic’.
“Giunto nel Libano, che gioia quando il mio fratellastro mostrò di interessarsi della Bibbia. In seguito anche lui divenne un dedicato testimone di Geova cristiano”.
A conclusione del suo racconto lo zio Louis menzionò la speranza che il regno di Dio sostituirà l’attuale sistema di cose satanico.
“La verità della Parola di Dio”, dichiarò, “ha guidato la mia vita. Ringrazio Geova di avermi risparmiato la vita nel disastro del Titanic e di avere avuto l’opportunità di servirlo ora in questi difficili ‘ultimi giorni’”. Ha abitato vicino al fratello maggiore e alla moglie e insieme a loro ha servito Geova come meglio ha potuto fino al giorno della sua morte. Non ha mai smesso di pregare perché la volontà di Dio sia fatta sulla terra come in cielo. (Matt. 6:9, 10) La sua viva speranza era che, se fosse morto prima di Armaghedon, Dio lo avrebbe liberato dal potere della tomba mediante la risurrezione alla vita.
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E voi sopravvivrete quando questo sistema colerà a picco?Svegliatevi! 1982 | 8 aprile
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E voi sopravvivrete quando questo sistema colerà a picco?
L’AFFONDAMENTO del Titanic era una cosa che non ci si sarebbe neppure immaginati. Secondo il “New York Times”, il comandante della nave, il capitano E. J. Smith, era già da parecchio tempo convinto che ai suoi giorni ‘l’ingegneria navale fosse un’arte così perfetta da rendere assolutamente impensabile che un grande transatlantico moderno con passeggeri a bordo potesse essere coinvolto in un disastro’. Ma successe. Anche mentre la grande nave affondava, i passeggeri a bordo si rifiutarono di credere che il pericolo era reale. Il New York Times del 19 aprile 1912 riportò la dichiarazione di un superstite:
“Gli uomini dell’equipaggio raccomandavano a tutti di salire a bordo [delle scialuppe] e nessuno si affrettava. Si pensava non ci fosse pericolo, ed era opinione generale che chi si era allontanato sulle scialuppe si sarebbe fatto ridere dietro e avrebbe avuto il fastidio di remare per tornare alla nave dopo qualche ora.
“In principio c’era un’atmosfera di apatia in tutta la nave. La fiducia che fosse inaffondabile era così grande che fino all’ultimo minuto la maggior parte dei passeggeri furono certi che la nave si sarebbe salvata. Uno dei camerieri di bordo ci disse poi di avere bussato ripetutamente alla porta di una donna, ma che lei si era rifiutata di uscire. Allora aveva tentato di trascinarla fuori, ma lei aveva fatto resistenza, e alla fine lui aveva desistito. Quella donna andò a fondo, si pensa, nella sua cabina di lusso”.
Le scialuppe di salvataggio del Titanic avevano posto per 1.178 persone, non abbastanza per tutti, ma certo per più dei 700 superstiti. Molti morirono inutilmente perché quelle prime scialuppe si allontanarono semivuote, a causa della malriposta fiducia che la nave fosse “inaffondabile”.
Avete notato che un cameriere di bordo bussò alla porta di una passeggera, avvertendola ripetutamente che l’“impensabile” stava accadendo, solo per essere ignorato? ‘Che insensatezza!’ potreste dire.
Tuttavia c’è qualcuno che bussa ripetutamente anche alla vostra porta, dandovi un urgente avvertimento. Si tratta dei testimoni di Geova, fedeli servitori dell’Onnipotente Dio. L’avvertimento che danno è non che questo intero mondiale sistema di cose rischi di “affondare” in un mare di guerre, delitti e brutale violenza. Ma che Dio presto lo farà ‘colare a picco’ perché sia sostituito da un giusto nuovo ordine governato dal suo regno celeste.
Come reagite a tale avvertimento? Dite, come la passeggera del Titanic: ‘Ridicolo! Assurdo!’ e chiudete la porta? Un simile modo di pensare potrebbe costarvi la vita.
Dovrebbe essere ovvio che il pericolo esiste
Fatto interessante, a bordo del Titanic c’erano alcune persone che intuivano l’imminente disastro. Perché? Perché la nave violava le più elementari norme di buona navigazione. Un superstite osservò: “Per tutto il pomeriggio ci eravamo resi conto che stavamo battendo tutti i primati di traversata dell’oceano. Solo poche ore prima che entrassimo in collisione con l’iceberg fra i passeggeri si diceva che stavamo andando a ventitré miglia all’ora. Sapevamo tutti degli avvertimenti di pericolo che la nave aveva ricevuto durante la giornata”.
Perché quella forte, pericolosa velocità? Un altro superstite ricorda: “Prima di andare a letto [la sera del disastro] feci una lunga chiacchierata con Charles H. Hays, presidente della Grand Trunk Railroad [una compagnia ferroviaria]. Una delle ultime cose che il sig. Hays disse fu: ‘Le società di navigazione White Star, Cunard e Hamburg-American stanno impegnandosi a fondo nella gara per ottenere la supremazia in fatto di navi di lusso e nel battere primati di velocità. Andrà a finire che qualche spaventoso disastro porrà un freno a tutto ciò’. Poveretto, poche ore più tardi era morto!”
L’attuale situazione mondiale non è molto simile? Incurante delle norme di sicurezza, confidando nel mito della propria invulnerabilità, il Titanic era impegnato in una corsa pericolosa. Oggi le nazioni del mondo sono impegnate in una corsa agli armamenti assai più pericolosa, fiduciose, come il capitano del Titanic, che non ci sarà nessun disastro. Ma hanno dei motivi per nutrire tale fiducia? O è essa malriposta? Attenti osservatori della scena mondiale sostengono che il disastro è sempre più probabile.
Se quando i testimoni di Geova vi avvertono del disastro che sovrasta questo sistema di cose siete tentati di dire: ‘Ridicolo! Assurdo!’ ricordate: Questo mondo viola le più elementari norme di buon governo, di buona ecologia e di buone relazioni internazionali. Perché mai il disastro dovrebbe essere improbabile?
Si deve ascoltate l’avvertimento
Naturalmente, per scampare alla fine di questo sistema mondiale non basta essere consapevoli del pericolo, proprio come non bastò nel caso del sig. Hays sul Titanic. A quel disastro sopravvissero quelli che compirono l’azione giusta dando ascolto agli avvertimenti di pericolo.
Per molti questo significò abbandonare una comoda cabina di lusso nel cuore della notte per correre su fino a un ponte freddo, con indosso solo la vestaglia da camera. Significò seguire rigorosamente e umilmente gli ordini dei camerieri di bordo e dell’equipaggio di salire su una piccola scialuppa, lasciando forse un marito o un fratello. Significò allontanarsi su una piccola barca a remi da una nave descritta a quell’epoca come “un grande palazzo galleggiante di quindici piani, splendido e gigantesco in ogni particolare . . . con . . . grandi saloni e ristoranti, un teatro in miniatura, campi da tennis . . . piscine e bagni turchi; grandi
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