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  • La palma del cocco e la sua utilità
    Svegliatevi! 1971 | 8 dicembre
    • La palma del cocco e la sua utilità

      Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nelle Fiji

      NON importa dove abitate, la palma del cocco, vi può in qualche modo essere utile. Alcuni isolani dipendono da essa per le cose essenziali della vita — di che mangiare, di che bere, alloggio, indumenti — e per molte altre cose. Non c’è da meravigliarsi se molti la chiamano l’albero della vita.

      Ma anche nelle nazioni industrializzate, i prodotti della palma del cocco trovano ampio uso, negli stabilimenti, nelle automobili, nelle cucine, nelle stanze da bagno. Servono a rendere la vita più sicura e piacevole.

      Nei paesi tropicali ci sono oltre quattro milioni di ettari di piantagioni di palme del cocco, con circa seicento milioni di alberi. Questo non comprende quelli che crescono nei villaggi e altrove. Poiché un albero normalmente produce da cinquanta a cento noci circa l’anno, una raccolta annua di 30.000 milioni sarebbe un calcolo moderato, o circa nove noci di cocco per persona ogni anno sulla terra!

      L’albero e la sua noce

      La palma del cocco comincia di solito a portar frutto dal settimo all’ottavo anno circa. Ma è verso il decimo o il quindicesimo anno che raggiunge la piena produzione. In seguito può produrre fino a cento noci l’anno per più di cinquant’anni. Comincia poi a venir meno e muore all’età di circa novant’anni.

      La palma del cocco ha bisogno di molta acqua, sole e una temperatura di almeno 22 °C per la maggior parte dell’anno. Se esistono queste condizioni, essa innalza graziosamente nell’aria il suo tronco curvo, senza rami, da dodici fino a trenta metri. La sua cima è coronata da foglie piumose, fiori e noci in formazione. Le foglie possono raggiungere la lunghezza di sei metri. Hanno una forte costola mediana da cui si dipartono foglioline, che le danno l’aspetto di una piuma.

      Le noci mature sono grandi e hanno una scorza liscia di colore chiaro. Un visitatore di un’isola che aveva alzato la testa per guardarli, chiese: “Che sono quelle?”

      Quando gli fu detto: “Noci di cocco”, disse: “Oh, quelle che io compro a casa sono molto più piccole, marroni e ruvide”.

      Egli si sorprese apprendendo che l’effettiva noce di cocco è racchiusa in uno spesso guscio protettivo. Questo di solito viene tolto quando le noci si esportano. La noce stessa ha all’incirca un diametro da quindici a venticinque centimetri.

      Ci vuole circa un anno perché una noce maturi. Ma l’albero può avere in qualsiasi momento noci in tutti gli stadi di formazione, dal fiore che sboccia alla noce matura.

      Sebbene la palma del cocco possa crescere nell’entroterra, ha una rimarchevole predilezione per il mare. La grande maggioranza d’esse crescono su isole, penisole e coste. Le isole delle Filippine e dell’Indonesia sono le maggiori produttrici di noci di cocco, e le Isole Fiji occupano il decimo posto.

      Qual è la sua utilità

      I modi in cui la palma del cocco è utile all’uomo sono quasi infiniti. Un’insalata gustosa si prepara con i suoi boccioli, che si trovano in cima alla parte alta dell’albero. Questo fascio strettamente avvolto di foglie simili a quelle di un cavolo ha quasi la misura dell’avambraccio di un uomo. Si può chiamare il “cuore”, poiché quando è tagliato o danneggiato l’intero albero muore. Quindi una sua insalata è una costosa leccornia!

      Le gigantesche foglie di palma si usano in molti modi. Un’autorità dice che con cento di esse si può costruire una spaziosa abitazione. Il tetto, le pareti, i divisori fra le stanze, le finestre e le porte si fanno tutti con le foglie, e anche cesti, stuoie, ventagli, scope e altri oggetti che si usano nella casa. Indumenti, come camicie e cappelli, si fanno pure con le foglie. Ed esse possono usarsi come torce e legna per il fuoco.

      Una bevanda rimarchevole si ottiene dai boccioli del fiore non aperto. Quando un loro mazzo è legato strettamente, tagliato e piegato in un recipiente, cominciano a stillare gocce di un succo dolce chiamato toddy, diversi litri al giorno. Quando il liquido è fatto fermentare, diviene una bevanda alcolica. O si può bollire per produrre un eccellente sciroppo da usare sul pane o sulle frittelle. E se si lascia stare per alcune settimane diviene un buon aceto.

      I fiori non aperti son protetti da un involucro di ruvida fibra robusta. Questo è un materiale ideale da usare come staccio o colatoio. E ci si possono anche fare scarpe, cappelli o perfino una specie di elmo pressato.

      In cinque o sei mesi le noci crescono fino alla piena misura, nel qual tempo contengono approssimativamente due bicchieri di “acqua” fresca, leggermente aromatica, di sapore dolce. Che bevanda ristoratrice! E fa bene, poiché contiene vitamine, minerali e circa due cucchiai di zucchero per noce. Essa è così meravigliosamente pura e sterilizzata che è stata usata per sostituire i fluidi del corpo umano e come espansore del volume plasmatico.

      Quando si lascia maturare, la polpa bianca della noce comincia a formarsi all’interno, divenendo solida quando la noce è matura. Ha davvero un ricco sapore! Quando è finemente grattugiata e compressa, si produce una spessa crema bianca che si usa per rendere più gustosi pesce, carne e vegetali. E dalla polpa della noce si ottiene anche un eccellente olio, che viene usato per cucinare, come combustibile per le lampade e per lozioni.

      Le fibre corte e rigide del frutto sono chiamate fibre di cocco. Con esse si fanno corde, spaghi, stuoie, scope, spazzole e materassi di fibre vegetali. La polvere delle fibre di cocco è trasformata in humus per le piante e se ne produce anche una tavola pressata per le pareti.

      Il duro guscio della noce di cocco è usato in innumerevoli modi. Vi si formano vasi, spille, orecchini, collane, paralumi, giocattoli, utensili per mangiare e numerosi altri oggetti. Mezzo guscio forma una soddisfacente ciotola per mangiare o per bere.

      Il tronco della palma del cocco, essendo molto resistente alle termiti, costituisce un eccellente sostegno per le case. Sono anche usati per fare forti sedili negli stadi e ponti su canali e ruscelli. Il tronco fornisce un legno duro di colore scuro chiamato “legno del porcospino”, usato per costruire armadietti.

      Sono utilizzate anche le radici. Un po’ di radice può usarsi come spazzolino dei denti. E le radici si usano a volte come medicina per la dissenteria, come tinta e per un collutorio.

      Ma potete pensare: ‘Non ho nemmeno visto una vera palma del cocco. Non capisco come possa essermi utile’. Ciò nondimeno, è probabile che ne facciate uso, e non solo in forma di ingredienti di caramelle, torte e dolci che potete mangiare.

      La polpa della noce di cocco è essiccata per produrre ciò che si chiama copra, milioni di tonnellate l’anno. Quindi la copra è trattata per ricavarne il suo meraviglioso olio ricco di glicerina e di altre complesse sostanze. Questo olio si trova nel liquido dei freni pneumatici delle auto, in shampoo, lozioni, lubrificanti, detergenti, saponi, creme da barba, dentifrici, plastica, vernici, gelati, margarina, ingredienti vegetali, sì, in numerose cose che probabilmente utilizzate e mangiate.

      La palma del cocco è in realtà un albero rimarchevole che indubbiamente vi è utile, ovunque abitiate.

  • ‘Felici son quelli che fanno cordoglio’
    Svegliatevi! 1971 | 8 dicembre
    • “La tua parola è verità”

      ‘Felici son quelli che fanno cordoglio’

      NON è contraddittorio dire che quelli che fanno cordoglio possano nello stesso tempo esser felici? Non necessariamente. Quando Gesù fece questa dichiarazione apparentemente contraddittoria nel suo Sermone del Monte, evidentemente non pensava al più comune significato della parola “felice”. È chiaro che volle dire qualche cosa di più dell’allegria a cuor leggero. — Matt. 5:4.

      La parola greca per “felice” in questo versetto, makaʹrios, era dai Greci applicata alla beatitudine suprema, alla beatitudine che si supponeva godessero gli dèi. In vista del modo in cui la parola è da Gesù usata nel suo Sermone del Monte, e in tutte le Scritture Greche Cristiane, un significato più ampio di makaʹrios sarebbe ‘felicità dovuta all’esser favorito da Dio’.

      Chi sono, dunque, quei ‘favoriti da Dio’ perché fanno cordoglio? Semplicemente chiunque sia triste? No, poiché la parola greca per “cordoglio”, pentheʹo, significa profondo cordoglio, un senso d’essere affranto. L’apostolo Paolo usò questa parola quando censurò la congregazione corinzia perché non si era profondamente compunta di viva afflizione per la grave immoralità che esisteva in mezzo a loro: “E siete voi gonfi, e non fate piuttosto cordoglio?” (1 Cor. 5:2) Con tono simile il discepolo Giacomo censurò certuni del suo giorno: “Purificate le vostre mani, o peccatori, e purificate i vostri cuori, o indecisi. Siate nella miseria e fate cordoglio e piangete”. — Giac. 4:8-10.

      Che Gesù volesse esprimere un profondo senso di cordoglio è mostrato dal racconto parallelo di Luca: “Felici voi che ora piangete, perché riderete”. (Luca 6:21) “Piangete” traduce qui la parola greca klaiʹo, che “si usa per qualsiasi alta espressione di cordoglio, specialmente per i morti”. (An Expository Dictionary of New Testament Words, W. E. Vine) Non c’è dubbio che un profondo cordoglio, un forte pianto, è ciò che Gesù volle dire in questa seconda beatitudine (felicità) menzionata nel suo Sermone del Monte.

      Ma sono tutte le persone, che per una qualsiasi ragione sono profondamente commosse di dolore, rese “felici” o favorite da Dio? Evidentemente no, poiché Gesù disse che questi che facevano cordoglio sarebbero stati confortati, eppure non tutti quelli che sono affranti con uno spirito di afflizione ricevono conforto. Ci rientra il motivo del cuore. Per esempio, ci fu Esaù,

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