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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1963 | 1° ottobre
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Domande dai lettori
● Vi è qualche modo in cui l’atto sessuale compiuto tra marito e moglie potrebbe essere considerato impuro agli occhi di Geova?
Non c’è naturalmente nulla di impuro nella copulazione, nel modo naturale stabilito dal Creatore in cui marito e moglie possono avere rapporti sessuali. L’unione sessuale dà a coloro che sono uniti in matrimonio l’opportunità di esprimere profondo amore e affetto l’uno all’altro. Che non dovesse essere solo il mezzo per procreare, ma anche un mezzo per soddisfare la passione e una fonte di soddisfazione e piacere non è in disaccordo con la Parola di Dio. Ma che cosa sia accettevole, in quanto alle espressioni d’affetto, questa è una faccenda che dev’essere definita da ogni coppia sposata. — Gen. 1:28; 1 Cor. 7:9; Prov. 5:15-19.
Nonostante ciò, anche in questi intimi aspetti della vita i cristiani applicano i princìpi biblici. Comprendono che in questa, come nelle altre cose della vita, si devono coltivare e manifestare i frutti dello spirito di Dio, tra i quali vi è la padronanza di sé. (Gal. 5:22, 23) Quindi il cristiano non darà libero sfogo alla sfrenata passione. Si renderà conto che l’autorità sul corpo del proprio coniuge non permette a una persona sposata di abbandonarsi a pratiche che sono sia penose per il proprio coniuge che impure agli occhi di Dio. (1 Cor. 7:3-5) L’autorità sul corpo del proprio coniuge è circoscritta dai princìpi scritturali, quindi i cristiani uniti in matrimonio cercheranno di applicarli, e in questo modo coopereranno per rendersi veramente felici a vicenda. (Efes. 5:25-33; 1 Piet. 3:7-9) Nel loro interesse spirituale e con grande beneficio, ricorderanno e applicheranno le parole di Cristo riportate in Matteo 7:12: “Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro”.
Vi sono determinati organi, maschili e femminili, per le relazioni sessuali. Il loro scopo stabilito e il loro debito uso sono molto evidenti. Questi organi dovrebbero essere usati solo in tale modo appropriato e stabilito da Dio. Allontanarsi dall’appropriato e naturale uso di questi organi per soddisfare il desiderio di rapporti innaturali con gli organi sessuali, o per suscitare passioni animalesche, è impuro. È degradante, come mostra Romani 1:21-32. È perversione e non è salutare. Commettere tali azioni significa in realtà idolatrare gli organi sessuali, ed esse non sono il mezzo per esaltare il matrimonio. Non rendono il letto matrimoniale onorevole. (Ebr. 13:4) Il cristiano vorrà senza dubbio evitare tale impurità della carne, un’opera della carne, e non vorrà aver niente a che fare con tale perversione. — Gal. 5:19.
In tali questioni i cristiani dedicati devono portare il loro carico di responsabilità. Avendo letto e appreso gli ottimi consigli che dà la Bibbia su questi argomenti, spetta a ogni coppia sposata mettere in pratica nella loro vita questi princìpi divini in modo ragionevole e amorevole. — Gal. 6:5.
Se una coppia dedicata commette qualche atto moralmente sbagliato, che però non è adulterio o fornicazione, e che è quindi solo tra loro, per cui si tratta di una questione strettamente privata di cui nessuno nella congregazione o nel mondo può venire a conoscenza a meno che gli interessati non decidano di rivelarla, che cosa devono fare? È una cosa da presentare a Dio in preghiera. Se Dio vede che essi si rendono conto della scorrettezza di ciò che hanno fatto tra loro e che ne sono pentiti e afflitti e cercano di non ripetere mai tale atto, la loro confessione a lui e la preghiera per ottenere il perdono mediante Cristo Gesù è sufficiente. Se, tuttavia, a causa della debolezza umana questo abuso dovesse continuare, e uno o l’altro della coppia cominciasse a sentire i cattivi effetti dell’abuso e ad esserne oppresso e non potesse trarre alcun sollievo a causa della condotta ripetutamente cattiva dell’altro coniuge, che fare? Prima si dovrebbe cercare una soluzione personale del problema. Ma se ogni altro sforzo fallisse, l’oppresso potrebbe rivolgersi al comitato della congregazione cristiana. In tal caso il comitato potrebbe ammonire il coniuge offensore. Il comitato può prestare assistenza mediante preghiera e consigli, per aiutare la coppia a vincere questa debolezza e a regolare le questioni coniugali private in modo da continuare la felice relazione matrimoniale con la minore distrazione possibile e servire così gli interessi del perfetto governo di Dio in modo migliore. — Giac. 5:13-16.
È indubitabile che le violazioni di ciò che è scritturale e normale nelle relazioni coniugali non saranno senza conseguenze. Agire devotamente in queste relazioni intime è molto importante per gli amanti della giustizia. Possono esservi effetti di vasta portata quando le persone unite in matrimonio commettono atti moralmente sbagliati. Primo e più importante, devono rendersi conto che recano dispiacere al Creatore Geova Dio. Questo può anche influire sui loro rapporti con altri, poiché nella loro vita c’è qualcosa che non va. Essi lo sanno e quindi possono sentirsi indegni di continuare a prendere parte alla predicazione della buona notizia del Regno. Anziché mostrarsi felici, possono divenire amareggiati e rinchiudersi in se stessi. È chiaro che devono fare qualcosa per essere di nuovo felici e contenti nei loro rapporti e nei rapporti coi conservi cristiani e con l’Onnipotente Dio.
Se tali pratiche errate sono divenute abituali, ci vorranno tempo, preghiere a Dio e uno sforzo sincero per correggere la situazione. Le misure correttive devono cominciare dalla mente. Quando si presentano alla mente pensieri sensuali e sconvenienti, il sincero cristiano richiamerà alla mente con profitto le parole di Paolo in Filippesi 4:8 (VR): “Del rimanente, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri”.
Nella lotta contro i desideri immorali, il cristiano sposato deve capire che quello che mette nella mente avrà un grande effetto su di lui. Pellicole, commedie, letteratura e altre forme di divertimento dovrebbero essere scelti con cura. Come i non sposati devono custodire a questo proposito le loro vie per non cadere nell’immoralità, altrettanto devono fare i cristiani sposati. Se riempiono la loro mente di idee immorali o pervertite, queste si riveleranno infine nelle loro relazioni intime, a loro degradazione e detrimento spirituale.
Se i cattivi desideri e le abitudini scorrette sono divenuti profondamente radicati, quelli che cercano di correggere la situazione per piacere a Dio possono cadere di nuovo prima di riuscire con l’aiuto di Dio a togliersi la cattiva abitudine. Ma non si devono scoraggiare e non devono cedere. Essi devono continuare a confidare in Geova Dio e rivolgersi a lui per ottenere perdono e purificazione, il necessario aiuto e la forza. Egli non è lontano da quelli che lo cercano, ed essi possono avere la certezza che col suo aiuto vinceranno tali ostinate tendenze, ottenendo la vittoria su questa cattiva abitudine o condotta moralmente errata. — Filip. 4:13.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1963 | 1° ottobre
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Domande dai lettori
● Che cosa volle dire Elia quando, rispondendo alla richiesta di Eliseo che gli fosse concesso di andare a dire addio ai suoi genitori, dichiarò ad Eliseo: “Va’ e torna; poiché che t’ho io fatto?” — 1 Re 19:20, nota in calce, VR. — A. J., Stati Uniti.
In questo caso Elia volle dire che la situazione non era così urgente che Eliseo non potesse andare prima a casa a dire addio ai genitori. Va’, torna, poiché non ho obiezioni. Non ho fatto nulla per proibirtelo: così potremmo parafrasare le sue parole. Quindi Eliseo preparò subito un banchetto per la sua famiglia. Questo dovette richiedere diverse ore come minimo, poiché si dovevano uccidere i buoi, prepararli e cuocerne la carne.
È infatti ragionevole pensare che Eliseo si trattenne per partecipare a questo banchetto, poiché non leggiamo che Eliseo si affrettasse a raggiungere Elia, come se Elia avesse continuato il cammino ed Eliseo fosse rimasto indietro. Perciò leggiamo che dopo il banchetto Eliseo “si levò, seguitò Elia, e si mise al suo servizio”. — 1 Re 19:21, VR.
Questa situazione era completamente diversa da quella riportata in Matteo 8:21, 22 (VR), in cui un discepolo chiese il permesso di andare prima a seppellire il padre, al che Gesù rispose: “Seguitami, e lascia i morti seppellire i loro morti”. In questo caso non dobbiamo intendere che il padre fosse già morto; altrimenti il figlio sarebbe stato a seppellire il padre, dato che nei paesi orientali la gente seppellisce i morti appena muoiono.
In merito a questa espressione George M. Lamsa, un’autorità nel campo delle abitudini e delle lingue siriache (aramaiche), dice: “Questa frase è un orientalismo, specialmente tra le persone di lingua aramaica. Significa: ‘Mio padre è vecchio e devo averne cura fino alla morte’. Oppure: ‘Mio padre è sull’orlo della tomba’, che vuol dire, mio padre può morire da un giorno all’atro. In Oriente un uomo di settant’anni è considerato ‘morto’, perché è improduttivo. Poiché non vi sono compagnie o
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