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  • Il possesso della pace cristiana
    La Torre di Guardia 1967 | 15 febbraio
    • 17. Sotto quale ulteriore aspetto la pace cristiana è incomparabile?

      17 La pace che è il possesso dei cristiani è ulteriormente incomparabile per il fatto che non dipende dall’ambiente. Ben la descrisse l’apostolo Paolo definendola “la pace di Dio che sorpassa ogni pensiero”. È una calma condizione di mente e di cuore, un interiore stato di quiete indipendentemente da ciò che può aver luogo di fuori. È stata bene illustrata dalla madre uccello che siede sul suo nido di uova su un albero durante un temporale, tranquilla, indisturbata dal principio alla fine. È chiaramente una pace di cui il mondo non sa nulla. Per questo Gesù poté dire riguardo ad essa: “Vi lascio pace, vi do la mia pace. Non ve la do come la dà il mondo. Non si turbino i vostri cuori né si ritraggano per la paura”. “Vi ho detto queste cose affinché per mezzo mio abbiate pace. Nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio! Io ho vinto il mondo”. Sì, malgrado le condizioni che turberebbero normalmente gli uomini e li farebbero ritrarre per la paura, malgrado la tribolazione, i veri seguaci di Gesù Cristo possono avere pace. — Filip. 4:7; Giov. 14:27; 16:33.

      OTTENETE LA PACE DI DIO

      18, 19. (a) In base a che cosa si può ottenere pace con Dio? (b) Quale ministero, perciò, è stato dato ai cristiani?

      18 Come può la persona ottenere questo possesso della pace, questa pace che è descritta come uno dei frutti dello spirito santo di Dio in Galati 5:22, questa pace che sorpassa ogni pensiero? Anzitutto, facendo la pace con Dio, stringendo amichevoli relazioni con Lui. Amichevoli relazioni con Dio? Non è Dio amico di tutti? Niente affatto! Come osserva bene l’apostolo Paolo: “In realtà, voi che una volta eravate alieni e nemici perché le vostre menti eran volte alle opere malvage, egli ha ora di nuovo riconciliati”. Riconciliati con quale mezzo? Mediante il sacrificio di Gesù Cristo: “Poiché se, quando eravamo nemici, fummo riconciliati con Dio per mezzo della morte del suo Figlio, molto di più, ora che ci siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita”. Come fu profeticamente predetto: “Egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiam pace, è stato su lui, e per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione”. — Col. 1:21; Rom. 5:10; Isa. 53:5, VR.

      19 Per questo il vero cristianesimo o la predicazione del vangelo cristiano è definita dall’apostolo Paolo “il ministero della riconciliazione”. Gesù venne sulla terra a dichiarare “la buona notizia della pace a voi, che eravate lontani, e pace a quelli che erano vicini”, e affidò questo ministero ai suoi seguaci: “Tutte le cose sono da Dio, che ci ha riconciliati a sé per mezzo di Cristo e ci ha dato il ministero della riconciliazione, cioè che Dio riconciliava a sé il mondo mediante Cristo, non annoverando loro i loro falli e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi siamo perciò ambasciatori in sostituzione di Cristo, come se Dio supplicasse per mezzo di noi. Quali sostituti di Cristo noi imploriamo: ‘Siate riconciliati con Dio’. Colui [Gesù Cristo] che non conobbe peccato egli lo ha fatto peccato per noi, affinché divenissimo giustizia di Dio mediante lui”. — Efes. 2:17; 2 Cor. 5:18-21.

      20, 21. (a) Che cosa significa esercitare fede? (b) Quali primi passi si devono fare?

      20 Sì, la pace con Dio si può avere solo mediante Gesù Cristo: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Ciò richiede, non solo dare approvazione mentale a ciò che Gesù fece, ma esercitare fede: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, onde chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. Esercitare fede significa fare qualche cosa in merito ad essa, agire secondo le proprie credenze, poiché “come il corpo senza respiro è morto, così anche la fede senza opere è morta”. — Giov. 14:6; 3:16; Giac. 2:26.

      21 Che specie di opere sono richieste? Anzitutto, pentimento dalla propria egoistica ingiusta condotta e conversione per seguire il modello stabilito da Gesù Cristo, come anche l’apostolo Pietro ammonì i Giudei di Gerusalemme nel suo giorno: “Pentitevi, perciò, e convertitevi affinché i vostri peccati siano cancellati, onde vengano dalla persona di Geova stagioni di ristoro”. — Atti 3:19.

      22, 23. Quale esempio diede Gesù all’inizio del suo ministero, e quanto è importante questo passo perché otteniamo la pace con Geova Dio?

      22 Gesù cominciò la sua carriera come Cristo presentandosi per fare la volontà del Padre suo, come leggiamo pure che disse: “Ecco, io vengo . . . per fare, o Dio, la tua volontà”. Ciò avvenne al Giordano dove fu anche battezzato da Giovanni Battista. Poiché egli stesso fu battezzato e lo comandò anche ai suoi seguaci, ne consegue che per camminare nelle orme di Gesù si deve decidere di fare la volontà di Dio come la fece Gesù e quindi essere battezzati come lo fu Gesù. Questo battesimo rappresenta o raffigura la propria decisione di fare la volontà di Dio; serve come vivido rammemoratore che si è presa tale decisione ed è anche una pubblica testimonianza ad altri che si è deciso di fare la volontà di Dio e seguire Gesù Cristo. — Ebr. 10:7; Matt. 3:13-17; 28:19, 20.

      23 Oggi vi sono non poche persone associate ai cristiani testimoni di Geova che frequentano le loro adunanze, leggono le pubblicazioni della Torre di Guardia e partecipano anche al ministero di campo ma che si ritraggono dal passo della dedicazione e del battesimo: Sembra che camminino con Dio, ma effettivamente non è così, poiché, come leggiamo in Amos 3:3 (Na): “Camminano forse due uomini assieme senza essersi accordati?” Sappiano tutti costoro che non si può avere la pace di Dio senza prima fare la pace con Dio mediante fede, dedicazione e battesimo.

      24. Quale condotta si deve seguire per mantenere questa pace?

      24 Non che dopo aver fatto i passi della dedicazione e del battesimo non si debba fare altro che godere permanentemente di questa pace con Dio. Questo è solo il principio. Fra le altre cose, dobbiamo continuare ad acquistare conoscenza, farci ammaestrare da Geova mediante la sua Parola e la sua visibile organizzazione; dobbiamo amare veramente la legge di Dio e cercare la sapienza. Ci è assicurato che, se faremo queste cose, avremo pace: “Tutti i tuoi figliuoli saran discepoli dell’Eterno, e grande sarà la pace dei tuoi figliuoli”. “Gran pace hanno quelli che amano la tua legge e non c’è nulla che possa farli cadere”. “Figlio mio, non dimenticare il mio insegnamento e il tuo cuore custodisca i miei precetti, perché essi renderanno lunghi i tuoi giorni, gli anni di vita e la pace”. “Le sue vie [della sapienza] sono vie deliziose e tutti i suoi sentieri sono pieni di pace”. Come l’apostolo Paolo consigliò ai cristiani: “Le cose che avete imparate e accettate e udite e viste riguardo a me, praticatele; e l’Iddio della pace sarà con voi”. — Isa. 54:13; Sal. 119:165, VR; Prov. 3:1, 2, 17, Na; Filip. 4:9.

      25. (a) Come si potrebbe illustrare il principio che governa questa pace? (b) Come si potrebbe, perciò, definire la pace di Dio?

      25 Questa pace si potrebbe paragonare alla felicità coniugale. Un matrimonio è davvero una gioiosa occasione e apre la via alla felicità coniugale, ma non la garantisce permanentemente, idea errata che hanno evidentemente molte coppie. Per avere la felicità coniugale la coppia deve sforzarsi di continuo, pensarci, dedicarvi tempo e sforzo, manifestando maturità in tutte le sue relazioni. Così avviene anche a quelli che hanno stretto pacifiche relazioni con Dio mediante pentimento, conversione, fede nel riscatto di Cristo, dedicazione e battesimo. Devono continuare a sforzarsi per mantenere questa pace. Si potrebbe dire, quindi, che la pace di Dio è una ricompensa, come Geova promise la pace anche al suo popolo dell’antichità se avesse soddisfatto le sue condizioni: “Se camminerete secondo i miei statuti, se osserverete i miei precetti e li metterete in pratica, . . . darò pace alla terra e voi dormirete senza alcuna paura; . . . e la spada non passerà per la vostra terra”. — Lev. 26:3-6, Ga.

  • Manteniamo il nostro possesso della pace
    La Torre di Guardia 1967 | 15 febbraio
    • Manteniamo il nostro possesso della pace

      “Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, in abitazioni piene di tranquillità, in luoghi senza preoccupazioni”. — Isa. 32:18, Ga.

      1. Perché “l’Iddio della pace” diviene a volte “prode di guerra”, e per quanto tempo lo sarà?

      LA PAROLA di Dio ci dice che “ogni cosa ha il suo momento e ogni faccenda ha il suo tempo sotto il cielo . . . tempo di guerra e tempo di pace”. Per questo Geova Dio è frequentemente chiamato non solo “l’Iddio della pace”, o “l’Iddio che dà pace”, ma anche “prode di guerra” e “Geova degli eserciti”. Per rivendicare la sua sovranità e ristabilire la pace trova necessario a volte ricorrere alla guerra, per la qual ragione dice che egli “ha fatto la pace e ha creato il male”. Ma solo durante questo presente malvagio sistema di cose c’è tempo per la guerra e tempo per la pace; nel futuro nuovo ordine, quando la volontà di Dio sarà fatta sulla terra come in cielo, ci sarà tempo solo per la pace. — Eccl. 3:1, 8, Ga; Filip. 4:9; Rom. 15:33; Eso. 15:3; Giac. 5:4; Isa. 45:7, Na.

      2. Come descrivono a volte le Scritture la pacifica attività dei testimoni di Geova?

      2 Si potrebbe dire la stessa cosa anche della pacifica attività del dedicato ministro cristiano. Perché? In quanto il suo ministero è ripetutamente descritto con termini di guerra: “Quale eccellente soldato di Cristo Gesù prendi la tua parte nel soffrire il male”. Naturalmente, egli non usa armi carnali o materiali, come mostra anche l’apostolo Paolo: “Le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti mediante Dio per rovesciare cose fortemente trincerate”. E ancora: “Abbiamo un combattimento, non contro sangue e carne, ma contro . . . le malvage forze spirituali che sono nei luoghi celesti”. Il ministro cristiano usa la verità, la “spada dello spirito, cioè la parola di Dio”, che “è vivente ed esercita potenza ed è più tagliente di qualsiasi spada a due tagli”. Con essa egli colpisce i falsi insegnamenti che disonorano Dio, non per superbia o cattiva volontà, ma con umiltà o per amore verso Dio, la verità e il suo simile. — 2 Tim. 2:3; 2 Cor. 10:4; Efes. 6:12, 17; Ebr. 4:12.

      3. Che cosa si può dire del nostro obbligo di mantenere la pace, e perché?

      3 È dunque evidente che l’obbligo cristiano di mantenere la pace non è sempre lo stesso. Si può dire che è assoluto per quanto riguarda i suoi rapporti coi suoi conservi cristiani, come mostrano pure le Scritture: “Mantenete la pace gli uni con gli altri”. “Fratelli, continuate a . . . pensare concordemente, a vivere in pace”. “Siate pacifici gli uni con gli altri”. Quando i cristiani hanno disaccordi fra loro sono

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