BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • Badate di non disprezzare il nome di Geova!
    La Torre di Guardia 1965 | 15 febbraio
    • 25. Per quali ragioni sorgono importanti domande circa il fatto che l’Assiria continuasse ad essere potenza mondiale?

      25 L’Assiria aveva già subìto una sconfitta molto umiliante da parte di Geova per averne disprezzato il nome. Avrebbe potuto l’Assiria, “la terra di Nimrod”, mantenere la sua posizione di Seconda Potenza Mondiale nonostante la profezia di Geova secondo cui egli l’avrebbe distrutta perché aveva disprezzato il suo nome e mostrato crudele inimicizia contro il popolo di Dio? Essa era riuscita a far cadere e a distruggere Babilonia, ma non era riuscita a prendere Sion, “la città del gran re”. (Mich. 5:5; Sal. 48:1, 2, VR) Nella prossima edizione de La Torre di Guardia considereremo come sarebbe stato eseguito il giudizio sull’Assiria e come Gerusalemme sotto il dominio dei re della stirpe di Davide sarebbe venuta in conflitto con Babilonia.

  • Pergamo: “dov’è il trono di Satana”
    La Torre di Guardia 1965 | 15 febbraio
    • Pergamo: “dov’è il trono di Satana”

      I CAPITOLI iniziali del libro biblico di Rivelazione contengono sette messaggi che furono inviati ad altrettante congregazioni dell’Asia Minore. Ciò che l’apostolo Giovanni scrisse alla congregazione di Pergamo comprendeva quanto segue: “Io so dove dimori, cioè dov’è il trono di Satana; e continui a tenere il mio nome, e non hai negato la tua fede in me neanche ai giorni di Antipa, mio testimone, il fedele, che fu ucciso al vostro lato, dove Satana dimora”. — Riv. 2:12, 13.

      Dov’era la città di Pergamo? Qual è la sua storia? Che cosa la distinse dalle altre città? Perché di essa fu detto “dov’è il trono di Satana” e “dove Satana dimora”?

      Le sette congregazioni a cui Giovanni scrisse erano tutte situate in quella che allora si chiamava la provincia romana dell’Asia, ma che oggi forma la parte occidentale della Turchia asiatica. Pergamo era tra queste la città più settentrionale e anche più occidentale, essendo un’ottantina di chilometri a nord di Smirne e a meno di venticinque chilometri dal Mar Egeo. Oggi la città musulmana di Bergama è situata proprio sotto l’antica località di Pergamo.

      Pergamo era situata principalmente su una ripida collina tra due bracci del fiume Caico. Questa collina saliva improvvisamente a trecento metri d’altezza e, tranne che per il pendio meridionale, l’accesso ad essa era molto difficile. La città si chiamava giustamente Pergamo (Pergamon, Pergamus) poiché il nome derivava da una radice che significa “torre” o “fortezza”, radice che è pure in relazione con la parola tedesca burgh.

      Era una località ideale per una fortezza e per una capitale, poiché dominava il territorio circostante per molti chilometri. Non è strano che quando Alessandro Magno cominciò la sua campagna orientale mandasse Barsine e il figlio di lei, l’illegittimo Eracle (Ercole), a Pergamo perché fossero al sicuro. E non è strano che alcuni anni dopo Lisimaco, uno dei generali tra i quali fu diviso l’impero di Alessandro alla sua morte, scegliesse Pergamo per mettere al sicuro gran parte del suo tesoro: 9.000 talenti o circa 6 miliardi di lire.1

      LA STORIA

      La storia di Pergamo non è molto antica; pare che essa fosse nuova tra le città dell’Asia Minore. Gli archeologi hanno portato alla luce oggetti che risalgono circa all’ottavo secolo a.C.2 Pergamo compare per la prima volta nella storia scritta nel 399 a.C., quando Senofonte e i suoi 6.000 mercenari, il resto dei famosi “Diecimila” in ritirata, occupò la città. Nei cinquant’anni successivi fece parte di una satrapia persiana, dopo di che il suo governante ne dichiarò l’indipendenza, di cui godette fino al tempo di Alessandro. Dopo la morte di Alessandro divenne parte del territorio che nel 301 a.C. cadde nelle mani di Lisimaco.3

      Il tesoro che Lisimaco lasciò a Pergamo fu dato in custodia a un fidato luogotenente, un certo Filetero, un eunuco. Vi sono diverse versioni del modo in cui egli divenne governante di Pergamo e del territorio circostante; basti dire che seppe valersi dei tempi difficili e della ricchezza affidatagli e che diede prova d’essere un sagace e prudente governante sia negli affari interni che esterni. Stabilì quindi la dinastia degli Attalidi e lasciò il modello per coloro che lo seguirono. Il suo dominio segnò il principio dell’ascesa della stella di Pergamo.

      Dopo ch’ebbe governato per vent’anni gli succedette un figlio di suo fratello che, dopo aver dominato per un periodo di tempo quasi uguale, fu a sua volta seguito nel 241 a.C. da Attalo I. Egli si rese famoso per la sua grande ricchezza e in particolare perché liberò Pergamo dal peso di pagare il tributo ai Galli invasori, sconfiggendoli in battaglia, dopo di che si proclamò re. Quando nel 197 a.C. morì, salì al trono suo figlio Eumene II, sotto il quale Pergamo divenne uno dei più grandi regni dell’Oriente e raggiunse il massimo splendore in magnificenza, grandezza, prosperità e nelle arti, nelle lettere e nelle scienze. E, si potrebbe aggiungere, come mecca della religione pagana. Quando nel 159 a.C. Eumene II morì lasciò il regno al fratello Attalo II, perché il suo proprio figlio era un fanciullo, e questo fratello prese il nome di Filadelfo, o “amante del fratello”.4

      Quando Filadelfo o Attalo II morì nel 138 a.C., divenne governante il figlio di Eumene II, cioè Attalo III. Gli storici spiegano diversamente perché il suo breve dominio fu contrassegnato da tanto spargimento di sangue, come spiegano anche diversamente la ragione per cui alla sua morte, che ebbe luogo nel 133 a.C., lasciò Pergamo a Roma. Alcuni dicono che, avendo dei sospetti circa l’improvvisa morte di sua madre, che aveva amato tanto da prendere il titolo di Filometore, “amante della madre”, e di quella di sua moglie, fu indotto ad abbandonarsi a una serie di omicidi, solo per rammaricarsene più tardi, mentre altri includono tra i suoi delitti l’assassinio di sua madre. Perciò alcuni definiscono l’aver lasciato Pergamo a Roma un atto molto giudizioso date le norme liberali di Roma, mentre altri dicono che non si può spiegare in nessun altro modo che come l’atto di un pazzo. Un fratello illegittimo sfidò Roma con successo, ma solo per breve tempo, e nel 130 a.C. il regno di Pergamo divenne provincia romana.4

      CARATTERISTICHE DI PERGAMO E SUOI GOVERNANTI

      Pergamo godette dell’indipendenza per 150 anni, e i membri della sua dinastia furono in netto contrasto con quelli di tutte le altre all’intorno. Anziché complottare la morte l’uno dell’altro, com’era all’ordine del giorno, manifestarono affetto familiare. Così la storia menziona l’occasione in cui Eumene II cadde durante un viaggio nell’agguato tesogli da alcuni assassini che lo abbandonarono senza sensi. Si diffuse la notizia, fino a Roma, che era stato ucciso; e così il fratello prese le redini del governo e sposò la moglie di Eumene II. Ma Eumene II guarì e ritornò a Pergamo. Udendo ciò, suo fratello si tolse immediatamente le vesti regali e andò ad incontrare il fratello. Eumene II, incontrando il fratello e la moglie, li abbracciò e sussurrò all’orecchio di suo fratello: “Non ti affrettare a prendere mia

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi