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Una morte che reca guadagnoLa Torre di Guardia 1973 | 15 febbraio
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morte come quella di Cristo. Vale anche per tutti coloro che danno la vita nel fedele servizio a Geova. La loro morte non è sprecata. Essi forniscono una testimonianza alla legittimità della sovranità di Geova e Dio può impiegare anche la loro morte per aiutare altri a capire la verità ed essere spronati a servirLo.
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Date indebita importanza alle creature?La Torre di Guardia 1973 | 15 febbraio
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Date indebita importanza alle creature?
IN VARIE parti del mondo troviamo persone che rendono omaggio a ogni specie di cose, inclusi animali e persone. Alcune di esse sono apertamente riconosciute come dèi. Alcune non sono chiamate dèi, tuttavia l’ammirazione e l’attenzione e, spesso, l’ubbidienza o la devozione accordate loro ne fanno in effetti degli dèi. Infatti, perfino nella cristianità, i suoi fedeli rendono spesso a tali cose un servizio di gran lunga maggiore di quello che rendono all’Iddio stesso che asseriscono di servire.
Geova Dio, l’Iddio della Bibbia, è ‘un Dio che esige esclusiva devozione’. (Eso. 20:5) Qualsiasi allontanamento dalla completa fedeltà e dal servizio reso con tutto il cuore al vero Dio tende a far allontanare l’adoratore dall’ubbidienza alle Sue leggi. La fibra spirituale e morale della persona si indebolisce e gradualmente diventa disubbidiente a Dio e idolatra. Infine, non riconosce più la supremazia di Geova e diventa nemica di Dio.
L’ADORAZIONE DEGLI “IDOLI DI LETAME” IN ISRAELE
Nell’antico Israele i sacerdoti e gli insegnanti religiosi si erano progressivamente allontanati dalla Legge fino al punto che l’esclusiva devozione a Dio era degenerata in maniera allarmante. Infatti, poco prima della distruzione di Gerusalemme da parte dei Babilonesi le condizioni erano diventate così cattive che Dio aveva abbandonato il suo tempio di Gerusalemme. Ma
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Non siete mai soliLa Torre di Guardia 1973 | 15 febbraio
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Non siete mai soli
“Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto che deve trovarsi prontamente durante le angustie. Perciò non temeremo”. — Sal. 46:1, 2.
1, 2. Che cosa disse un cronista riguardo ai sette anni di isolamento di un missionario, e in che modo il missionario spiegò com’era riuscito a perseverare?
NEL 1965 un missionario fu rilasciato da una prigione della Cina rossa dove aveva trascorso sette anni nell’isolamento. Arrivato a Hong Kong, alcuni cronisti gli andarono incontro. Uno di essi disse al missionario: “Ebbene, non potrei mai sopportare di stare solo. Se dovessi stare solo per sette anni mi arrampicherei sui muri”.
2 A chi vorreste assomigliare, al cronista o al missionario? Quale fu la fonte della forza di quel missionario? In seguito egli spiegò come aveva potuto sopportare tale lungo isolamento. Parlando in qualità di cristiano testimone di Geova, disse: “Abbiamo qualcosa a cui pensare. Abbiamo dentro di noi del cibo spirituale che ci nutre e possiamo stare fermi nella fede. Naturalmente, prima dobbiamo studiare. Non abbiamo forza interiore se non studiamo. Quindi la cosa migliore è di continuare a studiare la Bibbia e di edificarsi. E quando sopraggiungeranno difficoltà, se effettivamente sopraggiungeranno su di voi, potrete ‘stare fermi’”.
3. Che cosa illustra l’esperienza del missionario, e perché?
3 Questa esperienza illustra che i veri cristiani non sono mai soli! Chi è senza fede proprio non lo può capire, eppure è così: I dedicati cristiani non sono mai soli, perché la loro conoscenza di soggetti spirituali è come un forte, onnipresente compagno con cui consultarsi. Inoltre, ovunque siano, quali che siano le loro circostanze, hanno Geova Dio l’Onnipotente come loro Soccorritore. Che chi ha fede come il salmista non sia mai solo è mostrato dalle parole del Salmo 121:1-3: “Alzerò i miei occhi ai monti. Da dove verrà il mio aiuto? Il mio aiuto è da Geova, il Fattore del cielo e della terra. Egli non può assolutamente permettere al tuo piede di traballare. Colui che ti guarda non può assolutamente essere sonnolento”.
QUANDO SI È SCORAGGIATI O DEPRESSI
4. Che cosa può fare chi si sente solo per disperazione o scoraggiamento, ma quale attitudine deve evitare?
4 Ci sono momenti, anche fuori delle prigioni, in cui ci si può sentire soli. Questo accade specialmente quando si è abbattuti, scoraggiati o disperati. Qualunque sia la causa dello scoraggiamento, si dovrebbe ricordare che si può gettare il proprio peso di ansietà o frustrazione su Geova, come disse anche il salmista: “Getta su Geova stesso il tuo peso, ed egli stesso ti sosterrà. Non permetterà mai che il giusto vacilli”. (Sal. 55:22) Possiamo essere sicuri che Geova Dio non lascerà che i suoi servitori vacillino o cadano in rovina. Ma ecco un avvertimento: Non assumete un’attitudine indipendente. Piuttosto, confidate in Geova Dio; affidatevi completamente a lui. Quindi egli vi sosterrà e vi impedirà di cadere. — Prov. 3:5-7.
5. (a) Come possiamo mostrare che confidiamo in Geova? (b) Allorché Gesù parlò di trovare “la fede” sulla terra all’arrivo del Figlio dell’uomo, a che cosa si riferiva specialmente?
5 La preghiera è un modo in cui mostriamo di confidare in Dio e con il quale possiamo gettare su di lui i nostri pesi. Non trascurate mai il mezzo della preghiera. (Efes. 6:18) Ci vuole fede per perseverare nella preghiera. Infatti, una volta il Signore Gesù fece questa domanda riguardo alla preghiera: “Quando il Figlio dell’uomo arriverà, troverà realmente la fede sulla terra?” (Luca 18:8) In quel tempo Gesù insegnava ai suoi discepoli che c’era bisogno di pregare, bisogno di ‘gridare a lui giorno e notte’ in preghiera, come mostrano i versetti uno e sette. Pertanto la sua domanda sulla “fede” riguarda specialmente la fede nell’efficacia della preghiera rivolta a Dio. Chi ha oggi questa specie di fede? L’avete voi? Felici quelli che hanno tale fede! Non sono mai soli.
6, 7. Quando la preghiera è specialmente importante, e perché possiamo confidare che Dio può sostenere il fedele cristiano che gli si rivolge in preghiera?
6 La preghiera è specialmente importante quando ci si sente scoraggiati, abbattuti, quasi oppressi. (1 Sam. 1:5-18) Gettate su di lui le ragioni della vostra ansietà. Certo egli può sostenervi. (Filip. 4:6) Ebbene, Geova Dio sostenne una grande folla di Israeliti nel deserto per quarant’anni. Egli piombò giù come un’aquila dalle ali distese per sostenerli! (Deut. 32:11, 12) Dio provvide miracolosamente a loro così che i loro sandali e le loro vesti non si consumarono mai. — Deut. 29:5.
7 Poiché Geova Dio può sostenere non solo una grande folla di persone, ma, in effetti, l’intero universo, non può egli sostenere uno dei suoi servitori che può sentirsi solo? Certo! Ma dobbiamo pregare Geova con fede perché ci dia questa forza sostenitrice che neppure i nostri fratelli cristiani possono darci. — Filip. 4:13.
QUANDO SIAMO TEMPORANEAMENTE LONTANI DA ALTRI
8, 9. (a) Quali esempi biblici mostrano il valore della solitudine? (b) Quindi, in che modo i temporanei periodi di lontananza da altri possono essere utili?
8 Ti senti tutto solo quando sei temporaneamente lontano da altre persone? Alcuni si sentono soli e la loro prima inclinazione può esser quella di accendere la radio o la televisione. Ma, in realtà, i temporanei periodi di solitudine sono utili; infatti, un fondamentale bisogno delle creature umane è un certo grado di solitudine. Anche Gesù cercò la solitudine per trarre sollievo dalle folle. Pregò sui monti e nei giardini. (Luca 4:1, 42; 6:12; 22:39-41) Nella Bibbia ci sono altri esempi di uomini devoti che pure cercarono a volte la solitudine. Geova parlò a Mosè nei solitari recessi del monte Horeb e quindi lo impiegò per guidare Israele. Il salmista Davide compose alcuni dei suoi più bei salmi in solitudine. Giovanni Battista si recò nell’arido deserto vicino al fiume Giordano. Questi uomini conoscevano il bisogno di solitudine e se ne servirono con buon profitto e alla gloria di Dio.
9 Oggi la vita è molto intensa. Scorre in fretta e l’uomo ha bisogno di tempo per valutare gli avvenimenti che si susseguono con rapidità. Stando soli per un po’ di tempo si può, per così dire, mettersi in pari. La mente ha quei momenti necessari per riflettere e meditare sulle verità della Bibbia, che è di per se stesso un vero piacere. Si ha anche l’occasione di ringraziare Geova per le proprie benedizioni e per cercare la sua guida e il suo santo spirito.
10. Che cosa disse Dio in merito alla ragione per cui lasciò vagare gli Israeliti per quarant’anni, e quale lezione ci dà questo?
10 Ricordate perché Dio lasciò vagare gli Israeliti nel deserto per quarant’anni? “Per metterti alla prova in modo da conoscere ciò che era nel tuo cuore”, disse Dio. (Deut. 8:2, 3; si paragoni II Cronache 32:31). Quindi, il modo in cui impieghiamo il nostro tempo quando siamo soli può anche essere la prova di ciò che è realmente nel nostro cuore. Dobbiamo mettere gli interessi fisici al secondo posto rispetto ai bisogni spirituali, alimentandoci delle parole di Dio ogni volta che ce n’è l’occasione.
11, 12. Spiegate come si può meditare con uno scopo, e quale esempio diede Gesù a questo riguardo?
11 Quando abbiamo dunque periodi di tempo in cui siamo soli, possiamo cercare di impiegare molto saggiamente il tempo. Possiamo impiegare il tempo per meditare. Ora, per meditazione non si intende di sognare pigramente ad occhi aperti, di far vagare la mente, ma piuttosto, di guidare il pensiero. La meditazione dovrebbe avere uno scopo, e permettere di ponderare le cose e pervenire a qualche specifica conclusione. A tal fine abbiamo bisogno di guida quando meditiamo e la migliore guida che ci sia è la Sacra Bibbia. Quando leggete, soffermatevi e ampliate mentalmente ciò che leggete. Così eviterete di pensare in modo disordinato senza nessuna specifica meta.
12 I cristiani possono imitare Gesù Cristo, che, nel deserto, meditò sulla Parola di Dio. E vi pensò profondamente, indisturbato. Questa meditazione lo preparò bene, così che in seguito poté respingere gli assalti del Diavolo. — Matt. 4:1-11.
IN TEMPI DI TRIBOLAZIONE
13. Perché i veri cristiani si trovano a volte isolati?
13 A volte i veri cristiani si trovano isolati a causa della persecuzione. Di nuovo devono ricordare che in tali momenti di tribolazione lo spirito di Geova conforta quelli che confidano interamente in Lui. È essenziale sapere che cosa fare in tempi difficoltosi, perché il Signore Gesù, dando la Rivelazione al suo apostolo Giovanni, disse: “Ecco, il Diavolo continuerà a gettare alcuni di voi in prigione affinché siate pienamente messi alla prova”. E l’apostolo Paolo dichiarò: “Tutti quelli che desiderano vivere in santa devozione riguardo a Cristo Gesù saranno anche perseguitati”. — Riv. 2:10; 2 Tim. 3:12; 2 Cor. 1:3, 8-10.
14. Come può fortificarsi il cristiano per sopportare l’isolamento?
14 Quanto è forte la tua fede? Potresti resistere a continui interrogatori e anni di isolamento in prigione per il desiderio di mantenere l’integrità verso Dio eppure non vacillare? Il tempo di fortificarti è prima che venga tale persecuzione. Come? Facendo ora saggio uso del tuo tempo, studiando la Parola di Dio e meditando su di essa così che metta profonde radici nel tuo cuore, associandoti regolarmente con il popolo di Geova e servendoti di ciò che impari nel Suo ministero del regno. Se ora confidi in Geova, valendoti dei provvedimenti spirituali disponibili, sarai in grado di attingere forza da lui in tempo di crisi, forza che ti sosterrà facendotela superare.
15, 16. (a) Se il cristiano è isolato, che cosa può fare? (b) Come il salmista Asaf superò la sua angustia?
15 Ma quando si è isolati, che cosa si può fare? Ebbene, si possono ripassare nella mente le Sacre Scritture, si può pensare alle opere di Dio e alla sua attività. Si può pensare a esempi biblici di perseveranza e fedeltà. C’è Giuseppe, che stette anni in prigione eppure non fu realmente solo, poiché Dio era con lui. (Gen. 39:20-23) C’è Sansone, che, nella casa di prigionia, sembrava tutto solo, ma Geova non lo abbandonò. (Giud. 16:21-30) Ci sono gli apostoli, che furono spesso in prigione, eppure mantennero l’integrità. (Atti 5:17-21; 12:3-17; 16:19-34; 2 Cor. 6:3-5) Il cristiano che si trova isolato a causa della persecuzione può fare come fece il salmista Asaf quando si trovò in grande angustia. Questo “visionario” che ‘profetizzava con l’arpa’ in Salmo 77:2, 12 scrive: “Nel giorno della mia angustia ho ricercato Geova stesso. . . . Per certo mediterò su tutta la tua attività, e mi occuperò di sicuro delle tue opere”. (1 Cron. 25:1; 2 Cron. 29:30) Questo fece un sorvegliante di zona della Società Torre di Guardia trovandosi sotto controllo e mentre subiva oltraggi sia verbali che fisici perché manteneva l’integrità. Narrando in seguito la sua esperienza, disse: “Pregammo molto; in una situazione simile si pensa molto”.
16 Similmente, il salmista Asaf pensò molto quando si trovò in una difficile situazione. Pareva fosse stato abbandonato da Dio e la situazione appariva triste. Ma che cosa fece per sostenersi e attenersi saldamente a Geova Dio? Com’è già stato citato disse: “Per certo mediterò su tutta la tua attività, e mi occuperò di sicuro delle tue opere”. Egli si occupò delle passate attività e opere di Dio, di come Geova aveva liberato il suo popolo in passato. Asaf sapeva che Dio non cambia, com’è scritto: “Poiché io sono Geova; non sono cambiato. E voi siete figli di Giacobbe; non siete giunti al vostro termine”. (Mal. 3:6) Quindi Geova non lascerà certo che il suo popolo, se è fedele, sia distrutto o giunga al suo termine.
17, 18. Che cosa può fare il cristiano per prepararsi ad affrontare una difficile situazione?
17 C’è dunque buona ragione per conoscere bene le passate e presenti attività di Dio a favore del suo popolo nonché ciò che ha fatto a favore della sua organizzazione. Ora è tempo di mettere nel nostro cuore e nella nostra mente tutte queste informazioni. A questo scopo abbiamo la Parola di Dio e varie pubblicazioni della Società Torre di Guardia che ci aiutano. Quindi se mai ci troveremo in una difficile situazione, come vi si trovò Asaf, potremo pensare nella giusta maniera così che rimarremo fermi. Avremo nella mente cose buone, cose nobili, cose degne di lode, cose amabili su cui meditare. — Filip. 4:8.
18 Il salmista ci dà dunque un buon modello qui, quello di meditare sulle attività e sulle opere di Geova Dio. Quindi esso ci sarà profittevole in tempo di bisogno.
ESEMPI DEI GIORNI MODERNI
19, 20. Come un moderno servitore di Geova superò cinque anni di isolamento?
19 Come Asaf il visionario non fu mai solo a motivo della sua meditazione e della sua fiducia in Dio, così può dirsi anche dei moderni servitori di Dio. Considerate, ad esempio, un missionario che trascorse cinque anni d’isolamento in una prigione della Cina rossa. Questo cristiano testimone di Geova narrò come si tenne spiritualmente vivo:
20 “Sin dall’inizio compresi che dovevo fare qualche cosa per mantenermi forte nella fede. Non appena fui rinchiuso nella cella il giorno dell’arresto caddi in ginocchio per pregare. . . Per mantenere vivo il mio apprezzamento verso le cose spirituali predisposi un programma di attività di ‘predicazione’. Ma a chi predica chi si trova in segregazione cellulare? Decisi di preparare alcuni appropriati sermoni biblici in base alle cose che ricordavo e poi predicare a personaggi immaginari. Poi cominciai l’opera, per così dire, bussando a una porta immaginaria e testimoniando a un padrone di casa immaginario, facendo diverse visite durante la mattinata. . . . Facevo tutto questo ad alta voce, affinché il suono di queste cose le imprimesse ancor più nella mia mente. Sono sicuro che le guardie pensavano che stessi diventando matto, ma questo mi manteneva realmente forte nella fede e di mente sana”.
21, 22. (a) Come spiegò questo missionario di non essere mai stato solo? (b) E un altro missionario in prigione come impiegò utilmente il suo tempo d’isolamento?
21 Quel missionario, benché isolato, non era solo, e questo vale qualunque sia il posto in cui si trova qualsiasi testimone di Geova. Come disse ancora quel missionario: “Potevo essere isolato dai miei conservi, ma nessuno poteva isolarmi da Dio. Che forza spirituale e che conforto mi dava la preghiera! . . . Né fucili, né mura, né sbarre di prigione possono impedire allo spirito di Dio di giungere al suo popolo! Se ci siamo dedicati allo studio della sua Parola e l’abbiamo fatta scendere nel profondo del nostro cuore, non v’è nulla da temere. Non resistiamo con le nostre sole forze. Ma col suo onnipossente potere, Dio è in grado di far uscire vittorioso il più debole di noi dalla persecuzione!”
22 Un altro missionario che si trovò in prigione in circostanze simili spiegò: “Avevo tanto tempo a disposizione. . . . Cominciarono a venirmi in mente molti versetti scritturali e li mettevo per iscritto. . . . Quando ebbi scritto abbastanza scritture, ne sceglievo una per la scrittura del giorno, la copiavo e la tenevo in qualche punto visibile per poterla considerare tutto il giorno”.
23, 24. Come un moderno servitore di Dio in Germania spiega la base della sua perseveranza in un campo di concentramento nazista?
23 In ogni parte del mondo abbiamo esempi moderni, comprovanti che i veri cristiani non sono mai soli. In Germania, durante la seconda guerra mondiale, migliaia di Testimoni furono messi nei campi di concentramento di Hitler, privati di solito della loro Bibbia. Uno di quei Testimoni, dopo la liberazione, scrisse: “Quando venni arrestato fui grato di non avere trascurato lo studio personale della Bibbia, poiché mi aiutò ad avere la fede di perseverare. Di frequente pensavo alla perseveranza menzionata dallo scrittore biblico Giacomo, che disse: ‘Ecco, noi dichiariamo felici quelli che hanno perseverato’. — Giac. 5:11.
24 “Benché gli ufficiali della prigione mi portassero via la Bibbia, permisero ad altri detenuti [che non erano Testimoni] di tenerla. Pensavano che la mia fede si sarebbe indebolita se non avevo la Bibbia e che avrei rinnegato la mia fede firmando una dichiarazione in tal senso preparata dai nazisti. Non si rendevano conto che avevo profondamente inculcato nella mia mente la verità della Parola di Dio mediante lo studio biblico personale e in gruppo parecchio tempo prima d’esser messo in prigione. Non potevano togliere dalla mia mente queste verità che rafforzano la fede”.
25-27. Spiegate come si sentì il popolo di Geova in un campo di concentramento della Repubblica Araba Unita e in quella situazione come fecero ad alimentarsi di cibo spirituale?
25 Anche i Testimoni della Repubblica Araba Unita messi in un campo di concentramento sentirono il potere della Parola di Dio di fortificare la fede e nemmeno loro si sentirono mai soli. Un Testimone che prima dell’imprigionamento era stato rappresentante viaggiante della Società Torre di Guardia osservò: “Indipendentemente dalla quantità degli insulti e delle percosse che ricevevamo, passavano alcuni secondi e non sentivamo più nulla, anche se le percosse continuavano. Sentivamo che Geova Dio era sempre con noi”.
26 E come fecero questi Testimoni a prendere il fortificante cibo spirituale? Uno di essi rispose: “Ogni mattina consideravamo un appropriato versetto biblico, scegliendone uno che avrebbe incoraggiato i nostri fratelli cristiani. Sceglievamo anche due capitoli della Bibbia di cui parlare. Quindi ciascuno di noi traeva dalla sua memoria le informazioni che poteva ricordare da questi capitoli. E ogni sera ci radunavamo per un discorso biblico. Queste conversazioni e questi discorsi biblici quotidiani ci diedero veramente forza”.
27 Numerosi davvero sono i moderni esempi che comprovano che i veri cristiani non sono mai soli; Geova è con loro se confidano e contano interamente su di lui.
MANTENETE UNA VISIONE MENTALE DI DIO
28-30. (a) Come indica il Salmo 16:8, che cosa ci aiuterà a confidare in Geova? (b) Come possiamo imitare Davide e Gesù sotto questo aspetto?
28 Saremo aiutati a confidare in Geova facendo come fece il salmista, cioè tenendo Geova di continuo alla nostra destra. Nel Salmo 16:8 troviamo queste incoraggianti parole: “Ho posto Geova continuamente di fronte a me. Perché egli è alla mia destra, non mi si farà vacillare”.
29 Ora, è bene ricordare che l’apostolo Pietro applicò il Salmo 16 a Gesù Cristo: “Dio l’ha risuscitato, sciogliendo le doglie della morte, perché non era possibile che ne fosse ritenuto. Poiché Davide dice di lui: ‘Avevo costantemente Geova dinanzi ai miei occhi; perché egli è alla mia destra, affinché io non sia mai scosso’”. — Atti 2:24, 25.
30 Possiamo fare la stessa cosa che fecero Davide e il Signore Gesù Cristo! Possiamo mettere mentalmente Geova dinanzi a noi. Come fece Gesù, così anche noi possiamo tenere costantemente Geova dinanzi a noi cercando sempre di piacergli. Siate positivi; conoscete il vostro Dio. Se lo tenete alla vostra destra Geova può sostenervi con la sua sinistra mentre combatte per il suo popolo con la destra. Sì, conosciamo la promessa profetica fatta al Signore Gesù Cristo, il re-sacerdote simile a Melchisedec, predetta in Salmo 110:4-6: “Geova stesso alla tua destra per certo farà a pezzi i re nel giorno della sua ira. Eseguirà il giudizio fra le nazioni; causerà una pienezza di corpi morti”. Seguendo quindi l’esempio di Gesù Cristo nostro Modello, e ponendo continuamente Geova di fronte a noi, tenendolo alla nostra destra, non saremo mai soli; non vacilleremo mai.
31. Che cosa farà per noi la speranza dataci da Dio se ci atterremo saldamente ad essa?
31 La speranza ci aiuta a tenere Geova vicino a noi. Infatti, l’apostolo Paolo paragona la speranza del cristiano a “un’àncora per l’anima”. “Questa speranza noi l’abbiamo come un’àncora per l’anima, sicura e ferma, ed essa penetra entro la cortina, dove un precursore è entrato a nostro favore, Gesù”. (Ebr. 6:19, 20) Giacché questa speranza simile a un’àncora ha origine da Dio, in effetti entra in cielo, dove sono Gesù Cristo e Geova. Attenendoci a questa speranza, senza lasciarla mai andare, rimarremo fermamente attaccati a Geova Dio e non andremo mai alla deriva. Quindi non lasciate mai che alcuno spezzi i vostri intimi legami con Geova o con la sua organizzazione.
32, 33. (a) In considerazione di Salmo 46:1, 2, perché si può dire che Dio è più vicino di qualsiasi nemico? (b) Dall’apparente sfondo di questo salmo, com’è evidente che i servitori di Dio non sono mai soli nell’angustia? (c) In che modo facciamo di Dio il nostro Rifugio?
32 Quale fedele cristiano ricorda sempre che non sei mai solo. Geova Dio, inoltre, è più vicino di qualsiasi nemico. E come disse il salmista in Salmo 46:1, 2: “Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto che deve trovarsi prontamente durante le angustie. Perciò non temeremo, benché la terra subisca un cambiamento e benché i monti vacillino nel cuore del vasto mare”.
33 Le parole di questo salmo sembrano in armonia con il tempo cruciale dei giorni del re Ezechia, quando Gerusalemme era minacciata dal re d’Assiria. Ezechia poteva pensare d’essere tutto solo, ma si rese conto che Dio è “un aiuto che deve trovarsi prontamente durante le angustie”. Pregò dunque Geova e la città fu liberata dalla sua angustia. (Isa. 37:14-37) Perciò, quando i veri cristiani sono nell’angustia, anch’essi possono ricordare questo salmo. Per fare di Dio il nostro Rifugio dobbiamo fuggire a lui e per far questo dobbiamo sempre attenerci ai suoi giusti princìpi. Confidando in lui, attenendoci fedelmente alla sua organizzazione, facciamo di Geova la nostra sicura Torre e il nostro sicuro Rifugio. — Prov. 18:10.
34. Quale decisione dovremmo prendere riguardo al futuro, e con quale meraviglioso risultato?
34 Ci attende ancora un tempo di grande angustia, allorché Gog di Magog, Satana il Diavolo, lancerà il suo predetto attacco contro di noi quale popolo di Geova. (Ezec. 38:1, 2, 8-12) Ma non siamo mai soli e Geova ci aiuterà a perseverare, sia che siamo in segregazione cellulare o no. Siamo decisi a stare fermi qualsiasi cosa accada in futuro. A suo tempo Geova Dio agirà vigorosamente contro tutti i suoi nemici e noi saremo trionfanti con il suo regno. Dopo che tutto sarà finito e che la “grande tribolazione” sarà passata, riscontreremo che Geova è stato il nostro pronto Aiuto, la nostra sicura Altezza, il nostro fermo Rifugio e la nostra Forza.
[Immagine a pagina 108]
Con la preghiera e meditando sui versetti biblici coloro che sono stati in prigione perché servivano Dio han sopportato il lungo isolamento
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Aiuto dall’altoLa Torre di Guardia 1973 | 15 febbraio
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Aiuto dall’alto
“Vigilate e pregate di continuo, affinché non entriate in tentazione”. — Matt. 26:41.
1, 2. (a) Allorché l’apostolo Pietro scrisse le parole: “Siate vigilanti in vista delle preghiere”, quale avvenimento poteva ricordare? (b) Quale consiglio diede Gesù ai tre apostoli che non avevano ‘vigilato’?
“MA LA fine di ogni cosa si è avvicinata. Siate di mente sana, perciò, e siate vigilanti in vista delle preghiere”. Quando l’apostolo Pietro scrisse queste parole di consiglio ai cristiani, poteva ben ricordare la notte che egli, Giacomo e Giovanni avevano ricevuto da Gesù il consiglio di pregare. Erano nel giardino di Getsemani. Il tempo del tradimento di Gesù era vicino. Gesù disse ai tre: “L’anima mia è profondamente addolorata, fino alla morte. State qui e vigilate con me”. — 1 Piet. 4:7; Matt. 26:38.
2 Quindi Gesù andò un po’ innanzi, cadde sulla sua faccia e pregò il suo Padre celeste: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice. Ma, non come io voglio, bensì come vuoi tu”. Tornato dai tre discepoli, Gesù li trovò addormentati. Egli disse a Pietro: “Non avete potuto vigilare con me nemmeno un’ora? Vigilate e pregate di continuo, affinché non entriate in tentazione”. — Matt. 26:39-41.
3. Nonostante il consiglio di Gesù, che cosa fecero gli apostoli, per cui Gesù fu spinto a fare quale commento?
3 Di nuovo, per la seconda volta, Gesù si allontanò e pregò, chiedendo a Dio che si compisse la Sua volontà. Quindi tornò e di nuovo trovò i tre discepoli addormentati, “poiché i loro occhi erano stanchi”. Per la terza volta Gesù li lasciò e pregò. Tornato dagli apostoli, disse: “In un tempo come questo voi dormite e prendete il vostro riposo! Ecco, si è avvicinata l’ora in cui il Figlio dell’uomo è tradito nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo. Ecco, il mio traditore si è avvicinato”. Mentre dichiarava quelle medesime parole, si accostò Giuda Iscariota con una folla armata affinché Gesù fosse messo sotto custodia. — Matt. 26:42-47.
NECESSARIA LA PREGHIERA PER EVITARE LA TENTAZIONE
4. (a) Quale chiaro avvertimento avevano ricevuto gli apostoli prima di trovarsi in circostanze di tentazione? (b) Come reagì Pietro a questo avvertimento?
4 I discepoli di Gesù entrarono in tentazione, nonostante gli avvertimenti del loro Maestro! I tre apostoli erano al loro posto e dovevano stare svegli, ma si misero a giacere e si addormentarono, mentre Gesù si immerse tre volte nella preghiera. È vero che probabilmente era passata la mezzanotte e naturalmente i discepoli avevano sonno, ma Gesù, sapendo molto bene che lo spirito è volenteroso ma la carne è debole, aveva detto loro di vigilare e pregare! (Matt. 26:41) Erano stati avvertiti prima di trovarsi in circostanze di tentazione, poiché Gesù aveva detto: “Questa notte inciamperete tutti riguardo a me, poiché è scritto: ‘Colpirò il pastore, e le pecore del gregge saranno disperse’”. (Matt. 26:31) In questo modo erano stati avvertiti che la profezia di Zaccaria 13:7 stava per adempiersi. Comunque, Pietro rispose all’avvertimento di Gesù, dicendo: “Benché tutti gli altri inciampino riguardo a te, io non inciamperò mai!” Ma a Pietro fu detto che avrebbe fatto anche di peggio, che avrebbe rinnegato il Signore Gesù tre volte! — Matt. 26:31-35.
5. Mentre agli apostoli stava per presentarsi la tentazione, che cosa fecero, ma che cosa avrebbero dovuto fare?
5 Gesù aveva dato ai suoi discepoli un eccellente esempio su come stare desti ed esser vigilanti in vista delle preghiere. Ma gli apostoli non compresero come si sarebbero avverate le parole di Gesù. Che cosa fecero dunque? Ci dormirono sopra invece di pregare in merito! Avrebbero dovuto pregare a questo riguardo, cercando aiuto dall’alto. Ma ecco che ci dormivano sopra. Non vigilavano; non pregavano di continuo per cui sarebbero entrati in tentazione.
6. (a) Qual è la “prova” che deve venire “sull’intera terra abitata”, come predisse Gesù in Rivelazione 3:10? (b) Giacché la prova non è ancora finita, quale avvertimento c’è in questo per i cristiani?
6 Questa esperienza dei tre discepoli ci fa ricordare le parole di Gesù dette all’“angelo” della congregazione di Filadelfia, scritte in Rivelazione 3:10: “Perché tu hai serbato la parola circa la mia perseveranza, anch’io ti serberò dall’ora della prova, che verrà sull’intera terra abitata, per porre alla prova quelli che dimorano sulla terra”. Dalla venuta del predetto “tempo della fine”, le pressioni esercitate da fonti umane e da invisibili fonti demoniche sono divenute realmente spaventose, in senso materialistico, ateo, nazionalistico. La prova ha avuto lo scopo di determinare se la persona è parte di questo malvagio sistema di cose o è a favore del regno di Dio. Oggi c’è la grande tentazione di cedere a queste pressioni e tentazioni mondane e di divenire parte di questo sistema di cose. Questa prova mondiale in un periodo di tempo comparativamente breve, simile a un’“ora”, non è ancora finita. I moderni cristiani sono pertanto avvertiti che si trovano in un giorno di tentazione. Anch’essi, come i cristiani del primo secolo, devono vigilare e pregare per evitare d’entrare in tentazione.
7, 8. (a) Perché Dio permette che i cristiani siano messi alla prova e quale mezzo provvede Dio perché riceviamo aiuto dall’alto? (b) Il fatto di entrare in tentazione è essenzialmente questione di che cosa, e quindi in che modo ci aiuta la preghiera?
7 Giacché oggi i cristiani si trovano tante tentazioni davanti, devono sapere come uscirne. Come potete uscire dalla tentazione? Ricordate che Geova Dio non tenta alcuno con ciò che è cattivo, ma lascia che i suoi fedeli servitori abbiano tentazioni per mettere alla prova la loro integrità verso di lui e la loro lealtà verso il suo regno. Ma ricordiamo che quando siamo tentati abbiamo il sempre aperto, sempre presente canale della preghiera. Possiamo ricevere aiuto dall’alto in qualsiasi tempo.
8 Come mostra la Bibbia, che si entri in tentazione è essenzialmente questione di desiderio. (Giac. 1:13-15) Badate dunque di non coltivare cattivi desideri, poiché se li coltivate, allora siete adescati proprio nel peccato! Dobbiamo vigilare in vista della preghiera, poiché la preghiera ci aiuta a evitare l’egoistico desiderio. Tale sincera preghiera caccia via qualsiasi egoistico desiderio; ci libera dai legami dell’adescamento con tutto il loro egoistico forte potere. Dobbiamo pregare per vigilare e la preghiera, inoltre, purificherà il nostro cuore. Sì, Dio ci aiuterà se solo glielo chiediamo. Abbiamo bisogno di tale aiuto dall’alto perché avremo sicuramente tentazioni. Quando ve le troverete davanti, ricordate il divino avvertimento: State svegli e pregate!
AIUTO NELLE TENTAZIONI!
9. Che cosa scrive l’apostolo Paolo riguardo alla tentazione in I Corinti 10:13, e come ha questo relazione con la fedeltà verso Dio?
9 È essenziale che i cristiani comprendano che il loro fedele Dio non permette che siano tentati oltre ciò che possono sopportare. Come scrive l’apostolo Paolo in I Corinti 10:13: “Dio è fedele, ed egli non lascerà che siate tentati oltre ciò che potete sopportare, e con la tentazione farà anche la via d’uscita onde la possiate sopportare”. Questo significa che Geova Dio è fedele in tutta la durata della tentazione, finché colui che la subisce sa come superarla con l’aiuto di Geova e sfugge alla tentazione.
10, 11. (a) Di quale specie di tentazioni parla in particolar modo l’apostolo, come mostrano le esperienze degli Israeliti? (b) Perché tali tentazioni si presenteranno anche ai cristiani, e Dio che cosa ci permette di manifestare?
10 Ora, dobbiamo ricordare che lì in I Corinti 10:13 l’apostolo Paolo parla in particolar modo delle tentazioni, non delle persecuzioni. Egli pensava alle tentazioni ‘comuni agli uomini’. All’inizio di questo tredicesimo versetto disse: “Nessuna tentazione vi ha colti eccetto ciò che è comune agli uomini”. Comune a quali uomini? Comune particolarmente agli uomini dell’antico Israele che erano in un patto con Geova. Poiché nei precedenti versetti di questo capitolo l’apostolo aveva parlato delle tentazioni avute dai Giudei naturali e di come migliaia d’essi erano caduti in tentazione. Egli tratta il soggetto delle loro esperienze e della loro caduta come avvertimento affinché i cristiani siano cauti per non cadere in simili circostanze. Quegli Israeliti ebbero contatti con i pagani e migliaia d’Israeliti caddero nell’immoralità, come disse l’apostolo Paolo: “Né pratichiamo la fornicazione, come alcuni d’essi commisero fornicazione, solo per cadere, ventitremila d’essi in un solo giorno”. (1 Cor. 10:8) Si volsero anche all’adorazione degli idoli, al lamento e al mormorio. Geova lasciò che avessero queste tentazioni per vedere che cosa c’era nel loro cuore, se amavano Geova loro Dio o no. — Deut. 8:1-3.
11 Quindi tutte queste tentazioni si presentano oggi ai cristiani che pure sono in una relazione di patto con Geova, giacché sono gli antitipi di quegli antichi popoli, gli Israeliti naturali e la “numerosa compagnia mista”. (Eso. 12:37, 38; Num. 11:4-6) Permettendoci di subire le tentazioni, Geova può sapere che specie di persone siamo nel cuore. Dio, quindi, fa la via d’uscita dalla tentazione ma ci lascia provare ciò che realmente siamo, ciò che abbiamo nel cuore, che odiamo ciò ch’è male e amiamo ciò ch’è bene.
LA VIA D’USCITA DALLE TENTAZIONI
12. Fa Dio la via d’uscita dalle tentazioni semplicemente eliminando la tentazione, e in che modo un’esperienza relativa a Mosè illustra la vostra risposta?
12 Nella sua Parola Geova promette che “con la tentazione farà anche la via d’uscita”. Come? Eliminando semplicemente la tentazione? No, Dio non toglie la tentazione, come quando si è tentati riguardo all’immoralità o al mormorio. Facciamo bene a ricordare che quando Aaronne e Miriam si lamentarono riguardo al loro fratello Mosè, che aveva una posizione troppo preminente e che essi non avevano abbastanza influenza, Dio non tolse questi due lamentatori dalla prova privando Mosè dell’incarico, non è vero? No, lasciò Mosè al suo posto, poiché era stato scelto da Geova ed era l’uomo adatto per quel lavoro. Furono Aaronne e Miriam a doversi adeguare. Come? Dovettero capire la veduta teocratica delle cose. Dovettero comprendere che Geova Dio è Re e che dovevano stare sottoposti alle sue disposizioni. (Num. 12:1-16) Quando vengono le tentazioni non possiamo dunque attenderci di sottrarci alla prova e sfuggirle prima che la tentazione sia finita. No, la tentazione deve andare fino in fondo; allora Dio saprà se abbiamo integrità e lealtà verso di lui.
13, 14. (a) Se non possiamo evitare d’esporci a una tentazione, come Dio ci fa dunque la via d’uscita? (b) Quale esperienza dell’antico Israele mostra che Geova non espone il suo popolo a prove che non può sopportare? (c) Come l’esperienza di Giuseppe illustra il bisogno di preparazione anticipata?
13 Dov’è dunque la via d’uscita se non possiamo evitare di trovarci davanti a certe tentazioni? Ebbene, Dio ci dà una via d’uscita dandoci i suoi princìpi teocratici, i quali, se li seguiremo, ci aiuteranno a evitar di fare ciò ch’è male. Inoltre, Dio sa quanto possiamo sopportare. Quindi non lascia che sopraggiungano su di noi prove che non siamo in grado di sopportare. Per esempio, quando gli Israeliti uscirono dall’Egitto, il racconto biblico dice: “Dio non lo condusse per la via del paese dei Filistei proprio perché era vicina, poiché Dio disse: ‘Che il popolo non si rammarichi quando vedrà la guerra e per certo torni in Egitto’”. (Eso. 13:17) Pertanto Dio non li fece andare nella Terra Promessa per la via diretta che passava per la “Striscia di Gaza”. Israele non era equipaggiato per la guerra né era preparato a scontrarsi con le truppe ben addestrate dei Filistei. Geova scelse dunque benignamente per il suo popolo la strada del mar Rosso. Pertanto Israele non fu esposto alla guerra coi Filistei a quel tempo, poiché Dio sapeva che non potevano sopportare una simile prova.
14 Possiamo essere grati che Geova non ci sottopone a prove che non siamo in grado di sopportare; possiamo anche essere molto grati che ci prepara in anticipo affinché riusciamo a sopportare le tentazioni e ne usciamo integri. A questo fine Dio ci edifica spiritualmente in anticipo. Ma guai a noi se non ci valiamo di questa anticipata preparazione che Dio provvede! Considerate la prova che ebbe Giuseppe quando fu tentato dalla moglie di Potifar a commettere immoralità. (Gen. 39:7-12) Possiamo essere come Giuseppe? Egli aveva acquistato conoscenza in anticipo delle leggi di Dio su tali situazioni.
15. (a) Quale successo avremo se ci prepareremo in anticipo per le tentazioni? (b) In che modo ‘fuggendo l’idolatria’ saremo aiutati a vincere le tentazioni?
15 Sì, Geova Dio ci mostra la via d’uscita dalla tentazione soprattutto descrivendo in anticipo che genere di condotta vuole da noi. (Gal. 5:19-23) Allora possiamo subire la gamma delle tentazioni dall’A alla Z e uscirne vittoriosi, mantenendo l’integrità, essendo fedeli nella prova. Ma dobbiamo dare ascolto al consiglio dell’apostolo Paolo. Subito dopo aver parlato di come Dio ci aiuterà riguardo alla tentazione egli aggiunge: “Perciò, diletti miei, fuggite l’idolatria”. (1 Cor. 10:14) L’idolatria non si limita affatto all’adorazione di idoli, immagini, statue letterali, ecc. L’apostolo Paolo avvertì che la ‘concupiscenza è idolatria’. Questo perché la concupiscenza fa fare un idolo di sé e le egoistiche bramosie diventano la cosa principale della propria vita. Ma se ‘fuggiamo’ ogni forma di idolatria, siamo più preparati ad affrontare il futuro e le tentazioni che potranno ancora sorgere. — Col. 3:5; 1 Cor. 6:18.
16, 17. (a) Quando si presenta una tentazione, perché non è saggio confidare solo nella propria forza? (b) Quale attitudine dobbiamo evitare, come mostra l’esempio dell’antico Israele quando fu proprio al confine della Terra Promessa? (c) Quale linea di condotta ci permetterà di dire insieme all’apostolo le parole di II Timoteo 4:17, 18?
16 Ogniqualvolta Geova permette che ci si presenti una tentazione, facciamo qualcosa per stare fermi! Poiché anzitutto possiamo perseverare nella preghiera e cercare aiuto dall’alto! In questo modo non confideremo nella nostra propria forza. Come dice l’apostolo Paolo: “Chi pensa di stare in piedi badi di non cadere”. (1 Cor. 10:12) Indipendentemente da quanto tempo il cristiano serve Dio, deve sempre contendere con l’elemento umano, la sua carne decaduta. Se nel passato alcune creature umane sono state tentate da certe situazioni in momenti critici e sono cadute, allora anche noi quali creature umane possiamo cadere. Siamo ancora in questo malvagio sistema di cose con tutte le sue numerose tentazioni di seguire la via sbagliata. La fine è vicina, ma dobbiamo stare attenti a non pensare che non possiamo cadere. No, non è saggio pensare che siamo in noi stessi così forti da non poter cadere. Israele era così vicino alla Terra Promessa, eppure, nonostante vi fosse vicino, erano presenti gravi tentazioni e 24.000 caddero proprio al confine del paese. Oggi quindi non dobbiamo mai sminuire il pericolo di cadere in tentazione. Confidate in Geova Dio e la tentazione passerà. Geova Dio sarà fedele alla sua Parola e ce ne farà uscire.
17 Confidate perciò in Dio quando vi si presentano tentazioni. Supplicatelo in preghiera, dicendo: “Padre nostro che sei nei cieli . . . non ci condurre in tentazione, ma liberaci dal malvagio”. Quindi saremo in grado di dire con l’apostolo Paolo: “Il Signore mi stette vicino e mi infuse potenza . . . Il Signore mi libererà da ogni opera malvagia e mi salverà”. — Matt. 6:9-13; 2 Tim. 4:17, 18.
18, 19. (a) Che specie di tentazione si è presentata a migliaia di servitori di Geova in tempi recenti, e come hanno resistito alla tentazione? (b) Di fronte alla tentazione di “trasfusione di sangue o morte”, come un Testimone del Suriname trovò una via d’uscita dalla prova?
18 Vi sono migliaia di Testimoni che in tempi recenti affrontarono la tentazione di accettare trasfusioni di sangue. Alcuni sono caduti in questa tentazione quando i medici e altri hanno fatto pressione su di loro, ma il popolo di Geova in generale ha resistito a questa tentazione, attenendosi fermamente alla sua Parola, che dice chiaramente: ‘Astenetevi dal sangue’. (Atti 15:20, 29) E hanno fatto questo seguendo strettamente i princìpi biblici e per mezzo della preghiera. Considerate il Testimone del Suriname che all’improvviso si ammalò molto gravemente mentre era su una nave. Fu sbarcato dalla nave ad Haiti, per sottoporsi lì a cure mediche. Un medico spiegò che a causa di emorragia per ulcera allo stomaco era un caso di “trasfusione di sangue o morte”.
19 Come reagì questo Testimone alla terribile tentazione? Egli scrisse: “Ero lì, a più di milleseicento chilometri dalla mia famiglia. Probabilmente non sapevano neppure che ero in questa pericolosa condizione. Non c’era nessuno dei miei fratelli cristiani con cui poter parlare. Le parole ‘trasfusione di sangue o morte’ mi attraversavano la mente. Evidentemente all’ospedale pensavano che sarei morto di sicuro. Pregai Geova. Anche se a volte mi sentivo solo, potevo sempre parlare con Lui. Che cosa meravigliosa poter gettare tutta la propria ansietà su Geova, con piena fede che ha cura dei suoi servitori. Se fossi morto, sapevo che avrei ricevuto la risurrezione. La speranza della risurrezione mi diede forza per prendere la decisione di non accettare sangue”. Questo Testimone fu infine liberato dalla tentazione e guarì senza trasfusione di sangue. Attenendosi ai princìpi biblici ed essendo vigilante in vista delle preghiere trionfò sulla tentazione.
LA PREGHIERA NON È IMPEDITA DALL’ISOLAMENTO
20-22. Spiegate perché la preghiera è un meraviglioso aiuto dall’alto.
20 Se abbiamo urgente bisogno di aiuto divino, la preghiera è il mezzo più accessibile per ricevere aiuto immediato e diretto. Giacché Geova Dio non dorme, non c’è perdita di tempo. “Colui che ti guarda non può assolutamente essere sonnolento”. (Sal. 121:3) Quelli che si rivolgono a Dio in preghiera ricevono istantaneo aiuto dall’alto. Non è come dover scrivere una lettera e poi aspettare alcuni giorni prima di ricevere la risposta. E c’è tanto per cui pregare, non solo per noi stessi ma anche per i nostri fratelli cristiani.
21 Non solo la comunicazione mediante la preghiera è istantanea; si può trasmettere attraverso qualsiasi specie di barriera di isolamento. (Giona 2:1-10) Il missionario che fu isolato per cinque anni in una prigione della Cina rossa pensava al profeta Daniele quando disse: “Pregavo tre volte al giorno sotto gli occhi di tutti quelli che passavano davanti alla mia cella”. Il risultato? Disse: “Che forza e conforto spirituale mi recò la preghiera! E in questo modo tutti impararono a conoscermi quale ministro cristiano”. Che meraviglioso aiuto dall’alto in risposta alla preghiera! — Dan. 6:10.
22 Il cristiano, inoltre, può pregare per ricevere il confortante spirito santo, che penetra barriere di ogni specie, mura e sbarre di prigioni. Nulla può tenere lontano lo spirito di Dio quando lo chiediamo e siamo degni di riceverlo.
23-25. (a) Quale minaccia non spaventò un giovane cristiano di Guadalupa, e perché no? (b) Avendo egli mantenuto l’integrità, quale fu il risultato?
23 Non molto tempo fa un testimone di Geova a Guadalupa fu minacciato di isolamento. Questo giovane aveva assunto un atteggiamento di neutralità cristiana. (Giov. 15:19) Fu messo in prigione e tenuto in una cella da solo. Quindi fu sottoposto a pressione. Lo minacciarono: “Se non cambierai idea, sarai messo in prigione per almeno due anni. Inoltre, sarai da solo in una cella per tutto questo tempo, quindi pensaci bene, da solo per due anni!” Ora, quale risposta ebbero da questo giovane cristiano?
24 Egli rispose: “Ebbene, questo è ciò che pensate voi. Ma non sarò solo come dite, niente affatto! Geova Dio sarà con me e mi rafforzerà con il suo spirito”.
25 Le autorità furono sorprese da tale risposta. Inoltre, la sua buona condotta fece loro impressione. Passarono i mesi e giunse il tempo di un’assemblea dei Testimoni. Che sorpresa vedere quel giovane presente alla sessione iniziale! Era stato messo in libertà proprio il giorno prima. E narrò la sua esperienza all’assemblea. Benché il giovane non lo sapesse, era presente un agente. In seguito questo agente disse al ministro che presiede la congregazione di questo giovane: “Per la sua buona condotta cristiana e per la sua incrollabile decisione, sa che cosa mi ha detto mia moglie? Ha detto: ‘Non pensate d’aver fatto questo per vostra volontà. No, ma è stato il suo Dio, Geova, a far questo per lui affinché assistesse al suo congresso. Il suo Dio, Geova, è più forte del nostro dio!’”
26. Perché dobbiamo ricordare il buon consiglio di I Pietro 4:7, e quindi che cosa dobbiamo fare in un momento di crisi?
26 Di fronte all’isolamento, alla persecuzione, alle tentazioni e alle pressioni, voi fedeli testimoni di Geova potete superarle con successo, gloriosamente alla Sua lode. Riceverete aiuto dall’alto. Ma ricordate il buon consiglio dell’apostolo Pietro: “Siate vigilanti in vista delle preghiere”. (1 Piet. 4:7) Pietro ne imparò l’importanza alla maniera difficile la notte in cui il Signore Gesù gli disse di vigilare e di “[pregare] di continuo, affinché non entriate in tentazione”. (Matt. 26:41) In un momento di crisi, badate di non dormirci semplicemente sopra, ma, piuttosto, pregate riguardo ad essa. Allora riceverete aiuto dall’alto e uscirete trionfanti da prove e tentazioni, grazie a Geova. Egli vi farà la via d’uscita, poiché “Dio è fedele”.
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