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  • ‘Divenite imitatori di Dio’
    La Torre di Guardia 1974 | 15 febbraio
    • eterna”. — Giov. 3:16; si paragoni Atti 14:17.

      Possiamo imitare l’altruismo di Geova Dio ubbidendo al comando scritturale: “Realmente, dunque, finché ne abbiamo il tempo favorevole, operiamo ciò che è bene verso tutti”. (Gal. 6:10) La Bibbia descrive come si mostra un amore simile a quello di Dio: “L’amore è longanime e benigno. L’amore . . . non cerca i propri interessi, non si irrita. Non tiene conto dell’ingiuria”. Nella misura che praticheremo questa specie di amore, in quella misura imiteremo Geova Dio. — 1 Cor. 13:4-7; 1 Giov. 4:8.

      Un aspetto dell’amore è quello d’essere pronti a perdonare, e anche in questo dobbiamo imitare Dio. Dobbiamo? Sì, se non lo imitiamo a questo riguardo Egli non ci perdonerà. Gesù Cristo mise più volte in risalto questo principio. Disse che se una persona non perdona gli altri, Dio non la perdonerà. (Matt. 6:12-15) In un’altra occasione Gesù pronunciò un’estesa parabola su questo soggetto, che terminò con il suo avvertimento: “In maniera simile il mio Padre celeste agirà con voi, se non perdonate di cuore ciascuno al proprio fratello”. (Matt. 18:35) Proprio riguardo al perdonarsi gli uni gli altri l’apostolo Paolo ci esorta a essere imitatori di Dio: “Siate benigni gli uni verso gli altri, teneramente compassionevoli, perdonandovi liberamente gli uni gli altri, come anche Dio vi ha liberamente perdonati mediante Cristo. Divenite perciò imitatori di Dio, come figli diletti, e continuate a camminare nell’amore”. — Efes. 4:32; 5:1.

      ODIATE CIÒ CHE DIO ODIA

      Un altro modo in cui noi imperfetti e deboli mortali possiamo imitare Dio è quello di odiare ciò che egli odia. Anche Dio odia? Sì, odia la malvagità e i malvagi deliberati, inclusi gli ipocriti religiosi. Gesù non imitò forse il Padre suo sotto questo aspetto e non odiò gli ipocriti religiosi? Certissimamente, poiché disse più volte: “Guai a voi, scribi e Farisei, ipocriti!” — Matt. 23:13-33; Giov. 5:19.

      Che Geova Dio stesso odii per davvero la malvagità e chi pratica ciò ch’è malvagio si vede da Proverbi 6:16-19: “Ci sono sei cose che Geova in effetti odia; sì, sette cose sono detestabili alla sua anima: gli occhi alteri, la lingua falsa, e le mani che spargono sangue innocente, il cuore che architetta disegni nocivi, i piedi che corrono in fretta al male, il falso testimone . . . e chiunque suscita contese tra fratelli”.

      Se odiamo queste cose, che faremo? Da una parte, staremo attenti a non praticare noi stessi tali cose, e, dall’altra, eviteremo d’avere per compagni quelli che praticano tali cose malvage. “Poiché quale partecipazione hanno la giustizia e l’illegalità?” Possiamo veramente imitare Dio essendo leali ai suoi giusti princìpi ed essendo così ‘santi com’egli è santo’. — 2 Cor. 6:14; 1 Piet. 1:16.

      IMITATORI IN QUANTO A PERSEVERANZA

      Per menzionare solo un altro modo in cui noi creature umane possiamo imitare Dio, c’è la qualità della perseveranza, la virtù di persistere nei nostri compiti, di pagare i nostri voti e di mantenere le nostre promesse. L’onnisapiente, Onnipotente Dio Geova, in realtà, persevera? Ebbene, se qualcosa ci infastidisce e possiamo porvi fine, ma per qualche buona ragione la sopportiamo, si può dire che perseveriamo davanti a quel fastidio, non è vero? È la stessa cosa con Geova Dio. Tutta la malvagità, tutte le ingiustizie, tutte le sofferenze e specialmente tutta la persecuzione dei suoi fedeli servitori gli recano dolore. Potrebbe fermarle immediatamente spazzando via tutti i malvagi, ma così facendo priverebbe altri dell’opportunità di ottenere la salvezza. Pertanto leggiamo: “Geova non è lento riguardo alla sua promessa”, come la sua promessa di porre fine alla malvagità e di ristabilire condizioni paradisiache su questa terra. “Ma è paziente verso di voi perché non desidera che alcuno sia distrutto ma desidera che tutti pervengano al pentimento”. — 2 Piet. 3:9.

      Inoltre, poiché Geova Dio ha “empatia”, ha dovuto perseverare. Pertanto leggiamo che quando Israele, il suo popolo, soffriva, anch’egli soffriva: “Durante tutta la loro angustia egli fu nell’angustia”. (Isa. 63:9) Egli ha sopportato in quanto ha tollerato per quasi seimila anni che il suo nome fosse biasimato, dal tempo che Satana il Diavolo nel giardino d’Eden chiamò Dio bugiardo fino al presente quando molti divulgano la teologia che “Dio è morto”. — Gen. 3:1-5.

      Dobbiamo imitare Dio sotto questo aspetto. Dobbiamo mostrare “empatia” sopportando pazientemente i disagi e le seccature causate dalle manchevolezze altrui. Non dobbiamo irritarci perché i malvagi prosperano, né dobbiamo insorgere violentemente contro i governi a motivo di ciò che permettono, ma, piuttosto, dobbiamo esercitare perseveranza. Se non potete porre rimedio alla situazione secondo i princìpi biblici, allora imitate Geova manifestando questa santa qualità della perseveranza. Ricordate che Dio ha promesso: “Ancora un pochino, e il malvagio non sarà più”. — Sal. 37:1-11.

      Che imperfette creature umane possano davvero imitare Dio sotto questi aspetti e altri è dimostrato ogni giorno da oltre un milione e seicentomila cristiani testimoni di Geova. Essi amano tanto Dio e il loro simile da dedicare altruisticamente tutto il tempo possibile a predicare la buona notizia del regno di Dio e a fare discepoli. Imitano Dio essendo misericordiosi, non vendicandosi di quelli che li perseguitano. E imitano l’odio di Dio per ciò che è male praticando la giustizia. Mostrano perseveranza compiendo l’attività stabilita da Dio, di anno in anno, indipendentemente dalla persecuzione, aspettando pazientemente che Geova corregga la situazione.

      Perché non vi mettete a contatto appena è possibile con i testimoni di Geova? La prossima volta che vengono alla vostra porta invitateli a entrare o disponete di farvi visitare da loro. Vi mostreranno come anche voi potete divenire imitatori di Dio, alla gloria di Dio e a vostra eterna salvezza e benedizione.

  • Consiglieri che manifestano “la mansuetudine che appartiene alla sapienza”
    La Torre di Guardia 1974 | 15 febbraio
    • Consiglieri che manifestano “la mansuetudine che appartiene alla sapienza”

      LA congregazione cristiana nella quale si trovano uomini saggi e con intendimento è davvero riccamente benedetta. Poiché ciò che può dirsi della casa di una famiglia può dirsi anche della “casa di Dio”, cioè che “mediante la sapienza si edificherà una casa, e mediante il discernimento sarà fermamente stabilita. E mediante la conoscenza le stanze interne si empiranno d’ogni cosa di valore, preziosa e piacevole”. — Efes. 2:19; Prov. 24:3, 4.

      Quelli che prestano servizio come anziani cristiani hanno il privilegio di dare ai loro fratelli consigli tratti dalla Parola

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