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Perseveriamo nella preghieraLa Torre di Guardia 1979 | 15 novembre
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Perseveriamo nella preghiera
“Di comune accordo tutti questi perseveravano nella preghiera”. — Atti 1:14.
1. Che cosa significa perseverare?
“PERSEVERARE” significa persistere con costanza e fermezza in un’impresa fino a raggiungerne lo scopo. Nel verbo è implicita l’idea di dover superare difficoltà e opposizione per poter riuscire.
2. Per quali ragioni era opportuno che i discepoli di Gesù ‘perseverassero nella preghiera’?
2 In Atti 1:14 è appropriatamente detto, con riferimento all’esigua schiera dei veri seguaci di Gesù, che “di comune accordo tutti questi perseveravano nella preghiera”. Sapevano che Gesù era risorto e lo avevano appena visto ascendere al cielo, ma c’erano ancora tante cose che non comprendevano. Il promesso spirito santo che doveva dar loro potenza non era ancora giunto. (Atti 1:8) Non riuscivano ancora a capire bene perché Dio avesse permesso che il loro amato Signore fosse inchiodato a quel terribile palo di tortura. Gli uomini colpevoli di quell’azione erano ancora al potere e non c’era alcun motivo per ritenere che il loro atteggiamento fosse cambiato. Persistevano nella loro accanita opposizione. Quindi i seguaci di Gesù, consci del loro bisogno, perseveravano nella preghiera rivolgendosi a Colui nel quale riponevano fede.
3. (a) Quando furono esaudite le loro preghiere, e come influì questo su ciò che ritenevano di primaria importanza? (b) Quale estesa testimonianza fu data in quei giorni?
3 A cominciare dal giorno della Pentecoste, le loro sincere preghiere furono esaudite al di là delle loro aspettative. Cominciarono a comprendere le ultime parole che Gesù aveva dette loro prima della sua ascensione. Anziché concentrarsi principalmente su una data, come sottintendeva la loro domanda “Signore, ristabilirai in questo tempo il regno d’Israele?”, rivolsero la loro attenzione all’incarico affidato loro di essere “testimoni [di Gesù] in Gerusalemme e in tutta la Giudea e la Samaria e fino alla più distante parte della terra”. (Atti 1:6-8) Che coraggiosa ed esauriente testimonianza diede Pietro in quel giorno di Pentecoste, dichiarando fra l’altro: “Questo Gesù ha Dio risuscitato, del quale fatto noi siamo tutti testimoni”! — Atti 2:32; vedi anche Atti 2:40; 3:15; 4:33; 5:32.
4. Perché anche oggi i seguaci di Gesù comprendono la necessità di perseverare nella preghiera?
4 In modo simile i veri seguaci di Gesù hanno oggi bisogno di perseverare nelle preghiere rivolte a “colui che, secondo la sua potenza che opera in noi, può fare più che sovrabbondantemente oltre tutte le cose che chiediamo o concepiamo”. (Efes. 3:20) Sebbene ampiamente illuminati circa il proposito di Geova e il suo svolgimento, ci sono ancora molte cose di cui non conosciamo i dettagli, come il tempo esatto di avvenimenti ancora futuri e come si adempiranno in effetti le molte scritture che riguardano la fine completa del sistema di cose satanico. Questo include gli accenni profetici al popolo di Geova, come quello di Isaia 26:20, che dice: “Va, popolo mio . . . Nasconditi per un breve momento finché la denuncia sia passata”.
5. (a) Quali due cose essenziali si richiedono dai testimoni di Geova? (b) Quali risultati ha prodotto nel mondo il messaggio del regno di Dio, e come fu predetto questo?
5 Ciò che per il momento ha più importanza, i servitori di Geova si rendono conto che nel frattempo c’è una grande opera da compiere e una posizione da mantenere, come mostra il nome dato loro da Dio, testimoni di Geova. (Isa. 43:10-12) Quest’opera e la loro posizione richiedono perseveranza o persistenza. Il messaggio del regno di Dio annuncia la distruzione delle nazioni e dei regni del mondo. (Ger. 25:15-30) Il regno di Dio “stritolerà tutti questi regni e porrà loro fine”. Questo messaggio non è gradito agli odierni governanti che mostrano lo spirito del nazionalismo. La loro opposizione congiunta diviene sempre più evidente. “Si sono ammassati insieme come un sol uomo contro Geova e contro il suo unto [il Re insediato, Cristo Gesù]”. — Sal. 2:2-6; Dan. 2:44.
6. (a) Che qualità sono necessarie oggi? (b) Come si dovrebbe considerare qualsiasi situazione, e in che modo si è provveduto al nostro bisogno a tale riguardo?
6 Gli odierni servitori di Dio hanno bisogno di molto coraggio per dire ciò che dissero gli apostoli nel primo secolo: “Dobbiamo ubbidire a Dio quale governante anziché agli uomini”. (Atti 5:29) Tale coraggio e baldanza non dipendono dalle nostre proprie capacità e dal nostro temperamento, dei quali pochi di noi avrebbero motivo di vantarsi. Per mostrare queste qualità è necessario avere un chiaro intendimento e discernimento del proposito di Dio, e anche delle giuste norme e dei giusti princìpi indicati nella Parola di Dio. Fra il genere umano, non c’è mai stato un simile generale abbandono all’egoismo, alla violenza, alla corruzione e a impurità d’ogni sorta. (2 Tim. 3:1-5) In questi “ultimi giorni” dobbiamo resistere a molte svariate pressioni. Questo significa che dobbiamo imparare a valutare qualsiasi situazione o problema dal punto di vista di Dio. Solo rivolgendoci a lui possiamo essere veramente illuminati tramite la sua Parola e con l’aiuto del suo spirito e della sua organizzazione. (Sal. 36:9) Vi è quindi necessità di perseverare nella preghiera e di edificare una vera e forte fede, una fede vittoriosa. Conoscendo i nostri bisogni, Geova ci ha benignamente dato nella sua Parola molto incoraggiamento, molti consigli e avvertimenti opportuni su queste questioni di importanza vitale. Innanzi tutto sorge la domanda: Chi può pregare e a quali condizioni, se ve ne sono?
GEOVA, L’“UDITORE DI PREGHIERA”
7. (a) Chi è l’“Uditore di preghiera”, e perché Davide si trovò spesso nel bisogno sotto questo aspetto? (b) Quali ottimi consigli sono disponibili per quelli che si sentono indegni? (Sal. 103:8-14)
7 Geova ispirò il suo servitore Davide a scrivere: “O Uditore di preghiera, pure a te verranno persone di ogni carne”. (Sal. 65:2) Lo stesso Davide sentì spesso il bisogno di perseverare nella preghiera, come denotano molti dei suoi salmi. A volte la necessità era impellente a causa dell’implacabile opposizione dei suoi nemici, come mostra il Salmo 70:1-5. Altre volte la necessità era determinata dalle sue stesse debolezze e dai suoi errori, alcuni dei quali furono gravi. Se per questo motivo doveste sentirvi indegni di accostarvi a Dio in preghiera, pensando che non vi ascolterà, vi incoraggiamo a leggere e rileggere il Salmo 51:1-12. Le parole dei versetti da 9 a 11 potrebbero costituire la base della vostra stessa preghiera.
“Nascondi la tua faccia dai miei peccati, e cancella pure tutti i miei errori. Crea in me pure un cuor puro, o Dio, e metti dentro di me uno spirito nuovo, saldo. Non mi rigettare d’innanzi alla tua faccia; e il tuo santo spirito oh non togliere da me”.
8. In quanto ad accostarsi a Geova, a chi tocca in effetti la scelta, e a quali condizioni?
8 Il fatto che si dica che “persone di ogni carne” verranno all’“Uditore di preghiera” significa forse che chiunque è libero di farlo in qualsiasi momento voglia? No. In effetti è il contrario. Lo stesso salmo prosegue dicendo: “Felice è colui che [tu, Geova,] scegli e fai avvicinare, affinché risieda nei tuoi cortili”. (Sal. 65:4) Sebbene l’invito sia rivolto a tutti, chi si accosta deve farlo in tutta sincerità. Anche se inizialmente la vostra fede può non essere forte, dev’essere in ogni caso sincera. “Geova è vicino . . . a tutti quelli che lo invocano in verità”. — Sal. 145:18.
9. Perché le nostre preghiere a Geova devono essere sempre rivolte nel nome di Gesù?
9 Oltre a ciò, le nostre preghiere a Geova devono essere sempre rivolte nel nome di Cristo Gesù, l’unico canale costituito da Dio. (Giov. 14:13, 14) Riconosciamo con gratitudine l’opera di redenzione compiuta da Cristo a favore di tutto il genere umano e il fatto che egli presta ora servizio come sommo sacerdote di Dio, attraverso il quale ‘possiamo accostarci con libertà di parola al trono d’immeritata benignità, affinché otteniamo misericordia e troviamo immeritata benignità per aiuto al tempo opportuno’. — 1 Tim. 2:4-6; Ebr. 2:9; 4:14-16.
10. In che modo il Salmo 15 provvede altre utili indicazioni a questo riguardo?
10 Per avere altre informazioni sul tipo di persona che Dio sceglie, vi suggeriamo di leggere, nel Salmo 15, l’ispirata risposta alla domanda: “O Geova, chi sarà ospite nella tua tenda? Chi risiederà sul tuo monte santo?” Dobbiamo riconoscere che i princìpi che vi sono elencati sono giusti e dobbiamo desiderare di applicarli, anche se a volte veniamo meno nel metterli in pratica.
11. (a) Le Sacre Scritture furono scritte principalmente per il beneficio di chi? (b) Quale incoraggiamento possiamo trovare nella preghiera di Salomone riportata in I Re 8:41-43?
11 Forse dite, e giustamente, che le Sacre Scritture, incluse quelle già menzionate, sono rivolte al popolo di Dio e si applicano a esso, specialmente alla congregazione cristiana che costituisce l’Israele spirituale, l’“Israele di Dio”. (Rom. 15:4; 1 Cor. 10:11; Gal. 6:16) In paragone con loro, forse vi ritenete, per così dire, degli estranei, degli stranieri a causa del vostro precedente modo di vivere o del fatto che prima manifestavate una totale mancanza di interesse per la religione. Molti oggi si trovano in tali condizioni. Ma non siate pronti a lasciar perdere. Ricordate che fra le molte richieste che Salomone fece a Geova alla dedicazione del tempio egli pregò per lo “straniero, che non fa parte del tuo popolo Israele e che effettivamente viene da un paese lontano a ragione del tuo nome”. Egli pregò: “[Tu, Geova,] devi fare secondo tutto ciò per cui lo straniero ti invochi; onde tutti i popoli della terra conoscano il tuo nome in modo da temerti come ti teme il tuo popolo Israele”. — 1 Re 8:41-43.
12, 13. (a) Cosa fu ispirato a scrivere Isaia circa gli “stranieri”? (b) Per il beneficio di chi e in che modo si possono applicare queste espressioni?
12 Ulteriori informazioni e incoraggiamento a questi “stranieri” sono dati in Isaia 56:6-8:
“E gli stranieri che si sono uniti a Geova per servirlo e per amare il nome di Geova, per divenire suoi servitori, tutti quelli che osservano il sabato per non profanarlo e che si afferrano al mio patto, li dovrò anche condurre sul mio santo monte e li farò rallegrare dentro la mia casa di preghiera. I loro interi olocausti e i loro sacrifici saranno per l’accettazione sul mio altare. Poiché la mia propria casa sarà pure chiamata casa di preghiera per tutti i popoli”.
13 Che invitante descrizione! Questi “stranieri” non sono irreggimentati, ma sono lieti di unirsi a Geova per amore del suo nome e di ciò che esso significa. Tutta la loro vita (non solo un giorno su sette) diviene ‘un’osservanza del sabato’, una vita di dedicazione a Geova. Così entrano nel Suo riposo, come Paolo spiega in Ebrei 4:1-10. L’apostolo Paolo mostra inoltre che ‘gli interi olocausti e i sacrifici’ hanno un’applicazione pratica per i cristiani dedicati, quando scrive:
“Per mezzo di lui offriamo sempre a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che fanno pubblica dichiarazione al suo nome. Inoltre, non dimenticate di fare il bene e di condividere con altri, poiché Dio si compiace di tali sacrifici”. — Ebr. 13:15, 16.
14. Al tempo di Isaia, qual era la “casa di preghiera” e che cosa simboleggiava?
14 Ai giorni di Isaia, la “casa di preghiera” di Geova era naturalmente il tempio costruito da Salomone. Questo tempio era un simbolo del grande tempio spirituale di Dio. La presenza personale di Dio è nel celeste Santissimo di questo tempio spirituale. I seguaci di Gesù Cristo unti con lo spirito che sono ancora sulla terra si trovano nel compartimento del Santo di questo tempio. Sono anche raffigurati come se fossero nel cortile terrestre riservato ai sacerdoti che prestano servizio in questo tempio spirituale.
15. (a) Com’è identificata in Rivelazione 7:9-17 una ‘‘grande folla”? (b) In che modo questo si applica oggi ai testimoni di Geova?
15 In armonia con quanto detto, e dopo aver letto in Rivelazione 7:1-8 circa la congregazione cristiana che forma l’Israele spirituale composto di 144.000 membri, leggiamo poi di una “grande folla” che pure gode del favore di Dio; e come prova della loro dedicazione a lui “gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio”. (Riv. 7:15) Questa bella visione presenta la “grande folla” internazionale mentre serve Geova nel suo tempio, cioè nei cortili terrestri riservati a quelli che non sono israeliti spirituali, per così dire nel “cortile dei gentili”. Oggi la grande maggioranza dei testimoni di Geova mostrano di appartenere alla “grande folla”, che ha la speranza della vita eterna nel regno di Dio su una terra paradisiaca. Gesù parlò di questi ultimi come delle sue “altre pecore che non sono di questo ovile”. Come Gesù precisò, tutte le sue vere pecore oggi ‘divengono un solo gregge [sotto] un solo pastore’. — Luca 12:32; Giov. 10:16.a
16. Quali rimuneratrici prospettive attendono quelli che cercano premurosamente Geova?
16 Siete invitati ad associarvi a questa schiera strettamente unita di veri adoratori di Geova. Sarà per voi un’esperienza più che felice. Vi sarà di pratico aiuto e di grande incoraggiamento nello sviluppare la perseveranza nella preghiera con vera fede. Questo porterà frutto, perché Geova “è il rimuneratore di quelli che premurosamente lo cercano”. (Ebr. 11:6) La questione di perseverare nella preghiera, unita alla fede, è messa in risalto in modo molto interessante nel Vangelo di Luca.
17. In che modo l’esperienza di Giacobbe con l’angelo fornisce un ottimo esempio di tenace perseveranza?
17 A questo punto desideriamo ricordarvi uno straordinario esempio di tenace perseveranza e come fu riccamente ricompensata. Ci riferiamo a quando Giacobbe si trovò a lottare tutta la notte con un angelo materializzato. Anche se l’angelo gli slogò la cavità della giuntura della coscia, Giacobbe era deciso a non lasciarlo andare se, come disse, ‘prima non lo avesse benedetto’. Allora l’angelo disse qualcosa che avrebbe avuto un significato duraturo: “Il tuo nome non sarà più Giacobbe ma Israele, poiché hai conteso con Dio e con gli uomini così che alla fine hai prevalso”. Infine benedisse Giacobbe. Indubbiamente Giacobbe fece molto di più che persistere con costanza e fermezza in una certa condotta. Dovette letteralmente lottare, e proseguire in condizioni di invalidità, finché ottenne ciò che voleva. Fu benedetto in modo meraviglioso, in quanto poté dire: “Ho visto Dio a faccia a faccia eppure la mia anima è stata liberata”. Che eccellente esempio di perseveranza nella preghiera! — Gen. 32:24-30.
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La preghiera in questi “ultimi giorni”La Torre di Guardia 1979 | 15 novembre
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La preghiera in questi “ultimi giorni”
“Siate svegli, dunque, supplicando in ogni tempo”. — Luca 21:36.
1. (a) Quale prima menzione fa Luca della preghiera o “supplicazione”? (b) Come rispose Gesù alla richiesta: “Signore, insegnaci a pregare”?
SEBBENE la preghiera sia menzionata all’inizio del Vangelo di Luca in relazione alla “supplicazione” fatta da Zaccaria a Dio (al capitolo 1, versetto 13), è al capitolo 11 che Gesù tratta estesamente il soggetto. Per cominciare, Gesù risponde a uno dei suoi discepoli, che aveva chiesto: “Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”. (Luca 11:1) Gesù rispose:
“Quando pregate, dite: ‘Padre, sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno. Dacci il nostro pane per il giorno secondo l’esigenza del giorno. E perdonaci i nostri peccati, poiché noi pure perdoniamo a chiunque sia in debito verso di noi; e non ci condurre in tentazione”. — Luca 11:2-4.
2. (a) In che modo vi si onora il nome di Dio, e in armonia con quali altri passi biblici? (b) Quale situazione opposta esiste nel mondo, e come vi si porrà rimedio?
2 Come nei brani di I Re 8:41-43 e Isaia 56:6-8 menzionati nell’articolo precedente, notate la priorità data da Gesù al nome di suo Padre. Il nome di Geova non è certamente santificato nel mondo d’oggi. Lo spirito del nazionalismo, dell’egoismo e dell’intemperanza, l’accontentarsi di “una forma di santa devozione, ma mostrandosi falsi alla sua potenza”, e altre cose simili, fanno sì che il nome di Dio sia biasimato e disonorato o del tutto ignorato. (2 Tim. 3:5) Quindi Dio deve santificare il suo proprio nome in risposta a questa preghiera. (Ezec. 36:23) Alle spiacevoli condizioni attuali si porrà rimedio quando il regno di Dio, nelle mani di Cristo Gesù, entrerà in azione contro le nazioni e i loro governanti, come il Salmo 2 descrive così vividamente.
3. A questo proposito, quale avvertimento e quale promessa fa Pietro?
3 Queste cose avverranno nel giorno di Geova, ormai vicino, come mostra chiaramente la profezia biblica in corso di adempimento. Facciamo quindi bene a prestare ascolto all’ammonimento e all’avvertimento ispirato di Pietro:
“Aspettando e tenendo bene in mente la presenza del giorno di Geova, per cui i cieli essendo infuocati saranno dissolti e gli elementi essendo intensamente caldi si fonderanno! Ma secondo la sua promessa noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, e in questi dimorerà la giustizia. Quindi, diletti, giacché aspettate queste cose, fate tutto il possibile per essere infine trovati da lui immacolati e senza difetto e in pace”. — 2 Piet. 3:12-14.
4. In che senso le prime due richieste della preghiera del Padre nostro sono strettamente connesse, e in che modo questo ci aiuta a valutare le altre richieste?
4 Quando tutte queste cose saranno state compiute, il nome di Dio sarà completamente rivendicato e santificato. Ecco perché le due richieste di Luca 11:2 sono strettamente collegate e vengono per prime nella preghiera del Padre nostro. Questi sono gli eventi davvero importanti del nostro giorno e del prossimo futuro. Tenendoli bene in mente saremo aiutati ad avere una veduta più equilibrata delle nostre necessità quotidiane e dei problemi personali menzionati in seguito nella stessa preghiera. Anziché divenire egocentrici, cosa che è molto facile, ci chiederemo innanzi tutto: Quale modo di pensare e quale condotta da parte mia saranno in armonia con la volontà di Dio descritta nella sua Parola e quindi recheranno onore al suo nome?
L’ARDITA INSISTENZA DÀ RISULTATI
5. (a) Qual è la regola generale riguardo ai personaggi impiegati nelle illustrazioni di Gesù? Fate un esempio. (b) In Luca 11:5-8, quali personaggi troviamo e che ruolo svolgono?
5 Luca prosegue narrando un’illustrazione fatta da Gesù e che ha un’insolita caratteristica. In genere, quando uno o più personaggi vengono impiegati in un’illustrazione, ciascuno corrisponde strettamente a colui che rappresenta. Se, per esempio, si vuol raffigurare il Padre celeste, come nell’illustrazione del figlio prodigo di Luca 15:11-32, non è difficile vedere in che modo il padre di quel figlio, con ciò che fece e disse, raffigurò appropriatamente il Padre celeste. Non può dirsi la stessa cosa, comunque, nel caso della seguente illustrazione di Gesù:
“Chi di voi se ha un amico va da lui a mezzanotte, dicendogli: ‘Amico, prestami tre pani, perché mi è appena venuto da un viaggio un amico e non ho nulla da mettergli davanti’? E quello dal di dentro risponda, dicendo: ‘Smetti di darmi fastidio. La porta è già serrata e i miei fanciullini sono con me a letto; non mi posso alzare e non ti posso dare niente’. Io vi dico: Benché egli non si alzi e non gli dia niente perché gli è amico, certamente a causa della sua ardita insistenza si alzerà e gli darà le cose che gli occorrono”. — Luca 11:5-8.
6. In che modo uno dei personaggi è in contrasto con la personalità di Geova, e con ciò che cosa voleva mettere in risalto Gesù?
6 Qui vediamo che colui che era in grado di sopperire ai bisogni del richiedente dapprima rifiutò categoricamente di agire, dicendo: “Smetti di darmi fastidio”. Non aveva nessuna intenzione di agire. Anziché mostrarsi come il Padre celeste, egli si distingue per il netto contrasto. Così facendo, lo scopo dell’illustrazione veniva reso molto più vigoroso. Se quell’uomo, la cui famiglia era già a letto con lui, fosse stato disposto ad alzarsi e a dare il necessario, non ci sarebbe stato bisogno di “ardita insistenza” da parte del richiedente. Questo era ciò che Gesù voleva mettere in risalto.
7, 8. Come questo è confermato dalle successive parole di Gesù, e in che senso ci sono di grande incoraggiamento?
7 Lo si capisce chiaramente dalle successive parole di Gesù: “Quindi vi dico: Continuate a chiedere, e vi sarà dato; continuate a cercare, e troverete; continuate a bussare, e vi sarà aperto”. (Luca 11:9) Poi, sempre facendo un contrasto, egli conclude: “Se dunque voi, benché siate malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre che è in cielo darà spirito santo a quelli che glielo chiedono!” — Luca 11:13.
8 Cercate di immaginarvi quell’uomo che, “a causa della sua ardita insistenza”, ottenne ciò di cui aveva bisogno nonostante fosse mezzanotte. La sua insistenza diede risultati. Quale incoraggiamento a mettere in pratica l’applicazione che Gesù stesso fece dell’illustrazione: ‘Continuate a chiedere, a cercare, a bussare’. Non stancatevi di pregare e non indebolitevi nella fede a causa della persistente opposizione alla vostra opera di predicare il regno e fare discepoli, o a causa del fatto che vivete in una famiglia divisa, o perché dovete lottare contro qualche debolezza personale che è molto più radicata di quanto non immaginaste.
9. Quali esempi di perseveranza nella preghiera e di azione sono descritti in Atti 4:24-30 e in Atti 5:41, 42?
9 Un ottimo esempio di tale perseveranza nella preghiera, sostenuta da azioni appropriate, si ebbe agli inizi della congregazione cristiana. Quando Pietro e Giovanni narrarono l’opposizione che avevano incontrato davanti al Sinedrio, notate la preghiera congiunta riportata in Atti 4:24-30, specialmente le parole del versetto 29: “E ora, Geova, presta attenzione alle loro minacce, e concedi ai tuoi schiavi di continuare a dichiarare la tua parola con ogni baldanza”. Dopo non molto, quando tutti gli apostoli erano stati fustigati in seguito a un’altra udienza davanti al Sinedrio, il racconto di Atti 5:41, 42 dice: “Questi se ne andarono perciò dalla presenza del Sinedrio, rallegrandosi perché erano stati ritenuti degni d’esser disonorati a favore del suo nome. E ogni giorno, nel tempio e di casa in casa, continuavano senza posa a insegnare e a dichiarare la buona notizia intorno al Cristo, Gesù”. Nessuno degli apostoli incontrò un’opposizione più tenace di quella affrontata dall’apostolo Paolo, eppure egli disse: “Per ogni cosa ho forza in virtù di colui che m’impartisce potenza”. — Filip. 4:13.
“IL BISOGNO DI PREGARE SEMPRE E NON PERDERSI D’ANIMO”
10. Prima di un’altra illustrazione sul valore della preghiera, cosa afferma Luca che Gesù aveva detto, additando quale duplice adempimento?
10 Mentre si avvicinava la fine del suo ministero terreno, Gesù fornì un esempio ancor più singolare dell’uso di un contrasto in un’illustrazione allo scopo di dare enfasi, come narra Luca: “Quindi [Gesù] proseguì, dicendo loro un’illustrazione circa il bisogno di pregare sempre e non perdersi d’animo”. (Luca 18:1) Consideriamo prima come si arrivò a narrare questa illustrazione. (È interessante notare che spesso Luca menziona perché fu fatta una certa illustrazione, come si rileva da Luca 18:9 e 19:11). Tornando indietro a Luca 17:22-37, notiamo che Luca stava riferendo ciò che Gesù aveva detto riguardo alle condizioni prevalenti all’epoca in cui sarebbe stato “rigettato da questa generazione”. (Luca 17:25) Sebbene quelle parole di Gesù, che corrispondono in parte a Matteo capitolo 24, avessero un adempimento nel suo giorno additando la fine di quel sistema di cose giudaico, esse hanno un adempimento maggiore nel nostro giorno, il “tempo della fine” del presente sistema di cose. — Dan. 12:4.
11. (a) In che senso le condizioni odierne sono simili a quelle dei giorni di Noè e di Lot? (b) Che cosa fece notare in particolare Gesù, e quale riscontro trova oggi?
11 E quali sono le condizioni prevalenti fra quelli dell’attuale generazione? Di giorno in giorno aumenta la somiglianza con i giorni di Noè, quando “Dio vide dunque la terra, ed ecco, era rovinata, perché ogni carne aveva rovinato la sua via sulla terra” e la terra era “piena di violenza”. (Gen. 6:12, 13) Tuttavia Gesù non fece nessun riferimento a quelle cose, ma, piuttosto, menzionò qualcos’altro di significato ancora maggiore. Di che si tratta? Le persone erano allora completamente occupate e alquanto soddisfatte della routine quotidiana: ‘mangiare e bere, sposarsi ed esser date in matrimonio’. “Similmente . . . accadde ai giorni di Lot”, in relazione ai quali sono menzionate altre cose come il comprare, vendere, piantare ed edificare. (Luca 17:26-29) Anziché preoccuparsi e allarmarsi per la diffusa malvagità e violenza, il loro atteggiamento era caratterizzato da apatia e indifferenza. In quanto alla grande testimonianza data da Noè, sia con le parole che con le opere mentre costruiva l’arca, le persone “non si avvidero di niente”. (Matt. 24:39; 2 Piet. 2:5) Oggi si può dire senz’altro la stessa cosa dell’atteggiamento delle persone in generale, specialmente nei confronti dell’intensa testimonianza mondiale circa il regno di Dio, predetta in Matteo 24:14. Alla maggioranza semplicemente non interessa; hanno molte altre cose che occupano il loro tempo e la loro attenzione. Notate anche la conclusione indicata da Gesù in relazione ad entrambi i suddetti periodi, cioè che l’esecuzione del giudizio finale venne con inaspettata subitaneità “e li distrusse tutti”. — Luca 17:27, 29.
12. Da Luca 17:31-37, cosa possiamo imparare e mettere in pratica?
12 Abbiamo fiducia che voi siate fra le relativamente poche persone che si preoccupano per la situazione del mondo d’oggi e che desiderano prestare ascolto a quello che la Parola di Dio ha da dire in merito. Se, come indica Luca 17:31-37, riconoscete la necessità di smettere di far parte dell’attuale sistema di cose o di sostenerlo e non cercate più di ‘tenere in salvo la vostra anima (vita)’ solo per voi stessi, allora non perdete tempo. Schieratevi dalla parte di Geova e del suo regno. Dedicatevi a Geova per fare la sua volontà, impegnando le vostre prospettive di vita, presenti e future. Non vi voltate a guardare con desiderio ciò che avete lasciato indietro. “Ricordate la moglie di Lot”. (Luca 17:32) Identificatevi con quelli che, come disse Gesù, “non sono parte del mondo come io non sono parte del mondo”. — Giov. 17:14-17.
13. Quali sono gli elementi principali dell’illustrazione di Luca 18:2-5?
13 Tornando ora all’illustrazione di Luca 18:2-5, ecco un altro supplicante, questa volta una vedova, e anche l’uomo che è in grado di sopperire alle sue necessità, raffigurato da un “giudice che non aveva timore di Dio e non provava nessun rispetto per l’uomo”. Infine, brontolando, egli fa in modo che la vedova ottenga giustizia, soltanto, come egli dice, perché “questa vedova continua a darmi fastidio”. Non c’erano dubbi sull’insistenza della donna, che illustrava ‘il nostro bisogno di pregare sempre e non perderci d’animo’.
14. (a) A differenza del giudice “ingiusto”, cosa disse Gesù che Dio avrebbe fatto? (b) Cosa possiamo apprendere da questo circa il fattore tempo?
14 Quel giudice è simile all’uomo di Luca 11:7, perché nuovamente notiamo un netto contrasto con la personalità di Dio. Notate anche gli ulteriori commenti di Gesù su ciò che Dio farà, commenti che fanno un contrasto fra lui e quel giudice “ingiusto”. Dio farà “giustizia ai suoi eletti . . . sebbene sia longanime verso di loro”. Lo farà “rapidamente”. (Luca 18:6-8) Possiamo imparare molto dalle sue parole. Per questo dobbiamo cercar di vedere ogni cosa dal punto di vista di Dio, sia che si tratti di questioni personali o dello svolgimento del suo proposito. Come spiegò Pietro, “Geova non è lento riguardo alla sua promessa, come alcuni considerano la lentezza, ma è paziente verso di voi [servitori di Dio] perché non desidera che alcuno sia distrutto ma desidera che tutti pervengano al pentimento”. E come il profeta riferì le parole di Geova circa l’adempimento della visione, “pure se dovesse attardarsi, attendila; poiché si avvererà senza fallo. Non tarderà”. — 2 Piet. 3:9; Abac. 2:3; vedi anche Rivelazione 6:10, 11.
15. Come si applica questo ai problemi personali, e cosa si deve evitare?
15 Nel campo dei problemi personali, possiamo essere certi che qualsiasi apparente ritardo nell’esaudire le nostre richieste non è dovuto a incapacità o mancanza di volontà da parte di Dio. Se, come la vedova, stiamo subendo ingiustizie o persecuzione, come manifestiamo fede che sarà fatta giustizia? Non solo dobbiamo continuare a pregare, ma anche continuare a comportarci fedelmente. Se facciamo compromesso per evitare la persecuzione, allora ovviamente non c’è più bisogno di continuare a pregare. Questo non solo sarebbe indice di mancanza di fede, ma, come risultato, non ci sarebbe più la prova che siamo servitori cristiani di Dio. — 2 Cor. 11:23-27; 2 Tim. 3:12.
16. Perché possiamo prendere la domanda di Luca 18:8 come una sfida personale, a nostro beneficio?
16 Può sembrare strano che Gesù concluda i suoi commenti con la domanda: “Tuttavia, quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà realmente la fede sulla terra?” (Luca 18:8) Lasciò la questione aperta. Sebbene questo sembri sottintendere che a quel tempo la fede non sarebbe stata sovrabbondante, non possiamo concludere che non si sarebbe trovata affatto vera fede in nessuna parte della terra. Piuttosto, possiamo prenderla come una sfida personale. Non dobbiamo fidarci troppo di noi stessi, non importa da quanto tempo siamo dedicati a servire Geova. (1 Cor. 10:12, 13) Non solo dobbiamo prestare ascolto all’ammonimento di Luca 11:9 di ‘continuare a chiedere, a cercare, a bussare’, ma anche, come Gesù fece capire che sarebbe stato necessario oggi, dobbiamo ‘stare in guardia, essere svegli . . . essere vigilanti’. Questo richiede che perseveriamo in ogni senso, resistendo all’apatia e all’opposizione dall’esterno, e anche superando le debolezze dall’interno. — Mar. 13:32-37; 14:38.
17. Soprattutto, cosa dobbiamo chiedere quando preghiamo, seguendo l’esempio di chi?
17 Continuate a pregare con fede di potervi dimostrare fedeli e di non tornare indietro. (Ebr. 10:39) Quando siete sottoposti a dure prove, continuate a pregare, come fece Gesù nella sua ora di maggior bisogno, affinché innanzi tutto abbia luogo la volontà di Dio. (Matt. 26:38-44) Dio si compiace di tali preghiere. Ci permette di supplicarlo affinché dimostriamo il nostro profondo interesse, l’intensità del nostro desiderio e la sincerità dei nostri motivi. Sebbene sia paziente, farà rapidamente giustizia quando i tempi saranno maturi. — Sal. 55:16, 17; Rom. 1:9-12.
‘SIATE SVEGLI, SUPPLICANDO IN OGNI TEMPO’
18. (a) Quale avvertimento e quale esortazione opportuni Gesù diede al termine della sua profezia? (b) In che modo possiamo scampare dalle cose che sono “destinate ad accadere”?
18 In armonia con quanto detto, il Vangelo di Luca narra come Gesù, concludendo la sua profezia riguardante sia il suo giorno che il nostro, avvertì circa il pericolo degli eccessi e che il nostro cuore sia ‘aggravato dalla crapula nel mangiare e nel bere e dalle ansietà della vita, e che quel giorno [del giudizio finale] venga all’improvviso su di noi come un laccio’. Dopo di che profeticamente disse: “Siate svegli, dunque, supplicando in ogni tempo [a che scopo?] affinché riusciate a scampare da tutte queste cose destinate ad accadere e a stare in piedi dinanzi al Figlio dell’uomo”. (Luca 21:34-36) Questo non significa che veniamo tolti dal campo di azione, ma piuttosto che dobbiamo evitare d’essere ‘colti di sorpresa’, come in un laccio, o d’essere trovati dalla parte sbagliata. Dobbiamo quindi pregare intensamente in ogni tempo e sforzarci di agire in armonia con le nostre preghiere per essere trovati “in piedi [approvati] dinanzi al Figlio dell’uomo”.
19. Quali cose facciamo bene a chiederci circa la preghiera, e in che modo ci è d’aiuto l’esempio di Neemia?
19 Tenendo conto di tutte queste esortazioni a perseverare e a non darsi mai per vinti, quanto spesso preghiamo? Lo facciamo solo in determinati momenti, come ai pasti o alle adunanze? Le nostre preghiere provengono solo dalla mente e dalle labbra, o continuiamo a ‘supplicare’ e a implorare intensamente con tutto il cuore, a volte forse con “gemiti inespressi”? (Rom. 8:26) Quale che sia la necessità, si può fare come fece impercettibilmente Neemia davanti al re: “Subito io pregai l’Iddio dei cieli”. (Nee. 2:4) Avendo pregato con fede fu esaudito. Ricordate, inoltre, che, sebbene le preghiere di altri possano aiutarvi, in effetti nessuno può prendere il vostro posto nella preghiera.
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