BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • Pietro
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • apostoli che erano stati più vicini a Gesù. (Atti 12:2) Sembra che Pietro fosse particolarmente noto per i suoi miracoli. (Atti 3:1-26; 5:12-16; confronta Galati 2:8). Con l’aiuto dello spirito santo, si rivolse intrepidamente ai governanti ebrei che avevano fatto arrestare lui e Giovanni (Atti 4:1:21); e in una seconda occasione parlò a nome di tutti gli apostoli davanti al Sinedrio, dichiarando con fermezza la loro determinazione di “ubbidire a Dio quale governante” anziché agli uomini che si opponevano alla volontà di Dio. (Atti 5:17-31) Pietro deve aver provato una soddisfazione particolare essendo in grado di manifestare un atteggiamento così diverso da quello della notte in cui aveva rinnegato Gesù, e anche di sopportare la flagellazione inflittagli dai governanti. (Atti 5:40-42) Prima di questo arresto Pietro era stato ispirato a smascherare l’ipocrisia di Anania e di Saffira e a pronunciare il giudizio di Dio su di loro. — Atti 5:1-11.

      Non molto tempo dopo il martirio di Stefano, avendo Filippo (l’evangelizzatore) aiutato e battezzato diversi credenti a Samaria, Pietro e Giovanni vi andarono affinché quei credenti potessero ricevere lo spirito santo. Quindi i due apostoli, durante il viaggio di ritorno a Gerusalemme, ‘dichiararono la buona notizia in molti villaggi samaritani’. (Atti 8:5-25) Pietro evidentemente partì di nuovo; durante questa missione, a Lidda, sanò Enea, paralizzato da otto anni, e risuscitò una donna di Ioppe, Tabita. (Atti 9:32-43) A Ioppe Pietro fu guidato a usare un’altra ‘chiave del regno’, recandosi a Cesarea per predicare a Cornelio e ai suoi amici e parenti, che divennero i primi credenti gentili incirconcisi a ricevere lo spirito santo quali eredi del Regno. Al suo ritorno a Gerusalemme, Pietro dovette affrontare coloro che si opponevano a questa azione, ma ottenne il loro consenso poiché era evidente che aveva agito per ordine del cielo. — Atti 10:1—11:18; confronta Matteo 16:19.

      Evidentemente quell’anno (36 E.V.) Paolo si recò per la prima volta a Gerusalemme come cristiano convertito e apostolo. Andò da “Cefa” (Pietro) e rimase con lui quindici giorni; vide anche Giacomo (fratellastro di Gesù) ma nessun altro degli apostoli originali. — Gal. 1:18, 19.

      A quanto si sa, nel 44 E.V. Erode Agrippa I condannò a morte l’apostolo Giacomo e, visto che questo faceva piacere alle autorità ebraiche, arrestò anche Pietro. (Atti 12:1-4) La congregazione ‘pregò intensamente’ per Pietro, e l’angelo di Geova lo liberò dalla prigione (e probabilmente dalla morte). Dopo aver riferito la sua liberazione miracolosa a quanti si trovavano in casa di Giovanni Marco, Pietro chiese che la notizia fosse comunicata “a Giacomo e ai fratelli”, quindi si recò in “un altro luogo”. — Atti 12:5-17; confronta Giovanni 7:1; 11:53, 54.

      Pietro è menzionato nuovamente in Atti in occasione dell’assemblea tenuta a Gerusalemme, probabilmente nel 49 E.V., “dagli apostoli e dagli anziani” per discutere la questione della circoncisione dei gentili convertiti. Dopo che la discussione si era protratta per un po’, Pietro si alzò e diede testimonianza di come Dio considerava i credenti gentili. Il fatto che “l’intera moltitudine tacque” dimostra la forza del suo argomento e, probabilmente, il rispetto che avevano per lui. Pietro, come Paolo e Barnaba la cui testimonianza seguì la sua, si trovava in pratica ‘sul banco dei testimoni’ di fronte all’assemblea. (Atti 15:1-29) Riferendosi evidentemente a quell’occasione Paolo parla di Pietro nonché di Giacomo e Giovanni come di “uomini preminenti”, “che sembravano essere le colonne” della congregazione. — Gal. 2:1, 2, 6-9.

      Dalla descrizione nel suo insieme è chiaro che Pietro, anche se era molto rispettato e aveva una posizione preminente, non ebbe mai il primato sugli apostoli nel vero senso della parola, o a motivo di un grado o incarico particolare. Infatti, quando l’opera svolta da Filippo a Samaria si dimostrò fruttuosa, la Bibbia dice che gli apostoli, evidentemente come corpo, ‘inviarono Pietro e Giovanni’ in missione a Samaria. (Atti 8:14) Pietro non si stabilì a Gerusalemme come se la sua presenza fosse indispensabile per il buon andamento della congregazione cristiana. (Atti 8:25; 9:32; 12:17; vedi anche ANZIANO; SORVEGLIANTE). Svolse attività a Antiochia, in Siria, quando c’era anche Paolo, che una volta ritenne necessario riprendere Pietro (Cefa) “a faccia a faccia . . . dinanzi ad essi tutti” perché si vergognava di mangiare e anche di stare in compagnia dei cristiani gentili a motivo della presenza di certi cristiani ebrei che erano venuti da parte di Giacomo da Gerusalemme. — Gal. 2:11-14.

      Ulteriori informazioni circa la posizione di Pietro nella congregazione cristiana si trovano alla voce MASSO DI ROCCIA. L’idea che Pietro fosse a Roma e vi dirigesse la congregazione si basa solo su una tradizione dubbia e non è in armonia con precise notizie scritturali. Su questo argomento e a proposito del fatto che Pietro si trovava a Babilonia, da dove scrisse le sue due lettere, vedi PIETRO, LETTERE Dl.

  • Pietro, lettere di
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Pietro, lettere di

      Due lettere ispirate delle Scritture Greche Cristiane composte dall’apostolo Pietro, il quale si identifica quale scrittore nelle parole iniziali di ciascuna lettera. (I Piet. 1:1; II Piet. 1:1; confronta II Pietro 3:1). Ulteriori prove intrinseche indicano chiaramente Pietro come lo scrittore. Questi dice di essere stato testimone oculare della trasfigurazione di Gesù Cristo, privilegio avuto solo da Pietro, Giacomo e Giovanni. (II Piet. 1:16-18; Matt. 17:1-9) E, come risulta da Giovanni 21:18, 19, solo Pietro poteva dire: “Presto sarà tolto il mio tabernacolo, come mi indicò anche il nostro Signore Gesù Cristo”. (II Piet. 1:14) La diversità di stile fra le due lettere può essere attribuita al fatto che Pietro si servì di Silvano (Sila) per scrivere la prima lettera, ma non quando scrisse la seconda. (I Piet. 5:12) Entrambe erano lettere “generali”, dirette ai cristiani ebrei e non ebrei. La prima lettera è indirizzata in particolare a quelli del Ponto, della Galazia, della Cappadocia, dell’Asia e della Bitinia, tutte regioni dell’Asia Minore. — I Piet. 1:1; 2:10; II Piet. 1:1; 3:1; confronta Atti 2:5, 9, 10.

      Le lettere di Pietro concordano pienamente con altri libri della Bibbia nel sottolineare l’importanza di una condotta retta e i suoi vantaggi, e anche nel citarli come l’autorevole Parola di Dio. Ci sono citazioni di Genesi (18:12; I Piet. 3:6), Esodo (19:5, 6; I Piet. 2:9), Levitico (11:44; I Piet. 1:16), Salmi (34:12-16; 118:22; I Piet. 3:10-12; 2:7), Proverbi (11:31 [LXX]; 26:11; I Piet. 4:18; II Piet. 2:22) e Isaia (8:14; 28:16; 40:6-8; 53:5; I Piet. 2:8; 2:6; 1:24, 25; 2:24). Viene spiegato che la profezia scritturale è il prodotto dello spirito di Dio. (II Piet. 1:20, 21; confronta II Timoteo 3:16). È ripetuta la promessa di Dio dei nuovi cieli e nuova terra. (II Piet. 3:13; Isa. 65:17; 66:22; Riv. 21:1) Le analogie fra II Pietro (2:4-18; 3:3) e Giuda (5-13, 17, 18) sono chiara indicazione che il discepolo Giuda riconosceva che la seconda lettera di Pietro era ispirata. Pure degno di nota è il fatto che le lettere dell’apostolo Paolo sono incluse da Pietro insieme al “resto delle Scritture”. — II Piet. 3:15, 16.

      QUANDO FURONO SCRITTE

      Dal tono delle lettere risulta che furono scritte prima dell’inizio della persecuzione scatenata da Nerone nel 64 E.V. Il fatto che Marco fosse con Pietro sembrerebbe indicare che la prima lettera sia stata composta fra il 62 e il 64 E.V. (I Piet. 5:13) In precedenza, durante la prima prigionia di Paolo a Roma (ca. 60-61 E.V.), Marco era là, e quando Paolo fu imprigionato una seconda volta a Roma (ca. 65 E.V.) chiese che Timoteo e Marco lo raggiungessero. (Col. 4:10; II Tim. 4:11) Probabilmente Pietro scrisse la seconda lettera poco dopo la prima, cioè verso il 64 E.V.

      DA BABILONIA

      Secondo la sua stessa testimonianza, Pietro compose la prima lettera a Babilonia. (I Piet. 5:13) Forse scrisse di là anche la seconda. È chiaro che “Babilonia” era la città sull’Eufrate e non Roma, come qualcuno ha sostenuto. Poiché gli era stata affidata ‘la buona notizia per quelli che sono circoncisi’, era da aspettarsi che Pietro prestasse servizio in un centro del giudaismo come Babilonia. (Gal. 2:8, 9) Dato che scriveva “ai residenti temporanei dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, in Asia e in Bitinia” (I Piet. 1:1), è logico che il luogo di provenienza della lettera, “Babilonia”, fosse la città letterale così chiamata. La Bibbia non indica mai che Babilonia si riferisca in particolare a Roma. Il primo a sostenere che Pietro subì il martirio a Roma fu Dionisio, vescovo di Corinto nella seconda metà del II secolo. Qualche tempo prima, Clemente di Roma, pur menzionando insieme Paolo e Pietro, aveva precisato che l’apostolo Paolo si era distinto per la sua predicazione sia a E che a O, come per dire che Pietro non andò mai a O. Dato che la spietata persecuzione dei cristiani da parte del governo romano (sotto Nerone) evidentemente non era ancora iniziata, non c’era ragione che Pietro celasse l’identità di Roma usando un altro nome. Quando Paolo scrisse la lettera ai romani, nominando molti a cui inviava saluti a Roma, non menzionò Pietro. Se Pietro fosse stato un noto sorvegliante di quella città, questa omissione sarebbe stata inammissibile. Il nome di Pietro non è incluso neanche fra quelli di coloro che inviavano saluti nelle lettere che Paolo scrisse da Roma (Efesini, Filippesi, Colossesi, II Timoteo, Filemone e Ebrei).

      PRIMA LETTERA

      I cristiani ai quali l’apostolo Pietro indirizzò la prima lettera stavano subendo gravi prove. (I Piet. 1:6) Era dunque tempo di essere “vigilanti in vista delle preghiere”. (I Piet. 4:7; confronta Matteo 26:40-45). E avevano bisogno di incoraggiamento per rimanere fedeli, proprio l’incoraggiamento dato dall’apostolo.

      SCHEMA DEL CONTENUTO

      I Introduzione e benedizioni (1:1, 2)

      II Come dovevano comportarsi i cristiani nati di nuovo a una speranza viva (1:3—5:11)

      A. Rallegrarsi nonostante le prove, poiché queste producono fede provata, necessaria per la salvezza (1:3-12; confronta 4:12, 13)

      B. Cingere la mente per l’attività, essere completamente assennati, diventare santi, comportarsi con timore, amare intensamente i fratelli, ed eliminare malizia, inganno, ipocrisia, invidie e maldicenza (1:13—2:3)

      C. Facendo parte del tempio spirituale di Dio edificato su Cristo Gesù e anche della nazione santa di Dio, sono forestieri e residenti temporanei e dovrebbero avere una “condotta eccellente fra le nazioni” (2:4-12)

      1. Giusta sottomissione (2:13—3:6)

      a. A re e governatori (2:13-17)

      b. Dei domestici ai proprietari, anche se difficili da accontentare; nelle sofferenze ingiuste prendere come esempio Cristo (2:18-25)

      c. Della moglie al marito (3:1-6)

      (1) Può guadagnare marito incredulo con la buona condotta (3:1, 2)

      (2) Non adornamento esteriore, ma spirito quieto e mite è importante; imitare Sara (3:3-6)

      2. Marito deve onore alla moglie (3:7)

      3. Tutti dello stesso pensiero fra loro, avendo amore fraterno e non rendendo male per male; felici anche se si soffre per amore della giustizia; pronti a difendere propria speranza; mantenere buona coscienza (3:8-22)

      4. Avere stessa disposizione mentale di Cristo e astenersi da corrotte pratiche delle nazioni (4:1-6)

      5. Poiché la “fine di ogni cosa” è vicina, essere di mente sana e “vigilanti in vista delle preghiere”, avere intenso amore per i compagni di fede, essere ospitali e incoraggiarsi a vicenda (4:7-11)

      6. Soffrire per amore del nome di Cristo, mai per aver violato la legge (4:12-19)

      7. Giusti rapporti all’interno della congregazione (5:1-5)

      a. Anziani devono pascere il gregge volentieri, non signoreggiare sulle pecore ma essere d’esempio (5:1-4)

      b. I più giovani devono essere sottomessi agli anziani; tutti devono cingersi di modestia di mente (5:5)

      8. Umiliarsi sotto la mano di Dio; resistere al Diavolo (5:6-11)

      III Incoraggiamento e saluti conclusivi (5:12-14)

      SECONDA LETTERA

      La seconda lettera di Pietro si prefiggeva di aiutare i cristiani a rendere sicura la loro chiamata ed elezione, e a evitare di essere sviati da falsi insegnanti e uomini empi all’interno della congregazione. (II Piet. 1:10, 11; 3:14-18) I cristiani sono incoraggiati ad avere fede, virtù, conoscenza, padronanza di sé, perseveranza, santa devozione, affetto fraterno e amore (II Piet. 1:5-11), e sono esortati a prestare attenzione all’ispirata “parola profetica”. (II Piet. 1:16-21) Vengono citati esempi di avvenuti giudizi di Geova contro persone empie per mostrare che quelli che abbandonano il sentiero della giustizia non sfuggiranno all’ira di Dio. (II Piet. 2:1-22) Nonostante quello che potrebbero dire gli schernitori negli “ultimi giorni”, la venuta del giorno di Geova, giorno della distruzione degli uomini empi, è così sicura come quanto accadde ai giorni di Noè. Anche la promessa di Dio di nuovi cieli e nuova terra è sicura e dovrebbe incoraggiare a fare diligenti sforzi per essere trovati senza macchia dal punto di vista di Dio. — II Piet. 3:1-18.

      SCHEMA DEL CONTENUTO

      I Introduzione (1:1)

      II Ricordàti ai cristiani requisiti per avere approvazione di Dio e entrare nel regno (1:2—3:18)

      A. Fede, virtù, conoscenza, padronanza di sé, perseveranza, santa devozione, affetto fraterno e amore sono necessari (1:2-15)

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi