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ColombaAusiliario per capire la Bibbia
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paura dell’uomo ed è piuttosto facile prenderla in trappola o con una rete. Perciò l’apostata Efraim, che stoltamente aveva confidato prima nell’Egitto e poi nell’Assiria, fu paragonato a una “colomba sempliciotta”, che sarebbe finita in una rete. (Osea 7:11, 12) Gesù, nel mettere in guardia i discepoli dagli oppositori simili a lupi, consigliò loro di essere non solo “innocenti come colombe”, ma anche “cauti come serpenti”. — Matt. 10:16.
Al momento del battesimo di Gesù e della sua successiva unzione con lo spirito santo di Dio, tale spirito santo fu reso visibile “in forma corporea simile a una colomba”, e la sua discesa visibile su Gesù fu forse simile al battito delle ali di una colomba che si posa sul suo sostegno. (Luca 3:22; Matt. 3:16; Mar. 1:10; Giov. 1:32-34) Era un simbolo appropriato, in considerazione dell’uso che ne fece Noè e anche della sua caratteristica ‘innocenza’. Le colombe servivano per i sacrifici, com’è indicato dal fatto che venivano vendute da coloro che svolgevano attività commerciali presso il tempio di Gerusalemme, anche se il termine “colombe [gr. peristeràs]” può qui indicare le “tortore” o i “piccioni” menzionati nella legge mosaica. — Mar. 11:15; Giov. 2:14-16.
STERCO DI COLOMBI
L’assedio di Samaria ad opera di Ben-Adad re di Siria provocò una carestia così grave che ‘la testa d’un asino valeva ottanta pezzi d’argento, e il quarto della misura di un cab di sterco di colombi [ebr. hharèh yohnìm] valeva cinque pezzi d’argento’. (II Re 6:24, 25) Questo indica che, a motivo della penuria di viveri, una testa d’asino ossuta e poco carnosa era diventata un genere alimentare costoso (benché l’asino fosse un animale impuro secondo la legge mosaica), e persino lo sterco di colombi era piuttosto caro. Può darsi che lo sterco servisse come combustibile. In tal caso la descrizione potrebbe semplicemente riferirsi al costo dei viveri (in questo caso la testa d’un asino) e del combustibile per cuocerli. Ciò trova almeno un altro parallelo nella Bibbia, infatti al profeta Ezechiele fu ordinato di raffigurare le condizioni altrettanto terribili che si sarebbero verificate durante l’ormai prossimo assedio di Gerusalemme, usando dello sterco per cuocere il cibo. — Ezec. 4:12-17.
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ColonnaAusiliario per capire la Bibbia
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Colonna
Sostegno verticale o pilastro, o qualche cosa di simile paragonabile a un pilastro di sostegno.
Alcuni antichi popoli del Medio Oriente erigevano colonne sacre in relazione alla falsa religione; molto probabilmente si trattava di simboli fallici. Gli israeliti, una volta entrati nella Terra Promessa, dovevano distruggere tali colonne sacre, e fu loro vietato di erigere colonne del genere. (Deut. 7:5; 16:22) Ma a volte adottarono usanze religiose pagane e fecero uso di colonne sacre. — I Re 14:23; II Re 3:2; vedi COLONNA SACRA.
A parte l’uso errato delle colonne odiato da Dio, le Scritture Ebraiche menzionano l’erezione di colonne o pietre di natura commemorativa. Tali colonne non erano oggetto di adorazione idolatrica e neppure simbolo di organi sessuali. Servivano a ricordare fatti o avvenimenti storici.
In due occasioni Giacobbe eresse colonne di pietra a Betel. Tutt’e due le volte furono poste a ricordo di uno speciale intervento di Geova a favore di Giacobbe avvenuto in quel luogo. (Gen. 28:18, 19, 22; 31:13; 35:14, 15) La colonna o cippo che Giacobbe pose sulla tomba di Rachele era senza dubbio di pietra ed esisteva ancora all’epoca di Mosè. (Gen. 35:19, 20) Quando gli israeliti accettarono di ubbidire alle leggi che Mosè aveva ricevute da Dio, Mosè costruì un altare e “dodici colonne corrispondenti alle dodici tribù d’Israele”. (Eso. 24:4) Giosuè diede istruzioni simili circa le pietre che dovevano rappresentare le tribù, anche se la Bibbia non le chiama colonne. Queste furono poste a ricordo per Israele e avrebbero dato ai padri occasione di spiegare ai figli cosa significavano le dodici pietre. — Gios. 4:1-9, 20-24.
Un patto o una vittoria potevano essere celebrati con l’erezione di una pietra, spesso una colonna. (Gen. 31:44-53; Gios. 24:26; I Sam. 7:10-12) Dopo la vittoria sugli amalechiti, il re Saul ‘si erigeva un monumento a Carmelo’. (I Sam. 15:12, NW) Il termine ebraico qui tradotto “monumento” di solito viene tradotto “mano”, ma anche in II Samuele 18:18 è usato a proposito del “cippo” eretto da Absalom chiamato “monumento di Absalom” (VR, vedi anche nota in calce; NM; CEI); quindi evidentemente Saul eresse una colonna o stele per commemorare la vittoria. — Confronta Isaia 56:5.
La profezia di Isaia 19:19 può racchiudere l’idea di una colonna eretta come un monumento commemorativo. Tale profezia, scritta nell’VIII secolo a.E.V., riguardava circostanze che si sarebbero verificate dopo la distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V. Alcuni ebrei lasciati nel paese dai babilonesi fuggirono in Egitto e si stabilirono in città egiziane, com’era stato predetto in Isaia 19:18. (Ger. 43:4-7; 44:1) Perciò la promessa che al confine dell’Egitto ci sarebbe stata “una colonna a Geova”, secondo molti commentatori significherebbe che Geova sarebbe stato ricordato o commemorato in Egitto, con una colonna o senza. — Confronta Isaia 19:20-22.
USO FIGURATIVO
Il materiale e la funzione delle colonne portanti le resero appropriati simboli di vigoroso sostegno. Avrebbero ben rappresentato qualche cosa che serva di valido appoggio. La congregazione cristiana poté esser chiamata “colonna e sostegno della verità”, perché grazie ad essa i cristiani vengono a conoscenza e acquistano intendimento delle verità della Parola di Dio. (I Tim. 3:15) Essa sostiene la verità in contrapposizione all’errore religioso. Di Giacomo, Cefa e Giovanni viene detto che ‘sembravano essere colonne’ della congregazione primitiva; avevano essi stessi una base solida e sostenevano vigorosamente la congregazione. (Gal. 2:9) I cristiani vincitori diventeranno colonne nel “tempio” di Dio, ricevendo una posizione permanente in quell’edificio spirituale. (Riv. 3:12) L’allusione a delle colonne nel descrivere i piedi di un forte angelo dà l’idea della robustezza di una colonna. (Riv. 10:1) Le gambe del pastore innamorato della Sulammita erano come “colonne di marmo”, essendo forti e belle. — Cant. 5:15.
COLONNA DI NUVOLA E DI FUOCO
Geova guidò miracolosamente gli israeliti fuori dell’Egitto e attraverso il deserto, poiché “andava innanzi a loro di giorno in una colonna di nuvola . . . e di notte in una colonna di fuoco per far loro luce”. (Eso. 13:21) Non si trattava di due colonne, ma di una sola “colonna di fuoco e di nuvola” che normalmente aveva l’aspetto di una nuvola di giorno e di fuoco la notte. (Eso. 14:24) Quando gli egiziani inseguirono gli israeliti, la colonna si mise alla retroguardia, forse stendendosi come una parete. (Sal. 105:38, 39) Provocava oscurità dalla parte egiziana, ma illuminava la parte degli israeliti. (Eso. 14:19, 20) Quando venne eretto il tabernacolo, la colonna di nuvola sopra di esso indicava che Geova era nel suo luogo santo. (Eso. 40:35) La colonna rappresentava Geova e da essa egli parlava. (Num. 14:14; 12:5; Sal. 99:7) La colonna fu vista per l’ultima volta poco prima che Israele entrasse nella Terra Promessa. (Deut. 31:15) Quando si furono stabiliti nel loro paese non era più necessario che la colonna li guidasse come era avvenuto nel deserto. — Confronta Esodo 40:38; Isaia 4:5.
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Colonna sacraAusiliario per capire la Bibbia
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Colonna sacra
Il termine ebraico così tradotto si riferisce probabilmente a un simbolo fallico di Baal o, a volte, di altri falsi dèi. (Eso. 23:24; II Re 3:2; 10:27) In varie località del Medio Oriente sono state ritrovate colonne di pietra che non avevano alcuna apparente funzione portante. Il fatto che sono state scoperte insieme ad altri oggetti di natura religiosa suggerisce che si trattasse di colonne sacre. Alcune sono monolitiche e alte circa 2 m.
Prima di entrare nella Terra Promessa gli israeliti ricevettero il comando di non erigere colonne sacre e fu loro ordinato di abbattere o frantumare le già esistenti colonne sacre dei cananei. (Eso. 34:13; Lev. 26:1; Deut. 12:3; 16:22) La maniera in cui dovevano essere distrutte indica che probabilmente erano di pietra. In II Re 10:26 si parla però di bruciare alcune colonne sacre, e ciò fa pensare che fossero di legno. In questo caso però forse si trattava di un palo sacro o Asheràh. — Vedi PALO SACRO.
Israele non tenne conto dei chiari avvertimenti di Dio dati per mezzo di Mosè. Il territorio del regno di Giuda e quello del regno delle dieci tribù si riempirono di colonne sacre. (I Re 14:22, 23; II Re 17:10) Tuttavia fedeli re di Giuda, come Asa, Ezechia e Giosia, spezzarono le colonne sacre (II Re 18:4; 23:14; II Cron. 14:3), e quando Ieu estirpò l’adorazione di Baal dal regno delle dieci tribù, la colonna sacra di Baal fu abbattuta. — II Re 10:27, 28.
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Colonnato di SalomoneAusiliario per capire la Bibbia
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Colonnato di Salomone
Secondo gli scritti di Giuseppe Flavio, questo colonnato in origine era stato costruito da Salomone su un terrapieno artificiale a E del tempio. Il colonnato esistente nel I secolo E.V. è però attribuito all’opera di ricostruzione di Erode. (Antichità giudaiche, Libro VIII, cap. III, 9; Libro XX, cap. IX, 7; Guerra giudaica, Libro I, cap. XXI, 1; Libro V, cap. V, 1) Durante la festa della dedicazione nell’inverno del 32 E.V., presso il colonnato di Salomone Gesù dovette affrontare gli ebrei che gli chiesero di dimostrare che era il Cristo. (Giov. 10:22-24) Dopo l’ascensione di Gesù ai cieli, i discepoli continuarono ad andarvi, evidentemente per predicare agli ebrei. — Atti 3:11; 5:12.
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ColoriAusiliario per capire la Bibbia
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Colori
Le espressioni e i termini usati nella Bibbia per descrivere i colori non corrispondono precisamente alla nomenclatura delle moderne tavole dei colori. A volte una radice è usata per diverse sfumature di uno stesso colore. Questo non perché gli scrittori biblici fossero insensibili alla diversità dei colori o avessero un vocabolario limitato. Anzi avevano una notevole capacità di rendere l’idea del colore semplicemente affidandosi al soggetto considerato, o paragonando oggetti poco conosciuti con cose ben note. (Eso. 16:31; Riv. 1:14) L’aspetto di cose comuni come il sangue, la neve, certi uccelli, il fuoco, pietre preziose, ecc., serviva di riferimento per descrivere i colori. (II Re 3:22; Sal. 51:7; Cant. 5:11; Matt. 16:2, 3; Riv. 9:17) I colori possono essere usati anche in senso figurativo, e idee precise sono a volte associate a particolari colori. Alcuni dei colori menzionati nella Bibbia sono bianco, blu giacinto, color fuoco, cremisi, giallo, giallo rossiccio, giallo zolfo, grigio, marrone, nero, oro, porpora, porpora rossiccia, rosso, rosso acceso, scarlatto, turchino e verde.
IL MANTO DI CRISTO
Il colore del manto messo a Gesù Cristo il giorno della sua esecuzione ha indotto alcuni a pensare che nella Bibbia ci sia discordanza in merito a questo indumento. Matteo dice che i soldati “lo ricoprirono con un manto scarlatto” (Matt. 27:28); Marco e Giovanni dicono invece che era di porpora. (Mar. 15:17; Giov. 19:2) Tuttavia, anziché esserci discordanza, tale varietà nel descrivere il colore dell’indumento dimostra semplicemente l’individualità degli scrittori dei Vangeli e il fatto che non erano in collusione. Matteo descriveva il manto come appariva a lui, cioè secondo la sua valutazione del colore, e ne sottolineò la tonalità rossa. Giovanni e Marco attenuarono il rosso, definendolo porpora. Porpora può essere qualsiasi colore che ha componenti rosse e blu. Perciò Marco e Giovanni sono d’accordo con Matteo che l’indumento dava sul rosso. Naturalmente lo sfondo e il riflesso della luce potevano conferirgli sfumature diverse. Gli scrittori dei Vangeli si limitarono a descrivere il colore predominante secondo loro o secondo coloro da cui ottennero le informazioni. Uno specchio d’acqua cambia colore in ore diverse, secondo il particolare colore del cielo e il riflesso della luce in una data ora. Quindi, tenuto conto di questi fattori, è chiaro che gli scrittori dei Vangeli non erano in disaccordo nel descrivere il colore del manto che i soldati romani misero a Cristo in segno di scherno l’ultimo giorno della sua vita umana.
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ColosseAusiliario per capire la Bibbia
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Colosse
(Colòsse).
Città dell’Asia Minore sudoccidentale. Ai giorni dell’apostolo Paolo si trovava nella provincia romana dell’Asia, pur facendo parte dell’antica Frigia. Colosse era situata nell’alta valle del fiume Lico, circa 18 km a E di Laodicea (la moderna Denizli). In quel punto la valle del Lico è stretta, con alte pareti rocciose, ma si allarga più a NO verso la confluenza del Lico col Meandro (Menderes). Per questa valle passava la strada principale che da Efeso e dalla costa dell’Egeo portava verso E fino all’Eufrate. Dagli scritti di Erodoto e Senofonte (V secolo a.E.V.) pare che Colosse fosse la principale città della vallata. Di qui una strada raggiungeva Sardi e Pergamo a NO. In epoca romana però la rete stradale fu modificata, e Laodicea e la vicina Ierapoli (Col. 4:13) superarono Colosse per importanza. Comunque Colosse continuò a essere un noto centro tessile, che produceva ottima lana di un nero speciale, chiamato collossinus. Sorgeva ai margini della steppa solitaria dove pascolavano greggi di pecore. Circa 5 km più a S si ergeva il monte Cadmo alto 2515 m, le cui nevi alimentavano i corsi d’acqua che bagnavano Colosse.
Abitanti della Frigia si trovavano a Gerusalemme il giorno di Pentecoste del 33 E.V., e forse alcuni erano di Colosse. (Atti 2:10) Benché Colosse si trovasse sulla principale direttrice E–0, quasi tutti gli studiosi ritengono che Paolo abbia seguito una strada più a N durante il terzo viaggio missionario,
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