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  • Ricalchiamo le orme del Maestro!
    La Torre di Guardia 1980 | 1° luglio
    • Ricalchiamo le orme del Maestro!

      COME impieghi la tua vita? Come vuoi realmente impiegarla?

      Molti cristiani dedicati hanno un impiego secolare che li obbliga a dedicare lunghe ore per guadagnarsi da vivere e sostenere se stessi e le rispettive famiglie. Possono anche avere altre responsabilità che assorbono molto del loro tempo e della loro attenzione. Di conseguenza possono sentire il bisogno di dedicare di tanto in tanto del tempo ad altri interessi che contribuiscono a rendere piacevole la vita e che danno qualche soddisfazione personale. Come si può essere equilibrati e vivere in modo da far piacere a Dio?

      La maggioranza di noi sa che lavorando con le proprie mani a imprese materiali si può avere soddisfazione e recare onore a Dio. Prima di venire sulla terra come uomo, il Figlio di Dio lavorò con il Padre nel fare tutte le cose materiali dell’universo. È descritto come un Artefice. — Col. 1:15, 16; Prov. 8:30, 31.

      In seguito la sua vita fu trasferita sulla terra. Cresciuto, lavorò come falegname. Ma giunse per lui il tempo di compiere un altro lavoro, al servizio del Padre. Questo includeva l’opera di predicare e fare discepoli. — Mar. 1:14, 15; Giov. 18:37.

      Quando Gesù concentrò la sua attenzione su questa nuova attività, essa divenne il principale interesse della sua vita. Si rallegrò di questo nuovo compito. Lo definì il suo “cibo”. (Ebr. 10:7; Giov. 4:34) Il modo in cui visse mostrò che faceva sul serio. Con la condotta, Gesù manifestò la sua convinzione che il Padre avrebbe continuato ad aver cura delle sue necessità materiali mentre lui metteva al primo posto il suo nuovo incarico.

      CIÒ CHE FANNO ALCUNI

      I seguaci di Gesù Cristo riconoscono la responsabilità di provvedere a se stessi e a quelli che dipendono da loro e di avere anche qualcosa da distribuire a qualcuno nel bisogno. (I Tim. 5:8; Efes. 4:28) Tuttavia alcuni vorrebbero non essere costretti a dedicare così tanto tempo ed energie alle attività secolari. Molti vorrebbero avere più tempo da dedicare all’opera di predicare, insegnare e fare discepoli. Senti questo desiderio? Alcuni sono riusciti a sistemare le proprie cose per avere più tempo da dedicare a quest’opera, riservandole il posto principale nella loro vita.

      Un testimone di Geova che vive a New York lavorò per anni come impiegato di una ditta di importazioni/esportazioni, con un buono stipendio. Anche la moglie lavorava. Ma volevano dedicare più tempo all’opera di fare discepoli.

      La moglie del datore di lavoro si lamentava che il marito non riusciva a trovare una persona di fiducia che facesse le pulizie nel luogo di lavoro. Quindi il Testimone si offrì di pulire i locali per un certo prezzo. L’offerta fu accettata. La coppia si sentì incoraggiata e decise che se avessero trovato uno o due altri lavori come quello, non avrebbero più avuto bisogno di lavorare a tempo pieno.

      Ora lavorano assieme in una piccola impresa di pulizie. Gli introiti sono notevolmente inferiori rispetto a prima, ma bastano per vivere confortevolmente. Entrambi sono molto felici di poter ora dedicare più tempo alla ricerca di persone che si interessano della Bibbia. Hanno anche la possibilità di dedicare il tempo necessario a discutere e studiare la Bibbia con loro.

      Una madre di cinque figli, tutti a casa, voleva partecipare più pienamente all’opera di predicazione. Predispose quindi le cose in tal senso. Assegnò ai figli il compito di rifarsi il letto e di rimettere in ordine la propria stanza prima di colazione. Ciascun figlio ricevette anche il compito di spolverare e rassettare un’altra camera della casa. Spesso la madre si alzava presto per fare il resto delle pulizie, il bucato e da mangiare. Perciò quando i figli erano pronti per andare a scuola, generalmente lei era pronta per andare a fare discepoli nella zona finché i figli non tornavano da scuola.

      PREDICARE E FARE DISCEPOLI A TEMPO PIENO

      Quasi in ogni paese del mondo diversi hanno disposto le loro cose per poter fare i “pionieri” (proclamatori della “buona notizia” a tempo pieno). A volte questo richiede sostanziali modifiche del programma quotidiano. Ciò che li ha aiutati a provare gioia e a sentirsi soddisfatti è l’esempio del Maestro. Egli provava pietà per le persone che serviva. Le considerava “pecore senza pastore”, mal ridotte e disperse. Era pronto a dare la sua vita per loro. Tutti noi possiamo essere incoraggiati dal suo esempio. — Matt. 9:36; 20:28.

      Un pioniere dell’Illinois (U.S.A.), in servizio continuo da sei anni, ha detto: “Questi anni sono stati così felici, soddisfacenti e gioiosi che non ho potuto fare a meno di dirvelo. Prego solo che con la benedizione di Geova io possa continuare a servire a tempo pieno finché c’è del lavoro da compiere”.

      È possibile che le tue circostanze ti consentano di partecipare più pienamente a quest’opera o di organizzarti in modo tale da renderlo possibile? Può esserti d’aiuto parlarne con quelli che sono già nel servizio continuo. Forse puoi incontrarne alcuni ai congressi o alle assemblee di circoscrizione dei testimoni di Geova. Le loro osservazioni e lo spirito che manifestano possono stimolarti in modo da sentirti spinto a dire: ‘Se ci sono riusciti loro, posso riuscirci anch’io!’

      Riscontrerai che, anche se sotto certi aspetti possono essere necessari dei cambiamenti, ciò che più conta è avere FEDE. Puoi essertene già accorto osservando altri o forse hai sperimentato di persona la veracità delle parole di Gesù: “Continuate dunque a cercare prima il regno e la sua giustizia [cioè la giustizia di Dio] e tutte queste altre cose vi saranno aggiunte”. — Matt. 6:24-33.

      Chi si impegna a partecipare il più pienamente possibile alla speciale opera che Geova Dio e Gesù Cristo hanno affidato ai cristiani in questo tempo prova soddisfazione e felicità nella vita. Questo è ciò che Dio si propose per i suoi servitori. Puoi dire questo della tua vita? In caso negativo, può darsi che con alcuni cambiamenti ben meditati e programmati anche tu possa vivere una vita piena e felice.

      Nel dare si prova felicità. Ci si sente incoraggiati e soddisfatti sapendo di aver impiegato pienamente il proprio tempo e le proprie energie nella speciale opera affidata ai cristiani in questo tempo della fine. Sì, ricalcare le orme del Maestro è ciò che ci farà provare la più grande felicità e recherà di conseguenza il massimo onore a Geova. — Matt. 22:37-39; Atti 20:35.

  • Domande dai lettori
    La Torre di Guardia 1980 | 1° luglio
    • Domande dai lettori

      ● Prima di cominciare a studiare la Bibbia mia moglie e io divorziammo, non a causa di immoralità, ma semplicemente perché non andavamo d’accordo. Ora sono un cristiano. Dal punto di vista biblico, sono libero di risposarmi?

      La persona che si trova nella situazione da te descritta può essere scritturalmente libera di risposarsi o no a seconda che il matrimonio sia da ritenersi sciolto o no agli occhi di Dio.

      Il tuo matrimonio è stato legalmente sciolto prima che tu divenissi cristiano, forse su una base legale come l’incompatibilità di carattere. Dal punto di vista dello stato il tuo matrimonio è finito. Ma giustamente tu ti interessi di sapere se il Legislatore universale considera ancora te e la tua precedente moglie “una sola carne”. — Gen. 2:22-24.

      Gesù disse qualcosa che può aiutarci a capire. Dopo aver menzionato che i divorzi venivano ottenuti per vari motivi, egli aggiunse: “Chiunque divorzia da sua moglie, se non a causa di fornicazione [greco: porneía], e ne sposa un’altra commette adulterio”. (Matt. 19:9; 5:32) Quindi l’unica base biblica per un divorzio che renda liberi di risposarsi è la “fornicazione” o porneía, che include l’adulterio e altre gravi forme di immoralità sessuale.

      Perciò, nel caso tua moglie fosse stata colpevole di adulterio, tu avresti avuto una base scritturale per ottenere il divorzio. In questo caso, sia che il divorzio fosse stato ottenuto per adulterio o per qualche altro vero motivo legalmente valido, voi non sareste più “una sola carne”. E se l’adultero fossi stato tu, e tua moglie avesse scelto di non perdonarti e avesse ottenuto il divorzio, sareste entrambi scritturalmente liberi.

      Dici comunque che prima del divorzio non c’era stata immoralità. Perciò, tenuto conto delle parole di Gesù, che motivo ci sarebbe per credere che il divorzio abbia automaticamente sciolto il matrimonio agli occhi di Dio? Anche se quando si diventa cristiani si chiede a Dio di perdonare i peccati passati, questo non significa che vengano cancellati tutti gli obblighi e gli impegni precedenti. (I Giov. 1:7; I Cor. 6:9-11) Facciamo un esempio: diciamo che hai preso in prestito del denaro da un amico, promettendogli di saldare regolarmente il debito. Poi diventi cristiano. Questo cancellerebbe il debito? Difficilmente. Anzi, conoscendo il punto di vista di Dio sul pagamento dei debiti, probabilmente ti sentiresti ancor più in obbligo di mantenere l’impegno. (Sal. 37:21; 15:4; 112:5) Una cosa simile si può dire del matrimonio. Quando ti sei sposato, Dio ha cominciato a considerarvi “una sola carne”. Perciò chiediti: Dio ha qualche motivo per non considerarci più tali?

      Forse sì. Da quando avete ottenuto il divorzio può essere successo qualcosa che agli occhi di Dio ha posto fine al matrimonio. Possiamo capire la cosa considerando la questione alla luce delle parole di Gesù riportate in Matteo 19:9. Benché tu non avessi commesso immoralità, se tua moglie ha divorziato da te e in seguito tu hai effettivamente commesso “fornicazione”, il matrimonio si può considerare sciolto. Lei ti ha respinto e in seguito c’è stata la base biblica per non essere più “una sola carne”. Oppure può essere stata lei a commettere “fornicazione” dopo il divorzio. Come disse Gesù, in tale circostanza il matrimonio si può considerare sciolto agli occhi di Dio, perché c’è un divorzio e ora tu, coniuge innocente, sai che lei è stata immorale.

      Di conseguenza, nel caso che ci prospetti, il fattore determinante per accertare se voi due siete ancora “una sola carne” agli occhi di Dio può essere ciò che è successo o non è successo dopo il divorzio.

      Se capisci che dal punto di vista di Dio non sei scritturalmente libero di risposarti, cosa puoi fare? Una possibilità è quella di cercare di far conoscere la verità biblica al tuo ex coniuge, da cui ora sei divorziato. Potresti riuscire ad aiutare tua moglie a capire che la Bibbia è in grado di trasformare la personalità e ridare

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