-
Pomo, pomoloAusiliario per capire la Bibbia
-
-
dell’Arco di Tito (a Roma), dove sono rappresentati soldati romani che portano il bottino del tempio di Gerusalemme, distrutto nel 70 E.V.
-
-
PontoAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Ponto
Regione dell’Asia Minore settentrionale lungo il Mar Nero. Il nome in un primo tempo si riferiva a quella parte della Cappadocia lungo il Ponto Eusino, come era chiamato anticamente quel mare. Dal basso corso del fiume Halys a O (presso la Bitinia) il Ponto seguiva la costa fino all’estremità SE del Mar Nero. Lungo la fertile costa il clima è caldo d’estate e rigido d’inverno. All’interno forma l’estremità NE dell’altopiano centrale, interrotto da molti fiumi nelle cui valli venivano coltivati cereali. I pendii dei monti erano coperti di boschi e producevano il legname impiegato per la costruzione di navi. Lungo la costa si faceva sentire l’influenza delle colonie greche, mentre la popolazione dell’interno aveva stretti legami con l’Armenia a E.
Nel I secolo E.V. il termine “Ponto” si riferiva all’intera regione geografica lungo la costa o alla parte del Ponto che costituiva una provincia insieme alla Bitinia, o anche alla regione a E che faceva parte della Galazia e su cui regnava Polemone.
Filone, scrittore ebreo del I secolo, dice che ebrei si erano trasferiti in ogni parte del Ponto. Ebrei del Ponto si trovavano a Gerusalemme per la Pentecoste del 33 E.V. (Atti 2:9) Forse alcuni ebrei del Ponto che avevano udito il discorso di Pietro diventarono cristiani e tornarono nel loro territorio. Circa trent’anni più tardi Pietro indirizzò la sua prima lettera canonica (ca. 62-64 E.V.) ai “residenti temporanei dispersi nel Ponto” e in altre parti dell’Asia Minore. (I Piet. 1:1) Poiché menzionava gli “anziani” che dovevano pascere il gregge, nel Ponto esistevano probabilmente congregazioni cristiane. (I Piet. 5:1, 2) L’ebreo di nome Aquila nativo del Ponto si era recato a Roma, e poi a Corinto, dove conobbe l’apostolo Paolo. — Atti 18:1, 2.
-
-
Ponzio PilatoAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Ponzio Pilato
Vedi PILATO.
-
-
PorcoAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Porco
Altro nome del maiale domestico; mammifero di media corporatura, dalle gambe corte e dallo zoccolo diviso, che ha pelle spessa e corpo tarchiato coperto di solito da ruvide setole. Il maiale ha muso tozzo, collo e coda corti. Non essendo un ruminante, ai termini della legge mosaica il maiale non era commestibile né poteva essere usato per i sacrifici. — Lev. 11:7; Deut. 14:8.
Anche se il divieto di mangiare porco dato da Geova non era necessariamente dovuto a ragioni sanitarie, l’uso di questa carne nell’alimentazione comportava e comporta tuttora dei rischi. Poiché i maiali mangiano di tutto, anche carogne ed escrementi, tendono a essere infestati da vari parassiti, fra cui quelli che provocano malattie come la trichinosi e l’ascaridiasi.
Sembra che gli israeliti in generale considerassero il porco particolarmente ripugnante. Quindi le parole “Chi offre un dono, sangue di porco!” esprimono l’estrema ripugnanza per una forma di adorazione. (Isa. 66:3) Per gli israeliti poche cose potevano essere meno appropriate di un maiale con un anello d’oro sul grugno. A questo Proverbi 11:22 paragona la bellezza esteriore di una donna insensata.
Mentre anche altre nazioni non mangiavano porco, i greci ne erano ghiotti. Quindi probabilmente a motivo dell’influenza ellenistica, all’epoca del ministero terreno di Gesù Cristo in Palestina c’erano un bel numero di suini, specie nella Decapoli. Nel paese dei Gadareni c’era almeno un branco di circa 2.000 maiali. Quando Gesù permise ai demoni che aveva espulsi di entrare in quel grosso branco, gli animali, dal primo all’ultimo, si lanciarono oltre un precipizio e annegarono nel mare. — Matt. 8:28-32; Mar. 5:11-13.
I DEMONI SCACCIATI CHE ENTRARONO NEI PORCI
Non si può far colpa a Gesù di aver permesso che i demoni entrassero nei porci, specie dal momento che potevano benissimo esservi implicati certi fattori non specificati; è possibile per esempio che i proprietari dei porci fossero ebrei, e quindi colpevoli di inosservanza della Legge. Naturalmente non era necessario che Gesù esercitasse la preconoscenza a proposito di quello che i demoni avrebbero fatto una volta entrati negli animali impuri. E può darsi che i demoni volessero impossessarsi dei porci per trarne qualche innaturale piacere sadico. Sarebbe pure ragionevole pensare che un uomo valga molto più di un branco di porci. (Matt. 12:12) Inoltre tutti gli animali in effetti appartengono a Geova che ne è il Creatore, e perciò Gesù quale rappresentante di Dio aveva ogni diritto di permettere che i demoni si impossessassero del branco di porci. (Sal. 50:10; Giov. 7:29) Il fatto che entrassero nei maiali dimostrava in modo molto vigoroso che i demoni erano stati espulsi dagli uomini e rendeva ben evidente agli osservatori il danno che subiscono le creature carnali quando sono preda dei demoni. Dimostrava agli osservatori umani sia il potere di Gesù sui demoni che il potere demonico sulle creature carnali. Tutto questo poteva secondare l’intento di Gesù e spiegare perché permise che gli spiriti impuri entrassero nei porci.
USO ILLUSTRATIVO
L’incapacità del porco di riconoscere il valore delle perle servì a Gesù per illustrare come non sia saggio condividere cose spirituali con chi non ha alcun apprezzamento per pensieri e insegnamenti spirituali. (Matt. 7:6) Anche nell’illustrazione di Gesù del figlio prodigo, la degradazione del giovane era accentuata dal fatto che aveva accettato di fare il guardiano di porci, occupazione veramente spregevole per un ebreo, e che era arrivato al punto di desiderare il miserabile pasto di quegli animali. — Luca 15:15, 16.
L’apostolo Pietro paragonò i cristiani che tornano alla loro condotta di un tempo a una scrofa che torna a rotolarsi nel fango dopo esser stata lavata. (II Piet. 2:22) È però evidente che, in quanto al maiale, questa illustrazione non intendeva andare oltre l’aspetto esteriore delle cose. In effetti il maiale, in condizioni naturali, non è più sporco di altri animali, anche se a volte si rotola nel fango per rinfrescarsi durante la calura estiva e per eliminare parassiti esterni dalla pelle.
-
-
PorcospinoAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Porcospino
Grosso roditore dai caratteristici aculei protettivi. Ci sono notevoli divergenze circa l’esatto significato del termine ebraico qippòdh. Tuttavia, nonostante l’incertezza, c’è buona ragione per tradurre coerentemente qippòdh “porcospino” o “riccio” anziché “civetta”. Lessici antichi e moderni indicano in ogni caso “riccio” o “porcospino” come definizione di qippòdh. Queste lezioni hanno il sostegno della Settanta e della Vulgata, come pure dell’etimologia del termine sia in ebraico che in lingue affini come l’aramaico, l’arabo e l’etiopico antico. Il fatto che sia il porcospino che il riccio si avvolgono a palla in caso di pericolo è in armonia col significato della radice verbale (che significa “raccogliere insieme o arrotolare”) da cui si ritiene derivi qippòdh.
Sulla base delle conclusioni tratte da Isaia 14:23 e Sofonia 2:14 a proposito della desolazione di Babilonia e Ninive, alcuni obiettano che l’animale in questione non sia il porcospino (o il riccio), dato che questo animale non si trova abitualmente negli acquitrini, non canta né si arrampica in cima alle colonne. Comunque secondo Isaia 14:23 non gli stagni folti di canne, ma Babilonia doveva diventare possesso di porcospini. È interessante che un esploratore riferì di aver trovato “una quantità di aculei di porcospino” fra le rovine di Babilonia. Similmente l’accenno a una voce che ‘canta sulla finestra’ nella desolata Ninive può riferirsi a qualsiasi uccello che si poteva appollaiare su una finestra abbandonata o anche al rumore del vento e non necessariamente al porcospino. (Sof. 2:14) In quanto a ‘passare la notte fra i capitelli [la parte terminale alla sommità] delle colonne’, bisogna ricordare che si tratta della descrizione di una città in rovina, quindi le colonne in questione potevano benissimo essere cadute per terra.
-
-
PorfidoAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Porfido
(pòrfido).
Pietra solitamente di colore rosso scuro, violaceo e a volte verde, che contiene cristalli di feldspato potassico. Insieme a marmo e perle, fu usata per pavimentare il palazzo del re Assuero a Susa, in Persia. — Est. 1:6.
-
-
PorporaAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Porpora
Vedi TINGERE, TINTURA.
-
-
PorriAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Porri
Uno dei generi alimentari rimpianti dalla folla mista e dagli israeliti nel deserto. (Num. 11:4, 5) Il termine ebraico hhatsìr, reso “porri” in questo contesto, altrove viene generalmente tradotto “erba” o “erba verde”. Vi è tuttavia buona ragione per fare un’eccezione in Numeri 11:5, infatti la lezione “porri” in questo caso ha il sostegno di antiche versioni come la Settanta, la Pescitta e la Vulgata. Questo genere alimentare è elencato insieme a cipolle e aglio, particolari piante erbacee commestibili molto simili ai porri, indicando che si trattava di una verdura precisa, più che di erba in generale. Inoltre sin dall’antichità in Egitto si faceva largo uso di porri e tuttora vengono comunemente mangiati sia lì che in Palestina.
Il porro è molto simile alla cipolla, da cui si distingue tuttavia per il sapore meno forte, il bulbo sottile cilindrico e le foglie carnose larghe cm 2,5 circa. Lo stelo che sostiene il fiore, terminante in una grossa palla compatta di fiorellini, può raggiungere un’altezza di circa 60 cm. Il bulbo e le foglie di questa pianta biennale vengono cucinati come verdura e usati come condimento; si mangiano anche crudi.
[Figura a pagina 996]
Il porro si distingue dalla cipolla per il sottile bulbo cilindrico
-
-
PortaAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Porta
Passaggio che permette di entrare in una stanza, in una casa o altro edificio e in una città. Consiste di: (1) Un architrave, trave orizzontale di legno o di pietra che delimita in alto il vano della porta e sostiene il peso della struttura sovrastante; (2) due stipiti verticali, uno per parte, su cui poggia l’architrave; (3) la porta stessa; (4) la soglia sotto la porta.
La porta era generalmente di legno, e di solito girava su cardini inseriti in un apposito incavo dell’architrave e della soglia. (Prov. 26:14) I cardini spesso erano di legno. La porta di una casa media era piccola e disadorna. La soglia era generalmente di legno o di pietra. Le porte delle case e delle città a volte erano rinforzate con sbarre o travi trasversali di legno o di ferro (Isa. 45:2; Deut. 3:5; II Cron. 8:5; 14:7), di solito fissate in modo da poter scorrere in appositi incavi praticati negli stipiti. Esistevano anche battiporta metallici, ma la Bibbia non precisa che gli ebrei li usassero. Per farsi sentire da chi era in casa, si bussava alla porta di casa o dell’androne. — Cant. 5:2; Atti 12:13.
La Bibbia menziona diversi tipi di porte: (1) Porta dell’accampamento (Eso. 32:26, 27); (2) porta della città (Ger. 37:13); (3) porta del cortile del tabernacolo (Eso. 38:18); (4) “porte del Castello che appartiene alla casa” (Nee. 2:8); (5) porte del tempio (Atti 3:10) e (6) porta di una casa. — Atti 12:13, 14.
LE PORTE DELLE CITTÀ
Le città di solito avevano il minor numero possibile di porte, dato che questi erano i punti vulnerabili delle fortificazioni, e alcune città avevano una sola porta. Dove c’erano mura interne ed esterne, c’erano naturalmente porte in entrambe le mura. Le porte più antiche avevano un ingresso a L per impedire l’accesso al nemico. In seguito, dopo l’introduzione dei carri da guerra (ca. XVIII secolo a.E.V.), le porte delle città avevano un ingresso rettilineo, diretto. In alcune rovine sono state scoperte porte di città costituite da un ingresso fiancheggiato da torri quadrangolari che portava in un vestibolo lungo dai 15 ai 20 m. Il passaggio attraverso il vestibolo era fiancheggiato da ben sei pilastri, che restringevano il passaggio in tre punti. In alcuni casi gli androni più profondi avevano due o tre porte successive. Piccoli locali ricavati all’interno delle pareti del vestibolo servivano come posti di guardia. Nel tempio visto in visione da Ezechiele, alle porte c’erano simili “camere della guardia”. (Ezec. 40:6, 7, 10, 20, 21, 28, 29, 32-36) A volte le porte della città avevano un vestibolo coperto, anche a più piani, com’è evidente dalle scale rinvenute all’interno. — Confronta II Samuele 18:24, 33.
Sono state scoperte antiche città fortificate che avevano porticine laterali. Queste a volte si aprivano alla base dei bastioni e in tempo di pace consentivano agli abitanti il facile accesso nella città. Durante un assedio erano usate evidentemente dai difensori per fare sortite e attaccare gli assedianti, avendo allo stesso tempo la protezione del tiro dei loro compagni sulle mura.
Di solito le porte di una città erano di legno rivestito di lastre metalliche; altrimenti il nemico avrebbe potuto appiccarvi il fuoco. A volte potevano anche essere di ferro, come avveniva ai giorni degli apostoli. (Atti 12:10) Si dice che le mura di Babilonia avessero porte di rame con sbarre di ferro. (Isa. 45:2; confronta Salmo 107:2, 16). Alcune porte venivano sprangate con sbarre di legno. (Naum 3:13) In Siria sono state rinvenute massicce porte di città costituite da un’unica lastra di pietra dello spessore di parecchi centimetri e alta circa 3 m, che girava su cardini fissati sopra e sotto. Tenendo conto di ciò, non fu davvero impresa da poco quella di Sansone, che divelse i battenti della porta di Gaza con relativi stipiti e sbarra e li portò fin sulla cima del “monte che è di fronte a Ebron”. Naturalmente poté far ciò grazie alla forza infusa dallo spirito di Geova. — Giud. 16:3.
LORO FUNZIONE
Le porte della città erano centri dove si svolgeva la vita
-