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Traiamo beneficio dalla coscienza che Dio ci ha datoLa Torre di Guardia 1983 | 1° gennaio
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non gli impedì di ‘perseguitare la congregazione’ e di ‘spirare minaccia e assassinio contro i discepoli del Signore’. — Filippesi 3:4-6; Atti 9:1, 2.
5 Questi esempi mostrano che la nostra coscienza può trarci in inganno. Dovendo prendere molte decisioni che non sono previste da specifiche leggi bibliche ma che sono questioni di coscienza, dobbiamo sapere come possiamo addestrare la nostra coscienza per trarne il massimo beneficio. Ci sono tre aspetti che ora considereremo.
Cosa indica la Parola di Dio?
6, 7. Qual è un modo in cui la Parola di Dio può aiutarci nelle questioni di coscienza?
6 La perfetta Parola di Dio contiene molte informazioni o princìpi che possono farci capire come la pensa Dio ed educare la nostra coscienza. Come abbiamo già visto, Giuseppe non aveva nessuna legge scritta di Dio contro l’adulterio. Ma la sua coscienza era dovutamente addestrata. Senza dubbio Giuseppe ragionò sul fatto che Dio si era proposto che marito e moglie (“i due”) fossero una sola carne, senza l’intrusione di una terza parte adulterina. Inoltre Giuseppe conosceva di certo un episodio che aveva avuto come protagonista Abraamo, l’amico di Dio, e che faceva luce sul pensiero di Dio circa l’adulterio. — Matteo 19:5; Genesi 2:24; 20:1-18.
7 Anche noi possiamo trarre beneficio dalle Scritture, in modo analogo. Per esempio, supponiamo di dover decidere se accettare un invito a pranzo o a trattare affari con una persona di un’altra nazionalità, razza o estrazione sociale. Questa è una decisione di natura personale. Se però abbiamo assimilato dalla Bibbia lo spirito imparziale e leale di Dio, la nostra coscienza educata neutralizzerà qualsiasi pregiudizio esista nell’ambiente in cui siamo cresciuti. Quindi ci comporteremo di conseguenza. (Atti 10:34, 35; Giacomo 2:1-4) I princìpi biblici possono dunque aiutare anche noi.
8. Davanti a una decisione di coscienza, cosa dovremmo fare?
8 Quando dobbiamo prendere una decisione su una questione in modo da ‘mantenere una buona coscienza’, dovremmo vedere quello che dice Geova sull’argomento, perché questo può e deve influire sulla nostra coscienza e sulla nostra decisione. (I Pietro 3:16) Oltre a vedere se vi sono leggi esplicite, dovremmo anche vedere se ci sono princìpi biblici che hanno relazione con l’argomento. Gesù disse o fece qualcosa da cui possiamo capire come la pensava in merito? Possiamo fare ricerche nelle pubblicazioni bibliche che trattano il soggetto. Possiamo anche consultare altri conservi cristiani che potrebbero aiutarci a individuare importanti princìpi biblici. Naturalmente questo non si deve fare con l’idea di scaricare su altri la nostra responsabilità, né si dovrebbe chiedere: ‘Se fossi tu al posto mio, cosa faresti?’ — Galati 6:5.
9. Con quale obiettivo dovremmo prendere una decisione di coscienza?
9 In situazioni che richiedono una decisione personale, i cristiani sinceri devono agire in maniera tale da non rimanere turbati e da avere la coscienza a posto dinanzi a Dio. Dovrebbero veramente poter dire: “La nostra coscienza rende testimonianza . . . che con santità e santa sincerità . . . ci siamo comportati nel mondo, ma più specialmente verso di voi”. (II Corinti 1:12) Il cristiano può dimostrare quanto ama Geova e i suoi princìpi col modo in cui affronta i problemi di coscienza.
Che effetto avrà sugli altri?
10, 11. Quale secondo aspetto relativo alle questioni di coscienza è illustrato da un problema sorto nell’antica Corinto in relazione al cibo?
10 I cristiani vogliono che la loro coscienza li spinga a imitare Dio, per cui un fattore principale nel prendere decisioni che implicano la coscienza dovrebbe essere l’amorevole preoccupazione per gli altri. Questo aspetto fu trattato da Paolo quando scrisse in merito a varie questioni relative al cibo.
11 Nella congregazione di Corinto era sorto uno scrupolo circa la carne che era stata sacrificata agli idoli. Per il cristiano sarebbe stata idolatria mangiare la carne del sacrificio nel corso di una cerimonia idolatrica. Ma Paolo spiegò che non era peccato mangiare la carne avanzata che veniva venduta in una specie di ristoranti annessi ai templi o nei pubblici macelli. (I Corinti 8:10; 10:25; Atti 15:29) Tuttavia alcuni cristiani che un tempo erano stati adoratori di idoli avevano degli scrupoli (avevano cioè una coscienza debole) a mangiare tale carne anche quando era venduta pubblicamente senza alcuna connessione religiosa. Pur non condonando le coscienze deboli, Paolo esortò gli altri a tener conto di questi fratelli. Non sarebbe stato amorevole fare qualcosa che potesse farli inciampare o farli sentire liberi in coscienza di partecipare di nuovo a riti idolatrici.
12, 13. Perché si deve tenere conto delle opinioni e della coscienza altrui? Illustrate.
12 Paolo manifestò lo spirito che tutti dovremmo avere: “Se il cibo [o qualsiasi altra cosa] fa inciampare il mio fratello, non mangerò mai più carne”. Se in una questione che è lasciata alla nostra coscienza, e in cui siamo quindi liberi di agire, non teniamo conto della coscienza altrui e in tal modo ‘roviniamo i nostri fratelli per i quali Cristo è morto’, potremmo perdere il favore di Dio. Paolo chiese: “Perché sarebbe la mia libertà giudicata dalla coscienza di un’altra persona?” (I Corinti 8:3, 11-13; 10:29) Anche se la persona pensa che una faccenda sia una ‘questione personale di coscienza’, se danneggia altri può attirare su di sé l’avverso giudizio di Geova. Questo mostra quanto può essere ingannevole pensare che ‘se la mia coscienza me lo permette, è tutto a posto’.
13 Prendete il caso di una coppia di coniugi che studiavano la Bibbia, frequentavano le adunanze ed erano prossimi al battesimo. Un anziano della congregazione raccontò al marito di essere andato a vedere un certo film, e che gli era piaciuto. L’uomo esclamò: ‘Vuoi dire che vai a vedere quel genere di film?’a L’anziano cercò di scusarsi, dicendo che alcuni di quei film vietati (che persino il mondo considera discutibili) hanno un certo valore se non si fa caso agli aspetti spiacevoli. Ma a quanto pare l’uomo ne rimase turbato, e dopo quell’episodio il suo progresso fu più lento di quello della moglie. Se l’anziano avesse riflettuto su scritture come Colossesi 3:2-8, Efesini 5:3-5 e Matteo 7:12, forse esse avrebbero influito sulla sua coscienza e sulla sua condotta. — I Corinti 9:22, 25-27.
14, 15. Come può influire la coscienza del corpo degli anziani su certe questioni personali?
14 La considerazione per gli altri include anche il non chiedere loro di approvare qualcosa che va contro la loro coscienza. Per esempio, gli anziani della congregazione hanno la responsabilità di decidere se permettere che nella Sala del Regno si tenga una cerimonia nuziale, come sarà tenuta, come sarà addobbata la Sala, e così via.b Gli anziani di una congregazione scrivono: “In un matrimonio tutte le damigelle sono sfilate nel corridoio centrale della Sala sventagliandosi. Nel matrimonio successivo si è voluto superare il primo, per cui le damigelle sono sfilate facendo roteare gli ombrellini. Il successivo doveva essere ancora più bello e sfarzoso; volevano venti damigelle e altrettanti accompagnatori dello sposo. La Sala cominciava a diventare un circo”.
15 Era ‘una questione di coscienza’ da decidersi privatamente? No. Anche se la coscienza dei due fidanzati poteva permettere loro di esagerare andando agli eccessi, non si poteva ignorare la coscienza collettiva degli anziani. Questi ultimi, pur non volendo imporre i loro gusti personali, hanno a cuore la pace, l’armonia e la spiritualità dell’intera congregazione. E dovrebbero coscienziosamente aiutare gli altri affinché ‘sappiano come devono condursi nella casa di Dio, che è la congregazione dell’Iddio vivente, colonna e sostegno della verità’. — I Timoteo 3:15; I Corinti 10:31.
16. Dovendo prendere una decisione che spetta alla vostra coscienza, cosa dovreste considerare?
16 Quando dobbiamo prendere una decisione su ‘una questione di coscienza’, abbiamo quindi bisogno di riflettere (1) su ciò che dice in merito la Parola di Dio e (2) su come la nostra decisione può influire su altri o coinvolgerli. C’è comunque un terzo aspetto importante da considerare.
Che effetto avrà su di noi?
17. Come influì la coscienza su un fratello di New York?
17 Una rivista (Natural History, agosto 1981) parlava in un articolo di un gruppo di fattorini di New York che consegnano in bicicletta pacchi e lettere a uomini d’affari in tutta la città. Fra i vari esempi di persone che hanno intrapreso questo tipo di lavoro, c’era il seguente: “Donald, un fattorino di 41 anni, riesce a mantenere la moglie e un figlio di 15 anni con quello che guadagna. Prima Donald sviluppava pellicole fotografiche, ma ha abbandonato tale professione perché, come testimone di Geova, non poteva acconsentire ad avere in alcun modo a che fare con la produzione di materiale pornografico. Come fattorino, non solo ha la coscienza a posto, ma può anche smettere il lavoro quando vuole per dedicare più tempo al proselitismo”.
18. (a) Come può essere arrivato a tale decisione questo fratello? (b) Che lezione possiamo trarre da questo?
18 Vari fattori influiscono sulle decisioni che riguardano il lavoro. (Vedi riquadro qui sotto). Come nel caso di Donald, supponiamo che un cristiano lavori per una ditta che sviluppa pellicole: istantanee, filmini, spezzoni pubblicitari, pellicole cinematografiche. Gradualmente la ditta comincia a trattare materiale pornografico. A un certo punto la coscienza del cristiano comincerà a disturbarlo. Forse si accorge che lo stanno coinvolgendo nella pornografia o in altre attività illecite. Per il fatto che viene identificato con una ditta che tratta materiale pornografico o per quello che gli viene chiesto di fare, egli può capire che deve andarsene, se vuole continuare a essere “irreprensibile”. Questo interessa in particolare coloro che hanno o aspirano ad avere privilegi nella congregazione. Nel cercare un altro lavoro, egli può avere fiducia nella benedizione di Geova. (I Timoteo 3:2, 8-10; Romani 13:5) Senza dubbio ci sono molti cristiani che hanno lasciato lavori simili per non essere contaminati dall’impurità. (Confronta Matteo 5:28). Perciò, quando ci troviamo davanti a una decisione di coscienza, dovremmo chiederci: ‘Se faccio o non faccio questa cosa, che effetto avrà su di me?’ Non dobbiamo assolutamente ignorare la nostra coscienza, desensibilizzandola e aumentando così le probabilità di fare il male in futuro. — I Timoteo 4:2; Giuda 10; Efesini 4:18, 19.
19, 20. (a) In che modo sia la coscienza che la fede possono influire sul nostro ministero? (b) Ricchi o no, quale dovrebbe essere il nostro desiderio?
19 Riflettendo sulla coscienziosa decisione presa da Donald, notiamo che oltre al suo desiderio di avere una buona relazione con Geova egli desiderava proclamare maggiormente la sua fede. Questo concorda col fatto che Paolo abbinò la coscienza alla fede, dicendo: “L’obiettivo di questo mandato è l’amore da un cuore puro e da una buona coscienza e dalla fede senza ipocrisia”. — I Timoteo 1:5.
20 È lodevole quando la fede di una persona e il suo desiderio di avere una buona coscienza la spingono a fare cambiamenti affinché ‘i suoi passi non vacillino’ e possa dedicare più tempo e attenzione a proclamare “tutto il consiglio di Dio”. (Atti 20:26, 27) Ma come dovremmo considerare quelli le cui circostanze sembrerebbero permettere loro di predicare di più ma che però non lo fanno? Forse guadagnano molto col loro lavoro o con qualche impresa commerciale e sembrano aver già raggiunto una notevole agiatezza economica che consentirebbe loro di vivere comodamente in questo sistema. Eppure, invece di rallegrarsi nel fare discepoli a tempo pieno come pionieri, continuano a lavorare per ampliare le loro attività commerciali, avere una casa ancora più bella e altre comodità.c (Confronta Marco 10:17-22; Luca 12:16-21). Non spetta a noi giudicare gli altri sotto questo aspetto, perché “ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio”. Piuttosto, la nostra fede senza ipocrisia ci spinga a servire pienamente Dio così da poter avere una buona coscienza. — Romani 14:1-4, 10-12.
Guidati da una buona coscienza
21. Che effetto positivo può avere la nostra coscienza su di noi?
21 Una coscienza cristiana dovutamente educata e sensibile ci guiderà aiutandoci a fare il bene. Fu così nel caso di Paolo. Egli aveva talmente a cuore ‘i suoi fratelli’, i suoi connazionali ebrei, che scrisse: “La mia coscienza rende testimonianza con me nello spirito santo, che ho in cuore grande dolore e incessante pena”. (Romani 9:1-3) Sì, fece tutto il possibile per portare loro la buona notizia del cristianesimo.
22. Perché la coscienza può spingerci ad agire più di quanto possano fare le regole?
22 Lo stesso dovrebbe potersi dire di noi. Se apprezziamo l’importanza della coscienza che Dio ci ha dato, non saremo inclini a pensare solo in termini di regole. Le regole o norme possono indicare le esigenze o mete minime. Ma una coscienza spronata dall’amore e dalla fede esigerà probabilmente da noi qualcosa di più, spingendoci a fare maggiori sacrifici e a prodigarci. In questo modo trarremo senz’altro beneficio dalla nostra coscienza, la quale ci impedirà di fare cose che possono farci incorrere nel disfavore di Dio e ci aiuterà a fare cose che egli sicuramente approva. Sarà così in particolare mentre la nostra coscienza ci guiderà verso una maggiore partecipazione alla proclamazione della buona notizia. Quale beneficio maggiore potrebbe esserci di quello che Paolo menzionò a Timoteo? Egli disse: “Presta costante attenzione a te stesso e al tuo insegnamento. Attieniti a queste cose, poiché facendo questo salverai te stesso e quelli che ti ascoltano”. — I Timoteo 4:16.
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Una rubrica apprezzata: “La Parola di Dio è vivente”La Torre di Guardia 1983 | 1° gennaio
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Una rubrica apprezzata: “La Parola di Dio è vivente”
DA OLTRE due anni ormai La Torre di Guardia contiene, anche se non in tutti i numeri, la speciale rubrica illustrata di due pagine intitolata “La Parola di Dio è vivente”. Questi articoli sono scritti in uno stile semplice e facilmente comprensibile, particolarmente adatto ai giovani e a coloro che ancora non conoscono bene gli insegnamenti della Bibbia. Vi piace questa rubrica? Ve ne servite per insegnare? Molti lo fanno. Un lettore scrive:
“Desidero esprimervi il mio apprezzamento per l’eccellente serie di articoli ‘La Parola di Dio è vivente’ apparsi sulla Torre di Guardia. Il fatto che gli articoli siano brevi, riccamente illustrati e imperniati su fondamentali dottrine bibliche, ne fa l’ideale per tenere lo studio con i miei figli. Gli articoli inoltre si considerano facilmente grazie all’impaginazione di facile lettura, cosa che consente di potenziare il valore delle vivificanti informazioni.
“Nel servizio di campo spesso lascio le riviste Torre di Guardia aperte a questi articoli, perché sono certo che le figure e i vigorosi sottotitoli insegneranno qualcosa al padrone di casa anche se si limiterà a dare un’occhiata all’articolo”.
Diversi lettori hanno scritto per spiegare gli ottimi benefìci che hanno personalmente tratto da questi articoli. Una donna di Olympia (stato di Washington) scrive:
“Mia figlia ha solo quattordici mesi, ma si appassiona quando sente leggere, specialmente le riviste dei ‘grandi’. Potete immaginare quanto l’abbiano resa felice questi articoli. Il suo libro di ‘racconti’ le piace molto, ma sembra che questi articoli le piacciano ancora di più, perché sono sempre nuovi e diversi. Sono abbastanza brevi e quindi proporzionati al tempo limitato in cui è in grado di prestare attenzione, e le illustrazioni attirano il suo interesse e lo mantengono vivo.
“Il contenuto è anche un buon promemoria per me e per mio marito, e spesso ci ricorda punti che avevamo dimenticato. Abbiamo deciso di ritagliare gli articoli e conservarli in un album, in modo da poterli consultare di tanto in tanto. . . . Li uso in servizio quando vedo che un padrone di casa ha dei figli, e la maggioranza delle persone li accetta lietamente”.
Una lettera analoga è giunta da Colonia, in Germania. “Da molto tempo desideravo scrivere”, dice questo lettore, “per esprimere la mia gratitudine e il mio
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