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Vigorosa identificazione del MessiaLa Torre di Guardia 1966 | 1° aprile
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verace, che l’anno 455 a.E.V., ventesimo anno dell’imperatore persiano Artaserse Longimano, fu un anno notevole il quale diede inizio a un tempo di favore divino per Sion. Fu una delle più importanti date della storia, poiché fu l’inizio delle sessantanove settimane di anni che condussero all’arrivo del Seme della donna di Dio, il Messia, promesso da tempo. — Dan. 9:25.
23. (a) A quale scopo era servita la profezia delle “settanta settimane” di Daniele per la nazione giudaica e per noi oggi? (b) Come vediamo che al tempo della comparsa di Giovanni Battista i Giudei erano consapevoli del tempo additato dalla profezia di Daniele? (c) Che cosa accadde a metà e alla fine della settantesima settimana?
23 Questa rimarchevole profezia di Daniele servì come luce per oltre 400 anni. Non solo: fu uno dei più vigorosi provvedimenti per identificare il Messia alla nazione giudaica e a noi oggi. Prima che i 483 anni scadessero, la profezia relativa al precursore del Messia si adempì e i Giudei udirono Giovanni Battista che annunciava la comparsa del Messia. Infatti, i Giudei attendevano la comparsa del Messia il Condottiero mentre consideravano le profezie, compresa la profezia del tempo di Daniele, e l’opera di Giovanni Battista. Luca 3:15 dice: “Or mentre il popolo era in aspettazione e tutti ragionavano in cuor loro di Giovanni: ‘Che sia egli il Cristo?’” Come aveva predetto Daniele, a metà di questa finale settimana di anni, o dopo i tre anni e mezzo del ministero di Gesù, egli fu stroncato. Morì sul palo di tortura il 14 nisan, a metà dell’anno lunare che cominciava in autunno col mese di tishri. Tre anni e mezzo dopo giunse al termine la settantesima settimana di anni con l’unzione di Cornelio, il primo Gentile che fosse portato nel corpo di Cristo, perché fosse tra il corpo di unti. — Isa. 40:3; Matt. 3:3; Dan. 9:24.
24. Che effetto dovrebbe avere su noi la considerazione di questa profezia di Daniele, che cosa dovremmo fare in merito, e perché?
24 Quando la persona ragionevole pensa alla previsione e al grande potere necessario per far avvenire l’adempimento di una simile profezia, che riguardava non solo individui, ma intere nazioni, non può fare a meno di identificare in Gesù Cristo il Messia o come minimo di darvi la massima considerazione. Quelli che desiderano realmente la vita faranno così, poiché il Messia è il Seme della donna di Dio e il Seme di Abraamo mediante il quale saranno distrutti i nemici di Dio. E per mezzo di lui tutte le famiglie della terra si benediranno esercitando fede in questo unto Re e Condottiero, il Figlio dell’Onnipotente Dio Geova, e seguendone i comandi. — Gen. 22:17, 18.
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I princìpi biblici vi guidano nella scelta del divertimento?La Torre di Guardia 1966 | 1° aprile
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I princìpi biblici vi guidano nella scelta del divertimento?
ECCITAZIONE, conflitto, violenza, passione e bellezza sono preminenti nei divertimenti dei tempi moderni. Possono tener viva la vostra attenzione, accendere la vostra immaginazione, stimolarvi emotivamente e farvi dimenticare per un po’ le personali cure della vita, ma questi non dovrebbero essere gli unici fattori nella scelta del divertimento. I buoni princìpi che regolano la vita quotidiana del cristiano si dovrebbero prendere in considerazione.
Nel primo secolo di quest’Èra Volgare, per esempio, le forme di divertimento popolari presso i Romani erano in contrasto coi princìpi biblici. Per quella ragione i cristiani non si univano alle migliaia di persone che gremivano gli anfiteatri. Che quel divertimento fosse cattivo è rivelato dalla seguente descrizione che ne fa Henry Williams nel suo libro The Historian’s History of the World:
“L’anfiteatro portava il massimo numero possibile di spettatori a lieve distanza dai morti e dai moribondi, e incoraggiava la passione per la vista del sangue, che continuò per secoli a competere in interesse con l’innocua eccitazione della corsa. . . . Quando l’uomo lottava con l’uomo . . . il trasporto del loro sanguinario entusiasmo giungeva al culmine. . . . Gli spettatori fremevano d’eccitazione; si alzavano dai loro posti; urlavano; applaudivano gridando, mentre un colpo più micidiale di un altro era inflitto con la lancia, con la spada, o con la daga, e il sangue vitale sgorgava. ‘Hoc habet’ — ‘l’ha preso, l’ha preso!’ — era il grido che usciva da diecimila bocche, ed era ripetuto non solo da un popolino degradato e abbrutito, ma dalle labbra delle persone reali, dai senatori e dai cavalieri vestiti di porpora, dalle nobili matrone, e persino dalle fanciulle consacrate la cui presenza altrove salvava i criminali dalla loro sorte, ma la cui funzione qui era di mandare il supplicante alla condanna mediante il pollice verso in seguito al suo appello di ottenere misericordia. . . . E dobbiamo ricordare che queste cose non erano fatte casualmente, né sotto l’influenza di qualche strano accesso di frenesia popolare. Erano fatte di proposito, sistematicamente, e con calma: costituivano il principale divertimento”.
L’effetto di questo spaventevole divertimento sulle persone era moralmente degradante. Soffocava le nobili qualità di umana compassione, misericordia, benignità e comprensione. Distruggeva la simpatia per la sofferenza che contribuisce a rendere l’uomo superiore alle bestie brute. Come poteva dunque una persona che aveva accettato i buoni, edificanti e umani princìpi del cristianesimo scegliere tali violente esibizioni come piacevole divertimento?
POSIZIONE DEL CRISTIANO
Non sarebbe stato fuori posto un cristiano tra le moltitudini in un anfiteatro romano? Come poteva gridare insieme agli altri quando un gladiatore ‘l’aveva preso’? Come poteva trovare divertente l’omicidio quando la legge di Dio gli proibiva di assassinare? Come poteva divertirsi nella sofferenza umana quando i princìpi cristiani lo spingevano a mostrare amore ad altri? Come poteva provare piacere alla vista di sanguinosa violenza quando la Parola di Dio gli aveva insegnato ad essere gentile, benigno e pacifico? Guidato dai princìpi biblici, avrebbe dovuto togliere l’arena romana dalle sue fonti di divertimento.
Nemmeno gli spettacoli teatrali dei Romani attraevano i cristiani perché tale divertimento violava i princìpi biblici. Gli spettacoli preparati per divertire il pubblico sfruttavano la corruzione della cloaca morale della vita romana e l’esponevano per divertire il pubblico. Giacché i princìpi scritturali richiedono che i cristiani conducano una vita moralmente pura, come potevano considerare divertenti quegli spettacoli degradanti, come qualcosa di piacevole che meritasse il loro tempo e la loro attenzione? Come potevano provare piacere vedendo e ascoltando ciò ch’era malvagio?
Additando la posizione del cristiano verso i divertimenti dei Romani, lo scrittore cristiano Tertulliano del secondo secolo dell’Èra Volgare scrisse: “Non ci è forse comandato, in maniera simile, di allontanare da noi ogni impudicizia? Per questo motivo, ancora, siamo esclusi dal teatro, che è la peculiare dimora dell’impudicizia, dove non è stimato nient’altro che ciò che altrove è screditato. . . . Le meretrici stesse, anche, vittime della pubblica concupiscenza, son portate sulla scena. . . . Vengono fatte sfilare pubblicamente davanti a persone d’ogni età e condizione, sono rivelati la loro dimora, i loro guadagni, le loro lodi, e questo anche agli orecchi di coloro che non dovrebbero udire tali cose. . . .
“Poiché ogni licenziosità di linguaggio, anzi, ogni parola oziosa, è condannata da Dio. Ebbene, allo stesso modo, è giusto guardare ciò che è vergognoso fare? Come mai le cose che contaminano un uomo quando escono dalla sua bocca, non son considerate tali quando entrano dagli occhi o dagli orecchi — quando gli occhi e gli orecchi son immediati servitori dello spirito — e che non può mai esser puro se i suoi servitori sono impuri? . . . Se le tragedie e le commedie sono le sanguinose e sfrenate, empie e licenziose inventrici di delitti e bramosie, non è bene neppure che si ricordi l’atroce o il vile. A ciò che rigettate in opera, non dovete dare il benvenuto in parola”.
Perché una persona che era fuggita dall’immorale cloaca del mondo e aveva trasformato la sua vita applicando i princìpi scritturali doveva scegliere come divertimento quello che descriveva i peggiori aspetti del mondo, proprio le cose che aveva rigettate divenendo cristiana? Riempiendo la propria mente di tali pensieri corrotti avrebbe indicato di non apprezzare pienamente l’importanza di essere rinnovata nella forza che fa operare la mente per rivestire la nuova personalità che si conforma alla giusta volontà di Dio. (Efes. 4:22-24) Non sarebbe stato coerente che un cristiano si divertisse guardando spettacoli che rappresentavano davanti ai suoi occhi una condotta che i princìpi biblici non gli permettevano di praticare. — 1 Piet. 2:1; 4:3, 4.
Nella Bibbia in Salmo 97:10 (VR) è dato il comando: “Voi che amate l’Eterno, odiate il male!” Se il cristiano odiava il male, non avrebbe voluto guardarlo per divertirsi, non vi pare? Se aveva girato le spalle con tutto il cuore alla malizia morale del mondo quando era divenuto cristiano, non avrebbe desiderato un divertimento che metteva in risalto tale malizia, rivelandola in nauseanti particolari, non è vero? In Efesini 5:3 ci è detto: “La fornicazione e l’impurità d’ogni genere o l’avidità non siano neppure menzionate fra voi, come conviene a persone sante”. Se tali cose non si dovevano neppure menzionare come soggetto di conversazione, come si potevano accettare come divertimento attraverso gli orecchi e gli occhi?
I CRISTIANI OGGI
I princìpi che guidarono i cristiani nel primo secolo dall’Èra Volgare sono gli stessi princìpi che dovrebbero guidare i cristiani oggi. Sebbene oggi il divertimento non includa l’anfiteatro dov’erano combattuti veri combattimenti di vita o di morte, esso comprende “sport” in cui gli uomini si picchiano brutalmente e drammi che pongono in rilievo la depravazione della vita del ventesimo secolo. Così oggi il cristiano, a motivo dei princìpi biblici, dev’essere altrettanto selettivo circa i suoi divertimenti come i primi cristiani.
I programmi presentati alla TV, per esempio, sono stati di sovente condannati per la loro eccessiva brutalità e violenza. Negli Stati Uniti la Sottocommissione del Senato sulla Delinquenza Minorile ha dichiarato: “La misura in cui la violenza e il delitto sono attualmente rappresentati sugli schermi televisivi della nazione è chiaramente eccessiva”. Alla TV e nei cinematografi gli spettatori vedono molto più da vicino la violenza di quanto non la vedessero mai i Romani dai loro posti negli anfiteatri.
Le sordide pellicole che l’industria cinematografica mette sul mercato in molti paesi si basano spesso sulla depravazione sessuale, che difficilmente si possono considerare salutare divertimento per quanto riguarda il cristiano. In considerazione dei princìpi biblici che piacere può trarre egli vedendo passare davanti agli occhi adulterio, ratto, omosessualità e altri temi immorali? Che piacere può provare vedendo la brutalità del criminale mondo della malavita e i vividi particolari di come sono compiuti i delitti?
Quando il cristiano passa dalle pellicole e dalla TV al campo della letteratura, come possono i suoi buoni princìpi permettergli di divertirsi in racconti che trascinano la mente del lettore nella cloaca morale del mondo e fanno eroi persone immorali, crudeli, sadiche e violente? Permetterà egli, come se non avesse affatto nessuna norma morale, che l’autore versi corruzione nella sua mente per ore ogni volta? No, se i princìpi biblici lo guidano.
Alcune pellicole, programmi televisivi, libri e riviste sono informativi e riposanti, ma bisogna scegliere. È vero che, a volte, forse non siete voi a scegliere il divertimento; qualcuno può invitarvi ad andare con lui. Ma prima di accettare l’invito, potete sempre chiedere che cos’ha in programma. Non dovete ignorare i princìpi biblici semplicemente perché altri li ignorano.
I generi di divertimento disponibili sono molti. Molte cose sono salutari. Ci sono giochi all’aperto e in casa a cui può partecipare l’intera famiglia. Che dire di fare giochi biblici con la famiglia, o far festa cantando tutti insieme? O potete avere la gioia di fare una passeggiata insieme nei boschi o sulle colline per godere delle meraviglie della creazione. Queste sono attività che ristorano mentre contemporaneamente vi avvicinano di più a coloro che amate.
Ovunque siate, qualunque cosa facciate, se userete i princìpi biblici per guidare la vostra condotta come risultato sarete benedetti. Sebbene il mondo che ci circonda sia pieno di influenze per corrompere la mente, prestate ascolto all’eccellente consiglio di Filippesi 4:8: “Infine, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose di seria considerazione, tutte le cose giuste, tutte le cose caste, tutte le cose amabili, tutte le cose delle quali si parla bene, se vi è qualche virtù e qualche cosa degna di lode, continuate a considerare queste cose”.
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Apprezzate ciò che Gesù fece per voi?La Torre di Guardia 1966 | 1° aprile
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Apprezzate ciò che Gesù fece per voi?
Che cosa fece Gesù per voi? Come potete mostrare che lo apprezzate?
SECOLI fa alcuni avevano modi strani di mostrare che apprezzavano ciò che Gesù fece per loro: come quelli di perseguitare e far morire coloro che non erano d’accordo con loro. Sì, per mancanza di conoscenza e intendimento c’è stata molta confusione sul modo di mostrare apprezzamento per ciò che Gesù fece per il genere umano; e ce n’è ancora. Infatti, c’è molta incomprensione anche su chi fu e che cosa egli fece. Chi fu questo Gesù? Che cosa fece per voi? Come avrebbe voluto che esprimeste il vostro apprezzamento per ciò che fece per voi?
Per trovare la risposta dobbiamo ricorrere alla Bibbia. Dal quadruplo racconto della sua vita, nei Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, apprendiamo che Gesù nacque in una stalla a Betleem, che da giovane il suo mestiere fu quello di falegname e che all’età di trent’anni cominciò la sua carriera di principale ministro di Dio sulla terra, predicando e operando miracoli. Dopo soli tre anni e mezzo la sua attività fu interrotta essendo giustiziato su un palo di tortura dietro le false accuse che era bestemmiatore e sedizioso. Egli stesso riconobbe d’essere il Figlio di Dio in senso incomparabile e il Messia promesso da tempo. — Matt. 16:16, 17; Giov. 5:18.
CHE COSA FECE GESÙ PER VOI?
Che cosa fece Gesù per voi? Ancor prima
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