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  • Ho visto persone cambiare in modo meraviglioso
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
w81 15/11 pp. 3-8

Ho visto persone cambiare in modo meraviglioso

Narrato da Percy Iszlaub

NEL 1949 un giapponese di nome Kimihiro Nakata uccise due uomini. Era stato pagato per farlo. Quelli erano tempi violenti. Milioni di vite erano state immolate sui campi di battaglia, e per qualche tempo, nel dopoguerra, la violenza continuò.

Mia moglie Ilma ed io eravamo appena arrivati in Giappone come missionari poco dopo la fine della seconda guerra mondiale. Allora Kimihiro aveva solo 18 anni. Il tribunale lo condannò all’impiccagione. Se avesse avuto solo qualche mese di meno, non avrebbero potuto infliggergli la sentenza di morte. Fu inviato nella prigione di Fukuoka e messo nel braccio della morte.

In Giappone normalmente non viene detto al condannato quando sarà giustiziato. La persona può rimanere nel braccio della morte per una settimana, un mese, un anno o molti anni; un uomo vi rimase per trent’anni. In prigione Kimihiro diventò un ribelle e un violento. Afferrava le sbarre della cella e gridava: “Perché non mi uccidete? Fatela finita!” Ma gli anni passavano e la condanna non veniva eseguita.

A suo tempo Kimihiro cominciò a interessarsi di religione. Si procurò una Bibbia e si mise a leggerla con piacere. Gli sorsero però delle domande a cui non riusciva a dare una risposta. Un giorno, a metà degli anni cinquanta, ricevette una copia della rivista Torre di Guardia. Gli era stata inviata da un conoscente, a cui la rivista non interessava. Era proprio quello che Kimihiro cercava. Scrisse alla Watch Tower Society per avere ulteriori informazioni e fu mandato un testimone di Geova a fargli visita. Il Testimone si recò alla prigione e lì, nel braccio della morte, Kimihiro cominciò a studiare la Bibbia.

Nel frattempo, nel settembre del 1957, ricevemmo un’altra assegnazione e fummo mandati a compiere il servizio missionario a Fukuoka. Nello stesso tempo il Testimone che studiava con Kimihiro si trasferì per cui continuai io gli studi settimanali nel braccio della morte. Kimihiro era stato battezzato nel bagno della prigione poco prima del nostro arrivo a Fukuoka.

Trovai dunque un fratello cristiano la cui personalità era cambiata radicalmente. Mentre le visite settimanali continuavano e i mesi passavano, Kimihiro mi diventava sempre più intimo e più caro. Man mano che ci conoscevamo, vedevo delle somiglianze con quella che era stata la mia vita passata. Infatti ho pensato spesso che se avessi continuato la vita di un tempo forse anch’io sarei finito in prigione.

UNA VITA TURBOLENTA

Sono cresciuto in Australia, nel Queensland sudorientale, e cominciai a bere e fumare quando andavo ancora a scuola. Per questo ebbi dei guai con la polizia. Le risse nei bar con altri ubriachi si ripetevano tutte le settimane. Una volta scagliai un bicchiere di birra in faccia a un uomo che mi aveva insultato. Distrussi due automobili mentre guidavo sotto l’effetto dell’alcool ed evitai per un pelo un grave incidente mentre correvo in motocicletta.

Oltre al vizio del fumo e dell’alcool presi quello del gioco. Quando la polizia faceva irruzione nel luogo dove giocavamo, trovavamo un altro posto. Una volta, per vincere una scommessa, entrai a mezzanotte in una sala da ballo affollata in pigiama, con un gelato in mano e una collana di salsicce al collo. Vinsi la scommessa ma persi la corsa con la polizia, che mi accusò di avere turbato la quiete pubblica.

Fui coinvolto anche in una serie di furti, il primo dei quali consisté nello svaligiare un appartamento. Poi feci irruzione in un cinematografo dove portai via denaro e sigarette. Le mie attività illegali assunsero maggiori proporzioni quando un amico ed io rubammo il motore di un’automobile, installandolo in un’altra vettura, che rivendemmo con un buon guadagno.

Il mio sport preferito era il rugby. Giocavo come mediano di mischia. Giocavamo senza esclusione di colpi; il nostro motto era ‘dalle all’avversario’. Un giorno, mentre correvo con la palla, furono quelli della squadra avversaria a “darmele”: ne uscii con due costole rotte e una lesione al diaframma.

UN SENSO DI RESPONSABILITÀ

Nello stesso tempo avevo cura della famiglia. Quando mio padre e mia madre si ammalarono e non poterono più lavorare, per dare una mano in famiglia interruppi gli studi e trovai lavoro come meccanico di automobili. Avevo solo 14 anni. Dieci anni dopo, nel 1940, dirigevo un garage con 17 meccanici alle mie dipendenze.

In quei giorni uno dei principali divertimenti era quello di andare a ballare il sabato sera. Suonavo la cornetta in un’orchestrina. Spesso il sabato smettevo di lavorare verso mezzogiorno, mi recavo in una città lontana dove suonavo fino a tarda notte e rientravo all’alba. Andare a ballare il sabato sera e corteggiare le ragazze erano cose molto importanti nella mia vita.

INFLUENZATO POSITIVAMENTE

Avevo 23 anni quando conobbi Ilma a una festa da ballo. Cominciammo a vederci regolarmente, prima alle feste, ma poi lei comincio a venire a casa nostra. Ilma e mia madre diventarono buone amiche. Le dissi subito che avevo intenzione di sposarla. Che cambiamento produsse questa relazione nella mia vita!

A questo punto devo menzionare che alcuni anni prima mia madre era diventata una testimone di Geova. Era una cosa che detestavo. Mi vergognavo del fatto che offriva letteratura biblica per strada ai passanti. Facemmo discussioni perché lasciasse perdere, ma inutilmente. E le dissi che non volevo parlasse con Ilma della sua ‘stupida religione’.

Ad ogni modo una sera, dopo un ballo, Ilma ed io stavamo parlando della guerra, della seconda guerra mondiale, che era cominciata da poco, nel settembre del 1939. Nel corso della conversazione furono menzionate le condizioni del mondo e Ilma disse: “Non vorresti che fosse stabilito un governo giusto che portasse condizioni pacifiche sulla terra?”

“Certo”, replicai, “ma chi può stabilirlo? L’uomo ci prova da anni e dove siamo arrivati? Abbiamo cominciato una guerra mondiale!”

“L’Onnipotente Dio può stabilirlo e lo stabilirà”, rispose Ilma.

“Allora come mai l’Onnipotente non ha fatto niente finora? Guarda quante sofferenze sta causando ovunque la guerra. Cosa mi rispondi, mia cara?”

Ilma rispose alla mia domanda, ma non nel modo che pensavo. Tirò fuori un opuscoletto intitolato Governo e pace e cominciò a leggere: “Non può esserci pace duratura senza un governo giusto e retto. Non può esserci un governo giusto e retto senza pace”.

Ne convenni. “Ma come può accadere una cosa simile?” volli sapere. “Fammi vedere quell’opuscolo”.

Me lo porse. Guardai la copertina e vidi “Watch Tower Bible and Tract Society . . . Prima edizione: 10.000.000 di copie”. Andai su tutte le furie! “Come l’hai avuto?” chiesi.

“Da tua madre”, disse, “e l’ho letto e ci credo”.

Apprendendo che mia madre aveva parlato a Ilma di religione mi arrabbiai ancora di più. Qualche settimana prima Ilma aveva fatto a mia madre una domanda su qualcosa che la lasciava perplessa. “La mia chiesa insegna che i malvagi vanno all’inferno e i buoni in cielo”, cominciò. “Be’, io non mi sento abbastanza buona per andare in cielo, ma non sono così cattiva da dover andare all’inferno. Dove andrò allora?”

Mia madre fu felice di cogliere l’occasione per parlare ad Ilma del proposito che Dio aveva in origine di fare della terra un paradiso e di come quel proposito sarà presto adempiuto sotto il dominio del suo regno. Citò scritture come Salmo 37:11 e 29 che dice: “I mansueti stessi possederanno la terra; e in realtà proveranno squisito diletto nell’abbondanza della pace. I giusti stessi possederanno la terra, e risiederanno su di essa per sempre”. E spiegò che Gesù aveva anche promesso al malfattore il quale morì poi accanto a lui che lo avrebbe riportato in vita in quel paradiso terrestre. — Luca 23:43.

Così quando Ilma veniva a trovarci nei fine settimana, mia madre mi chiedeva gentilmente di andare al mercato a prendere qualcosa per cena. Mentre ero via si dava da fare per considerare soggetti biblici con Ilma. Da quanto tempo durasse la cosa non lo so, ma quella sera andai in bestia.

Dissi a Ilma che mia madre non avrebbe dovuto parlarle della sua religione perché non ero d’accordo. Allora Ilma mi chiese: “Non credi nella libertà?”

“Certo che ci credo!”

“Allora, non sei un ipocrita?” ribatté.

Mi avevano detto cose peggiori, ma stavolta la cosa era diversa, perché veniva da Ilma. “Hai detto che sarebbe meraviglioso se ci fosse un governo pacifico”, proseguì. “Ma quando hai sentito che sono i testimoni di Geova a dire come Dio porterà una tal cosa, non ti interessa”.

Questo mi diede da pensare e così me ne andai stizzito e brontolando. Dopo una settimana telefonai a Ilma per chiederle se potevo andare a trovarla. “Sì, se ti comporti da persona ragionevole e sei disposto a parlare delle cose di cui abbiamo parlato l’altra sera”, disse.

Andai dunque a farle visita e le domandai cosa le faceva credere alla “religione di Rutherford”, come la chiamavo io. (J. F. Rutherford era allora presidente della Watch Tower Society). “È stata la prima volta che ho sentito queste cose meravigliose”, disse. “Hanno senso per me. Quando tua madre ha risposto alle mie domande mi sarei messa a ballare per la gioia. Ho capito che era la verità sin dal primo momento”.

Devo ammettere che non avevo nessuna voglia di ballare. Ma ascoltai alcune scritture e accettai di andare a fondo. E l’8 dicembre 1939 ci sposammo.

GRANDI CAMBIAMENTI NELLA MIA VITA

“Va bene, faremo venire qualcuno a studiare la Bibbia con noi”, dissi a Ilma. “Ma non voglio mia madre né la sua amica di 70 anni”. Credevo sinceramente che fosse una religione per vecchie signore. Così venne una coppia di ministri dei testimoni di Geova in servizio continuo.

Dapprima feci molte discussioni. Non riuscivo a capire, ad esempio, come il primo uomo Adamo avesse potuto peccare se era perfetto. Mi pareva che Dio non avesse fatto un gran buon lavoro creandolo, se poi era finito male. Ma col tempo capii che Dio aveva creato l’uomo col libero arbitrio, non simile a un robot. Quindi l’uomo aveva la capacità di scegliere il bene o il male.

Passarono febbraio e marzo e il mio interesse crebbe. Un giorno dissi a Ilma: “Andiamo all’assemblea a Brisbane”. Si era in aprile ed eravamo sposati da quattro mesi soltanto. Così ci andammo. Che impressione mi fece! Non riuscivo a credere che ci fossero tanti giovani della nostra età; non era certo una religione di vecchi.

Tornato a casa, presi lo studio ancora più sul serio e cominciai a predicare ad altri con zelo. In una città vicina era diventato Testimone anche un giovane che era appartenuto a una banda rivale, Norman Bellotti. Non più rivali, cominciammo a dare testimonianza insieme. Nelle nostre cittadine molti ci conoscevano e non riuscivano a credere ai loro occhi. Fumo, risse sotto l’effetto dell’alcool, furti, guida sfrenata, gioco d’azzardo, immoralità erano tutte cose del passato. Perché?

I miei occhi dell’intendimento si erano aperti. Credevo veramente con tutto il cuore che Geova Dio avrebbe stabilito un giusto governo, il suo regno per il quale preghiamo. (Matt. 6:9, 10; Dan. 2:44) Questa conoscenza e la gratitudine che provavo mi spinsero a fare grandi cambiamenti nella mia vita. Può darsi che questo mi abbia risparmiato il genere di guai in cui si mise Kimihiro Nakata.

UNA NUOVA VITA

Nel luglio del 1940 Ilma e io decidemmo di andare all’assemblea a Sydney e cominciare poi l’opera di predicazione a tempo pieno, o opera di pioniere, com’è chiamata. Lasciai il lavoro al garage, e vendemmo tutti i mobili che avevamo appena comprato. Telefonai a Norman per dirgli dei nostri progetti. “Aspettatemi! Aspettatemi! Vengo anch’io!” disse. E Norman e sua sorella Beatrice si unirono a noi.

Il 24 luglio 1940, durante un’assemblea nella quale rafforzammo la nostra fede, simboleggiammo tutt’e quattro la nostra dedicazione a Dio con il battesimo in acqua. Dopo di che ci recammo alla filiale della Watch Tower Society a Sydney e chiedemmo un’assegnazione come pionieri. Fummo mandati a Townsville, nel Queensland settentrionale.

La nostra nuova vita non era facile, ma avevamo delle soddisfazioni ed eravamo felici sapendo di fare cosa gradita a Geova Dio.

Nel Queensland settentrionale la stagione delle piogge va da novembre a gennaio. A volte cadevano fino a 40 centimetri di pioggia al giorno e i fiumi straripavano. In un’occasione rimanemmo isolati per parecchi giorni fra due fiumi in piena. Quando finimmo le provviste, mangiammo pomodori selvatici.

Mentre la guerra mondiale continuava, i pregiudizi contro i testimoni di Geova si intensificavano. Nel gennaio del 1941 il governo mise al bando le nostre attività in Australia. Ma noi continuammo a predicare. Norman e io partivamo il lunedì mattina per andare a lavorare zone rurali distanti. Su una bicicletta caricavamo due scatole di libri e sull’altra coperte, una padella e un recipiente con l’acqua per il tè. Intanto Ilma e Beatrice davano testimonianza in città fino al venerdì sera quando facevamo ritorno.

Certe volte le provviste scarseggiavano e Norman e io non avevamo niente da mangiare per un giorno o due. Poi riuscivamo a barattare qualche libro con del cibo. In qualche occasione spaccavamo anche la legna in cambio di un pasto. La notte dormivamo sotto il vecchio ponte di un torrente o più spesso sotto un albero. Per tenere lontani gli sciami di zanzare bruciavamo letame, un mucchio ai nostri piedi e un altro dietro la testa.

MAGGIORI PRIVILEGI DI SERVIZIO

Facevamo i pionieri da alcuni mesi quando un giorno, tornati a casa, trovammo una lettera della Watch Tower Society. Conteneva l’invito di andare a servire alla Betel, la sede dei testimoni di Geova a Sydney. Accettammo con gioia. Ma subito dopo che avevamo cominciato il servizio alla Betel il governo ordinò a tutti i componenti della famiglia Betel di sgomberare e occupò i locali della Società.

Ilma e io fummo mandati a lavorare a Melbourne. Nel periodo del bando predicammo solo con la Bibbia, ognuno per conto suo, per farci notare il meno possibile. Ci sentivamo un po’ soli, ma avevamo le nostre benedizioni. Ilma narra: “Un giorno, mentre ero in servizio, diedi testimonianza a una donna di mezz’età e le parlai della terra paradisiaca. Essa riconobbe immediatamente l’accento della verità. Iniziò lo studio e fece progresso, anche se a quell’epoca eravamo al bando”. Il bando fu tolto nel giugno del 1943.

Nel 1947 lavorammo nella circoscrizione nel Nuovo Galles del Sud, dove prestai servizio come rappresentante viaggiante dei testimoni di Geova. Ci fu poi offerto un nuovo privilegio: l’invito di frequentare la Watchtower Bible School of Gilead, una scuola tenuta a New York per addestrare missionari. Che dovevamo fare?

Avendo interrotto gli studi a 14 anni, ero un po’ preoccupato, e non mi sentivo qualificato per frequentare tale scuola. Ma considerando l’invito come volontà di Dio, rispondemmo come il profeta Isaia: ‘Eccoci! Manda noi!’ (Isa. 6:8) Nel gennaio del 1948, insieme ad altri 17 fratelli dell’Australia e della Nuova Zelanda — incluso il mio compagno pioniere di un tempo, Norman Bellotti — ci imbarcammo per gli Stati Uniti.

Dopo cinque mesi di intenso studio biblico ricevemmo le assegnazioni come missionari. Noi fummo mandati in Giappone.

VITA MISSIONARIA IN GIAPPONE

La nostra prima assegnazione fu la città di Kobe. La casa missionaria era situata su un alto colle da cui si godeva una splendida vista del bel Mare Interno, con barche curiose d’ogni grandezza e forma che sbuffando percorrevano su e giù le rotte marittime. Un faro, che ammiccava fedelmente giorno e notte, guidava i marinai oltre gli scogli sommersi.

Un medico cordiale che abitava accanto a noi fu spinto a dire: “Questa casa missionaria diverrà una sorgente di luce spirituale per le persone del vicinato”. Le sue parole si sono avverate. Allora non c’erano Testimoni locali a Kobe, ma ora ci sono 20 congregazioni con quasi 1.400 proclamatori. Le due figlie del medico furono battezzate più di 20 anni dopo, nella zona di Tokyo.

La nostra casa era senza mobili e aveva bisogno di una bella ripulita. L’erba del giardino era molto alta così la tagliammo e la spargemmo per terra, dormendo vestiti su quest’erba per tre settimane fino all’arrivo dei nostri effetti personali. Le chiamammo per scherzo “Le tre settimane di prurito”.

Fu duro in principio imparare la lingua, particolarmente per me. Dicevo ai fratelli cose come “mangiare” (taberu) le pecore invece di “pascerle” (tabesaseru), o sostenere le “fettuccine” (udon) della Torre di Guardia invece di sostenere la “campagna” (undo) della Torre di Guardia. Tuttavia i fratelli mi aiutarono sempre amorevolmente anche in quei momenti difficili e andammo avanti.

MERAVIGLIOSI CAMBIAMENTI IN ALTRI

Ilma ed io siamo in Giappone da oltre 31 anni. È la nostra casa. Al nostro arrivo c’erano solo tre Testimoni giapponesi in tutto il paese. Ora vi sono oltre 58.400 fratelli e sorelle che proclamano la buona notizia del Regno. In questi anni ho visto tante, tante persone cambiare in modo meraviglioso, persone che erano abituate a fare ‘affari loschi’ e che conducevano vita immorale. Ma poi il loro cuore fu toccato dalle verità della Parola di Dio ed è stato bello vederle cambiare!

Ma il cambiamento più drammatico che abbia visto è stato quello di Kimihiro Nakata, il detenuto ribelle e violento del braccio della morte che aveva ucciso due uomini. Che giovane mansueto e gentile era diventato! È stato uno dei più zelanti proclamatori del Regno che abbia mai conosciuto. “Quando vedo il cielo azzurro dalla finestra della mia cella”, diceva ai visitatori, “come vorrei essere là fuori per aiutarvi a predicare!”

Kimihiro ha aiutato molti anche stando nella sua cella nel braccio della morte. Scrisse ai familiari delle persone che aveva ucciso, dando loro testimonianza, ed essi mostrarono interesse. Diede anche ripetutamente testimonianza ai propri familiari. Studiò Braille e trascrisse in Braille il libro “Sia Dio riconosciuto verace”, l’opuscolo “Questa buona notizia del regno” e articoli della Torre di Guardia e di Svegliatevi! Queste pubblicazioni vennero distribuite in diverse parti del Giappone, incluse scuole per ciechi.

LO SGUARDO RIVOLTO ALLA SPERANZA

Il 10 giugno 1959 una macchina della polizia si fermò davanti alla casa missionaria. Kimihiro aveva chiesto che fossi presente alla sua esecuzione che doveva aver luogo quella mattina. Non dimenticherò mai le sue ultime parole: “Oggi provo forte fiducia in Geova, e nel sacrificio di riscatto e nella speranza della risurrezione. Per un po’ dormirò e se sarà volontà di Geova vi rivedrò tutti in paradiso”. Kimihiro morì per soddisfare la giustizia, dando ‘vita per vita’. Ma non morì come un incallito criminale senza speranza, bensì come un dedicato, battezzato, fedele servitore di Geova.

Sì, ho visto persone cambiare in modo meraviglioso: Kimihiro e me stesso. Malgrado la salute cagionevole, Ilma è ancora la mia fedele compagna nel servizio continuo, un privilegio che abbiamo da oltre 40 anni. Entrambi siamo grati a Geova, l’Iddio che può cambiare la vita delle persone.

[Testo in evidenza a pagina 6]

Può darsi che questo mi abbia risparmiato il genere di guai in cui si mise Kimihiro Nakata

[Testo in evidenza a pagina 7]

La notte dormivamo sotto il vecchio ponte di un torrente o più spesso sotto un albero

[Testo in evidenza a pagina 8]

Kimihiro aveva chiesto che fossi presente alla sua esecuzione che doveva aver luogo quella mattina

[Immagine di Percy Iszlaub e sua moglie Ilma a pagina 5]

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