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  • “Sia fatta la tua volontà in terra”
    La Torre di Guardia 1959 | 1° maggio
    • nelle profezie, nelle dichiarazioni dei suoi propositi, affinché non si possa confonderlo con alcun altro che gli uomini adorino come dio. Riguardo al suo nome, la sua Parola scritta, la Bibbia, non è d’accordo con questa recente dichiarazione:c

      43 “I nomi degli dèi non determinano la religione più che i nomi di uomini e di donne non determinino la loro personalità. I nomi originalmente vengono dati e usati senza alcuna idea di confronto o contrasto con altri nomi. . . . Sia Dio, Geova, Bhavani, Ishvari, Allah, Hari, Siva o Rama, è lo stesso Essere che in modo vago viene ricordato da ogni devoto che pronunci il nome che è stato abituato ad associare al mistero dell’universo e all’idea dell’adorazione”.

      44 Al contrario, Gesù insegnò ai suoi discepoli a pregare, non un cosiddetto Madre-Padre Dio,d o un Dio senza nome, ma un Dio il cui nome Gesù stesso conosceva e i sommi sacerdoti israeliti conoscevano. Se il nome personale di Dio, che è Geova, non avesse importanza, perché Gesù avrebbe iniziato la sua preghiera modello insegnando: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome”? Coloro che ascoltarono il Sermone sul Monte di Gesù credevano, non negli dèi dell’India o di altri paesi simili, ma nel Dio che Gesù stesso adorava. Il nome stesso di Cristo onora il nome di questo Dio e Padre celeste, poiché il nome Gesù significa “Geova salva”. — Matt. 1:21, VR nota in calce.

      (Continua)

  • Le acque della vita trovano la via
    La Torre di Guardia 1959 | 1° maggio
    • Le acque della vita trovano la via

      ● Un testimone di Geova che aveva sofferto come obiettore di coscienza nell’Ungheria comunista raccontò come la letteratura biblica giungeva ai ministri cristiani anche nelle prigioni militari. Egli disse:

      ● “Vi erano ordini molto severi nella prigione militare del nono distretto di Budapest. Sembrava completamente impossibile fare entrare qualche cosa di proibito. Eppure le acque della vita trovarono la via per giungere fino ai fratelli attraverso corsi sotterranei. Dopo tre giorni che era stata pronunciata la mia sentenza fui mandato in città a fare un certo lavoro. Dal luogo in cui lavoravo potei mettermi in contatto con i fratelli. I prigionieri pativano grandemente la fame, sia spirituale che materiale. Il nostro menu era costituito esclusivamente da cavoli, carote, fagioli e piselli senza alcun grasso. Quanto al cibo spirituale, non ci era rimasto praticamente nulla.

      ● “Tuttavia, in una certa occasione riuscii a portare un articolo de La Torre di Guardia. Al ritorno dal lavoro avevo con me un secchio sporco di cemento. All’ingresso fui perquisito con molta attenzione e quindi mi fu detto di andare. Di proposito non prestai molta attenzione al mio secchio. Immediatamente la guardia mi gridò: ‘Perché lasci qui questo secchio?’ Lo presi su e lo portai con me. L’articolo de La Torre di Guardia era lì dentro. Avevo coperto il fondo con della carta, sulla carta avevo messo l’articolo, e quindi altra carta coperta col cemento.

      ● “In seguito andai di nuovo fuori a fare delle riparazioni. Grazie ad un soldato potei di nuovo mettermi in contatto con i fratelli liberi. Con del legno feci una cassetta per gli arnesi. La feci con un doppio fondo e vi mettevo in mezzo gli articoli de La Torre di Guardia. Buttavo sempre molti pezzi di ferro taglienti nella cassetta, per cui la guardia non faceva troppe perquisizioni. In tal modo era molto facile far entrare di contrabbando gli articoli di studio. Poiché facevo riparazioni avevo accesso ad ogni cella e potevo così passare il cibo spirituale dagli uni agli altri entro la prigione. Così, per immeritata benignità di Geova, i fratelli ebbero un po’ di cibo spirituale”.

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