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  • L’origine del Natale e dei compleanni
    Svegliatevi! 1978 | 8 dicembre
    • L’origine del Natale e dei compleanni

      SUL quotidiano Gazzetta del Sud del 23 dicembre 1976 sono apparsi questi significativi commenti circa l’origine del Natale e la celebrazione dei compleanni in un articolo firmato da Sandro Leanza: “A questo punto qualcuno potrebbe credere che la data del 25 dicembre, come giorno della nascita di Gesù, abbia almeno a suo favore un’antichissima e costante tradizione ecclesiastica. Ma non è affatto così. Il Natale fu celebrato il 25 dicembre solo a partire dal IV secolo, e in base a considerazioni che non erano di carattere storico, ma di natura teologica. Prima del IV secolo, nella mancanza di precisi dati evangelici, ci si sbizzarrì a proporre le date più disparate talora in base a calcoli assurdi e cabalistici.

      “. . . durante i primi tre secoli regnava una grande libertà individuale nel fissare la data del natale di Gesù, mentre è significativo il disinteresse della Chiesa ufficiale in proposito. La verità si è che . . . la Chiesa in quanto tale, almeno per i primi 3 secoli non si curò di quella ricorrenza e non celebrò ufficialmente una festa liturgica del Natale. . . . Analogamente, la liturgia dei primi 3 secoli non conobbe che una sola grande festa, la Pasqua, celebrazione della morte e della Resurrezione di Cristo. . . .

      “A questo proposito non è fuor di luogo ricordare che il cristianesimo antico celebrava anche le festività degli Apostoli e dei martiri non già nel giorno della nascita, ma in quello della morte, considerato il vero ‘dies natalis’, il giorno della nascita alla vita eterna. In questo si opponeva polemicamente all’uso pagano, che celebrava invece il ‘dies natalis’ della nascita carnale. In questo senso, anche l’uso moderno di festeggiare il genetliaco è da considerare una pratica schiettamente pagana. Infatti Origene (sec. III) critica aspramente quei cristiani che, conformandosi alle pratiche dei pagani usavano festeggiare il giorno della nascita (Comm. a Matt. 14, 6; Omel. sul Levit. 8, 3). Nella Bibbia solo dei pagani e dei personaggi empi si ricorda che festeggiavano il giorno della loro nascita: come il Faraone ed Erode, Antipa (Marc. 6, 21) . . . Ma perché fu scelto il 25 dicembre? Il 25 dicembre era per la religione pagana la festa del dio Sole. Era stato Aureliano, nel 274, ad introdurre nell’Impero il culto del ‘Sol invictus’, identificato col dio Mitra: celebrazioni solenni e giochi si svolgevano nella capitale il 25 dicembre, considerato dal calendario romano giorno del solstizio d’inverno e inizio dell’anno astronomico. . . .

      “Nel sec. III-IV insomma, il culto di Mitra era assai diffuso nell’impero, dove aveva molti adepti specialmente tra i soldati. C’è, anzi, motivo di credere che questo culto facesse una seria concorrenza al cristianesimo, pur già solidamente affermatosi. La Chiesa volle, dunque, contrapporre polemicamente alla festa pagana che celebrava la nascita del Sole–Mitra, la festa della Natività di Cristo, ‘sole di Giustizia, che reca la salvezza nei suoi raggi’ (Mal. 4, 2 Vulg. 3, 20 ebr.), ‘luce che illumina le genti’ (Luc. 2, 32), ‘luce vera che splende nelle tenebre e illumina ogni uomo’ (Giov. 1, 5, 9)”.

  • La solitudine fa le sue vittime
    Svegliatevi! 1978 | 8 dicembre
    • La solitudine fa le sue vittime

      L’INDICE di mortalità fra i non sposati è significativamente più elevato che fra gli sposati nei gruppi della stessa età, dice il dott. James Lynch dell’Università del Maryland. Uno studio dei dati statistici sui decessi dovuti a varie cause negli Stati Uniti mostra che gli indici di mortalità delle persone vedove e divorziate sono particolarmente elevati.

      Per esempio, i decessi per disturbi cardiaci sono da due a cinque volte più elevati tra i non sposati. Suicidi e tempo trascorso in ospedali psichiatrici e prigioni sono molto più elevati tra i non sposati. Lo studio indica che gli scapoli avevano 23 probabilità in più degli sposati di essere ricoverati in un ospedale psichiatrico, e le donne nubili 10 probabilità in più di quelle sposate. Rispetto agli uomini sposati, la percentuale delle pene detentive era 20 volte superiore fra i divorziati, 18 volte superiore tra i separati, e sette volte superiore tra i vedovi.

      È evidente che la solitudine, senza la speranza di un futuro migliore e senza compagnie incoraggianti e amorevoli, causa angosce mentali ed emotive che abbreviano la vita.

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