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L’ascensore, un sicuro mezzo di trasportoSvegliatevi! 1977 | 8 luglio
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in questo mondo così malvagio come mai prima d’ora.
Rassicuratevi, sono veramente ciò che asserisco di essere: UN SICURO MEZZO DI TRASPORTO, e quindi, ora che mi conoscete più da vicino, spero che al nostro prossimo incontro mi tratterete meglio.
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Ricordo di tempi più tranquilli nell’UlsterSvegliatevi! 1977 | 8 luglio
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Ricordo di tempi più tranquilli nell’Ulster
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nell’Ulster
“TEMPI tranquilli nell’Ulster? Mai stati!” Questa potrebbe sembrare una reazione comprensibile se si considerano le selvagge lotte settarie, gli orribili assassinii, i distruttivi attentati, il tragico spargimento di sangue innocente e l’insensata distruzione di beni che sembrano all’ordine del giorno nell’Irlanda del Nord.
Ma a soli pochi chilometri dal centro della città di Belfast, dove si avverte la tensione, possiamo trovare una vera e propria oasi di indisturbata serenità. È il museo popolare dell’Ulster, che ci ricorda tempi più tranquilli.
È un’opera fantasiosa che evoca il passato. Occupa 55 ettari di terra, ricoperta di bei boschi e parchi tranquilli e illustra in modo rimarchevole le condizioni di vita e di lavoro prevalenti in questa provincia negli scorsi due o trecento anni. Qui, in un ambiente naturale, sono state ricostruite le abitazioni della gente più povera, dei contadini e dei braccianti, dei tessitori e di altri vissuti nell’Ulster negli anni passati. Esaminiamo anzitutto le case dei poveri.
Le case dei poveri
La vostra prima impressione potrebbe suscitare reazioni del genere: ‘Oh, come sono graziose e incantevoli. Guardate quel delizioso tetto di paglia con il fumo che esce a spire dal camino’. Le case sono state demolite nel luogo originale e le pietre e il legname sono stati portati pezzo per pezzo qui, dove sono stati poi rimessi insieme con cura. Una casa ha una sola stanza, non più di tre metri quadri, con il nudo pavimento di terra, spessi muri di pietra e piccole finestre, oltre al tetto basso di paglia.
Tutta la vita si svolgeva ovviamente attorno al focolare dove c’era un caminetto fatto di ciottoli ammucchiati sul pavimento di fango. In questa casa c’è il fuoco acceso per terra e la torba brucia con fiamma luminosa; attorno ad esso sono raccolti tutti i primitivi utensili da cucina.
Qui, su questa grande piastra nera, la donna di casa cucinava i cibi principali,
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Per me l’imprigionamento è stato una benedizioneSvegliatevi! 1977 | 8 luglio
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Per me l’imprigionamento è stato una benedizione
OTTENUTO il diploma della scuola superiore, mi impiegai presso la Banca Nazionale d’Etiopia, e divenni anche diacono nella Chiesa Greco-Ortodossa (copta). Infatti, ero fiero della mia conoscenza della Bibbia. Poi nel 1972 due testimoni di Geova vennero a casa nostra per parlare con me e mia moglie, e noi li invitammo a entrare per parlare delle Scritture. Mi lasciarono una copia del libro La Verità che conduce alla Vita Eterna, ma devo confessare che non lo lessi.
Al loro ritorno, si offrirono di iniziare uno studio biblico con me e la mia famiglia. Rifiutai, preferendo discutere certi soggetti che mi interessavano, come il battesimo e la Trinità. Nella mia chiesa si usava battezzare i neonati, i maschi a quaranta giorni, le femmine a ottanta giorni. Pensavo che i Testimoni avessero torto a non insegnare il battesimo dei neonati, ma, nonostante tutta la mia conoscenza della Bibbia, non potei dimostrare che fossero in errore.
Quando arrivammo all’insegnamento della Trinità, i Testimoni mi mostrarono I Corinti 15:28, dov’è detto che Gesù avrebbe consegnato il dominio al Padre. Non sapevo spiegare come questo fosse possibile e, nello stesso tempo, come potesse esser vero l’insegnamento della Trinità. Pensando che forse ero io a non capire bene l’argomento, menzionai questa scrittura e altre al sacerdote, che rappresentava la chiesa. Al che egli mi chiese immediatamente se avevo parlato con i Testimoni di Geova. “Sì”, gli risposi.
Egli replicò che i Testimoni stavano semplicemente riportando di moda gli insegnamenti di Ario, uno dei primi antitrinitari. Quando insistei per avere una risposta specifica alle scritture presentate, mi disse che aveva da fare e che avrei dovuto tornare più tardi per avere un appuntamento. Tornai quel giorno, solo per sentirmi dire che l’appuntamento era stato spostato a un altro giorno. Tornai più volte al suo ufficio senza poterlo vedere.
Sempre in attesa di incontrarmi con il sacerdote, decisi che non poteva venirmi nessun danno se assistevo alle adunanze dei Testimoni di Geova. Immaginate come mi sentii quando, dopo avere assistito alle adunanze per un mese soltanto, a un’adunanza dell’agosto 1972 arrivò la polizia e ci portò tutti in prigione! Erano stati i capi religiosi locali a istigarla a quest’azione di molestia.
In prigione, dove rimanemmo per un paio di settimane, potei vedere personalmente il vero amore che i discepoli di Cristo manifestano dal profondo del loro cuore. Tutti i Testimoni divisero in parti uguali ciò che avevano, e si mostrarono vera considerazione fra loro. Ci raparono, ciò che mi fece venire in mente l’umiliante trattamento inflitto dagli Ammoniti agli ambasciatori del re Davide. — 2 Sam. 10:1-5.
Le due settimane trascorse in prigione mi permisero di acquistare più conoscenza dei propositi di Geova Dio. Riflettei anche sull’odio (simile a quello manifestato contro Cristo e i suoi primi discepoli) che aveva spinto i capi religiosi locali a farci mettere in prigione. Pertanto alcuni mesi dopo la mia scarcerazione, nel maggio del 1973, mia moglie e io fummo battezzati come Testimoni di Geova. Continuiamo a servire felicemente Dio qui in Etiopia. — Da un collaboratore.
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