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  • La sicurezza spirituale provvedutaci da Dio
    La Torre di Guardia 1975 | 1° maggio
    • l’umanità. Fino a questo giorno i superstiti testimoni di Geova in Europa cercano di rimanere in questa sicurezza spirituale, poiché nell’imminente “grande tribolazione” gli umani mezzi di sicurezza materiali, finanziari e militari non faranno preservare la propria vita nel nuovo ordine di Dio. “I tesori del malvagio non saranno di nessun beneficio, ma la giustizia è ciò che libererà dalla morte”. — Prov. 10:2.

      4. Perché la sicurezza spirituale è preferibile alla sicurezza fisica, e quale salmo biblico la descrive?

      4 Avere la sicurezza spirituale vuol dire avere la propria vita spirituale protetta da Dio in armonia con le Sue esigenze per la vita eterna. Dio approva quelli che hanno la sicurezza spirituale, anche se permette che subiscano la morte per mano del nemico a causa della loro fedeltà verso di Lui. Egli ricompenserà la loro spiritualità mantenuta sino alla morte con la risurrezione alle benedizioni e alle opportunità di vita nel suo giusto nuovo ordine. La sicurezza spirituale è preferibile alla sicurezza fisica che gli uomini materialistici si sforzano di provvedere. La sicurezza spirituale è l’essenziale sicurezza che desideriamo. È la sicurezza descrittaci dal meraviglioso novantunesimo Salmo della Bibbia.

      5. Che cosa si deve dire del compositore del Salmo 91, e su che cosa accentra la nostra attenzione?

      5 L’ispirato compositore del Salmo 91 fu probabilmente lo stesso uomo che scrisse il Salmo 90, al cui ultimo versetto fa seguito il novantunesimo Salmo senza l’interruzione di una soprascritta che dica chi ne è il compositore. In tal caso fu il profeta Mosè, il cui nome è indicato nella soprascritta del Salmo 90. Ma sebbene le circostanze lo indichino, non ve n’è la certezza. Ciò nondimeno, è uno degli ispirati scritti della Sacra Parola di Dio, e questo è ciò che conta, ciò che lo rende verace e fidato. Scritto almeno 460 anni prima della nostra Èra Volgare, non fa nessuna diretta menzione del Messia, l’Unto di Dio, o Cristo, promesso da lungo tempo. Esso accentra la nostra attenzione su Colui che fu la Fonte Divina della sicurezza spirituale anche del Messia, il Cristo.

      6, 7. Come Satana usò Salmo 91:11, 12 nello sforzo di tentare Gesù Cristo, e perché senza successo?

      6 Ad esempio, nell’anno 29 della nostra Èra Volgare, il grande Avversario di Dio applicò i versetti undici e dodici a un certo uomo nel Medio Oriente. Satana il Diavolo, il Tentatore, era deciso a rovinare la spiritualità di questo uomo, abusando ingannevolmente dell’ispirata Parola di Dio. Il Tentatore introdusse in quei versetti del Salmo 91 l’idea della sicurezza fisica. Sostenne che un “figlio di Dio” avrebbe avuto specialmente tale personale protezione e salvaguardia fisica. Per darne la prova al Diavolo e al popolo giudaico, l’uomo doveva gettarsi giù dal parapetto del tempio di Gerusalemme e farsi posare dolcemente dagli angeli sul pavimento del tempio, andando contro le leggi della gravitazione. Questo sarebbe stato come un “segno dal cielo”.

      7 Più che a ogni altro, questo Salmo 91 doveva corrispondere a questo uomo che era stato recentemente unto con lo spirito di Dio per essere il Messia, il Cristo. Il Diavolo ordì quindi ciò che pensò fosse una vera tentazione per questo uomo unto da Dio. Ma l’uomo, Gesù Cristo, capì l’inganno, capì il senso errato attribuito al Salmo 91:11, 12. Rifiutò di abbandonare la sua sicurezza spirituale.

      8. Come Gesù controbatté la tentazione di Satana, e con quale vantaggio per se stesso?

      8 Fece questo citando l’ispirato comando dato per mezzo del profeta Mosè. Il racconto biblico ci dice: “Gesù gli disse [cioè al Diavolo]: ‘È pure scritto: “Non devi mettere alla prova Geova il tuo Dio”’”. (Matt. 4:7; Deut. 6:16) Gesù credeva senz’altro nei santi angeli, ma non credeva che quegli angeli lo avrebbero protetto contro se stesso se cercava impropriamente di sfidare la nota legge divina della gravitazione per fare un’egoistica, temeraria mostra di sé davanti al popolo giudaico nel tempio. In questo caso Gesù, mantenendo saggiamente il suo posto di sicurezza spirituale, protesse la sua sicurezza fisica. Non morì di morte prematura in modo da non adempiere la Scrittura. Si mantenne in vita, “nel luogo segreto dell’Altissimo”. — Sal. 91:1.

      IL “LUOGO SEGRETO DELL’ALTISSIMO”

      9, 10. (a) Negava Gesù che il Salmo 91 si applicasse individualmente a lui? (b) A chi si applica pure questo salmo, e in che modo?

      9 Il Salmo 91 si applica a un tempo in cui vi sono molti pericoli simili a quelli menzionati dal salmista, per dare conforto, fiducia e sicurezza a coloro che attraversano il tempo di pericolo. Gesù Cristo, quando fu sulla terra come uomo, poté prendere a cuore questo salmo meraviglioso, poiché non c’è dubbio che si applicò individualmente a lui. Respingendo la proposta del Diavolo, falsamente basata sui versetti undici e dodici, non negò che il salmo si applicasse giustamente a lui. Se c’era qualcuno che aveva riposto il suo affetto in Geova Dio, questi era Gesù Cristo, in adempimento del versetto quattordici.

      10 Esso si applicherebbe logicamente a tutti i suoi battezzati seguaci che seguono fedelmente le sue orme e ne imitano l’esempio. Non che ciascuno di essi possa dire: ‘Questo salmo si applica individualmente a me come si applicò a Gesù Cristo’. No, ma si applica a questi veri discepoli come classe, e chi si trova in quella classe può trarne forza spirituale. Il salmo non predisse in particolare nessuno dei veri e leali discepoli di Cristo.

      11-13. (a) Dove Rivelazione parla del rimanente di fratelli spirituali di Gesù Cristo, e perché devono stare nel luogo di sicurezza provveduto da Dio? (b) Come il numero de La Torre di Guardia del 1º agosto 1927 mostrò chi era nel “segreto luogo di sicurezza”?

      11 Il libro biblico di Rivelazione, capitolo dodici, versetto diciassette, menziona un “rimanente” di fratelli spirituali di Gesù Cristo che sono sulla terra afflitta dai guai dopo la nascita del messianico regno di Dio nei cieli nell’anno 1914 E.V.

      12 Riguardo ai rimanenti del “seme” della celeste madre di quel regno, Rivelazione 12:17 (Versione Autorizzata [inglese] del re Giacomo) dice: “E il dragone [Satana il Diavolo] si adirò con la donna e andò a far guerra al rimanente del suo seme, che osserva i comandamenti di Dio, e ha la testimonianza di Gesù Cristo”. Poiché Satana il Diavolo e i suoi angeli demonici fanno guerra a questo rimanente del seme della donna sulla terra, il rimanente deve senz’altro essere nel luogo di sicurezza spirituale provveduto dall’Iddio i cui comandamenti il rimanente osserva. In armonia con questo fatto ovvio, nell’articolo “Luogo di sicurezza”, pubblicato nel numero (inglese) de La Torre di Guardia del 1º agosto 1927, il paragrafo iniziale a pagina 227 citò Rivelazione 12:17 e poi disse:

      13 “Quelli che sono del ‘rimanente’ cercheranno sicuramente con diligenza di conoscere il segreto luogo di sicurezza e, essendovi portati, saranno ansiosi di restarvi”.

      14, 15. (a) Con tale intendimento, quale serie di articoli ebbe inizio nel 1927? (b) Questo avvenne otto anni prima che fosse considerata ne La Torre di Guardia quale moderna folla di persone?

      14 Con tale intendimento di quelli che allora dimoravano nel “luogo segreto dell’Altissimo”, ebbe dunque inizio la serie di tre articoli consecutivi sul Salmo 91, intitolati “Luogo di sicurezza”, “Perché nella sicurezza” e “Difesa e sicurezza”, e pubblicati nei numeri (inglesi) de La Torre di Guardia del 1º e del 15 agosto e del 1º settembre 1927.a Avvenne che quel commentario sul Salmo 91 fu pubblicato otto anni prima che cominciasse a formarsi la “grande moltitudine” descritta in Rivelazione 7:9-17 (AV), o dall’anno 1935 in poi. (Si veda l’articolo in due parti intitolato “La grande moltitudine”, pubblicato nei numeri [inglesi] de La Torre di Guardia del 1º e del 15 agosto 1935). Descrivendo questa “grande moltitudine”, l’ispirato apostolo Giovanni dice, in Rivelazione 7:14, 15 (AV):

      15 “Questi sono quelli che uscirono dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro vesti e le hanno rese bianche nel sangue dell’Agnello. Perciò sono davanti al trono di Dio, e lo servono giorno e notte nel suo tempio: e colui che siede sul trono dimorerà fra loro [o: spiegherà su loro la sua tenda, Traduzione del Nuovo Mondo]”.

      16. (a) In quale luogo di sicurezza dovrebbe pure essere la “grande folla”, e perché? (b) A parte Gesù Cristo, chi è predetto nel Salmo 91, e da quando c’è speciale bisogno di applicare il Salmo 91?

      16 Secondo questa descrizione profetica, i fedeli componenti della “grande moltitudine” o “grande folla” (NM) dovrebbero oggi condividere la sicurezza spirituale insieme al “rimanente” del seme della donna nel “luogo segreto dell’Altissimo”. Altrimenti, l’Altissimo Dio non li preserverebbe durante la “grande tribolazione” affinché ne escano vivi sulla terra e nel nuovo ordine di Dio. In quel giusto nuovo ordine quelli della “grande folla” continueranno a rendere sacro servizio a Dio giorno e notte nei cortili del suo tempio spirituale. Si può pertanto vedere che, a parte Gesù Cristo, il Salmo 91 non predisse alcun singolo discepolo di Cristo, ma si riferì in effetti ai suoi battezzati discepoli come classe o congregazione, fino a questo giorno. Il tempo in cui c’è speciale bisogno di applicarlo è dall’anno 1919 in poi, dopo che Satana e i suoi angeli demonici furono espulsi dal cielo e gettati giù nelle vicinanze di questa terra, espulsione che fece seguito alla nascita del messianico regno di Dio nei cieli nel 1914 E.V. — Riv. 12:1-13.

      17. Mentre ora cominciamo a esaminare il Salmo 91, quale personale domanda possiamo farci?

      17 Mentre ora cominciamo a esaminare il Salmo 91, possiamo chiederci personalmente: Appartengo alla classe favorita a cui si fa riferimento e si parla in questo salmo che fortifica la fede? Se possiamo dire Sì, allora possiamo essere sicuri che avremo la sicurezza spirituale descritta nel salmo. Il salmo comincia, dicendo in modo descrittivo: “Chiunque dimora nel luogo segreto dell’Altissimo si procurerà albergo sotto la medesima ombra dell’Onnipotente”. — Sal. 91:1.

      18. Che cos’è quel “luogo segreto dell’Altissimo”, e perché quelli del mondo non lo possono vedere o discernere?

      18 Il “luogo segreto dell’Altissimo” non è il luogo dov’egli risiede nei cieli invisibili agli occhi umani, o anche appartato dalle schiere celesti. Non è il luogo celeste raffigurato dal Santissimo, il compartimento più interno della tenda di adorazione costruita dal profeta Mosè nel deserto del monte Sinai nell’anno 1513 a.E.V. Ivi la presenza divina era simboleggiata dalla miracolosa luce Scechina sospesa sopra il coperchio del propiziatorio dell’aurea Arca del Patto. L’Altissimo non ha bisogno di nessun luogo segreto per sé, per ripararsi dalle minacce e dai pericoli descritti nel Salmo 91. Piuttosto, il “luogo segreto” è il luogo nascosto, il rifugio, che ha provveduto per quelli che adempiono le esigenze esposte nel Salmo 91. È per loro un riparo, un luogo di protezione. Giacché è un luogo di sicurezza spirituale, le persone del mondo non possono vederlo con gli occhi naturali, e non avendo discernimento spirituale, non possono vedere che quelli che vi dimorano sono in tale “luogo segreto”.

      19. (a) In merito a quale contesa furono spiritualmente salvaguardati quelli che sono nel “luogo segreto”, com’è suggerito da quale termine? (b) Quando fu annunciata al mondo questa contesa?

      19 Comunque, la sicurezza spirituale di cui godono coloro che vi dimorano fedelmente attesta che sono proprio lì. I fatti mostrano che sono spiritualmente salvaguardati in merito alla suprema contesa posta ora dinanzi a tutto il cielo e la terra. È la contesa indicata dal termine usato per designare Colui che provvede il “luogo segreto”, cioè “l’Altissimo”. Ah sì, è la contesa della Sovranità Universale. Essa fu portata all’attenzione del mondo dell’umanità durante la seconda guerra mondiale, in cui le nazioni combatterono per il problema di chi dominerà la terra, e alcuni mesi prima che gli Stati Uniti d’America fossero coinvolti in quel conflitto mondiale. All’assemblea internazionale dei cristiani testimoni di Geova tenuta nell’estate del 1941 a St. Louis, nel Missouri, U.S.A., l’allora presidente della Watch Tower Bible and Tract Society pronunciò il discorso sul soggetto “Integrità”. In quel discorso dinanzi a decine di migliaia di congressisti, dichiarò e rese chiaro che la contesa posta davanti a tutta la creazione era quella del Dominio Universale. — Si veda l’articolo principale “Integrità”, pubblicato nel numero (inglese) de La Torre di Guardia del 15 agosto 1941, pagina 245, paragrafo 19.

      20. Quando è il tempo per risolvere questa suprema contesa, e chi sono quelli che vedono la contesa e si schierano a favore di colui che dev’essere rivendicato rispetto ad essa?

      20 Le contese del dominio della terra e delle sovranità nazionali dei popoli sono al presente oggetto di accesa disputa. La situazione mondiale nonché la cronologia biblica contrassegnano questa generazione come quella in cui l’Altissimo deve risolvere una volta per tutte la contesa del Dominio Universale o della Sovranità Universale che dura da secoli. Coloro che occupano il “luogo segreto dell’Altissimo” vedono la contesa e si sono inequivocabilmente espressi a favore della Sua sovranità universale e perciò mantengono la neutralità cristiana verso i conflitti delle nazioni mondane per la sovranità nazionale e il dominio della terra. Gli apolitici che dimorano nel “luogo segreto dell’Altissimo” non potrebbero entrarvi e rimanervi se non riconoscessero la Sua sovranità universale e non vi si attenessero. Essi attendono vivamente che rivendichi la Sua sovranità universale entro questa generazione, nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” nel luogo simbolico chiamato Har-Maghedon. — Riv. 16:13-16.

      21. Nel ventesimo secolo a.E.V., quale re fu dalla giusta parte della contesa della sovranità universale, e quale patriarca benedisse egli e con quali parole?

      21 Nel racconto biblico Melchisedec, re di Salem nel Medio Oriente, fu dalla giusta parte della contesa della sovranità universale nel ventesimo secolo avanti la nostra Èra Volgare. Il breve racconto scritto su di lui dal profeta Mosè lo conferma. Questo re dell’antichità attribuì al Sovrano Universale la vittoria ottenuta dal patriarca Abramo (o Abraamo) sui quattro re invasori del paese di Mesopotamia. In questo senso, Genesi 14:18-20 ci dice: “E Melchisedec re di Salem portò pane e vino, ed era sacerdote dell’Iddio Altissimo. Quindi lo benedisse, dicendo: ‘Benedetto sia Abramo dall’Iddio Altissimo, che ha fatto il cielo e la terra; e benedetto sia l’Iddio Altissimo, che ha consegnato i tuoi oppressori nella tua mano!’ Allora Abramo gli diede un decimo di ogni cosa”.

      22, 23. (a) Come Abramo diede subito dopo pubblica prova di essersi schierato dalla parte del Sovrano Universale? (b) In che modo il Sovrano Universale agì com’era suo diritto, secondo la narrazione di Deuteronomio 32:8?

      22 Dando a Melchisedec come sacerdote di Colui che aveva fatto il cielo e la terra un decimo di tutte le spoglie della vittoria sui quattro re predoni, Abramo si schierò con il sacerdote-re Melchisedec dalla parte del Sovrano Universale. Dandone pubblica prova Abramo giurò nel nome del Sovrano Universale. Fece questo restituendo al re di Sodoma i beni che egli, Abramo, aveva ricuperati per lui. Genesi 14:21-24 ci informa: “Quindi il re di Sodoma disse ad Abramo: ‘Dammi le anime [le persone salvate], ma tieni per te i beni’. A ciò Abramo disse al re di Sodoma: ‘Alzo in effetti la mano in giuramento a Geova, l’Iddio Altissimo, che ha fatto il cielo e la terra, che, da un filo a un legaccio di sandalo, no, non prenderò nulla di ciò che è tuo, onde tu non dica: “Io ho fatto ricco Abramo”. Nulla per me!’” Colui nel cui nome Abramo giurò agì da Sovrano Universale quando riservò ai discendenti di Abramo, gli Israeliti, il paese nel Medio Oriente che aveva promesso ad Abraamo. Mosè dice a questo riguardo:

      23 “Quando l’Altissimo diede alle nazioni un’eredità, quando separò l’uno dall’altro i figli di Adamo, egli fissava i confini dei popoli riguardo al numero dei figli d’Israele”. — Deut. 32:8.

      24. Nell’annuncio a Maria, come fu mostrato che i fedeli angeli riconoscono il Sovrano Universale, e come mostrò Gesù Cristo di riconoscerlo con le parole che disse ai suoi discepoli sui prestiti?

      24 Anche i fedeli angeli celesti riconoscono la sovranità universale di Colui che creò il cielo e la terra. Quando dunque l’angelo Gabriele spiegò alla vergine giudea Maria come sarebbe divenuta miracolosamente la madre del suo figlio primogenito, che si doveva chiamare Gesù, le disse: “Lo spirito santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. E per questa ragione quello che nascerà sarà chiamato santo, Figlio di Dio”. (Luca 1:35) E in seguito quel Figlio divenuto adulto mostrò di riconoscere egli pure chi era il Sovrano Universale dicendo ai suoi discepoli: “Continuate ad amare i vostri nemici e a fare il bene e a prestare senza interesse, senza sperare nulla in cambio; e la vostra ricompensa sarà grande, e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benigno verso gli ingrati e i malvagi”. — Luca 6:35.

      25. Quale preghiera dev’essere esaudita entro la nostra generazione riguardo alla contesa di suprema importanza, e dove sta perciò la nostra sicurezza?

      25 È vicino il tempo in cui sarà esaudita l’ispirata preghiera contro quelli che si oppongono alla sovranità universale di Colui che ha fatto il cielo e la terra: “Oh provino vergogna e sian turbati per tutti i tempi, e siano confusi e periscano; affinché conoscano che tu, il cui nome è Geova, tu solo sei l’Altissimo su tutta la terra”. (Sal. 83:17, 18) Per cui in questa generazione in cui dev’essere permanentemente risolta la suprema contesa della sovranità universale, la nostra sicurezza sta nel dimorare nel “luogo segreto dell’Altissimo”, sostenendo fermamente la Sua parte nella contesa. Dimorandovi, ci proteggeremo per non essere disastrosamente influenzati e malguidati da tutta la controversa propaganda politica che ora dilaga sulla terra. — Sal. 27:5.

      “LA MEDESIMA OMBRA DELL’ONNIPOTENTE”

      26, 27. (a) Chi sono quelli che sono portati come ospiti nel “luogo segreto dell’Altissimo”? (b) Perché Egli può fare rispettare la sua sovranità, e qual è dunque per noi la cosa ragionevole da fare?

      26 Che cosa si procurerà “chiunque dimora nel luogo segreto dell’Altissimo”? L’intero versetto iniziale del Salmo 91 risponde: “Chiunque dimora nel luogo segreto dell’Altissimo si procurerà albergo sotto la medesima ombra dell’Onnipotente”. In questo caso, procurarsi albergo vuol dire essere trattato come ospite dell’Onnipotente. Questo Onnipotente è lo stesso che l’Altissimo. Lo stesso Essere ha entrambe le qualità di suprema altezza e onnipotenza.

      27 Essendo onnipotente, può mantenere la sua supremazia, la sua sovranità universale. Egli può fare rispettare la sua sovranità in ogni parte della creazione, contro qualsiasi intelligente creatura vivente che vi si ribelli. È inutile che le creature si oppongano alla sovranità dell’Altissimo o che lo ignorino, poiché Egli è l’Onnipotente. La cosa ragionevole da fare è che riconoscano la Sua legittima sovranità e vi siano sottomessi, leali e fedeli, riconoscendolo sempre come Sovrano della propria vita. Chi fa questo è portato nel “luogo segreto dell’Altissimo”, come ospite dell’Onnipotente.

      28. Come l’Altissimo fece notare ad Abraamo d’essere onnipotente, e come lo dimostrò?

      28 Per centinaia di milioni di persone che oggi non conoscono la Sacra Bibbia, è difficile afferrare l’idea di un Essere onnipotente, senza uguale in tutto il reame dell’esistenza. Ma nel lontano ventesimo secolo avanti la nostra Èra Volgare, l’Altissimo, Colui che fece il cielo e la terra, fece notare questo fatto al suo amico terreno, il patriarca Abramo. L’anno prima della nascita di Isacco figlio di Abramo per mezzo del Suo angelo l’Altissimo si definì onnipotente. Genesi 17:1, 2 ci dice: “Quando Abramo giunse all’età di novantanove anni, Geova apparve ad Abramo e gli disse: ‘Io sono Dio Onnipotente. Cammina dinanzi a me e mostrati senza difetto. E io farò di sicuro il mio patto fra me e te, e ti moltiplicherò assai, assai’”. Dimostrò che nulla gli era impossibile dando miracolosamente ad Abramo e alla sua attempata moglie il loro figlio Isacco, quando erano entrambi morti per quanto riguardava il riprodurre figli. Alla nascita di Isacco egli aveva cento anni ed ella ne aveva novanta. (Gen. 17:17; 21:1-5; Rom. 4:19-21) Questo Onnipotente esiste ancora.

      29. Solo per mezzo di che cosa possiamo venire oggi nel “luogo segreto dell’Altissimo”, e perché?

      29 L’Onnipotente fu un Essere molto intimo per Giacobbe nipote di Abraamo. (Gen. 35:11; 43:14; 48:3; 49:25; Eso. 6:3) Può essere molto intimo anche per noi, benché in contrasto siamo creature così piccole. Solo pensate d’essere Suo ospite nel “luogo segreto dell’Altissimo”! Ma dobbiamo ricordare che oggi siamo ammessi alla sua intimità solo per mezzo dei buoni uffici del suo più intimo Figlio celeste, Gesù Cristo. La notte prima di deporre la sua perfetta vita umana in sacrificio a Dio per i nostri peccati, Gesù disse ai suoi fedeli apostoli: “Io sono la via e la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. (Giov. 14:6) È dunque per mezzo di lui che ci accostiamo al più Alto di tutta l’esistenza e Lo riconosciamo come Sovrano Universale, il nostro Sovrano al quale appartengono la nostra vita e la nostra amorevole lealtà e devozione. In questo modo ci procuriamo “albergo sotto la medesima ombra dell’Onnipotente”.

      30, 31. Quale immagine aveva evidentemente nella mente il salmista quando parlò dell’essere “sotto la medesima ombra dell’Onnipotente”?

      30 Che cosa meravigliosa è per noi essere sotto l’ombra dell’Onnipotente! Questo indica che abbiamo il suo interesse, la sua considerazione e la sua attenzione. Qui l’immagine non è quella di una persona più piccola che è all’ombra di una persona molto più grande o all’ombra di una cosa inanimata, “l’ombra di una gran rupe in una terra esausta”. (Isa. 32:2) L’immagine corretta nella mente del compositore del salmo è quella suggerita dal Salmo 17:8, dove Davide prega l’Altissimo: “Custodiscimi come la pupilla del tuo occhio, possa tu nascondermi all’ombra delle tue ali”.

      31 Sì, l’immagine descritta è quella di un uccello che si libra in aria sopra i suoi piccoli e getta la sua ombra su di loro. Finché i piccoli in basso vedono d’essere all’ombra del genitore che sta in alto, sanno d’avere la sua attenzione e d’essere protetti e al sicuro dagli uccelli rapaci. Che tale sovrastante volo degli uccelli indichi attenzione e protezione è confermato da ciò che dice Isaia 31:4, 5: “Nello stesso modo Geova degli eserciti scenderà a far guerra sul monte Sion e sul suo colle. Come uccelli volanti, nello stesso modo Geova degli eserciti difenderà Gerusalemme. Difendendola, certo anche la libererà. Risparmiandola, la dovrà anche far scampare”.

      32. (a) A che cosa sono pertanto paragonati l’Onnipotente e noi che siamo sotto la Sua “medesima ombra”? (b) Il fatto che è anche l’Altissimo che cosa gli permette di fare come fedele Ospite?

      32 Pertanto l’Onnipotente è paragonato a un possente uccello, e quelli che sono nel “luogo segreto” di sicurezza spirituale sono paragonati ai piccoli di quell’uccello. Che siano “sotto la medesima ombra dell’Onnipotente” rende tanto più sicuro per loro il “luogo segreto”. Essendo l’Altissimo, ogni altra cosa è sotto di lui, e nulla di ciò che è sotto può sfuggire alle sue onnipotenti facoltà visive. Egli può immediatamente scorgere qualsiasi movimento da parte di qualche cosa o di qualcuno che sta sotto contro quelli che sono sotto la sua “medesima ombra”. Può all’istante venire in difesa di quelli che sono sotto la sua ombra e che albergano presso di lui come suoi ospiti spirituali, per preservarli. Adempie fedelmente la sua responsabilità di Padrone di casa, facendo gli onori a quelli che intrattiene come suoi ospiti. Com’è confortante questo pensiero! In quale altro luogo potremmo trovare vera sicurezza spirituale?

  • Libertà dal timore dei pericoli spirituali
    La Torre di Guardia 1975 | 1° maggio
    • Libertà dal timore dei pericoli spirituali

      1. Per ottenere tale libertà dal timore, quale condotta si deve seguire?

      PER ottenere la libertà dal timore dei pericoli spirituali descritta nel Salmo 91, dobbiamo seguire la condotta che esso stabilisce. In riferimento a parte di questa condotta, il salmista prosegue dicendo: “Dirò a Geova: ‘Sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio in cui di sicuro confiderò’”. — Sal. 91:2.

      2. Chi viene così identificato da quel nome incomparabile, in armonia con Esodo 6:2, 3?

      2 Notiamo che il salmista (o colui che egli rappresenta) dice a Geova: “Sei il mio rifugio e la mia fortezza”. In questo modo identifica l’Altissimo e l’Onnipotente come Colui che porta l’incomparabile nome Geova. Questo è in armonia con ciò che l’Altissimo disse a Mosè dopo il suo ritorno in Egitto: “Io sono Geova. E apparivo ad Abraamo, a Isacco e a Giacobbe come Dio Onnipotente, ma rispetto al mio nome di Geova non mi feci conoscere da loro”. — Eso. 6:2, 3.

      3. Ampliando il significato del suo nome, quale espressione ebraica usò l’Onnipotente, e che cosa significava e sottintendeva, secondo com’è resa da alcune traduzioni?

      3 Ampliando il significato del suo nome, l’Onnipotente disse a Mosè: “Eh·yehʹ a·sherʹ eh·yehʹ”. Questa espressione, che si trova nel testo ebraico di Esodo 3:14, significa: “IO SARÒ QUEL CHE SARÒ (traduzione del rabbino Leeser); o: “Sarò qualsiasi cosa mi piaccia essere” (traduzione di Rotherham); o: “IO MOSTRERÒ D’ESSERE CIÒ CHE MOSTRERÒ D’ESSERE”. (Traduzione del Nuovo Mondo) Ciò significava che questo Onnipotente poteva adattarsi alle circostanze del suo popolo, e che, qualsiasi cosa dovesse essere o mostrar d’essere per amore del suo popolo in armonia con il suo proposito, poteva e voleva esserlo o mostrar d’esserlo. Poteva e voleva far fronte con successo a qualsiasi situazione. Quindi, mediante questa espressione ebraica, non parlava della sua autoesistenza, del fatto che era eterno.

      4. (a) Secondo la sua radice ebraica, che cosa significa il nome Geova e in riferimento a chi o a che cosa? (b) Che dire dell’applicazione di questo nome al Cristo, il Figlio di Dio?

      4 Il nome divino ha relazione con tale espressione. Il nome Geova divenne il suo nome “commemorativo”, “il memoriale di me di generazione in generazione”. (Eso. 3:15) Secondo la sua radice nella lingua ebraica, pare che il nome Geova significhi “Egli fa essere (o: mostrar d’essere)”, cioè riguardo a Sé e riguardo a ciò che sarà o mostrerà d’essere, e non rispetto al creare. Chi altri nel reame della vita intelligente potrebbe giustamente darsi un nome come questo, eccetto l’Altissimo e Onnipotente? Neppure il Figlio di Dio, Gesù Cristo, assunse un nome simile. Poté ricevere un nome in cui era combinato il nome di Dio, come Ieshua o Gesù, che significa “Geova è salvezza”, ma mai il nome Geova strettamente da solo. — Ger. 23:6; 33:16.

      5. Perché è appropriato dire a Geova che Egli è il nostro “rifugio” e la nostra “fortezza”, e che cosa dice saggiamente Proverbi 18:10?

      5 Correttamente, dunque, quelli che sono rappresentati dal salmista il quale parla in Salmo 91:2 possono dire a Geova: “Sei il mio rifugio e la mia fortezza”. Specialmente dall’anno postbellico del 1919 E.V., egli è divenuto quelle cose per loro, in senso spirituale, naturalmente. Dal momento che Geova è invisibile, ci vuole forte fede per dirGli questo, per intenderlo realmente e per agire in armonia con ciò. Comunque, chi altri c’è se non Geova l’Altissimo a cui correre come in un rifugio per salvarsi? Quale fortezza potrebbe essere più forte o più difficile da assalire o espugnare che l’Onnipotente stesso? Fu davvero con sapienza ispirata che l’antico re Salomone scrisse: “Il nome di Geova è una forte torre. Il giusto vi corre e gli è data protezione”. — Prov. 18:10.

      6. Benché ora sia incluso Cristo, eppure il nome di chi si invoca per ottenere la salvezza, e chi è il “rifugio” e la “fortezza” dei cristiani?

      6 In ultima analisi, anche se ora si invoca per mezzo di Gesù Cristo il Figlio di Dio, tuttavia è nel nome di Geova che le decadute, peccaminose creature umane devono invocare la salvezza eterna. Non fu solo il profeta precristiano Gioele a dirlo. (Gioe. 2:32) Fu anche l’apostolo Pietro a dirlo il giorno di Pentecoste del 33 E.V., quando fu fondata la congregazione cristiana. (Atti 2:21) Anni dopo lo scrisse anche l’apostolo Paolo in Romani 10:13. Benché si possa ora avere accesso all’Altissimo e Onnipotente solo per mezzo del suo Mediatore Gesù Cristo, tuttavia dobbiamo sempre trovare rifugio in Geova ed è lui la nostra inespugnabile fortezza. — Sof. 3:12.

      L’IDDIO IN CUI CONFIDARE

      7-9. (a) Perché l’uso dell’espressione “mio Dio” nel Salmo 91 non esclude che si applichi a Gesù Cristo? (b) Quale fu l’esclamazione del dubbioso Tommaso davanti al risuscitato Gesù, e che cosa mostrò Giovanni includendo questo episodio nel suo Vangelo?

      7 Questo Geova fu per il salmista più che un rifugio e una fortezza. Per intero, la dichiarazione che rivolse a Geova dice: “Sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio in cui di sicuro confiderò”. — Sal. 91:2.

      8 Che il salmista lo chiamasse “mio Dio” significava che Geova era Colui che egli doveva adorare come Essere Divino. Fu appropriato che Gesù Cristo stesso usasse questa espressione verso Geova, e l’uso dell’espressione “mio Dio” non esclude che il Salmo 91 si applichi a Gesù Cristo. Quando stava per morire sul palo di esecuzione fuori di Gerusalemme, egli citò il Salmo 22:1 e gridò al suo Padre celeste: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Matt. 27:46; Mar. 15:34) È vero che dopo la sua risurrezione dai morti, Gesù lasciò che l’apostolo Tommaso esaminasse le impronte dei chiodi nelle sue mani e nei suoi piedi, e Tommaso disse con stupore: “Mio Signore e mio Dio!” Ma Gesù comprese correttamente l’esclamazione di Tommaso, come la comprese correttamente l’apostolo Giovanni. Narrando questo episodio nel suo racconto evangelico, Giovanni non cercava di dar l’idea che Gesù era Geova Dio o che Gesù era un trinitario “Dio il Figlio”; ma subito dopo le parole di Gesù a Tommaso, Giovanni dichiara lo scopo per cui riferisce l’esclamazione di Tommaso, dicendo:

      9 “Gesù compì davanti ai discepoli anche molti altri segni, che non sono scritti in questo rotolo. Ma questi sono stati scritti affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio [non Dio il Figlio]”. — Giov. 20:26-31; Matt. 16:16.

      10. (a) Secondo il messaggio che diede ai suoi fratelli per mezzo di Maria Maddalena, a chi ascendeva il risuscitato Gesù? (b) Adorando Geova come solo vivente e vero Dio, da quali dottrine siamo salvaguardati?

      10 Una settimana prima di questo episodio con Tommaso, il risuscitato Gesù aveva detto a Maria Maddalena, vicino alla tomba dov’era stato sepolto il suo corpo: “Va dai miei fratelli e di’ loro: ‘Io ascendo al Padre mio e Padre vostro e all’Iddio mio e Iddio vostro’”. (Giov. 20:17) Il Padre celeste era Dio per Gesù quanto lo era per i discepoli di Gesù. Le Scritture ispirate parlano molte volte di Gesù Cristo come del “Figlio di Dio”, ma mai come di “Dio il Figlio”. (Matt. 14:33; 27:40, 43, 54; Mar. 1:11; 5:7; 15:39; Luca 1:35; Giov. 1:34, 49; 5:25; 10:36; 11:4, 27; Atti 9:20; Riv. 2:18; ecc.) Pertanto, adorando l’Altissimo e Onnipotente, Geova, come solo vivente e vero Dio (Giov. 17:3) siamo salvaguardati dalla falsa adorazione trinitaria e da altre forme di adorazione pagana. Geova è l’Iddio in cui riporre la nostra fiducia.

      11. In chi confidarono Paolo, Gesù, il salmista e lo scrittore di Proverbi?

      11 L’apostolo Paolo disse: “Questo avveniva affinché confidassimo non in noi stessi, ma nell’Iddio che desta i morti. Da una cosa così grande come la morte egli ci liberò e ci libererà”. (2 Cor. 1:9, 10) Ed Ebrei 2:13 mette le parole di Isaia 8:17, 18 in bocca a Gesù Cristo, dicendo: “E di nuovo: ‘Confiderò in lui’. E di nuovo: ‘Ecco, io e i fanciullini, che Geova mi ha dati’”. Non osiamo confidare né in noi stessi né in altri uomini mortali: “Non confidate nei nobili, né nel figlio dell’uomo terreno, a cui non appartiene nessuna salvezza. . . . Felice è colui che ha l’Iddio di Giacobbe per suo aiuto, la cui speranza è in Geova suo Dio”. (Sal. 146:3-5) Il saggio Salomone espresse la stessa sicura regola di condotta, dicendo: “Confida in Geova con tutto il tuo cuore e non t’appoggiare al tuo proprio intendimento”. — Prov. 3:5.

      12. Che cosa significa per noi confidare in Geova Dio rispetto alla sua Parola, ai suoi comandamenti e alla sua adorazione?

      12 Perciò, confidare in questo Dio il cui nome è Geova vuol dire attenersi inseparabilmente alla sua adorazione, senza far compromesso con Babilonia la Grande, che è l’impero mondiale della falsa religione. (Riv. da 17:1 a 18:24). ‘Confidare in Geova come Dio’ significa credere interamente nelle Sacre Scritture che Egli ha ispirate mediante il suo spirito santo e osservare i suoi comandamenti, come fece suo Figlio Gesù Cristo. Significa custodire gelosamente l’adorazione di Geova Dio, mantenendola pura da tradizioni umane e pratiche mondane.

      13. (a) In quei due versetti iniziali del Salmo 91, quali quattro fattori notiamo che operano insieme per la nostra sicurezza? (b) In quale particolare tempo hanno operato per noi quelle quattro qualità, e dove troviamo illustrazioni dei pericoli da cui siamo salvaguardati?

      13 Soffermiamoci qui e notiamo che, proprio in quei due versetti iniziali del Salmo 91, troviamo i quattro importanti modi in cui è chiamato Colui che adoriamo, e le quattro cose essenziali che li accompagnano. Considerateli: (1) L’Altissimo con il suo “luogo segreto” in cui dimorare; (2) l’Onnipotente con la sua “medesima ombra” sotto cui albergare; (3) Geova con il suo rifugio e la sua fortezza; e (4) Dio che è degno di fiducia. Questa è veramente un’insuperabile combinazione di fattori che operano insieme per la sicurezza e la preservazione dei veri adoratori i quali soddisfano le esigenze per avere questi vantaggi! Questa incomparabile combinazione di qualità divine ha operato in tutti gli scorsi decenni del “tempo della fine” di questo sistema di cose, e come risultato abbiamo avuto finora meravigliosa sicurezza spirituale. Ora il salmista prosegue mostrando come questo sia servito per la nostra sicurezza spirituale, e ci rende più consapevoli e consci dei pericoli da cui siamo stati salvaguardati.

      LA MINACCIOSA “TRAPPOLA” DELL’“UCCELLATORE”

      14, 15. (a) Che genere di linguaggio troviamo in Salmo 91:3, e perché? (b) Quale illustrazione simile fa Davide nel Salmo 124, applicandola a chi?

      14 “Poiché”, dice il salmista indicando particolareggiatamente come le cose menzionate nei primi due versetti sono vere e realistiche, “egli stesso ti libererà dalla trappola dell’uccellatore, dalla pestilenza che causa avversità”. — Sal. 91:3.

      15 Qui il linguaggio è figurativo, illustrativo, poiché non siamo uccelli letterali che corriamo il pericolo d’essere presi nella trappola di un “uccellatore” letterale. Ma qui continua il paragone fra noi e gli uccelli “sotto la medesima ombra dell’Onnipotente”. Il salmista Davide paragona se stesso e i suoi compagni a uccelli che sono stati effettivamente presi in trappola, ma da cui sono stati liberati. Nel Salmo 124:1-8 egli dice: “Dica ora Israele: ‘Se non fosse stato perché Geova mostrò d’essere con noi quando gli uomini si levarono contro di noi, ci avrebbero inghiottiti perfino vivi, . . . Benedetto sia Geova, che non ci ha dati come preda ai loro denti. La nostra anima è come un uccello che è scampato dalla trappola degli adescatori. La trappola è rotta, e noi stessi siamo scampati. Il nostro aiuto è nel nome di Geova, il Fattore del cielo e della terra’”. In questo caso gli “adescatori” non erano “uccellatori” letterali, e l’“uccello” che era scampato dalla loro trappola rotta non era un uccello letterale, ma si riferisce alla “nostra anima”, l’anima o vita della nazione d’Israele.

      16. Come ci fu un adempimento moderno del Salmo 124, e c’è il pericolo di un’altra “trappola”?

      16 In adempimento di quel salmo profetico, Geova Dio ruppe veramente la trappola in cui era stato preso l’unto rimanente dell’Israele spirituale. Era la trappola fatta scattare da Babilonia la Grande e dai suoi complici politici, giudiziari e militari. Nella primavera dell’anno postbellico del 1919 Geova ruppe quella trappola per il suo rimanente pentito e non lasciò che gli “adescatori”, i simbolici uccellatori, affondassero i denti nella carne dell’“uccello” preso in trappola. Dopo di che lo scampato rimanente dell’Israele spirituale fu portato nel “luogo segreto dell’Altissimo”, e “sotto la medesima ombra dell’Onnipotente”. Tuttavia una “trappola” è ancora tesa loro da un “uccellatore”, e Geova deve liberarli perché non vi siano presi.

      17. Chi è il simbolico “uccellatore”, secondo la spiegazione dei numeri (inglesi) de La Torre di Guardia del 1904 e del 1927?

      17 Chi è, dunque, quell’“uccellatore”, e che cos’è la sua “trappola”? Da molto tempo si è compreso e convenuto che il simbolico “uccellatore” è Satana il Diavolo. Già nel numero (inglese) de La Torre di Guardia del 1º marzo 1904, l’articolo intitolato “Sotto le sue ali!” commentava il Salmo 91:3 e, riguardo al “laccio dell’uccellatore”, diceva che erano “gli inganni di Satana, in cui inciamperanno tutti quelli che non sono protetti”. (Pagina 74, colonna 2) Molto più tardi, un numero de La Torre di Guardia fu d’accordo su questo e disse: “Pare certo che ‘l’uccellatore’ qui menzionato dal profeta sia il Diavolo, e che il suo laccio consista nei metodi da lui impiegati, e nella sua organizzazione, che opera in svariati e numerosi modi ingannevoli per intrappolare quelli che asseriscono d’essere servitori dell’Altissimo Dio”. (Pagina 231, paragrafo 37, del numero [inglese] de La Torre di Guardia del 1º agosto 1927, che presentava il primo di una serie di tre articoli sul Salmo 91, Authorized Version) Di tutti i simbolici “uccellatori” a cui si fa riferimento nella Bibbia, Satana il Diavolo è il principale.

      18. Chi sono quelli paragonati a uccellatori da Geremia e Osea, e quali sono i loro metodi?

      18 Descrivendo il metodo del simbolico uccellatore, Geremia 5:26 dice: “Poiché fra il mio popolo si sono trovati uomini malvagi. Essi continuano a guardare, come quando gli uccellatori si acquattano. Hanno posto una rovinosa trappola. Prendono uomini”. Del modo in cui i falsi profeti agivano da uccellatori nell’apostata nazione di Efraim (il regno delle dieci tribù d’Israele), Osea 9:8 disse: “Riguardo al profeta, c’è una trappola di uccellatore in tutte le sue vie”. Il grande “uccellatore”, Satana il Diavolo, è deciso a prendere uomini, quelli che albergano “sotto la medesima ombra dell’Onnipotente”.

      19. Qual è la simbolica “trappola” del grande “uccellatore”?

      19 Che cos’è la sua simbolica “trappola”, da cui Geova Dio libera e tiene al sicuro quelli che continuano a dimorare “nel luogo segreto dell’Altissimo”? La simbolica “trappola” che Satana il Diavolo ha teso a quelli che confidano in Geova Dio come loro “rifugio” e “fortezza” è l’organizzazione terrena opposta all’organizzazione di Dio, cioè la visibile organizzazione di Satana. Il grande Avversario di Dio cerca di prendervi gli adoratori di Geova e di tenerli vittime, a loro rovina spirituale e distruzione finale.

      20. (a) Da quando in poi notevolmente fu spiegato che Dio ha un’organizzazione e che, se non si appartiene ad essa, si appartiene a che cosa? (b) Secondo una dichiarazione diretta, a quale organizzazione appartenevano Gesù, e i suoi discepoli?

      20 Notevolmente dall’anno 1922 in poi fu indicato mediante le Scritture ispirate che Geova Dio ha un’organizzazione, che include il suo organizzato “rimanente” sulla terra, e che c’è un’organizzazione nemica, l’organizzazione di Satana, con un’invisibile parte demonica e una visibile parte terrena. Fu spiegato che, se non si appartiene alla visibile organizzazione di Geova, allora si appartiene all’organizzazione dell’Avversario. Gesù Cristo, a cui si applica in primo luogo il Salmo 91, appartenne all’organizzazione di Geova Dio. Anche i suoi fedeli discepoli appartennero a quella stessa organizzazione divina. Per questo, guidando in preghiera i suoi undici fedeli apostoli, disse a Dio: “Essi non sono parte del mondo, come io non sono parte del mondo”. (Giov. 17:14, 16) Questo, disse, avveniva perché il mondo li odiava. — Giov. 15:18-20.

      21, 22. (a) Che cosa si usa in genere per attirare nella trappola, e qual è l’allettamento usato dal grande Uccellatore? (b) Dio che cosa ispirò Giovanni a scrivere contro l’ingannevole esca?

      21 Di solito una persona o un animale finisce nella trappola senza accorgersene. In genere, chi tende la trappola mette un po’ d’esca per attirare la creatura ignara nel raggio della trappola così che la faccia scattare mordicchiando l’esca. L’“uccellatore” Satana il Diavolo è un grande Adescatore. Quale esca usa per attirare le persone nella sua visibile organizzazione mondana così che ne siano vittime come in una trappola? L’esca è rappresentata dalle egoistiche attrazioni di questo mondo, dalle sue promettenti opportunità di ottenere egoisticamente ricchezza, fama, posizione e potere. Avvertendo contro tale ingannevole esca, Geova Dio ispirò il cristiano apostolo Giovanni a scrivere a quelli che albergavano “sotto la medesima ombra dell’Altissimo”:

      22 “Non amate il mondo né le cose del mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto ciò che è nel mondo — il desiderio della carne e il desiderio degli occhi e la vistosa ostentazione dei propri mezzi di sostentamento — non ha origine dal Padre, ma ha origine dal mondo. Inoltre, il mondo passa e pure il suo desiderio, ma chi fa la volontà di Dio rimane per sempre”. — 1 Giov. 2:15-17.

      23. (a) Perché non vogliamo essere come Dema, menzionato in associazione a Paolo? (b) Ubbidendo a Rivelazione 18:4 da quale “trappola” siamo usciti, e in quale luogo siamo entrati?

      23 Ora, millenovecento anni dopo che quelle parole erano state scritte da Giovanni, l’organizzazione di Satana il Diavolo simile a una trappola è molto prossima a passare per sempre. Noi che siamo usciti dalla visibile organizzazione di Satana per entrare nel “luogo segreto dell’Altissimo” perché dovremmo desiderare d’essere nuovamente attirati in quell’organizzazione condannata? Non desideriamo essere come il cristiano Dema di un tempo, del quale l’apostolo Paolo disse in un’ultima lettera prima della sua morte: “Dema mi ha abbandonato perché ha amato il presente sistema di cose, ed è andato a Tessalonica”. (2 Tim. 4:10) La religiosa Babilonia la Grande, inclusa la cristianità, è stata presa ed è tenuta saldamente nella trappola della visibile organizzazione di Satana e presto subirà la distruzione con essa. Ubbidendo al comando di Dio dato in Rivelazione 18:4, siamo usciti da Babilonia la Grande e dalla trappola di Satana in cui è stata presa. Non tornando in essa, possiamo continuare a ricevere i benefici della nostra liberazione dalla “trappola dell’uccellatore”. Sotto la “medesima ombra dell’Onnipotente” abbiamo la sicurezza spirituale.

      LA “PESTILENZA CHE CAUSA AVVERSITÀ”

      24, 25. (a) Che cosa il salmista mette in relazione con la trappola dell’uccellatore, nello stesso versetto? (b) Che cosa simboleggia questo, e perché appropriatamente?

      24 Nello stesso versetto, insieme alla “trappola dell’uccellatore”, il salmista menziona un’altra potenziale minaccia alla sicurezza spirituale, cioè un’epidemia mortale molto contagiosa, infettiva. Egli dice: “Poiché egli stesso ti libererà dalla trappola dell’uccellatore, dalla pestilenza che causa avversità”. — Sal. 91:3.

      25 Come la “trappola” dell’uccellatore, questa “pestilenza” che causa avversità è simbolica. Giacché sotto ispirazione il salmista mette insieme le due cose, la pestilenza simbolica d’oggi è qualche cosa che accompagna la trappola dell’uccellatore, vale a dire la visibile organizzazione terrena di Satana. Questa “pestilenza” figurativa, infatti, nasce e si sviluppa entro quell’egoistica organizzazione mondana. Questa “pestilenza” infettiva che infuria come una tempesta in tutta la terra è il nazionalismo.

      26. Da quando il nazionalismo si è impadronito dei popoli, e che cosa ha detto recentemente lo storico Toynbee del nazionalismo?

      26 Gli storici secolari hanno notato che, dalla prima guerra mondiale del 1914-1918 E.V., lo spirito del nazionalismo si è impadronito dei popoli del mondo. Era del tutto naturale, perché quella guerra fu combattuta dagli Alleati “per l’autodeterminazione dei popoli”. Lo storico inglese Arnold Toynbee disse appena il 21 novembre 1972:

      “Dalla fine della seconda guerra mondiale il nazionalismo ha raddoppiato il numero degli stati sovrani indipendenti locali e ne ha dimezzato l’estensione media. . . . I problemi strategici e igienici dell’umanità sono globali e incalzanti; non possono essere risolti dai governi degli stati locali. Richiedono l’istituzione di un’autorità globale dotata di potere superiore. La sopravvivenza dell’umanità richiede unità politica, eppure l’umanità tende attualmente a essere sempre più divisa. Siamo impazziti?”

      27. In che modo il nazionalismo è stato come una “pestilenza che causa avversità”?

      27 Satana il Diavolo, che Gesù Cristo chiamò “il governante di questo mondo”, è responsabile di questa ondata di nazionalismo mediante cui sperava di distruggere quelli che hanno detto a Geova: “Sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio in cui di sicuro confiderò”. (Sal. 91:2) Questa “pestilenza” politica del nazionalismo ha causato molte e grandi “avversità”. Nonostante l’istituzione della Lega delle Nazioni nel 1920, sono sorti dittatori fortemente nazionalistici, come Mussolini in Italia, Stalin in Russia, Hitler in Germania, il partito politico imperiale in Giappone, ecc. Essa fornì dunque la forza che spinse alla seconda guerra mondiale. Ha alimentato fanatico patriottismo, gesti di fervore religioso verso simboli ed emblemi nazionali, preparativi militari accompagnati da gravosa tassazione, rivalità internazionali, insistenza sulla sovranità nazionale anziché sulla sottomissione alla sovranità universale e sul messianico regno di Geova.

      28. A chi questa “pestilenza” ha causato speciale avversità, ma in merito a quale contesa non hanno fatto compromesso?

      28 Per non parlare delle avversità che tutto questo ha causato alla razza umana in generale, essa ha suscitato speciali difficoltà ai cristiani testimoni di Geova. Ma l’Onnipotente non ha permesso che fossero contagiati dalla “pestilenza” del nazionalismo e che fossero vittime del suo micidiale effetto sulla spiritualità cristiana. Non sono stati allettati né spinti ad adorare la “bestia selvaggia” politica che porta il numero 666, né la sua “immagine” politica, le Nazioni Unite, che successero alla Lega delle Nazioni. (Rivelazione, capitolo 13; 15:2-4; 20:4) Non hanno compromesso la loro esclusiva devozione a Dio e il loro appoggio alla sua sovranità universale.

      29. Nonostante la seconda guerra mondiale, a favore di che cosa si espressero essi nel 1939, e con quale effetto sulla loro spiritualità?

      29 Nel 1939, nonostante si combattesse la seconda guerra mondiale, essi si espressero unitamente in tutto il mondo a favore della neutralità cristiana assoluta verso i conflitti politici e militari del mondo. (Si veda l’articolo “Neutralità” nel numero [inglese] de La Torre di Guardia del 1º novembre 1939). Benché abbiano sofferto, alcuni anche fino alla morte, per la loro fedeltà, Geova Dio li ha tenuti spiritualmente al sicuro “nel luogo segreto dell’Altissimo” e “sotto la medesima ombra dell’Onnipotente”.

      (Continua)

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