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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1973 | 1° agosto
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Domande dai lettori
● È compatibile con il mantenimento di una coscienza cristiana accettare un impiego che richiede d’essere armati, di portare la pistola o il manganello? — U.S.A.
Geova Dio stesso permise ai governi umani di esercitare autorità per far osservare la legge, con le armi se necessario. Riguardo a tale autorità governativa leggiamo: “Non senza scopo essa porta la spada; poiché è ministro di Dio, vendicatrice per esprimere ira su chi pratica il male”. (Rom. 13:4) Per cui non si può sollevare nessuna obiezione scritturale contro l’esistenza di organi armati per la tutela delle leggi, né contro l’autorizzazione governativa perché certi uomini portino armi nel proteggere proprietà e/o persone.
Comunque, che il cristiano scelga un lavoro, come quello di guardia municipale o guardiano notturno, se gli è richiesto di portare la pistola o un’altra arma è qualcosa che deve determinare da sé. Egli vorrà considerare questi fatti: Voglio assumere la responsabilità di prendere rapide e difficili decisioni in situazioni cruciali dove è in gioco la vita umana? Sono disposto a trovarmi in circostanze per cui dovrei usare un’arma, forse in modo da essere colpevole di spargimento di sangue dinanzi a Geova?
Inoltre, il principale obiettivo del cristiano è di aiutare altri ad acquistare accurata conoscenza della verità. Egli vuole insegnare ad altri ad essere “pacifici con tutti gli uomini”. (Rom. 12:18) Considerando ciò, potrebbe chiedersi: Portando un’arma nel mio lavoro, potrei dare ad altri l’impressione che ci sia una contraddizione nell’insegnamento cristiano? C’è ragione di credere che sarà causa d’inciampo? Il cristiano deve prendere la propria decisione basata sulla Parola di Dio e sulla sua conoscenza delle circostanze esistenti. Se ritiene che svolgendo tale lavoro in cui deve portare un’arma pregiudicherebbe la divulgazione della verità biblica, il cristiano sceglierà saggiamente un altro impiego. Il consiglio scritturale è di non ‘far inciampare altri’. — Filip. 1:10.
Qualunque sia la decisione del cristiano, dev’essere in armonia con la sua coscienza addestrata dalle Scritture. Ma non deve mai sentirsi spinto dalla preoccupazione per la mancanza delle necessarie cose della vita. La Parola di Dio assicura: “Geova ama il diritto, e non lascerà i suoi leali”. (Sal. 37:28) “Non ti lascerò affatto né in alcun modo ti abbandonerò”. — Ebr. 13:5.
● Nei negozi è offerto talvolta un biglietto ad alcuni che dà loro diritto di far parte di un certo numero di persone tra cui ne saranno scelte alcune perché ricevano un dono. È appropriato che il cristiano partecipi a tale “estrazione”? — U.S.A.
In genere lo scopo di tali estrazioni è di incoraggiare ad andare nel negozio o di suscitare interesse per un certo prodotto. L’estrazione stessa consiste in quella che dev’essere un’imparziale scelta di clienti a cui sono dati i premi. Non si tratta necessariamente di gioco d’azzardo, poiché nessuno paga denaro né offre altro compenso di valore per ottenere il biglietto. Quindi, l’accettazione del biglietto non implica che si invochi il dio del ‘Caso’ o della ‘Buona Fortuna’. Chi accetta il biglietto (o dà il suo nome per l’estrazione) potrebbe ragionare così: ‘Il negozio dà un dono come parte di un programma pubblicitario. Se vengo scelto, sono disposto ad accettare il dono’.
Il cristiano, in base ai dettami della sua coscienza, dovrà decidere da sé se accettare il biglietto, che fa semplicemente parte di una campagna pubblicitaria. Potrebbe chiedersi: L’accettazione del biglietto incoraggerebbe in me la stessa avidità che spinge a giocare d’azzardo? Potrebbe essere causa d’inciampo per altri? Potrei essere indotto a invocare la “Signora Fortuna”? — Isa. 65:11, Byington.
I veri cristiani comprendono che l’avidità e l’idolatria sono disapprovate da Geova Dio. (1 Cor. 6:9, 10) Essi hanno anche il comando di ‘non far inciampare altri’. — Filip. 1:10.
Ma supponiamo che qualcuno accetti il biglietto come semplice stratagemma pubblicitario, e che infine sia scelto come vincitore dell’“estrazione”, solo per scoprire che il “dono” è un biglietto della lotteria di stato. Che fare ora? All’improvviso ciò che sembrava un semplice stratagemma pubblicitario si è rivelato come parte di un gioco d’azzardo. Non si ha nessun obbligo di accettarlo. Si accetterebbero diamanti rubati solo perché sono un “dono”?
Quindi, se il cristiano decide che è nei suoi migliori interessi e anche nei migliori interessi di altri non accettare un biglietto, non c’è nessuna ragione per cui altri abbiano da ridire sulla sua decisione. D’altra parte, se il cristiano è convinto che accettando tale biglietto non farebbe sorgere nessun problema, spetta a lui prendere la decisione. Come dichiara la Parola di Dio: “Ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio”. — Rom. 14:12.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1973 | 1° agosto
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Domande dai lettori
● Senza compromettere la propria posizione cristiana, si può fare un ‘giuramento di lealtà’? — U.S.A.
Che il cristiano faccia coscienziosamente un certo giuramento o no dipende primariamente dallo scopo, dal contenuto o dalla natura del giuramento.
Nel primo secolo E.V., Gesù Cristo corresse i Giudei perché facevano giuramenti alla leggera, in maniera sconsiderata e senza distinzione. Giuravano per il cielo, per la terra, per Gerusalemme e per la loro propria testa. Ma Gesù li rimproverò, dicendo: “La vostra parola Sì significhi Sì, e il vostro No, No; poiché il di più è dal malvagio”. (Matt. 5:33-37) L’adoratore di Dio non dovrebbe aver bisogno di confermare ogni dichiarazione con un giuramento per renderla più credibile.
In certe circostanze, comunque, la legge mosaica richiedeva giuramenti. (Eso. 22:10, 11; Num. 5:21, 22; Deut. 21:1-9) E Gesù stesso non obiettò quando fu posto sotto giuramento dal sommo sacerdote giudaico. (Matt. 26:63, 64) La dichiarazione di Gesù circa i giuramenti non si può dunque usare come base per condannare ogni giuramento. Ma che specie di giuramenti può fare il cristiano senza ferire la sua coscienza?
Egli deve determinarlo da sé paragonando il giuramento in questione con i princìpi biblici. Gesù Cristo dichiarò: ‘Rendete a Cesare le cose di Cesare, ma a Dio le cose di Dio’. (Matt. 22:21) Pertanto il cristiano non potrebbe fare un qualsiasi giuramento che gli richiedesse di fare cose contrarie alla legge di Dio. Ma non ci sarebbe nulla da obiettare se facesse giuramento di ‘sostenere o difendere’ i provvedimenti della legge che non sono in opposizione alla legge di Dio. Il cristiano riconosce che sostiene e difende la legge di Cesare entro i limiti imposti dalla Parola di Dio. Egli può ‘difendere’ la legge con la parola, con la sua condotta quotidiana e, in questioni legali, con la sua testimonianza in tribunale. Ai cristiani è detto: “Ogni anima sia sottoposta alle autorità superiori”. (Rom. 13:1) Non ci sarebbe dunque nulla da obiettare se giurasse di fare qualche cosa che è già obbligato da Dio a fare.
Molti paesi illuminati, però, riconoscono la ragionevolezza dell’altro obbligo cristiano di ‘dare a Dio ciò che appartiene a Dio’. Pertanto la Costituzione degli Stati Uniti, nonché quella di molte altre nazioni, garantisce libertà di religione. Si comprende, perciò, che al cristiano non sarà chiesto di fare nulla che sia contrario alle sue credenze religiose e ai suoi obblighi verso Dio. Non c’è nessun pericolo per il paese in questo provvedimento, perché i veri cristiani non sono sovversivi; piuttosto, si sforzano d’essere cittadini esemplari e osservanti della legge.
Poiché il vero cristiano prende molto sul serio la sua adorazione e la sua relazione con Dio, dovrebbe considerare con molta attenzione qualsiasi giuramento sia invitato a fare. Dovrebbe essere convinto nella sua mente che il giuramento non lo farà andare contro la propria coscienza né gli farà compromettere la sua posizione neutrale verso le nazioni politiche e le loro controversie. (Si paragoni Romani 14:5). Se, dopo aver ragionato sulla cosa, riscontra di poter fare un particolare giuramento, dovrà assumerne la responsabilità. Egli dovrebbe sempre tenere presente che il suo obbligo verso il Supremo Sovrano, Geova Dio, ha la precedenza, ancor prima di accettare qualsiasi altro obbligo.
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Domande dai lettori (3)La Torre di Guardia 1973 | 1° agosto
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Domande dai lettori
● L’esempio della Bibbia in cui Geova espresse la sua disapprovazione per Onan perché sciupava il suo seme non mostra forse che sia sbagliato far uso di contraccettivi? — U.S.A.
No, perché un esame del racconto relativo a Onan rivela che egli non fu messo a morte per aver praticato il controllo delle nascite.
Dopo la morte del suo fratello Er, Onan ricevette dal padre Giuda il comando di compiere il matrimonio del cognato con Tamar. Questo si faceva all’espresso scopo di ‘suscitare progenie’ al suo fratello morto. Non avrebbe avuto altrimenti nessun diritto d’avere relazione con lei. Riguardo al modo in cui Onan reagì al comando di Giuda, leggiamo: “Onan sapeva che la progenie non sarebbe stata sua; e avvenne che quando in effetti aveva relazione con la moglie di suo fratello sciupava il suo seme per terra per non dare progenie a suo fratello. Ora quello che fece era male agli occhi
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