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Ho servito Geova con tutto il cuoreLa Torre di Guardia 1974 | 1° ottobre
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trovai una compagna con cui predicare a pieno tempo la Parola di Dio in Canada, dove abitavo.
La nostra prima assegnazione fu London, nell’Ontario, dove prestammo servizio in relazione alla proiezione del Fotodramma della Creazione, una produzione che, mediante diapositive, pellicole cinematografiche e suono, rappresentava il proposito divino per la terra e per il genere umano. Facemmo visita a quelli che mostrarono interesse e lasciammo loro i volumi Studi sulle Scritture.
Alla fine del 1914 la mia compagna si sposò, così che io tornai a casa di mio fratello a Saint Catharines, Ontario, dove continuai da sola l’opera di predicazione a tempo pieno. L’anno dopo ricevetti l’assegnazione di predicare a Niagara-on-the-Lake, una bella città alla foce del fiume Niagara. Ma, essendo senza compagna, fu una grande prova andar sola a trovare un luogo dove abitare, specialmente perché lì non c’erano studenti biblici. Pregai Geova di rafforzarmi e aiutarmi.
Mentre partivo, notai dietro la porta un calendario. Conteneva un versetto biblico che diceva: “Perché io, l’Eterno, son quegli che ti prendo per la mano destra e ti dico: ‘Non temere, io t’aiuto!’” (Isa. 41:13, Versione Riveduta) Provai un fremito. Era come se Dio avesse parlato e mi avesse presa per mano. Quando arrivai nella mia assegnazione, non ebbi difficoltà a trovare un alloggio. Quella prima mattina che mi dedicai al ministero di campo ricevetti ordinazioni per tre serie di libri. Da allora ho imparato che affrontando con successo gli ostacoli si rafforza la devozione del cuore.
PREDICAZIONE NEL QUEBEC
Nel 1918 fui gravemente colpita dall’influenza spagnola. Quando guarii, interruppi per un po’ la predicazione in servizio continuo. Ma nel 1922 assistetti all’assemblea di Cedar Point, nell’Ohio, e udii l’entusiasmante discorso che ci dava l’incoraggiamento: “Annunciate, annunciate, annunciate il Re e il suo Regno”. Compresi che dovevo riprendere appena possibile la predicazione in servizio continuo. Nel 1924 fui assegnata come predicatrice in servizio continuo alla provincia del Quebec. Mi unii dunque a due mie sorelle cristiane a Saint-Hyacinthe. La polizia le aveva fermate impedendo loro di predicare in città, così riempimmo la borsa e portammo con noi il pranzo, percorrendo a piedi lunghi tratti di strada in campagna, da un podere all’altro. Incontrammo molte persone amichevoli che accettarono letteratura biblica.
Quell’estate predicammo in molte cittadine. Non avendo l’automobile, era un bel problema spostarsi. Dopo aver fatto le valigie e riempito le scatole di libri pagavamo qualcuno perché ce le portasse alla stazione. E i libri che ordinavamo alla Società ci erano inviati in anticipo al deposito della stazione così che al nostro arrivo potevamo ritirarli.
Quando giunse il freddo, ci trasferimmo a Montreal. Lì c’erano molti ostacoli alla predicazione della buona notizia. Gli arresti erano una cosa comune. Talvolta eravamo messe in libertà dietro cauzione; talvolta eravamo rilasciate; talvolta i bambini ci inseguivano lanciandoci dietro fango o sassi finché eravamo costrette a lasciare la zona, almeno per quel momento.
Ai primi dell’estate del 1925 avemmo entusiasmanti esperienze nella distribuzione del trattato in lingua francese Condannati gli ecclesiastici. Ricevemmo un itinerario di città e villaggi per dieci giorni. Cominciando alle 6 del mattino, lavoravamo più in fretta che era possibile, lasciando il trattato a ogni porta. Quando sorgeva opposizione non vi eravamo impreparate.
Mentre facevamo l’opera col trattato a Thetford Mines, una turba minacciosa di una cinquantina di persone ci seguì. Andammo al posto di polizia a chiedere protezione. Con riluttanza, il capo della polizia disperse infine la folla.
Nell’estate del 1932, ebbi il privilegio di compiere l’opera di testimonianza nella parte rurale della provincia di Quebec. In genere il gruppo era formato di quattro o cinque macchine, con due o tre persone per macchina. Spesso incontravamo opposizione. Per esempio, un sacerdote e il sindaco di una cittadina ci seguirono una volta di podere in podere, portando via la letteratura biblica che avevamo lasciato alle persone. Quando ce ne accorgemmo, ce la svignammo rifugiandoci con l’auto nella boscaglia e aspettando finché furono passati; poi tornammo indietro facendo le visite lungo un’altra strada.
Nel settembre del 1933 apprendemmo che si doveva fare una speciale distribuzione di letteratura biblica nella città di Quebec. Molti conducenti d’auto si offrirono di portare quattro persone per auto. Cominciammo la distribuzione alle 6 del mattino, lasciando tre opuscoli a ogni porta. Alle 8 eravamo stati portati in trenta al posto di polizia. Fummo tenuti tutto il giorno senza mangiare. Infine, verso le 17, fummo accusati di “cospirazione sediziosa” e messi dentro.
Il terzo giorno fummo rilasciati dietro cauzione. Al processo cinque di noi furono trovati colpevoli. Ma ci appellammo, e la causa fu infine dibattuta davanti alla Corte Suprema, dove la decisione ci fu favorevole.
OPERA SOTTO IL BANDO
Noi predicatori in servizio continuo fummo assegnati fuori della provincia di Quebec. In luglio fummo sbalorditi quando ricevemmo la notizia che la Società Torre di Guardia era stata messa al bando in Canada. In settembre molti figli di Testimoni di London e Hamilton, nell’Ontario, furono espulsi dalle scuole per il coscienzioso rifiuto di salutare la bandiera. Insieme a un’altra sorella, ricevetti il compito di fare da maestra a questi bambini. Benché non potessi ora compiere la predicazione in servizio continuo, la sera e nei giorni di fine-settimana mi impegnavo nell’opera di predicazione, usando solo la Bibbia. La predicazione della buona notizia del regno di Dio è un’opera comandata nella Bibbia, e io ero decisa a “ubbidire a Dio quale governante anziché agli uomini”. — Atti 5:29.
In novembre distribuimmo uno speciale opuscolo intitolato “Fine del nazismo”, che dichiarava esplicitamente che il regno di Dio avrebbe distrutto tutte le potenze totalitarie. Avevamo istruzione di cominciare alle 3 del mattino. In quattro partimmo in auto per fare tre villaggi. Quella fredda, nevosa mattina lavorammo velocemente, preoccupate che un cane si mettesse ad abbaiare e destasse sospetto. Quando la mia compagna ed io passammo davanti a un negozio ben illuminato, uscì un uomo che ci fissò, ma noi continuammo a camminare. Dovette chiedersi che cosa stavano facendo due donne a quell’ora, allontanandosi dal villaggio nell’oscurità di una strada di campagna. Terminammo con successo la distribuzione. Comunque, mentre andavamo al villaggio successivo, avemmo un guasto alla macchina, e non potemmo fare altro che tornare a casa.
RIPRESA L’OPERA DI PREDICAZIONE IN SERVIZIO CONTINUO
Quando fu tolto il bando sull’opera dei testimoni di Geova, mi si offrì di nuovo la possibilità di tornare all’opera di predicazione in servizio continuo. Avevo ora sessant’anni, e pensai: “Forse l’opera di pioniera sarà troppo faticosa per me. Perché non essere solo una buona proclamatrice?” Ma la mia mente addestrata secondo la Bibbia disse: “Come puoi dire che sarebbe troppo difficile finché non provi?” Divenni così predicatrice della Parola di Dio in servizio continuo a Toronto. Che momenti benedetti e felici passai prestando servizio lì per tre anni e mezzo! Vidi cinque persone con le quali vi avevo studiato la Bibbia simboleggiare la loro dedicazione a Geova.
Nel novembre del 1950 fui assegnata a Montreal, dove sono ancora nell’opera di predicazione in servizio continuo. All’inizio subimmo ancora persecuzioni e arresti. Perciò facevamo molta attenzione nella distribuzione degli opuscoli prendendone solo cinque o sei per volta, e lasciandone uno ogni tre o quattro porte. Quindi lasciavamo la zona il più in fretta possibile.
Una domenica mattina ero appena entrata nel mio alloggio dopo aver partecipato a questa distribuzione che arrivarono due poliziotti e mi chiesero di mostrare loro quello che avevo nella borsa e nelle tasche del cappotto. Parvero molto delusi quando non trovarono nessun opuscolo biblico.
Da allora sono in una congregazione di lingua inglese, e ho avuto il privilegio di aiutare molti di quelli con i quali ho studiato a divenire testimoni di Geova. Ora a Montreal ci sono molte congregazioni, sia di lingua francese che di lingua inglese, e sono felice di aver contribuito in piccola misura a questo aumento.
Avendo subìto quattro anni fa una grave operazione, e a motivo dell’età avanzata, avendo ora ottantasette anni, ho rallentato un po’. Comunque, con l’aiuto di Geova e con il suo spirito, posso ancora fare la pioniera. Ogni giorno ringrazio Geova dell’immeritata benignità che mi ha mostrata, facendomi stare vicino alla sua organizzazione, e dell’aiuto che mi ha dato per servirlo con tutto il cuore. Veramente, è come scrisse l’apostolo Paolo: “Per ogni cosa ho forza in virtù di colui che m’impartisce potenza”. — Filip. 4:13.
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Esortati i diplomati di Galaad a imitare gli antichi GalaaditiLa Torre di Guardia 1974 | 1° ottobre
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Esortati i diplomati di Galaad a imitare gli antichi Galaaditi
NON è facile andare a servire in un paese straniero come missionari. Vuol dire lasciare amici, parenti e ambienti familiari. Bisogna adattarsi a nuove circostanze e forse affrontare problemi sconosciuti. Ma sono in serbo numerose benedizioni per quelli che sono desiderosi e in grado di fare sacrifici per aiutare persone di cuore retto a divenire servitori di Geova Dio.
I cinquanta giovani uomini e donne che il 4 marzo 1974 si diplomarono dalla Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad hanno ragione di attendere queste benedizioni. Questo perché la maggioranza di loro ricevette assegnazioni per servire come missionari in campi esteri.
I discorsi pronunciati il lunedì pomeriggio durante la cerimonia del conferimento dei diplomi li incoraggiarono a rimanere nelle loro assegnazioni per non perdere le gioie del servizio missionario. Un oratore esortò i diplomati a tenere dinanzi a sé l’obiettivo di promuovere la vera adorazione, non facendosi distogliere. Un altro diede risalto all’importanza d’avere coraggio, imitando uomini come Giosuè dell’antichità. Un altro ancora richiamò l’attenzione sul bisogno di mostrare saggezza in ogni passo che avrebbero fatto e di non lasciare che gli occhi della mente guardassero dietro di loro.
F. W. Franz, basando i suoi commenti su I Cronache capitolo 5, additò gli antichi Galaaditi come esempio degno d’essere imitato.
Ai giorni del re Saul gli Israeliti che abitavano il paese di Galaad a est del Giordano godevano di grande prosperità. Il loro bestiame era divenuto molto numeroso. Così essi si diedero coraggiosamente da fare per espandere il loro territorio oltre il paese di Galaad, verso il fiume Eufrate. Fecero questo in armonia con la promessa fatta da Dio al loro antenato Abraamo. — Gen. 15:18; 1 Cron. 5:10.
Per cui vennero in conflitto con gli Agareni (probabilmente discendenti di Agar e così discendenti di suo figlio Ismaele, quindi Ismaeliti). I Galaaditi si trovarono davanti a un nemico molto più numeroso. Essi erano in numero di 44.760. Ma nel conflitto che ne seguì presero 100.000 prigionieri vivi. Questo non era affatto tutto l’esercito agareno, poiché la Bibbia narra che “molti eran caduti uccisi”. È evidente che i Galaaditi non avrebbero potuto ottenere la vittoria con la loro propria forza, e non fu così. Confidarono nell’aiuto di Geova Dio. “Invocarono in guerra l’aiuto di Dio”, dice il racconto biblico, “ed egli si fece supplicare a loro favore perché confidarono in lui”. — 1 Cron. 5:18-22.
Facendone l’applicazione ai diplomati di Galaad, F. W. Franz li esortò similmente a confidare in Geova mentre, equipaggiati con lo scudo della fede e la spada dello spirito, la Parola di Dio, si sarebbero impegnati non in una guerra fisica, ma nella guerra spirituale contro nemici molto più numerosi.
Dopo i commenti di F. W. Franz, il presidente della Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad, N. H. Knorr, rivolse un’entusiastica esortazione a continuare a predicare imitando Gesù Cristo, i suoi apostoli e altri discepoli. Nella parte conclusiva del suo discorso, narrò moderni esempi dell’eccellente opera compiuta dai missionari e da altri nella predicazione della “buona notizia”.
Successivamente i diplomati ricevettero una busta contenente il diploma, e il presidente della Scuola annunciò le loro assegnazioni di servizio in diciassette diversi paesi.
La stessa sera i diplomati della cinquantaseiesima classe di Galaad offrirono un piacevolissimo programma, con musica europea, del Medio Oriente e dell’America del Nord oltre a due significativi drammi biblici. Il primo di questi drammi aiutò l’uditorio a trarre profitto da ciò che accadde a un profeta le cui attività sono narrate in I Re 13:1-32; l’altro dramma rappresentò notevoli esperienze degli Israeliti durante i quarant’anni che trascorsero nel deserto. Furono entrambi rappresentati in modo eccellente!
Non c’è dubbio che i diplomati e altri che ebbero la gioia di essere presenti in quella occasione compresero vivamente il bisogno di continuare a predicare, imitando il coraggio e la devozione dei servitori di Dio dei tempi antichi.
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1974 | 1° ottobre
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Domande dai lettori
● In che modo l’esigenza enunciata in Deuteronomio 23:2 influisce sulle prospettive dei figli illegittimi che diventano approvati servitori di Dio? — U.S.A.
Il comando di Deuteronomio 23:2 fa parte della legge mosaica. Esso dichiara: “Nessun figlio illegittimo può entrare nella congregazione di Geova. Fino alla decima generazione nessuno dei suoi può entrare nella congregazione di Geova”.
Questa era una legge con uno scopo che proteggeva i diritti di successione dei figli legittimi e della loro progenie. Scoraggiava pure la prostituzione e impediva il declino della disposizione familiare. Naturalmente, questa legge non esprimeva un giudizio eterno contro le persone. Fra i risuscitati dai morti che avranno l’opportunità di conoscere la volontà divina nel nuovo ordine di Dio ci saranno alcuni che erano stati figli illegittimi. — Riv. 20:13.
Oggi Geova Dio non opera solo con una nazione di persone. La legge mosaica, secondo la cui norma i figli illegittimi non potevano divenire membri della congregazione del suo popolo, non è in vigore per i cristiani. (Col. 2:13, 14) Nessuno è perciò privato dell’opportunità di divenire servitore di Dio. Mediante rivelazione divina l’apostolo cristiano Pietro apprese che ‘non si deve chiamare nessun uomo contaminato o impuro’ a causa della nazionalità. (Atti 10:28) Quindi, parlando ai primi non Giudei che avrebbero abbracciato il cristianesimo, disse: “Per certo io comprendo che Dio non è parziale, ma in ogni nazione l’uomo che lo teme e opera giustizia gli è accettevole”. (Atti 10:34, 35) Questo significa che tutti, anche gli illegittimi, possono divenire approvati servitori di Dio, purché vivano in armonia con la sua volontà.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1974 | 1° ottobre
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Domande dai lettori
● Secondo Pietro 3:10 dice: “Il giorno di Geova verrà come un ladro, in cui i cieli passeranno con rumore sibilante, ma gli elementi, essendo intensamente caldi, saranno dissolti, e la terra e le opere che sono in essa saranno
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